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La Voce 45 del (nuovo)Partito comunista italiano

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Cambiare il corso delle cose
organizzare la rivoluzione socialista

 

Riprendiamo e completiamo l’opera della prima ondata della rivoluzione proletaria iniziata con la vittoria dell’insurrezione di Pietroburgo e l’instaurazione del governo sovietico diretto da Lenin!

Facciamo nostri gli insegnamenti di Lenin e di Stalin!

 

Il successo delle manifestazioni e delle mobilitazioni d’ottobre in termini di partecipazione, costringe i loro promotori ad assumere responsabilità superiori o perire e apre comunque agli esponenti avanzati delle masse popolari, agli operai avanzati e a noi comunisti più ampie possibilità di azione.

La crisi del capitalismo continua e si aggrava, devasta il nostro paese e lo rende sempre più simile a un campo di macerie. Il governo illegittimo e illegale Letta-Napolitano-Berlusconi e il “pilota automatico” di Draghi (BCE) proseguono la devastazione. La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti sprofonda sempre più il nostro paese e il resto del mondo in un baratro senza fondo, la crisi del capitalismo non ha fine. Nessuna salvezza può venire da questo lato. I vertici della Repubblica Pontificia (RP) non attueranno mai la Costituzione perché sarebbe il loro suicidio. Al contrario, ne cancelleranno anche le tracce perché intralciano la loro opera di devastazione e saccheggio del paese a beneficio del mondo della finanza.

Non si tratta che i padroni e i loro consiglieri e agenti non vogliano porre fine alla crisi del capitalismo o non capiscano. Non è una questione individuale, morale o intellettuale. Il fatto è che non possono che servire gli interessi del capitale finanziario. Non sono diventati matti: sono semplicemente succubi del loro ruolo. Le richieste, le rivendicazioni e le proteste non cambiano la loro natura di servitori del capitale finanziario e oggi il capitale è in forza della sua stessa natura diventato principalmente capitale finanziario: un mostro che mangia uomini e cose, distrugge diritti e conquiste della masse popolari, ricolonizza i paesi oppressi aggredendo i paesi dove Stati o movimenti oppongono resistenza (Siria, Mali, ecc.), nei paesi imperialisti strangola l’economia reale delle piccole e medie imprese e delle aziende familiari, ovunque genera abbrutimento e guerra. Quello che vediamo nel nostro paese, avviene in ogni altro paese, in Europa e nel mondo.

Questo è il corso delle cose. Cambiare direzione è possibile, nel nostro paese e nel resto del mondo. Il corso attuale delle cose non è un evento strano e imprevisto. Che il capitalismo ci avrebbe portato nel marasma attuale era scontato. I comunisti, a partire dai fondatori del movimento comunista un secolo e mezzo fa, avevano indicato da tempo, ovviamente a grandi linee, che per la sua propria natura il modo di produzione capitalista portava l’umanità su questa strada. Lo avevano indicato grazie a una profonda comprensione della natura del modo di produzione capitalista, grazie al marxismo. La situazione attuale è il risultato del dominio della borghesia imperialista nel mondo, è il suo frutto naturale: il corso attuale delle cose è del tutto conforme alla natura del modo di produzione capitalista. La crisi attuale è il frutto degli interessi e del ruolo sociale di alcune classi. Ma vi sono nella nostra società anche le classi che invece hanno in sé i presupposti per porvi fine: in primo luogo la classe operaia, i lavoratori delle aziende capitaliste.

Le masse popolari organizzate, dirette dalla classe operaia con alla testa il suo partito, il Partito comunista, possono porre fine al marasma della crisi del capitalismo, instaurando il socialismo, fase di transizione al comunismo. Ma di socialismo e di comunismo, quando non lo denigrano, molti parlano a vanvera: cosa è il socialismo per cui lottiamo?

Il socialismo è 1. il potere statale delle masse popolari organizzate e 2. la produzione dei beni e dei servizi affidata ad aziende pubbliche che hanno la funzione di soddisfare i bisogni della popolazione in condizioni di sicurezza per i lavoratori e la popolazione e di salvaguardia e miglioramento dell’ambiente e lavorano secondo un piano economico nazionale via via sempre più coordinato a livello internazionale, pubblicamente discusso e approvato.

