La Voce 50 - IndiceLa Voce 50 in versione PDF

La Voce 50 del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVII - luglio 2015


IV Congresso del Partito dei CARC

Relazione del Segretario Nazionale

 

Presentazione

Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale della Relazione con cui il SN del P.CARC ha introdotto i lavori della prima giornata del Congresso, quella aperta agli invitati. Nella seconda giornata, quella riservata ai 32 delegati, il Congresso ha confermato il compagno Pietro Vangeli nell’incarico di Segretario Nazionale, quindi la sua relazione introduttiva acquista per tutti i compagni del P.CARC e anche per gli altri compagni della Carovana del (n)PCI una particolare importanza. Invitiamo tutti i membri del (n)PCI e i suoi collaboratori e simpatizzanti a studiarla.

Nel numero precedente di La Voce abbiamo pubblicato l’intervista della nostra redazione al SN. La Relazione che pubblichiamo in questo numero è in un certo senso la prosecuzione di quella intervista.

La stretta collaborazione del (n)PCI con il P.CARC nella lotta per la costituzione del GBP e il sostegno che il (n)PCI è impegnato a dare al P.CARC riguarda ogni organismo e ogni membro del Partito. Non si tratta solo di collaborazione e sostegno organizzativi. Si tratta anche di conoscere più da vicino possibile l’orientamento degli organismi del P.CARC e la linea che seguono e di dare un aiuto fraterno perché essi corrispondano alle condizioni oggettive della lotta di classe. L’instaurazione del socialismo è certamente possibile, ma è una lotta che richiede intelligenza e dedizione, quindi franchezza nel dibattito. La nostra unità non è fatta di diplomazia, è unità nella comune lotta sulla base della comune concezione comunista del mondo. Più ci educhiamo ed educhiamo ad essere rigorosi nel pensare, nell’analisi delle situazioni e nell’elaborazione delle linee particolari e concrete e delle parole d’ordine, più rapidamente avanzeremo verso la vittoria.

Approfittiamo per fare fraterni auguri di buon lavoro al SN del P.CARC e a tutti i compagni che il IV Congresso ha eletto negli organismi dirigenti nazionali del P.CARC.

La redazione di La Voce

Passare dalla difesa all’attacco!

Organizzare e coordinare per costituire il Governo di Blocco Popolare!

Dal Governo di Blocco Popolare all’instaurazione del socialismo!

Non sono i padroni a essere forti, sono gli operai e le masse popolari che devono ancora far valere la loro forza!

Compagne e compagni!

La questione decisiva che affrontiamo in questo Congresso è il passaggio del P.CARC a partito di comunisti che lotta per far costituire alle masse popolari organizzate del nostro paese un loro governo d’emergenza, il GBP.

Il fatto che viviamo in una situazione di emergenza è confermato dalla realtà di ogni giorno: la seconda crisi generale del sistema capitalista impregna e corrode la vita di ogni paese e di tutta l’umanità. È una crisi economica, ambientale, politica, sociale, intellettuale e morale, in cui le distruzioni, le stragi e le guerre sono il pane quotidiano offertoci dalla borghesia imperialista.

Il mondo “spontaneamente” va nella direzione in cui la borghesia lo porta: sfruttamento, miseria e guerra. Questo è il capitalismo!

 Più di 160 anni fa Marx indicava che il problema “non è conoscere come va il mondo ma trasformarlo”. In questo sta il compito dei comunisti.

Limitarsi a contemplare, a denunciare, a ribellarsi ai mali del capitalismo o alla cattiveria della borghesia imperialista e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti UE, USA e sionisti, vuol dire rimanere intrappolati nelle pastoie del sistema capitalista. Non è l’agire di comunisti che assumono il compito di rivoluzionare il mondo.

I comunisti vedono le cose come sono, come spontaneamente evolvono e anche come possono diventare grazie alla loro azione. Questo significa che il futuro dell’umanità dipende da noi, che siamo noi che costruiamo il nostro futuro.

 

Compagni e compagne!

Per trovare un’unità di indirizzo i comunisti devono affrontare quattro questioni.

1. La prima questione è se siamo convinti che l’unica soluzione universale e definitiva della crisi generale del capitalismo è l’instaurazione del socialismo, un nuovo sistema di relazioni sociali corrispondente alle esigenze delle masse popolari.

Un sistema democratico: non perché periodicamente le masse popolari sono chiamate a votare ma perché fondato sulla loro organizzazione e sulla loro crescente partecipazione alla gestione della società.

Un sistema ecocompatibile e adeguato alle forze produttive materiali e intellettuali oggi esistenti.

Un sistema corrispondente ai sentimenti e alle concezioni più avanzate che l’umanità ha finora concepito.

 

2. La seconda questione riguarda cosa intendiamo per socialismo. Se concordiamo che il socialismo poggia su tre pilastri portanti:

1. il potere in mano alle masse popolari organizzate e in primo luogo alla classe operaia organizzata attorno al suo Partito comunista (dittatura del proletariato), che ha il compito principale di reprimere i tentativi di rivincita della borghesia imperialista e del clero e di promuovere l’universale partecipazione delle masse popolari alle attività da cui le classi dominanti le hanno sempre escluse,

2. la sostituzione dell’azienda creata e gestita dal capitalista per aumentare il suo capitale con l’unità produttiva costruita e gestita dai lavoratori organizzati, che lavora secondo un piano pubblicamente deciso per produrre i beni e i servizi necessari alla vita dignitosa della popolazione e ai rapporti di solidarietà, di collaborazione e di scambio con gli altri paesi,

3. la partecipazione crescente di tutta la popolazione alla gestione, alla direzione e alla progettazione della vita sociale e al resto delle attività propriamente umane.

 

3. La terza questione riguarda la natura della crisi in corso. Se concordiamo che il marasma e la situazione di emergenza che viviamo sono determinati dall’avanzare della seconda crisi generale del sistema capitalista.

Una crisi che nel 2008 è entrata nella fase acuta e terminale: questo significa che la borghesia non solo come prima non riesce a governare l’andamento delle relazioni economiche e politiche, ma che ogni misura di contenimento che essa prende, alimenta il vortice della crisi stessa.

Per mantenere in vita il suo sistema essa non può fare altro che distruggere uomini e capitali: guerre commerciali, colonizzazione dei paesi, distruzione dell’apparato industriale e agricolo di interi paesi e interi continenti, devastazione dell’ambiente del pianeta, morti per miseria e guerra, la guerra di sterminio non dichiarata.

I campi in cui la borghesia crea ancora sono principalmente quelli dei mezzi di distruzione di massa, di controllo e repressione della popolazione, di evasione dalla realtà, di diversione dell’attenzione dalla realtà e di intossicazione dell’opinione pubblica.

 La borghesia imperialista cerca in mille modi di seminare illusioni, di far credere che la crisi generale del capitalismo sta per finire, che le cose si aggiusteranno, che non c’è alternativa al corso delle cose. Obama, Draghi, