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Nuovo - Partito comunista italiano

Comunicato CC 14/2022
30 maggio 2022

La campana suona sempre più forte negli USA, ma suona anche per noi, in Italia!

La società borghese è allo sbando e cresce le nuove generazioni allo sbando, sempre più allo sbando. A questo corso delle cose possiamo porre fine solo con la lotta per instaurare il socialismo: 1. la partecipazione crescente della massa della popolazione alle attività specificamente umane, 2. la gestione pubblica pianificata delle attività produttive di beni e servizi, 3. il governo della società in mano a chi vuole realizzare questi obiettivi. L’esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria 1917-1976 ha mostrato che questa trasformazione è possibile ed efficace e ha insegnato come evitare la sua interruzione e il ritorno al passato.

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Comunicato CC 15/2022 - 23 giugno 2022



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Ai comunisti italiani

Impegnarsi seriamente nella lotta per far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese e contribuire così alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato nel mondo!


Con il fallimento del tentativo di inglobare l’Ucraina nella NATO come hanno fatto con altri dei primi paesi socialisti, con l’intervento militare della Federazione Russa in Ucraina, con il moltiplicarsi della concorrenza di altri gruppi imperialisti e con lo sviluppo economico e l’influenza politica della Repubblica Popolare Cinese naufraga il tentativo dei gruppi imperialisti USA di sottomettere al proprio dominio il mondo intero. In tutti i paesi l’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere strappate dalle masse popolari alla borghesia nel corso della grande ondata di rivoluzioni socialiste o di nuova democrazia sollevata nel mondo dalla vittoria nel 1917 in Russia della Rivoluzione d’Ottobre, si scontra con la resistenza e il crescente malcontento delle masse popolari.

In sintesi, volge al termine l’epoca di nera e sfrenata reazione succeduta alla dissoluzione nel 1991 dell’Unione Sovietica.

All’inizio del secolo scorso il movimento rivoluzionario contro la prima guerra mondiale (1914-1918) ha messo in luce l’incapacità di tutti i partiti del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) dei paesi imperialisti, tolto quello russo, di prendere stabilmente il potere e instaurare il socialismo nei rispettivi paesi. Il corso delle cose pone nuovamente i comunisti dei paesi imperialisti di fronte al loro compito storico. Dopo aver preso il potere in Russia il partito comunista di Lenin dichiarò chiaramente che lo aveva preso non perché convinto che la Russia fosse in grado di porsi alla testa della rivoluzione socialista nel mondo, ma nella fiducia che la vittoria in Russia avrebbe reso meno difficile ai comunisti dei paesi più avanzati lo svolgimento del loro compito. Tuttavia i comunisti russi non si lasciarono scoraggiare dal ritardo dei comunisti dei paesi più avanzati. Con alla sua testa Stalin il Partito Comunista dell’Unione Sovietica non solo ha fatto fronte con successo alle rinnovate e multiformi aggressioni dei gruppi imperialisti di tutto il mondo fino alla grande vittoria del 1945, ma ha guidato i popoli sovietici a sviluppare un sistema di forze produttive moderne all’altezza se non più avanti di quelle dei paesi imperialisti e ha favorito la fine del vecchio sistema coloniale e la nascita dei primi paesi socialisti, tra cui la Repubblica Popolare Cinese.

Oggi dobbiamo prendere atto che non solo il MCCO dei paesi imperialisti non ha superato l’arretratezza che già Engels aveva messo in luce nel 1895, quando la società borghese entrava nella sua fase imperialista che è anche la fase della rivoluzione socialista, ma che l’inadeguata comprensione della lotta di classe nei paesi socialisti e della lotta tra le due linee nel partito comunista (due dei sei campi in cui Mao ha dato i maggiori apporti al patrimonio scientifico del MCCO) ha permesso che i revisionisti moderni prendessero con il XX Congresso (1956) la direzione del PCUS, mettessero l’Unione Sovietica sulla via della decadenza che l’ha portata alla dissoluzione del 1991 e avviassero la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) all’esaurimento che la Rivoluzione Culturale Proletaria del Popolo Cinese (1966-1976) non è riuscito a impedire.

Da questa grande esperienza storica i comunisti hanno tratto insegnamenti di cui hanno bisogno per la rinascita del MCCO nel mondo. Uno di essi riguarda la natura della fase socialista della nuova società umana, la società comunista che Marx ed Engels avevano illustrato in termini generali alla fine del capitolo 2 del Manifesto del partito comunista del 1848. Tre sono i tratti principali del socialismo: 1. gli organismi operai e popolari, cioè le masse popolari organizzate, hanno la direzione politica del paese; 2. l’apparato produttivo è in ogni paese un’istituzione pubblica che svolge attività pianificate per soddisfare i bisogni della popolazione residente e delle sue relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con altri paesi; 3. e principale tra le tre, tutte le risorse del paese sono dedicate ad accrescere la partecipazione della popolazione alle attività specificamente umane dalle quali le classi dominanti hanno da sempre escluso la massa degli esseri umani e li escludono ancora oggi nonostante l’alta produttività del lavoro che, se l’attività economica non fosse ancora governata dai capitalisti, rende possibile che l’intera popolazione dedichi al lavoro solo una piccola parte del proprio tempo e delle proprie energie. Il socialismo è la fase della creazione di una umanità nuova, quale non è ancora mai esistita proprio perché la grande maggioranza degli esseri umani doveva dedicare tempo ed energie a produrre le condizioni materiali dell’esistenza e per di più i membri delle classi dominanti da sempre, come ancora oggi, si appropriavano di gran parte di quelle che i lavoratori producevano.