Come arrivare a instaurare il socialismo in Italia?

Nel passato mese di ottobre, se non tutto gran parte di quello che nelle masse popolari del nostro paese vi è di già attivo sul terreno politico o sindacale, di già cosciente e organizzato, si è messo in movimento. Ma cosa propongono agli operai, ai lavoratori, ai proletari i promotori delle mobilitazioni d’ottobre?

- Una lista per le prossime elezioni, che siano elezioni europee o elezioni politiche anticipate? Le elezioni dello scorso febbraio hanno mostrato che il successo elettorale non basta per cambiare il corso delle cose. Le istituzioni della Repubblica Pontificia sono irriformabili. Quelli che promettono di fare, se vincono le elezioni, cose che non stanno già facendo oggi con le forze che hanno, anche se si propongono sinceramente di fare quello che promettono, non lo faranno perché essi stessi dicono che dovrebbero farle tramite le istituzioni della Repubblica Pontificia e queste sono, al di là di ogni dubbio, inadatte a fare quello che oggi è necessario alle masse popolari.

- Un nuovo referendum, la raccolta di firme per un nuovo referendum? Il referendum del giugno 2011 sull’acqua e i beni comuni ha mostrato cosa ne fanno dei referendum le istituzioni della Repubblica Pontificia e in che conto li tengono i suoi vertici.

- Manifestazioni più grandi, più unitarie, con richieste più radicali? Per fare impressione e pressioni su chi? Sul governo Letta-Napolitano-Berlusconi, sulla Troika, sulla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti che dovrebbero fare quello che per loro natura non sono in grado di fare? Per loro natura sono agenti e istituzioni del capitale finanziario. Non possono fare diversamente.

Neanche i promotori delle mobilitazioni osano sostenere apertamente che le loro proposte sono efficaci. Proprio per questo le manifestazioni e le mobilitazioni d’ottobre saranno nella storia di questi anni uno spartiacque. I rispettivi promotori se restano nelle vesti in cui sono oggi, non sono in grado di andare molto più lontano. O cambieranno veste assumendo con le risorse e le relazioni di cui dispongono la responsabilità di chiamare le masse popolari a organizzarsi per prendere in mano esse la direzione della propria vita e del paese (il nPCI la chiama linea del Governo di Blocco Popolare - http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav07.html) o la delusione per la mancanza di risultati della mobilitazione quale l’hanno promossa finora (mobilitazione a chiedere, a rivendicare e a protestare di fronte ad autorità che hanno ruoli, compiti e natura di tutt’altro genere) farà allontanare le masse popolari da loro.

Sono gli operai e le masse popolari organizzate che possono cambiare il corso delle cose. Solo loro lo possono fare. Gli operai avanzati delle aziende capitaliste (OO) e i lavoratori di ospedali, scuole, caserme, poste e altre strutture ancora pubbliche (OP) devono organizzarsi e costituire organismi capaci di dirigere i propri compagni di lavoro e di uscire dall’azienda, irradiare orientamento e influenza all’intorno, stabilire relazioni e direzione, fare rete. Bisogna “occupare” le fabbriche e le strutture pubbliche (statali, regionali e municipali) che i capitalisti non hanno ancora delocalizzato o chiuso, prima che lo facciano. Occuparle nel senso di costituire in ognuna Comitati di Partito clandestini e OO e OP operanti pubblicamente, e uscire, proiettarsi, irradiarsi all’esterno. È il processo opposto a occupare la fabbrica e restare chiusi in fabbrica. Nel 1920, quando gli operai di Torino occuparono le fabbriche, Giolitti convinse Agnelli che non era il caso di mandare l’esercito a Torino per far fuori alcune migliaia di operai: conveniva alla borghesia, conveniva “a tutti”, anche ad Agnelli, lasciare che gli operai si esaurissero: finché stavano in fabbrica, non facevano grandi danni e un po’ alla volta si sarebbero esauriti.

