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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 03/2020
30 gennaio 2020

La lezione che i comunisti devono trarre dalle elezioni regionali del 26 gennaio

Attuare con maggiore convinzione e iniziativa la linea del Governo di Blocco Popolare!

La lezione principale che anche gli attivisti e gli esponenti del M5S, non corrotti dalle sirene del potere ... devono trarre ... è che nessun cambiamento è possibile senza la partecipazione attiva e la mobilitazione delle masse popolari.

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Comunicato CC 04/2020 - 8 febbraio 2020

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La scuola di base di italiano e di storia Anton Makarenko

Un’iniziativa d’avanguardia del P.CARC,

esemplare per tutto il movimento comunista italiano!


A tutti quelli che hanno interesse a mettere fine al catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista dopo che quaranta anni fa ha ripreso in mano la direzione del mondo, la prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976), sollevata nel mondo intero dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre (1917) e dalla costruzione dell’Unione Sovietica, ha dato la lezione che le masse popolari sono in grado di instaurare il socialismo ma che per farlo devono avere alla loro testa un partito comunista basato sulla concezione comunista del mondo e che la applica seguendo il principio del materialismo dialettico.

La borghesia non è più in grado di impedire la rivoluzione socialista solo con la repressione e la forza. Per questo la borghesia fa di tutto per intossicare il cuore e la mente delle masse popolari, distoglierle dalla lotta di classe e impedire che imparino a ragionare e che conoscano il corso reale delle cose: è il primo pilastro del sistema di controrivoluzione preventiva illustrato nel cap. 1.3.3 del Manifesto Programma del (n)PCI, nell’articolo Le tre trappole (in La Voce 54 pagg. 17-19) e in altri testi della letteratura del nostro Partito. La borghesia deve impedire che le masse popolari si aggreghino attorno a un partito comunista capace di guidarle alla lotta e alla vittoria. Deve in ogni paese impedire che si formi un tale partito comunista.

La prima ondata della rivoluzione proletaria ha mostrato che un partito comunista per essere capace di questa impresa deve basarsi sulla concezione comunista del mondo, oggi il marxismo-leninismo-maoismo e concepire e guidare la sua attività con il materialismo dialettico. Il Partito comunista fondato a Livorno nel 1921 è fallito in questo compito nonostante l’eroica dedizione di milioni di proletari e di comunisti, principalmente a causa della sua carenza in questo campo, carenza originaria che quel Partito non superò nonostante l’opera condotta da Antonio Gramsci da quando alla fine del 1923 l’Internazionale Comunista lo pose alla sua testa.

Il partito comunista deve quindi formare i membri avanzati delle masse popolari che si accostano al partito e hanno la volontà di dedicarsi con determinazione e disciplina a imparare la concezione comunista del mondo, assimilarla e applicarla. Stante la condizione in cui la borghesia e il clero relegano le masse popolari oggi, dopo che, per limiti che noi comunisti non abbiamo superato in tempo, la prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita e la borghesia imperialista ha ripreso in mano la direzione del mondo, oggi noi comunisti dobbiamo, a quelli che si accostano al movimento comunista, elementarmente insegnare a ragionare, quindi a leggere e a scrivere e insegnare la storia del nostro paese.

Il (nuovo)PCI saluta quindi l’iniziativa del P.CARC di fondare la Scuola di base Anton Makarenko che insegnerà a leggere e a scrivere e la storia del nostro paese. Per illustrare l’orientamento generale che presiede all’iniziativa del P.CARC riportiamo qui di seguito, parafrasandola, parte della comunicazione diffusa il 4 febbraio dalla segretaria della Federazione Toscana del P.CARC per convocare la riunione di presentazione della Scuola.


Siamo un’organizzazione di lotta e nelle nostre file si studia per accrescere, per affinare le capacità di lotta dei singoli e di tutta l’organizzazione, per comprendere meglio quali sono le posizioni del nemico e le nostre, per poter meglio adeguare ad esse la nostra azione di ogni giorno. Studio e cultura non sono per noi altro che coscienza teorica dei nostri fini immediati e supremi e del modo in cui potremo riuscire a tradurli in atto”.

Gramsci “La scuola di Partito”, L'Ordine Nuovo, 1° aprile 1925.


Cari compagni,

domenica 9 febbraio il P.CARC presenta la scuola di base di italiano e di storia. L’iniziativa si svolgerà presso il circolo Ballerini di Prato a partire dalle 17.00.

