Ritorna all'indice de La Voce 47  /-/ Ritorna all'indice completo dei numeri de La Voce


La Voce 47

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVI

luglio 2014


Le ragioni dell’Appello del Partito comunista ai giovani

L’appello del nostro Partito agli studenti (Comunicato CC 23/2014) ad abbandonare gli studi e arruolarsi per fare la rivoluzione socialista ha destato obiezioni e perplessità. Ha avviato una salutare discussione anche nelle file della Carovana. Lo pubblichiamo nella rivista pagg. 15-17 per dare modo di studiarlo e ne chiariamo alcuni aspetti.

Già nell’Avviso ai naviganti 44 - 9 luglio 2014 il CC ha ragionato su alcune obiezioni. Altre ne sono arrivate e ne trattiamo qui. Infatti questo Appello ai giovani, l’Appello alle donne (Comunicato CC 10/2014 - 8 marzo 2014) e l’Appello agli operai e ai lavoratori avanzati (Comunicati CC 3/2014 - 21 gennaio 2014 e 17/2014 - 30 aprile 2014) costituiscono nell’insieme la proposta di arruolamento e di lotta che facciamo ai settori più importanti delle masse popolari per far fronte subito agli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo, avanzare nella rivoluzione socialista costituendo il Governo di Blocco Popolare e sviluppare su scala crescente la Guerra Popolare Rivoluzionaria contro la Repubblica Pontificia e la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti fino all’instaurazione del socialismo.

Alcune obiezioni sono frutto di incomprensioni o addirittura pretestuose. Tipica è quella che il nostro sarebbe un appello all’ignoranza, un invito a non studiare o una denigrazione della scuola, delle università e delle altre istituzioni dell’Istruzione Pubblica: conquiste strappate dalle masse popolari con lotte accanite. Noi non vogliamo assolutamente dire né che scuole e università pubbliche vanno chiuse, né che nelle scuole e nelle università pubbliche non si impara proprio niente di utile, né che i membri del corpo docente sono tutti e interamente asserviti alla borghesia imperialista e al clero. Al contrario noi incitiamo gli studenti e le masse popolari a fare delle scuole e delle università dei centri di organizzazione e di lotta, a difendere tutti i diritti conquistati in tema di accesso universale e gratuito all’istruzione pubblica, a lottare contro la riduzione dell’istruzione a una merce a disposizione di chi ha i soldi per pagarsela, a opporsi con ogni mezzo alla riduzione delle scuole  e delle università pubbliche a scuole di mestiere come invece pretendono fare la borghesia imperialista e il clero all’insegna della parola d’ordine inalberata arrogantemente dai suoi ministri della Pubblica Istruzione, da Luigi Berlinguer (circo Prodi) e Letizia Moratti (banda Berlusconi): “a cosa serve insegnare filosofia a uno che è destinato a fare lo spazzino?”. Il “processo di Bologna” lanciato dall’UE a partire dagli anni ’90 mira a fare dell’istruzione una merce e a ridurre l’istruzione all’apprendimento di un mestiere. La borghesia e il clero non vogliono che le masse popolari imparino a pensare. Nello stesso tempo vogliono fare della scuola, dell’istruzione e della cultura un campo di investimento del capitale, in cerca di terreni dove investirsi e valorizzarsi per sfuggire alla crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale. Noi incitiamo a contrastare con ogni mezzo la privatizzazione di scuole, università, istituti di ricerca ed enti culturali.

Il movimento comunista eredita e valorizza tutto il patrimonio culturale accumulato dall’umanità nella sua storia. Il marxismo ha largamente attinto ad esso. Marx ha valorizzato quanto di più avanzato l’umanità aveva prodotto nel campo della filosofia, dell’economia politica e della sociologia. Il movimento comunista ha sempre e dovunque combattuto l’ignoranza, la superstizione e l’oscurantismo e sviluppato l’istruzione pubblica, gratuita e universale, la ricerca scientifica e la sua applicazione per risolvere i problemi e migliorare la via dell’umanità. Da un capo all’altro del mondo la prima ondata della rivoluzione proletaria, promossa dal movimento comunista nella prima parte del secolo scorso, è stata anche una campagna universale di alfabetizzazione e di diffusione del patrimonio culturale accumulato dall’umanità e finalmente messo a disposizione della massa della popolazione in ogni continente, senza discriminazioni nazionali e di razza.