Una OO e OP che è riconosciuta dai lavoratori dell’azienda e proietta la sua autorità all’esterno non è più un organismo principalmente sindacale. Diventa un organismo politico e pone alle masse popolari e ai vertici della RP una questione politica, la questione del governo del paese: chi comanda? il governo dei vertici della RP o il Nuovo Potere, la rete delle OO e OP? OO e OP all’offensiva sono anche gli strumenti per difendersi, per impedire lo smantellamento delle fabbriche e delle strutture pubbliche: sono la più efficace difesa possibile nell’ambito della crisi. Per questo gli operai avanzati e i pubblici dipendenti avanzati, quelli che non sono disposti a lasciarsi far fuori dai capitalisti e dalle loro autorità, dovranno costituirle anche solo perché mossi dall’istinto di sopravvivenza. Con semplici organismi autonomi, autoconvocati, limitati all’azione rivendicativa, all’attività sindacale, le fabbriche e le strutture pubbliche non hanno futuro. A queste OO e OP il Partito comunista darà l’orientamento e la direzione di cui avranno bisogno.

 

Agli operai e ai lavoratori avanzati che muovono dalle aziende capitaliste e dalle strutture pubbliche, può e deve rispondere dall’esterno il movimento delle OP dei disoccupati, dei precari, degli immigrati, degli studenti, delle casalinghe, dei pensionati. OO e OP possono e devono organizzare il lavoro dovunque vi è un bisogno delle masse popolari da soddisfare, costringere con le buone o le cattive le Amministrazioni Comunali a collaborare (noi la chiamiamo linea delle ACE/ALE - Amministrazioni Comunali e Locali d’Emergenza), tenere in attività le aziende (le fabbriche, gli ospedali, le scuole, i servizi, ecc.) che i padroni vogliono chiudere, riaprire quelle che i padroni hanno già chiuso, convincere con le buone o le cattive le agenzie locali del sistema bancario a fornire i crediti necessari per queste iniziative, organizzare le masse popolari a non pagare imposte, tasse e tariffe dei servizi pubblici privatizzati, impedire gli sfratti e i sequestri, occupare la case vuote delle immobiliari, dei ricchi, della chiesa, degli enti e del demanio, disobbedire ad ogni ordine delle autorità della RP che è in contrasto con interessi delle masse popolari e cacciarle, prendere in mano capillarmente, localmente, ogni OO e OP operando con i mezzi di cui dispone e nelle forme che al momento sa praticare, i servizi pubblici che le autorità della Repubblica Pontificia riducono e lasciano andare in malora, aprire nuove agenzie pubbliche e aziende private o collettive per attivare servizi e produzioni che servono alle masse popolari dando attuazione pratica alle parole d’ordine “a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso” e “a ogni individuo i beni e servizi necessari a una vita civile alla sola condizione che svolga scrupolosamente un lavoro utile”, mettere in uso e riabilitare il patrimonio edilizio del paese, salvaguardare le infrastrutture, valorizzare il patrimonio artistico e proteggere il territorio dall’inquinamento e dai disastri naturali, favorire in ogni modo la partecipazione delle masse popolari alla gestione della vita sociale, alle attività culturali e artistiche, alla ricerca scientifica e allo sport, mettere i mezzi di comunicazione e di informazione gratuitamente a disposizione delle masse popolari organizzate.

Tutto questo è fattibile? È fattibile, ma non è un pranzo di gala, non è un nuovo sistema di relazioni sociali che pacificamente e tranquillamente subentra al corso catastrofico di oggi. È una campagna di lotte accanite e diffuse contro le autorità della Repubblica Pontificia, ma una campagna che possiamo vincere se le OO e OP si coordinano tra loro a livello dell’intero paese per costituire un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. È questo obiettivo comune a tutte le OO e OP che rende forti e feconde le operazioni fin qui indicate di ognuna di esse. Questo è il passo che le OO e OP devono e possono fare.

