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  La Voce 43 del (nuovo)Partito comunista italiano

Internet

Internet ci offre grandi possibilità di informazione e di formazione (propaganda e agitazione). Invece di usarle, alcuni compagni sono vittime del ruolo controrivoluzionario di Internet: si lasciano distrarre da ogni pettegolezzo e farneticazione, scambiano per verità ogni invenzione spacciata come informazione, scambiano la quantità di informazioni per conoscenza della realtà (scienza).

Alcuni compagni non solo sono vittime di Internet, ma si fanno promotori e protagonisti del suo ruolo controrivoluzionario. Pescano testi che destano la loro curiosità, a volte solo per il titolo e li rispediscono a tutti i loro conoscenti: senza averli letti, senza presentarli e indicare a cosa il testo è utile e senza scegliere i destinatari. Di fronte a simili comportamenti, una persona sana erige una barriera indiscriminata: non legge o addirittura non raccoglie i messaggi.

Internet è uno strumento potente ma nell’uso di Internet bisogna adottare criteri ragionati e conformi al nostro ruolo. Se un compagno crede di aver trovato un documento interessante, deve spiegarsi perché è interessante e mandarlo (segnalarlo) a chi della Carovana si sta occupando della questione per cui quel documento è interessante. Non deve distribuirlo a pioggia (indiscriminatamente): se ritiene che un documento vada distribuito a pioggia, lo deve segnalare all’organismo dirigente e spiegare perché ritiene che è utile distribuirlo a pioggia. Sta all’organismo dirigente assumersi la responsabilità di decidere.

Questo modo di procedere è macchinoso? Certo, ma l’aspetto principale è che abitua a ragionare. Non dobbiamo comportarci come cestini in cui chiunque butta carta straccia. Non dobbiamo trattare i nostri compagni come cestini in cui si butta di tutto.

Quindi va fatta una selezione del materiale, una presentazione del materiale e una selezione dei destinatari.

Attenzione anche a contrastare in noi stessi e negli altri la tendenza a sbrodolare le idee man mano che vengono senza ragionarci su. Non è la quantità dell’informazione il fattore decisivo dell’efficacia della nostra attività. Il fattore decisivo è l’elaborazione che facciamo delle informazioni. Dobbiamo combattere in noi e nei nostri compagni la disposizione a lasciarsi inondare dalle "informazioni" e "notizie" che la borghesia, il clero e persone deliranti eccitate dalla disgregazione della società sbrodolano in abbondanza. È indice di uno stato malsano, di una concezione sbagliata del mondo, passare ore allo schermo. Non è osservando milioni di uccelli che si conoscono gli uccelli. Tanto più che molti oggetti volanti che sembrano uccelli, in realtà sono solo oggetti volanti messi in circolazione per distrarci e imbrogliarci.

Quando un compagno deve fare una ricerca su un argomento, va a cercare le informazioni (i dati) con spirito critico e alle fonti più attendibili. Non elabora sulla base di quello in cui a caso si imbatte, sulla base di quello che la borghesia e il clero e persone eccitate dalla disgregazione sociale in atto mettono sulla sua strada. Molti dati sono inventati, falsi, ripetuti senza alcuna verifica. Anche i dati veri, non sono ancora la verità. Sono dati grezzi. Il significato di un dato e di un fatto, lo si capisce solo conoscendo il contesto e la storia del dato.

Quando si tratta di vendere un prodotto o carpire un voto, una balla può valere come una verità, la presentazione più della sostanza. Ma se si tratta di mobilitare una persona per un’attività duratura e di grande importanza, che richiede uno sforzo e una trasformazione di se stessi, occorre fondarsi sulla verità e sulla conoscenza scientifica, cioè profonda e lungimirante, della realtà.

 

 

La Voce n. 43
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