Noi diciamo al contrario che i giovani devono imparare a fare la rivoluzione socialista: elevare il loro livello culturale, imparare a pensare e assimilare la scienza necessaria a risolvere il dramma in cui oggi è bloccata l’umanità. Questa scienza è il marxismo-leninismo-maoismo, la concezione comunista del mondo, la scienza sperimentale (perché costruita elaborando l’esperienza passata e che si arricchisce e sviluppa elaborando scientificamente l’esperienza in corso) che spiega come è fatta la società umana e la sua storia, le leggi della sua trasformazione, le leggi proprie della società capitalista e la necessità e i modi della sua trasformazione in società comunista. Oggi l’umanità è sprofondata dalla borghesia imperialista e dal suo clero in un marasma da cui può e deve uscire con una riforma intellettuale e morale, creando un sistema di relazioni sociali basato sulla gestione pubblica delle attività economiche e un sistema di relazioni internazionali basato sulla solidarietà e sulla collaborazione: niente più concorrenza, niente più produzione di oggetti inutili e dannosi, la produzione di beni e servizi deve servire alla vita degli uomini e non a valorizzare il capitale, non la crescita ma l’utilità, la salvaguardia e il miglioramento dell’ambiente, il risparmio delle risorse devono essere regole e criteri dell’attività economica.

L’instaurazione del socialismo, la rivoluzione socialista è un’impresa possibile e necessaria, un’impresa che si impara a fare: come la costruzione dei grattacieli o i viaggi spaziali. Sono i limiti nella sua propria comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe, delle leggi proprie della società umana che hanno impedito che il movimento comunista portasse la prima ondata della rivoluzione proletaria alla vittoria, all’instaurazione del socialismo nei più progrediti paesi imperialisti d’Europa e d’America. È questa scienza che oggi dobbiamo imparare, applicare su larga scala e sviluppare. Non si tratta di applicare ricette già note: si tratta di trovare le cure adatte conoscendo però già il corpo umano e i principi generali della medicina.

Noi chiamiamo i giovani ad apprendere, applicare e sviluppare questa scienza. Il loro futuro e il futuro dell’umanità dipende principalmente da questo.

La Guerra Popolare Rivoluzionaria è la strategia della rivoluzione socialista. La società borghese è costituita da migliaia di istituzioni e da miliardi di individui e dalle relazioni tra individui e istituzioni: rapporti di produzione, relazioni politiche, relazioni di altro genere (le relazioni della società civile). Noi ereditiamo dalla storia una società fatta dalle classi dominanti, su loro misura: la massa delle popolazione è al loro servizio. La borghesia imperialista e il suo clero dominano la società. Essi soffocano in ogni paese le masse popolari, le escludono dalle attività tipicamente umane della politica, della direzione, dell’organizzazione, della conoscenza, del pensare, della cultura, delle arti. La GPR consiste nel mobilitare le masse popolari a impadronirsene, nell’organizzare via via quelle parti che riusciamo a mobilitare (a conquistarne il cuore e la mente), perché demoliscano i sistemi e le strutture di potere e di manipolazione messe in campo dalla borghesia imperialista e dal clero per mantenere il loro potere e i loro privilegi. Attacchiamo il loro sistema di potere dove esso presenta punti deboli, punti che possiamo attaccare con successo con le forze già accumulate e raccogliere così nuove forze con cui sviluppare la guerra su scala più larga.

Il sistema di potere e di manipolazione della borghesia imperialista e del suo clero presenta inevitabilmente, per sua natura, mille appigli e fessure che lo espone all’attacco: bisogna imparare a vederli, capire la natura di ognuno, attaccare in ognuno col metodo necessario per vincere in quel punto, creare lì un nuovo sistema di potere formato dalle masse popolari organizzate. Sapere fare questo è una scienza, la concezione comunista nel mondo applicata nelle condizioni particolari, imparando ad applicarla concretamente.

Il nuovo Partito comunista chiama i giovani a imparare questa scienza, a imparare a fare la rivoluzione socialista anziché marcire a imparare mestieri e professioni che stante la crisi generale del capitalismo che distrugge la società e si aggrava, non eserciteranno se non forse in qualche misura e in maniera comunque precaria e al servizio della borghesia e del clero: mestieri e professioni quindi in maggioranza né utili, né dignitosi e tanto meno onorevoli. Oggi in Italia sono già milioni i giovani disoccupati, precari o che vivono arrabattandosi in qualche modo.