Vi sono già oggi nel paese migliaia di OO e di OP che fanno ognuna qualcosa di analogo a quello sopra illustrato, che hanno in corso o meditano iniziative simili. Ma imprese simili potranno durare, proliferare e prosperare solo se i loro promotori si coalizzano tra loro con l’obiettivo comune di dare al paese un governo d’emergenza, il GBP, che metta al servizio dell’attività di ogni OO e OP la forza dell’intero paese. Senza questo obiettivo comune, se la lotta per costituire il GBP non si sviluppa e non raggiunge il successo, ognuna delle iniziative lanciata in ordine sparso da OO e OP sarà facilmente soffocata dalle autorità della RP e surclassata, isolata e infine schiacciata o assorbita da iniziative analoghe del clero e soprattutto da iniziative analoghe dei promotori fascisti e nazisti della mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Gruppi fascisti e nazisti sono già all’opera, nel nostro paese e in tutti gli altri paesi europei. Essi dispongono in ogni città e in ogni zona di mezzi e relazioni ben superiori a quelli di cui dispone ogni singola OO e OP e ovviamente hanno ben altri obiettivi. Essi trasformano le contraddizioni tra parti delle masse popolari in contraddizioni antagoniste che mascherano la vera contraddizione antagonista: quella tra masse popolari da una parte e dall’altra la borghesia e il clero. Oggi additano alcune decine di migliaia di immigrati come la causa del marasma in cui la borghesia e il clero hanno gettato l’intero nostro paese, decine di milioni di uomini e donne; domani additeranno “i concorrenti stranieri”. Si propongono come oppositori decisi del corso delle cose, mentre in realtà non fanno che portare sbrigativamente alle sue estreme conseguenze l’atroce corso attuale della cose (“siamo in guerra” dice infatti anche Marchionne) che le autorità ufficiali fanno avanzare lentamente e con prudenza. Per questo la borghesia e il clero spingono di fatto in avanti i promotori della mobilitazione reazionaria, i gruppi fascisti e nazisti e li sostengono in mille modi. Sprofondano le masse popolari in un baratro senza fondo, ma presentano alle masse popolari il corso delle cose come se l’alternativa fosse tra accogliere e integrare migliaia di immigrati che da ogni parte del mondo invaderebbero il nostro paese o respingerli e buttarli fuori come gruppi fascisti e nazisti fanno in modo più sbrigativo di quello impiegato dalla polizia e dai militari che eseguono le leggi Turco-Napolitano, Bossi-Fini, Maroni. Affidano ai gruppi fascisti e nazisti i compiti che non possono far svolgere alla polizia e ai militari. Quando alcuni loro crimini destano allarme e sdegno, li reprimono in modo da rafforzare presso le masse popolari l’immagine di oppositori risoluti ed efficaci al corso delle cose che i gruppi fascisti e nazisti cercano di darsi.

Le mille iniziative oggi prese in ordine sparso da OO e OP in varie zone del paese sono ognuna un’operazione di guerra contro la Repubblica Pontificia. Prospereranno, si rafforzeranno e diventeranno i germi di una nuova società se i loro promotori si coalizzeranno per costituire il GBP e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e poi difenderlo contro le aggressioni finanziarie, economiche, terroristiche e militari della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.

Questa impresa è difficile, ma è possibile. Con uno stato cronico di insubordinazione alle autorità in tutti i campi, le masse popolari organizzate indurranno i vertici della RP a ingoiare la costituzione del GBP come male minore. La ingoieranno perché oggi con la mobilitazione reazionaria non hanno ancora fatto grandi passi in avanti, non sono ancora preparati a mettere in atto su larga scala una repressione feroce contro le masse popolari e saranno convinti di poter riprendere in mano il potere dopo che il GBP crollerà di fronte al loro sabotaggio e boicottaggio e all’aggressione dall’esterno della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Come nel secolo scorso negli anni ’30 fecero crollare il governo del Fronte Popolare in Francia, come negli anni ’40 in Italia posero fine ai governi del CLN. Ma anche noi abbiamo imparato l’amara lezione. Con la costituzione del GBP, per le masse popolari organizzate si metterà in moto un processo pratico nel corso del quale esse, sotto la direzione del Partito comunista e delle loro organizzazioni di massa, ma soprattutto grazie alla loro diretta esperienza impareranno, si trasformeranno e diventeranno capaci di far fronte a ogni aggressione e di instaurare il socialismo.

Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari del resto del mondo e sarà sostenuto dalla lotta che le masse popolari già conducono in tutto il mondo contro quella Comunità criminale, benché ancora soffrano della debolezza del movimento comunista.

