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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 23/2020
13 agosto 2020

Vladimir Putin e il modo di produzione capitalista

Lotta contro la pandemia da Covid-19 e lotta per instaurare il socialismo
“Non esiste bene comune tra capitalisti e proletari”, era l’inizio del precedente Comunicato CC, il 22/2020. Puntualmente Vladimir Putin ha provveduto a dimostrarlo e a spiegare di cosa si tratta in un caso pratico

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Comunicato CC 24/2020 - 20 agosto 2020

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Elezioni regionali in Toscana: un caso esemplare

Per un’amministrazione regionale d’emergenza

No gli eredi e continuatori dei traditori del comunismo!

No agli eredi dei clerico-fascisti!

 

Se i vertici della Repubblica Pontificia non escogitano qualche stratagemma per far ingoiare agli oppositori del governo M5S-PD un ulteriore rinvio delle elezioni, il prossimo 20-21 settembre ci saranno elezioni regionali (Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia) e comunali (1.149 comuni tra cui 18 capoluoghi di provincia di cui 3 capoluoghi di regione: Aosta, Venezia, Trento) ed esse avranno un effetto importante sulla crisi del sistema politico della borghesia imperialista. La soluzione di governo escogitata e imposta dai vertici della Repubblica Pontificia, basata sulla combinazione parlamentare M5S-PD, sarà messa a dura prova dai risultati elettorali oltre che dall’aggravarsi della crisi. Sta a noi comunisti e a tutti quelli, individui e organismi, che seriamente e onestamente vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose in cui la borghesia imperialista trascina il nostro come gli altri paesi, fare in modo che le elezioni rafforzino il sistema politico delle masse popolari organizzate, oggi ancora allo stato embrionale, antagonista al sistema politico della borghesia imperialista.

Dell’argomento abbiamo trattato ampiamente nel n. 65 di La Voce appena uscito e in altri documenti del Partito. Questo Comunicato riguarda in particolare le elezioni regionali in Toscana, una delle regioni dove il vecchio PCI era più radicato tra le masse popolari: una delle regioni dove le Larghe Intese tra gli eredi del PCI e della DC hanno finora attuato il “programma comune della borghesia imperialista” giovandosi del “voto di appartenenza” di larga parte delle masse popolari in vari modi implicate nella rete di associazioni e di relazioni ereditate dal vecchio PCI.

Tratto qualificante della storia del movimento comunista cosciente e organizzato in Italia è che dopo la Resistenza (cioè dopo il periodo che va dal crollo del fascismo nel 1943 all’estromissione nel 1947 del PCI dal governo) i traditori del comunismo, da Togliatti a Berlinguer, hanno fatto leva sulla debolezza della sinistra nel PCI e nel movimento comunista. Gli esponenti della sinistra non avevano una comprensione abbastanza avanzata delle condizioni della lotta di classe (sovrapproduzione assoluta di capitale e regime di controrivoluzione preventiva) e della sua forma (guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata) e quindi non erano in grado di giovarsi dei risultati raggiunti con la Resistenza e spingere ulteriormente in avanti la lotta di classe fino all’instaurazione del socialismo. I traditori del comunismo ne hanno approfittato e hanno imposto nel vecchio PCI la loro linea. Hanno servito la Repubblica Pontificia e i suoi padrini, il Vaticano e i gruppi imperialisti USA (NATO), alcuni illudendosi e altri fingendo di lottare per arrivare prima o poi al socialismo (a secondo delle circostanze la chiamavano via italiana, via parlamentare, via democratica al socialismo, in ogni caso avvolta in un manto di antifascismo padronale).

Il risultato di questa storia è che oggi in Toscana le malefatte delle Larghe Intese PD-Berlusconi larga parte delle masse popolari le addebita principalmente agli eredi del PCI.