Qui trovate l’evento: https://www.facebook.com/events/2523826057937847/.

Si tratta di una sperimentazione che il Partito sta avviando in Toscana per rafforzare ed elevare la cura e formazione dei nostri compagni.

Alle masse popolari serve studiare perché, a partire dai loro elementi più avanzati, devono imparare tutto quanto serve per avere una visione scientifica integrale della società in cui vivono e diventare capaci di trasformarla. Devono, infatti, diventare soggetti attivi e coscienti della storia, fare la loro storia consapevolmente. La loro storia, sono da sempre gli uomini stessi che l’hanno fatta. Le concezioni secondo le quali all’origine della storia umana ci sarebbe dio o altro, sono fantasticherie elaborate dagli uomini stessi per spiegarsi e giustificare il corso delle cose. Da quando l’umanità è divisa in classi, l’insieme delle classi oppresse e sfruttate ha fatto la storia, comprese le rivoluzioni che rovesciavano le classi dominanti, ma l’hanno fatta mobilitate dalle nuove classi dominanti che soppiantavano le vecchie. La rivoluzione socialista è la prima rivoluzione che le classi oppresse e sfruttate fanno consapevolmente, mobilitate dalla parte più avanzata di esse la quale promuove la partecipazione via via più consapevole dell’intera massa delle classi oppresse e sfruttate.

La scuola pubblica gestita dalla borghesia e dal clero, però, risponde poco e sempre meno all’esigenza di imparare a pensare e a ragionare: è sempre più ridotta a scuola che insegna mestieri. Chi impara a ragionare e dirigere, lo fa perché privatamente può reperire le risorse per farlo. Da quando, nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria scatenata in tutto il mondo dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre (1917) e dalla costruzione dell’Unione Sovietica, la borghesia e il clero italiani sono stati costretti a consentire l’accesso dei giovani delle classi oppresse e sfruttate (l’accesso universale) agli istituti dell’istruzione pubblica (scuola media inferiore, scuola media superiore e università) stabiliti dalla Riforma Gentile (1924), essi hanno via via impoverito l’istruzione stessa (che la Riforma Gentile aveva fatto su misura della formazione della classe dirigente, relegando a un settore particolare l’addestramento di alcuni proletari a mestieri specialistici), in modo che non formasse i suoi allievi a ragionare e non li fornisse degli strumenti intellettuali e delle attitudini morali propri di una classe dirigente, strumenti incompatibili con la condizione di classi oppresse e sfruttate.

Un primo motivo per cui la scuola pubblica non insegna a ragionare e dirigere sta nel fatto che è una scuola che propaganda il pensiero delle classi dominanti: la borghesia e il clero. Queste classi non hanno alcun interesse a che le masse popolari si elevino, diventino capaci di pensare in modo tale da imparare a dirigere se stesse e la società. Se lo facessero, non ci sarebbe più bisogno di classi dirigenti, quali la borghesia e il clero sono. Già la scuola introdotta dalla Riforma Gentile formava gli operai a fare gli operai e i borghesi a fare i dirigenti e gli sfruttatori degli operai.

Un secondo motivo riguarda il fatto che la scuola pubblica, in Italia, è sotto attacco. Da quaranta anni a questa parte la borghesia sta eliminando le conquiste strappate dalle masse popolari quando il movimento comunista era forte. Il suo Stato riduce le risorse per finanziare la scuola e le università pubbliche, mentre sostiene le scuole private, campo dove la Chiesa di Roma è padrona.

Per imparare a pensare e agire scientificamente è fondamentale saper leggere e scrivere. Le statistiche borghesi dicono che oggi oltre il 70% degli italiani adulti si trova sotto il livello di comprensione di un testo scritto di media lunghezza e dunque non è in grado di identificare, comprendere e sintetizzare i concetti fondamentali di un articolo di giornale, di un libretto di istruzioni, di un contratto di lavoro, di un programma politico o del “bugiardino” di un farmaco. Una frazione ancora superiore non è in grado di scrivere altro che singole frasi elementari. Senza saper scrivere, d’altra parte, non è possibile andare molto lontano nel pensare. È possibile scrivere senza pensare, ma pensare sen­za scrivere non è possibile. La scrittura spinge ad organizzare il proprio pensiero, a costruire un’organicità e sistematicità nel ragio­namento, ad elaborare il proprio ragionamento in modo logico, a sottoporlo a verifica attraverso l’analisi di quanto scritto. Chi oggi pensa di poter costruire la rivoluzione socialista e imparare a pensare senza scrivere, è come un mu­ratore che vuol costruire una casa senza cemento e malta.

