Indice delle lettere aperte


(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

 

 

21 gennaio 2005

84° anniversario della fondazione del primo Partito comunista italiano

 

Cari compagni,

oggi siete riuniti per ricordare l’84° anniversario di quando il 21 gennaio 1921 i nostri predecessori costituirono il primo Partito comunista del nostro paese. A nome della CP anzitutto ringrazio gli organizzatori di questa riunione di aver dato anche a noi la possibilità di esprimerci. In secondo luogo esprimo l’augurio che tra qualche anno voi, noi e altri terremo riunioni anche per ricordare il 3 ottobre 2004 quando fu presa la decisione di costituire il (nuovo)Partito comunista italiano.

È presunzione o arroganza questo augurio? No. Noi non ignoriamo, non nascondiamo e tantomeno disprezziamo i tentativi che, dal 1956 in poi, più volte vari compagni hanno fatto e ancora fanno per dare un degno successore al primo Partito comunista italiano, dopo che i revisionisti moderni, capeggiati da Togliatti e ispirati da Kruscev, lo avevano definitivamente trasformato in un partito subordinato alla oligarchia finanziaria italiana e al Vaticano, in un partito che manteneva la sua azione in limiti compatibili con il loro ordinamento sociale. Il (nuovo)Partito comunista italiano ha fatto e vuole fare tesoro di quanto di positivo quei compagni hanno fatto e fanno e quindi è frutto anche dei loro sforzi. Vogliamo raccogliere e valorizzare i risultati dei loro sforzi. Anche i loro errori e i loro limiti ci sono serviti e ci serviranno di insegnamento.

Noi ci auguriamo che nel futuro il 3 ottobre 2004 sarà ricordato e celebrato come ora è celebrato il 21 gennaio 1921 perché ci proponiamo di lavorare con tutte le nostre forze perché il (nuovo)Partito comunista italiano divenga presto il partito che unisce veramente tutti gli operai avanzati del nostro paese. Solo il partito in cui saranno organizzati gli operai avanzati del nostro paese potrà infatti chiamarsi a pieno titolo partito comunista italiano e sarà veramente in grado di affrontare con sicurezza e vittoriosamente il compito del partito comunista: fare dell’Italia un nuovo paese socialista, un paese che mette a frutto l’esperienza dei primi paesi socialisti creati durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, dia soluzione ai problemi che il capitalismo ha creato e non risolve e marci verso il comunismo.

Non c’è altra via di salvezza per le masse popolari del nostro paese, non c’è altro modo per uscire dal pantano di abbrutimento, di sangue e di miseria materiale e morale in cui la borghesia ogni giorno ci sprofonda un po’ più, che fare dell’Italia un nuovo paese socialista. La decomposizione, la putrefazione del regime democristiano del Vaticano e dell’oligarchia finanziaria ha posto le masse popolari del nostro paese in una fase critica e dolorosa di confusione e di sconvolgimento da cui possiamo e dobbiamo uscire instaurando in Italia il socialismo nell’ambito della seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale. La parola d’ordine “fare dell’Italia un nuovo paese socialista” riassume tutte le aspirazioni progressiste delle masse popolari del nostro paese. Solo questo obiettivo dà valore e ruolo storico a tutte le lotte particolari, a tutti gli sforzi e i sacrifici compiuti nella lotta quotidiana contro la borghesia e i singoli misfatti del suo ordinamento sociale. Ogni lotta, ogni sforzo particolare diventa importante se è come una goccia o un ruscello o un torrente che alimenta il fiume della guerra popolare rivoluzionaria che farà dell’Italia un nuovo paese socialista. Solo convergendo convergendo con gli altri in questo fiume ogni singolo sforzo e sacrificio evita di disperdersi e scomparire nel terreno arido delle mille lotte inconcludenti e dei mille contrasti endemici, cronici di cui è fatta la vita corrente della società borghese. Fare dell’Italia un nuovo paese socialista quindi è e deve essere la parola d’ordine che riassume i nostri obiettivi e il lavoro in cui convergono tutti i nostri sforzi, la sintesi della nostra attività. Ma per compiere questo lavoro è indispensabile un partito comunista che sia il partito degli operai avanzati del nostro paese. Quindi il nostro compito immediato è diventare il partito degli operai avanzati del nostro paese, unire nel partito gli operai avanzati che già esistono, elevare la loro attività fino al livello della politica rivoluzionaria e allargare il numero degli operai avanzati che costituiranno il partito comunista.

