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Note di lettura a Teoria & Prassi

 

Diamo volentieri atto ai compagni di Teoria & Prassi che, a differenza dei redattori delle pubblicazioni di altre FSRS, non si nascondono dietro un dito. Sulla loro rivista affrontano le cose di petto, anche se ancora non osano chiamare per nome le organizzazioni e le persone di cui parlano. Auguriamo che col tempo supereranno anche questa timidezza.

Dalla lettura del n. 16 (settembre 2006) di Teoria & Prassi segnaliamo due questioni.

1. La prima è la prosecuzione della trattazione della strategia o della “strada su cui procedere per raggiungere i nostri scopi”. Il merito dei compagni è di proclamare chiaro e netto che i comunisti devono darsi una strategia, contro opportunisti, movimentisti e affini, che “navigano a vista”.

In merito a quale strategia, essi, come noto, si oppongono alla tesi del (n)PCI che la “strada su cui procedere per raggiungere i nostri scopi” è dappertutto, in particolare anche nei paesi imperialisti, la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata. I compagni in questo numero ci obiettano 1. che la distinzione tra leggi universali e leggi particolari sarebbe una nostra invenzione, mentre Mao non avrebbe mai fatto distinzione tra leggi universali e leggi particolari della guerra popolare rivoluzionaria e 2. che a proposito dei paesi imperialisti Mao nel 1938 (in Problemi della guerra e della strategia) riassume la linea che i partiti comunisti dell’Internazionale Comunista effettivamente seguivano in quegli anni in Europa e negli USA, dandola come la linea che era giusto che i comunisti seguissero. Quindi noi daremmo torto
a Mao, sostenendo che la strategia per la rivoluzione socialista è ed era, anche nei paesi imperialisti, la guerra popolare rivoluzionaria
di lunga durata.

Serve a poco contestare o circostanziare le parole che T&P attribuisce a Mao (si veda comunque la nota 12 pag. 65 di questo numero di La Voce). Più proficuo anzitutto constatare che i partiti comunisti non riuscirono, con la linea che seguivano, a instaurare il socialismo in alcun paese imperialista. Chi vuole continuare la loro opera, deve chiarirsi perché non ci riuscirono, prima di dire che bisogna seguire la stessa strategia. In secondo luogo, non è sull’autorità o la parola di Mao che noi fondiamo la nostra tesi. La fondiamo sul bilancio dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria nei paesi imperialisti che conduciamo alla luce della concezione di Mao (più precisamente, del marxismo-leninismo-maoismo).

2. La seconda nota riguarda la proposta di costruire un’“organizzazione intermedia”. I redattori di T&P hanno a lungo sostenuto che sarebbe stato possibile ricostruire il partito comunista solo quando esso avrebbe potuto avere l’adesione di consistenti gruppi di operai nelle maggiori aziende del paese. Da un po’ invece sono arrivati a proporre la costituzione di “un’organizzazione intermedia che, pur avendo ancora un legame relativamente poco sviluppato con il proletariato, abbia raggiunto un’unità di fondo sui principi ideologici e si muova e agisca sulla base di tutti quegli elementi del centralismo democratico (...) che possono e debbono essere operanti ancor prima della nascita del Partito”. (pag. 19 del n. 16)

I redattori di T&P propongono di costituire simile “organizzazione comunista intermedia” persino ai membri del Coordinamento Lavoratori Comunisti. A questi propongono “la costruzione di un’effettiva unione di lotta delle avanguardie proletarie su una solida base teorico-politica. In pratica quell’organizzazione comunista intermedia centralizzata e disciplinata, capace di unire tutte le forze e di dirigere nei fatti il movimento - che abbiamo illustrato in diversi numeri della rivista” (pag. 10 del n. 16).

Ci auguriamo che i redattori della rivista e i circoli e gruppi che fanno capo ad essa mettano presto in pratica questa proposta. La costituzione da parte loro di una simile organizzazione intermedia farebbe certamente fare un passo avanti alla mobilitazione dei comunisti e quindi alla rinascita del movimento comunista nel nostro paese. Cosa impedisce loro di creare una simile “organizzazione comunista intermedia”?

Tonia N.