Per imparare a pensare e agire scientificamente in campo sociale (qui con questa espressione indichiamo l’insieme delle attività con le quali gli uomini gestiscono la società e la trasformano) bisogna conoscere la storia. Oggi anche chi ha una formazione universitaria non è generalmente in grado di collocare in ordine di tempo gli eventi storici più importanti, tanto meno di capire la sinergia e la concatenazione tra di essi: le relazioni di causa, di effetto e di interazione reciproca che li connettono tra loro. In sintesi non è in grado di comprendere la logica della storia. Le classi dominanti non solo non si impegnano in questo campo ad elevare nelle masse popolari il livello di coscienza della realtà (nel 2018 hanno persino cancellato la Storia dagli esami di maturità), ma fanno, per ovvie ragioni, il contrario: insegnano cose false e inutili, intossicano il cuore e la mente delle masse. Esemplare è la falsificazione della storia dei primi paesi socialisti, presentati come dittature, mentre sono stati esempio di un balzo in avanti delle condizioni materiali e spirituali delle masse popolari mai visto nella storia dell’umanità per la sua misura e rapidità. La giusta conoscenza dei fatti storici è la base per la comprensione scientifica della storia (materialismo storico) necessaria per ricavare insegnamenti e trasformare la realtà. La storia è la base materiale della scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la storia, quindi è indispensabile per farla consapevolmente e responsabilmente, con scienza e coscienza.

Lo smantellamento delle conquiste strappate dal movimento comunista ci pone, quindi, anche un altro fronte di lotta: la lotta contro l’analfabetismo funzionale (incapacità di leggere e scrivere un testo complesso) e storico. Iniziamo dalle nostre file visto che finché il potere non è nelle nostre mani la nostra capacità di istituire scuole è limitata. Creiamo le poche scuole compatibili con i nostri mezzi e le nostre risorse, aperte solo ai membri e simpatizzanti del P.CARC che hanno già il livello di adesione alla causa della rivoluzione socialista necessario per dedicarsi alla scuola con la costanza e la disciplina necessarie per trarne profitto. Da sempre la Carovana del (n)PCI investe molte energie nella formazione perché il successo della nostra opera, della lotta per portare le organizzazioni operaie e popolari a costruire un loro governo d’emergenza e avanzare verso il socialismo facendo fronte agli attacchi della borghesia imperialista, dipende anzitutto dallo sviluppo nelle nostre file di un rigoglioso, intenso e continuo processo di conoscenza, assimilazione e applicazione della concezione comunista del mondo.

È sulla base di questo orientamento generale che avvieremo la sperimentazione di questa scuola a partire dal mese di febbraio. (...)

Il CC del (n)PCI ha dato a tutti i membri e ai Comitati del Partito la direttiva di sostenere l’iniziativa del P.CARC, di favorire con tutte le loro forze il successo della scuola che il P.CARC inaugura a Prato domenica 9 febbraio e la sua estensione in altre parti del paese.

Il CC del (n)PCI esorta tutti quelli che seguono la linea del Partito e tutti i comunisti a contribuire al successo dell’iniziativa del P.CARC.

Il CC del (n)PCI si congratula con la Direzione Nazionale del P.CARC. Con questa iniziativa il P.CARC sviluppa coerentemente il suo compito di Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza (che le masse popolari oppongono agli effetti della crisi del capitalismo) - per il Comunismo.

Viva il movimento comunista cosciente e organizzato che rinasce in tutto il mondo rendendo feconda la resistenza delle masse popolari e orientandole all’instaurazione del socialismo!

La seconda ondata della rivoluzione proletaria avanza in tutto il mondo sul terreno della resistenza delle masse popolari al catastrofico corso delle cose imposto dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei!



Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 63: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Inviare alla Delegazione <delegazione.npci@riseup.net> l’indirizzo email di ogni conoscente e di ogni organismo a cui può essere utile ricevere i Comunicati del Partito

Mettersi in contatto con il Centro del Partito (usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR) e cimentarsi sotto la sua guida nella costruzione di un Comitato di Partito clandestino nella propria azienda, scuola o zona d’abitazione!