Noi siamo ben consapevoli che non siamo ancora questo partito, che siamo lontani dall’essere già questo partito. Per questo lavoriamo per diventarlo. Oggi non c’è altro modo per diventare un vero partito comunista. Al contrario, il partito che fu fondato a Livorno 84 anni fa, nacque già grande. Esso sorse come partito che univa la parte più avanzata della classe operaia italiana. Anche nel nostro paese la grande Rivoluzione d’Ottobre del 1917 aveva funzionato come una calamita, un centro di raccolta degli operai avanzati. La prima Internazionale Comunista fondata nel 1919 concretizzava anche sul piano organizzativo questa raccolta. Da qui nacque il primo Partito comunista del nostro paese. Grazie a questa qualità originaria, nonostante i suoi limiti che Lenin, Stalin e Gramsci più volte hanno messo in luce e che la storia ha confermato, quel partito ha cambiato la faccia del nostro paese.

Certo, mi si potrebbe obiettare che la faccia del nostro paese l’hanno cambiata la classe operaia e le masse popolari: con la loro lotta prima, fino al 1925, contro il regime liberale monarchico-liberale, poi dal ’25 al ’45 contro il regime fascista e infine contro il regime democristiano, che nel nostro paese ebbe il suo perno nel Vaticano e il suo decisivo sostegno internazionale nei gruppi imperialisti americani. Ma quello che la classe operaia e le masse popolari hanno fatto, lo hanno fatto grazie al Partito comunista che fu fondato nel 1921 qui a Livorno. Non avrebbero potuto farlo se un simile partito non veniva costituito. Nessun altro partito, gruppo o individuo svolse un’attività anche solo lontanamente paragonabile, per ampiezza, efficacia e qualità di risultati, a quella svolta dal primo Partito comunista italiano. Questo va detto sia contro quanti oggi denigrano o minimizzano l’importanza della fondazione del Partito comunista nel 1921, sia contro quanti oggi sottovalutano il ruolo decisivo che il partito comunista ha per il  dispiegamento della forza trasformatrice e creatrice della classe operaia e delle masse popolari: oggi e nel futuro. Se oggi le masse popolari del nostro paese si ritrovano in un pantano di abbrutimento, di disperazione e di miseria materiale e spirituale e temono quello che il domani gli riserverà; se una a una perdiamo in ogni campo le conquiste strappate; se alcune conquiste perfino si trasformano in disgrazie al punto che ad alcuni e in alcuni campi il progresso compiuto sembra che nel suo complesso abbia peggiorato la situazione; se servizi antidiluviani e fatiscenti come la ferrovia Bologna-Verona costeggiano i Tesori del Vaticano e il lusso di ville come quelle di Berlusconi; se oggi, a 64 anni dalla criminale invasione dell’Unione Sovietica a cui Mussolini e il regime fascista spedirono decine di migliaia di soldati italiani, ci ritroviamo con tutto l’apparato militare italiano addestrato per l’aggressione ai paesi oppressi e con quasi 20.000 soldati italiani che partecipano direttamente alle aggressioni imperialiste, dall’Iugoslavia all’Iraq; se oggi le forze di polizia vengono addestrate a compiere imprese criminali come quelle di cui si sono illustrate nel marzo del 2001 col governo di centro-sinistra a Napoli e nel luglio del 2001 col governo di centro-destra a Genova: tutto questo accade non per quello che il primo partito comunista ha fatto, ma per quello che non ha fatto. Perché non ha tenuto fede al compito per cui era nato e che le Tesi del congresso di Lione del 1926 avevano proclamato, fare dell’Italia un paese socialista.

Perché il primo Partito comunista del nostro paese non ha tenuto fede a questo compito? Perché gli operai avanzati che lo costituivano non avevano una comprensione abbastanza chiara e profonda di questo compito e di come realizzarlo. Non mancò loro né la volontà, né il coraggio, né la capacità di sacrificio senza di cui non si conquista nessuna vittoria. Lo hanno dimostrato nei fatti. La denigrazione con cui la borghesia copre le loro eroiche imprese è una conferma della grandezza della loro opera e della loro illimitata dedizione alla causa. L’Italia è piena di lapidi, di monumenti e di targhe stradali che ricordano le loro imprese e che la borghesia e i suoi accoliti fascisti vorrebbero cancellare. I vecchi e i più adulti ancora le ricordano e ricordano ancora anche il viso di molti dei nostri martiri. Dunque mancò loro solo una comprensione tanto chiara e profonda del loro compito da respingere il subdolo e graduale attacco dei revisionisti che un po’ alla volta piegarono tutto il partito a sottostare ai limiti compatibili con il dominio dell’oligarchia finanziaria, del Vaticano, degli imperialisti americani, della Confindustria e perfino della Mafia e delle altre organizzazioni criminali e degli altri potentati della borghesia imperialista: perché non c’è limite al meno peggio. Di meno peggio in meno peggio siamo arrivati a Berlusconi e alla sua banda di fascisti, razzisti, mafiosi, clericali, speculatori e avventurieri che fanno il bello e il cattivo tempo nel nostro paese e mettono le sue risorse al servizio delle imprese criminali a cui sono nuovamente approdati i gruppi imperialisti.