Questa è la rivoluzione socialista che dobbiamo fare. Non esiste in nessun paese il capitalismo puro che si trasforma di colpo in comunismo puro. Ma in ogni paese il corso delle cose imposto dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti causa sofferenze atroci e abbrutimento crescente. Non ci sono vie di mezzo. Questo ci obbliga a vincere e crea le condizioni perché possiamo vincere.

Promuovere l’organizzazione delle masse popolari, la moltiplicazione di Organizzazioni Operaie e Popolari! Promuovere il coordinamento ad ogni livello delle OO e OP! Rafforzare le OO e OP e promuovere il comune orientamento a costituire un loro governo d’emergenza, il GBP! Costituire ovunque nella clandestinità Comitati di Partito! Avanti verso il Governo di Blocco Popolare! Avanti verso l’instaurazione del socialismo!

Queste sono le nostre parole d’ordine. Queste diventeranno le parole d’ordine di ogni lavoratore avanzato, di ogni individuo e di ogni gruppo deciso ad assumere la direzione della propria vita, a farla finita con l’incubo attuale, a costruire il proprio futuro.

CC del nuovo PCI

 

 

Manchette

Operai OM - BARI - Una lotta esemplare e interessante

Nonostante tutto, non abbiamo perso la voglia di vivere. E finché avremo volontà di vivere, nessuno ci sconfiggerà. Anzi il problema comune dei nostri mariti, buttati fuori dalla fabbrica, ci ha unite e ha saldato anche la nostra amicizia”. Così la moglie di uno degli operai dell’OM carrelli elevatori di Modugno (Ba), al corteo autorganizzato nel centro di Bari, parlando dell’appoggio delle mogli e compagne alla lotta dei propri uomini. Una piccola grande lezione di umanità, di solidarietà, di amore per la vita, ai padroni e ai loro tecnici, che dietro una scrivania decidono la chiusura di una fabbrica depennando posti di lavoro e costringendo alla fame centinaia di operai e loro familiari.

Come lezioni di umanità sono venute dai bambini e ragazzini che hanno accompagnato i padri e le madri in un corteo con il quale gli operai OM, in presidio da aprile davanti alla fabbrica, hanno portato la loro lotta nel cuore della città. E non a caso sul manifesto promotore del corteo campeggiava la frase di Giuseppe, di appena 6 anni: “Andrea, mio compagno di scuola, dice che i bimbi poveri sono in paesi poveri. Ma io sono povero, il mio papà non ha un lavoro, gli ho detto”.

Ma la lezione più alta viene sicuramente dagli operai, che con caparbietà difendono il proprio pane e la propria dignità all’addiaccio sotto un gazebo. Un pugno secco alla violenza indifferente dei padroni, uno schiaffo al perbenismo di chi guarda con sufficienza le amare sorti degli operai, i moderni schiavi salariati che producono tutte le merci per la vita di tutti e vengono buttati in mezzo alla strada quando il padrone ritiene di non riuscire più a sfruttarli abbastanza.

La lotta di questi operai, che sono partiti da soli e da zero, è una novità a Bari e in Puglia. Mai, dai tempi dell’occupazione della Hettemarks negli anni ’70, la zona industriale di Bari aveva visto tanti operai uniti contro un padrone e i suoi servetti. E mai, da decenni, gli operai di Bari avevano organizzato una manifestazione indipendente da politicanti di mestiere e sindacalisti al soldo del padrone. Queste sono le novità di cui tali operai si sono fatti portatori.

Gli operai OM rappresentano una spina nel fianco della società borghese di Bari, e non solo. Per estirparla i padroni hanno invocato sindacalisti compiacenti, politici corrotti, preti melliflui, ma nessuno ha ormai niente da promettere e mantenere, se non dire parole vuote. Forse li richiameranno e forse ancora si rivolgeranno a poliziotti e celerini, come hanno già tentato. Ma gli operai OM, pur tra difficoltà di ogni tipo, quella spina la vogliono conficcare ancora più a fondo nel corpo putrido di un sistema sociale che elargisce privilegi ai suoi inutili uomini di potere e condanna chi produce tutto a morire di fame.

 

SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA

da operai contro