Il malcontento, l’insofferenza e l’indignazione delle masse popolari per questo corso delle cose fino alle elezioni politiche del marzo 2018 in campo elettorale si sono espressi principalmente in aumento delle astensioni dal voto e in aumento delle adesioni alla rete del M5S. Ma il M5S in due anni di governo nazionale ha mostrato di essere portavoce  di riforme che non si dà i mezzi per attuare: dopo le elezioni del 2018 il suo gruppo dirigente non ha avuto il coraggio di costringere i vertici della Repubblica Pontificia a ingoiare un governo monocolore. È addivenuto a patti e ha accettato di costituire governi con i partiti delle Larghe Intese: prima con la Lega di Matteo Salvini (Conte 1) e poi, quando Salvini ha rotto convinto che fosse arrivato il suo momento per fare a meno del M5S, con il PD di Nicola Zingaretti (Conte 2). Questi governi hanno sostanzialmente proseguito, sia pure con resistenze di larga parte del M5S, la linea dei governi delle Larghe Intese di sudditanza a UE e NATO: in sintesi l’attuazione del “programma comune della borghesia imperialista”. Da allora è l’ala destra delle Larghe Intese, la Lega di Matteo Salvini, che trae vantaggio del malcontento, dell’insofferenza e dell’indignazione delle masse popolari: in Toscana come in gran parte del paese.

Una parte crescente della borghesia imperialista e dei vertici della Repubblica Pontificia e dei suoi padrini punta sulla Lega di Matteo Salvini perché reciti la parte dell’oppositore del M5S e del PD. Infatti la borghesia non è in grado di attuare il suo programma senza l’acquiescenza delle masse popolari: ha bisogno se non del loro consenso almeno della loro rassegnazione. E Matteo Salvini ha dato ampia dimostrazione alla borghesia da una parte di essere affidabile per essa e dall’altra di essere capace di farsi portavoce del malcontento popolare: cosa che regge finché non è al governo.

In realtà la Lega di Matteo Salvini ha continuato a governare regioni e città con Fratelli d’Italia e la banda Berlusconi, attenendosi al “programma comune della borghesia imperialista”. La pandemia ha messo in luce quello che la Lega ha fatto in Lombardia, regione che essa governa da lunghi anni, proseguendo con Roberto Maroni prima e con Attilio Fontana poi la linea di Roberto Formigoni di privatizzazione del sistema sanitario e trasformazione di quel che restava pubblico in un sistema di aziende ospedaliere a danno del presidio sanitario territoriale: quasi metà delle morti (16.8 su 35.2 mila) finora ascritte in Italia al Covid-19 sono avvenute in Lombardia. Certamente la magistratura ha incominciato a occuparsi della sistematica collusione della Lega con la malavita organizzata (caso Caianiello e affini) con particolare solerzia da quando la Lega è diventata concorrente diretta del PD, ma essa ha messo in luce un sistema di relazioni sociali criminali che non è meno reale solo perché vi partecipano anche tutti gli altri partiti delle Larghe Intese compreso il PD (vedasi l’Emilia Romagna). Lo stesso vale per l’implicazione della Lega nel sistema delle grandi opere inutili e dannose, per l’acquiescenza della Lega alla distruzione dell’apparato produttivo del nostro paese con delocalizzazioni e con esternalizzazioni (trasformazione della divisione del lavoro tra reparti d’azienda in relazioni commerciali tra aziende indipendenti), contratti di lavoro precari, aziendalizzazione del sistema di sicurezza sociale (welfare state), distruzione della produzione agricola nazionale, ecc. La campagna di Salvini contro gli emigranti, sviluppo della linea che va dalla legge Del Turco-Napolitano alla Bossi-Fini, ha coperto con una campagna di mobilitazione reazionaria contro lo straniero la campagna contro le lotte dei senza casa e dei lavoratori dipendenti.

Il vantaggio della Lega, finché non è al governo, è che fino al 2014 con Bossi e Maroni aveva recitato la parte di cucciolo di casa Berlusconi e con Matteo Salvini si è giovata delle relazioni di casa Berlusconi ma ha assunto il ruolo di mastino ringhiante della casa Berlusconi nell’ambito della combinazione delle Larghe Intese.

Per cambiare il corso delle cose bisogna farla finita sia con gli eredi dei clerico-fascisti sia con gli eredi dei traditori del comunismo. Ogni proposito di votare contro i primi a favore dei secondi in realtà li favorisce, proprio perché Salvini attira elettori atteggiandosi ad antagonista dei responsabili delle malefatte del regime di cui la Lega è in realtà un attore.