Voi tutti, compagni che siete qui riuniti, volete che rinasca nel nostro paese un vero partito comunista: un partito capace di adempiere al compito di fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Noi facciamo appello a questa vostra volontà, a questa vostra aspirazione perché anche voi tiriate le lezioni che ci dà l’esperienza del primo partito comunista: un’esperienza che noi oggi possiamo valutare anche con il senno del poi. Perché applichiate i suoi insegnamenti senza riserve di timori e interessi personali e alla luce degli insegnamenti e della dottrina del movimento comunista internazionale, cioè del marxismo-leninismo-maoismo. È quello che anche noi ci proponiamo e ci sforziamo di fare. Siamo certi che un po’ alla volta supereremo i nostri limiti e, con il concorso di tutti i compagni e i comunisti di buona volontà, faremo i passi avanti necessari. Arriveremo a unire nel partito gli operai avanzati e ad armarli delle migliori armi che il movimento comunista ha finora elaborato, il marxismo-leninismo-maoismo, perché la loro lotta questa volta realizzi la loro aspirazione, quello che cui hanno bisogno: fare dell’Italia un nuovo paese socialista e così contribuire alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

Per questo abbiamo messo e mettiamo al centro della nostra costruzione e dei nostri sforzi

1. l’elaborazione della teoria rivoluzionaria nel Manifesto Programma del Partito, patrimonio di tutti i membri del Partito, di tutti i comunisti e di tutti gli operai avanzati;

2. la costituzione in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione e in ogni organizzazione di massa di Comitati di Partito, clandestini, che diano un orientamento comunista a tutta l’attività quotidiana degli operai e delle masse popolari. In primo luogo alla loro lotta per la difesa delle conquiste, per cacciare la banda Berlusconi dal governo e affermare l’autonomia della classe operaia di fronte al circo Prodi con cui la borghesia cerca di sostituire la banda Berlusconi: niente concertazione, niente compatibilità, ma difesa degli interessi immediati e strategici delle masse popolari.

Siamo convinti, in base agli insegnamenti di cui dicevo prima, che sia la strada giusta. Ma certamente siamo disposti ad ascoltare e discutere tutte le critiche e le proposte dei compagni, dei comunisti, degli operai avanzati e degli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari e vogliamo imparare da loro. Per questo, nella clandestinità facciamo ogni sforzo per tenere aperti canali di comunicazione e crearne di nuovi, per non essere una cosa misteriosa , ma un’organizzazione di cui tutti i lavoratori avanzati e i comunisti conoscono gli obiettivi, la linea e la concezione del mondo.

Su questa strada tutti i comunisti avanzeranno e completeranno l’opera che i nostri predecessori lasciarono incompiuta: fare dell’Italia un paese socialista.

Noi ci appelliamo a voi tutti, agli operai, ai giovani e alle donne più generose e più capaci delle masse popolari, perché si gettino in questa impresa con dedizione e slancio!

Ci appelliamo ai vecchi compagni del primo Partito comunista italiano perché ci diano il concorso della loro esperienza e delle loro risorse!

Ci appelliamo ai prigionieri politici perché contribuiscano a quest’opera con il prestigio che con la loro resistenza hanno conquistato e con la loro esperienza!

Ci ispiriamo all’esempio che in tanti angoli del mondo ci danno i combattenti delle guerre popolari rivoluzionarie dal Nepal al Perù, i combattenti di tante lotte rivoluzionarie che dalla Colombia all’Iraq resistono agli imperialisti USA e ai loro fantocci, l’eroico popolo palestinese che la feroce repressione e gli intrighi e le macchinazioni dei sionisti e dei loro padrini americani ed europei non sono riusciti e non riusciranno a piegare!

Ci ispiriamo allo slancio che ha unito le masse popolari dei quattro angoli del mondo nel 2003 nella protesta contro l’aggressione dei gruppi imperialisti all’Iraq e nelle scorse settimane nella solidarietà con le vittime del maremoto contro l’indifferenza per le vittime, gli intrighi, le speculazioni, la corruzione e le manipolazioni dei gruppi imperialisti, delle loro autorità, dei loro fantocci, dei loro preti e delle loro ONG!

 

Viva i comunisti e i rivoluzionari che sotto ogni cielo in ogni angolo del mondo lottano per la rivoluzione di nuova democrazia e per il socialismo!

Onore e gloria ai membri del primo Partito comunista italiano caduti per la causa delle masse popolari e del comunismo!

Celebriamo con fierezza e con forza ovunque il 60° anniversario della vittoria dei partigiani sui nazifascisti!

Il comunismo vincerà!