È da più di un secolo che lo sviluppo delle forze produttive ha reso possibile l’instaurazione del socialismo. Oggi essa è addirittura resa necessaria dal dominio che gli uomini hanno raggiunto sulla natura e dalla catastrofe (dalle malattie alla crisi climatica) che proprio questo dominio, stante il perdurare del sistema capitalista, fa incombere sul Terra e sull’umanità. Sono le masse popolari con alla loro testa il proletariato e in particolare la classe operaia che instaurano e compiono la trasformazione socialista, ma esse sono in grado di farlo solo se il MCCO, loro avanguardia, ha una comprensione abbastanza avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta tra le classi. Non è l’arretratezza della masse popolari che ostacola la rivoluzione socialista: l’ostacolo è l’arretratezza intellettuale e morale del MCCO.

Questa è la lezione che l’esperienza storica della rivoluzione socialista ha dato ai comunisti di tutto il mondo. Sono del tutto fuori strada non solo quelli che accampano l’arretratezza delle masse popolari, ma ancora più gli esponenti della sinistra che, a fronte alla catastrofe che incombe sull’umanità, fanno loro compito l’elaborare soluzioni che i gruppi imperialisti e le loro autorità dovrebbero applicare. I gruppi imperialisti fanno quello che la natura del sistema sociale che essi impersonano rende necessario: chi di essi non lo fa, viene rimpiazzato da altri.

Sta ai comunisti tradurre la lezione generale dell’esperienza nelle condizioni particolari del loro paese e applicarla.


A noi comunisti italiani sta l’onore e il dovere di compiere la nostra parte dell’opera di cui l’umanità intera ha bisogno. Pur di annullare il successo della Resistenza condotta dalle masse popolari italiane nel 1943-1945, la borghesia italiana ha rinunciato alla sovranità del nostro paese e lo ha avvolto nei panni della Repubblica Pontificia stretta nelle maglie della NATO. Ma neanche l’Unione Europea ci ha reso impossibile sollevare la bandiera della sovranità del nostro paese e renderlo capace di entrare a far parte del sistema di solidarietà, collaborazione e scambio che la seconda ondata della rivoluzione proletaria viene creando nel mondo.

Quale è la linea che dobbiamo seguire?

In sintesi la risposta è: creare le quattro condizioni della costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Nel nostro paese il malcontento e la resistenza delle masse popolari sono grandi. La crisi politica della Repubblica Pontificia si aggrava di giorno in giorno: il contrasto tra il Parlamento e il governo Draghi lo mette ogni giorno in luce. Lo mostrano sia il rifiuto di tanta parte delle masse popolari di partecipare alle elezioni sia il successo (più o meno effimero) dei poli elettorali che, per una combinazione o l’altra di circostanze e relazioni, nel processo elettorale impersonano il rifiuto dell’esistente sistema di relazioni sociali, ieri il M5S e oggi Fratelli d’Italia. La parabola del M5S è esemplare e affine a quello che è successo o succede in ognuno dei paesi imperialisti.

Quanto maggiore è la crisi del suo sistema politico, tanto maggiori e variegati sono i mezzi e le risorse che la borghesia e il clero dedicano all’abbrutimento intellettuale e morale delle nuove generazioni. Questo e le mille vie sviluppate contro l’emancipazione delle donne costituiscono una componente crescente del primo pilastro del sistema di controrivoluzione preventiva e sono una manifestazione della crisi generale del capitalismo.

L’instaurazione del socialismo richiede un grande sforzo alle masse popolari: la borghesia, il clero e le altre classi dominanti fanno di tutto per dissuaderle, fanno appello alla tradizione, ai vizi e alle abitudini più arretrati e, quando questi non bastano, alla repressione. Ma è solo facendo questo sforzo che le masse popolari pongono fine al marasma sociale, alla guerra dilagante e al disastro ambientale in cui la borghesia ci fa sprofondare ogni giorno di più. L’esperienza delle rivoluzioni del secolo scorso ha mostrato che condizione necessaria e sufficiente perché le masse popolari compiano quest’opera è che i comunisti raggiungano una comprensione adeguata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe e la applichino nella loro attività. Questo è il ruolo dei comunisti!

Noi comunisti siamo l’avanguardia di una nuova umanità e la nostra opera di innovazione si esplica e deve esplicarsi su ogni piano e in ogni campo. L’organizzazione comunista non è solo strumento della lotta politica e della lotta economica. È e deve diventare sempre più anche uno strumento di lotta teorica, di formazione morale e di trasformazione della coscienza!

La rivoluzione socialista è possibile e necessaria!

I tempi dipendono principalmente da noi comunisti: dalla nostra assimilazione del marxismo-leninismo-maoismo e dalla nostra capacità di applicarlo concretamente in ogni situazione tenendo conto delle sue particolarità!

Il partito comunista è il fattore decisivo della vittoria!


Apprendere, assimilare, applicare la concezione comunista del mondo!


Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!

Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!


Sta a noi comunisti diventare promotori della guerra popolare rivoluzionaria e contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata

che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari

in ogni angolo del mondo, fino a instaurare il socialismo!


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Mettersi in contatto nel modo appropriato con il Centro del Partito!

Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 70 e gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione della guerra delle masse popolari contro i padroni: vedere che il (n)PCI clandestino è presente anche dove non se l’aspettano infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!