Il nuovo Partito comunista mette le sue risorse e i suoi organismi a disposizione dei giovani che vogliono imparare. Noi incitiamo i giovani più generosi e più avanzati a imparare, a incominciare a fare la rivoluzione socialista e a insegnare agli altri, a mobilitarli e a reclutarli. La rivoluzione socialista è un’impresa difficile ma possibile. Più saremo a dedicarci a questa impresa, più rapidamente avanzeremo.

Alcuni compagni ci hanno detto: ma cosa sarà dei giovani che raccolgono il nostro appello se poi non faremo la rivoluzione socialista? I revisionisti moderni, da Togliatti a Berlinguer, hanno promesso l’instaurazione del socialismo prossima ventura e invece ci siamo sempre più allontanati dal socialismo fino a quando Occhetto, Bertinotti e i loro colonnelli lo hanno rinnegato apertamente. Cosa succederà ai giovani che raccolgono il nostro appello, smettono di imparare una delle professioni certo per lo più né utili né dignitose ma per le quali la società borghese paga un salario, se riesci a essere assunto, a trovare la tua nicchia?

A questi compagni noi rispondiamo che la rivoluzione socialista è un’impresa possibile oltre che necessaria. Non c’è alcun motivo per cui non dovremmo riuscire a farla e d’altra parte la situazione è tale che l’umanità continuerà a distruggersi e abbrutirsi fin quando non l’avremo fatta. I revisionisti, Togliatti, Berlinguer e i loro omologhi in altri paesi, avevano abbandonato la via della rivoluzione socialista. I dirigenti dei vecchi partiti comunisti dei paesi imperialisti che sinceramente volevano la rivoluzione socialista, non sapevano come farla. Nessuno dei partiti comunisti dei paesi imperialisti aveva compreso che la rivoluzione socialista non è un evento che scoppia, che è una guerra popolare rivoluzionaria che i comunisti organizzati in Partito combattono e promuovono partendo dalle forze di cui dispongono e avanzando passo dopo passo fino a conquistare su larga scala il cuore e la mente, cioè la direzione delle masse popolari e organizzarle a instaurare il loro potere, il Nuovo Potere delle masse popolari organizzate. Voi compagni che fate questa obiezione, o non avete neanche voi appreso la lezione della prima ondata della rivoluzione proletaria, cioè che la strategia della rivoluzione socialista è la GPR, oppure in cuor vostro rifiutate questa strategia che certo comporta dedizione, sforzi, trasformazione intellettuale e morale di ognuno di noi. Non siete disposti a mettervi in gioco e quindi non vedete la strada difficile ma semplice che noi percorreremo, correggendoci tutte le volte che sbaglieremo, rialzandoci tutte le volte che scivoleremo.

Altri nostri compagni ci hanno detto: noi siamo pochi e tutto sommato anche male organizzati, noi stessi non lottiamo ancora con grande arte, perizia ed efficacia. Cosa faremo se migliaia o addirittura milioni di giovani aderiranno al nostro appello? Come potremo istruirli e organizzarli perché a loro volta combattano?

È un problema reale, ma noi oggi non partiamo da zero. Abbiamo poche forze, ma formate in gran parte di compagni devoti alla causa e abituati al lavoro rivoluzionario. Ai giovani che aderiscono al nostro appello, noi diamo l’indicazione di costituire gruppi di studio, di studiare il Manifesto Programma del Partito e di mettersi in contatto con il Partito usando i sistemi di posta internet protetta dallo spionaggio delle forze della repressione, sistemi che da tempo indichiamo e pratichiamo. Questo sarà il punto di partenza per molti giovani: possono essere migliaia e anche milioni, perché per incominciare non dipendono l’uno dall’altro. Ogni gruppo può e deve partire con autonomia, con creatività e con spirito d’iniziativa, trovare soluzioni creative anche provvisorie per dedicarsi a tempo pieno alla rivoluzione, procurarsi nell’ambiente circostante quanto necessario per la loro vita e la loro attività strappandolo alla borghesia imperialista e al clero: il nostro paese rigurgita di denaro e di beni di ogni specie. Il Partito li sosterrà nei loro sforzi. Via via arriveremo a costituire una rete di organismi clandestini che svilupperà una grande attività pubblica: mobilitando i loro stessi compagni, le masse popolari a organizzarsi, a costituire orgasmi che assumeranno il ruolo di nuove autorità locali. Si impara a combattere combattendo, guidati dalla concezione comunista del mondo. Questo è il nostro principio di guerra.

Anna M.