I clerico-fascisti dichiarati (Lega e il resto della coalizione Berlusconi) e i cultori dell’antifascismo padronale (PD) attuano lo stesso “programma comune della borghesia imperialista” contro le masse popolari. Ma la crisi generale del capitalismo (economica, ambientale e delle relazioni sociali in ogni paese e a livello internazionale) si aggrava e il malcontento, l’insofferenza e l’indignazione delle masse popolari per il corso delle cose crescono: solo chi eleva il livello della resistenza delle masse popolari crea i mezzi adeguati per cambiare il corso delle cose.

Chi vuole porre fine al catastrofico corso delle cose deve darsi i mezzi necessari. Il M5S ha dimostrato che il voto non basta. Solo la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari creano le condizioni adeguate a imporre il corso  delle cose che porta alla costituzione di un governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare e a farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia, un governo capace di rompere con l’Unione Europea e con la NATO. L’imposizione di questo governo e la sua lotta contro l’aggressione della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti sarà la via verso l’instaurazione del socialismo.

Noi comunisti dobbiamo quindi in ogni contesto particolare fare dell’attuale campagna elettorale 1. una campagna di denuncia, protesta e resistenza alle malefatte delle amministrazioni locali, dei governi regionali delle Larghe Intese (quindi in Toscana del PD) e del governo centrale M5S-PD e 2. una campagna di mobilitazione e di organizzazione degli elementi avanzati perché costituiscano in ogni azienda privata e pubblica, in ogni scuola e in ogni luogo di residenza organismi capaci di animare rivendicazioni e proteste, di attuare e far attuare misure favorevoli alle masse popolari e di coordinarsi tra loro a livello locale e nazionale. Questi sono gli organi del sistema di potere delle masse popolari organizzate. In questo ambito dobbiamo dedicare una particolare attenzione alle istituzioni delle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate: quanto più la crisi si aggrava, tanto più la borghesia imperialista le coinvolge nella repressione delle masse popolari all’interno e in spedizioni militari all’estero, quindi ognuna di esse diventa per noi un terreno di denuncia, mobilitazione e organizzazione.

Noi comunisti dobbiamo sollecitare tutti i candidati delle liste anti-Larghe Intese a partecipare alle mobilitazioni e alle proteste in modo che i loro potenziali elettori li valutino per quello che sono disposti a fare su questo terreno e si stabiliscano relazioni che si sviluppano anche ad elezioni avvenute. Che siano liste della sinistra di vecchio tipo (dei gruppi derivati dalla disgregazione del PRC formatosi nel 1991) o liste della sinistra di nuovo tipo (M5S) la concorrenza tra loro deriva dal passato e sempre più è e sarà in contraddizione con i compiti che tutti quelli che vogliono cambiare il corso delle cose devono assumere.

 

Fare delle elezioni regionali in Toscana un passo della lotta della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari, un passo della lotta contro il regime delle Larghe Intese, un passo della costruzione del governo d’emergenza delle masse popolari, un passo della costruzione del nuovo potere, un passo della riscossa popolare, un passo del salto dalla difesa all’attacco!

 

Le forze politiche d’opposizione alle Larghe Intese e al loro interno gli elementi più avanzati, determinati e sinceramente protesi al progresso del paese, alla difesa delle masse popolari contro la devastazione prodotta dalla crisi generale del capitalismo, si uniscano tra di loro e si facciano interpreti degli interessi e delle aspirazioni delle masse popolari: i contrasti interni alle masse popolari si superano superando il capitalismo!

  

La riscossa delle masse popolari è possibile e necessaria! Ciascuno può e deve dare il suo contributo! Avanti, verso un governo di emergenza che dia forza di legge alle azioni di resistenza e di organizzazione della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari, il Governo di Blocco Popolare!

 

Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 65: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Inviare alla Delegazione <delegazione.npci@riseup.net> l’indirizzo email di ogni conoscente e di ogni organismo a cui può essere utile ricevere i Comunicati del Partito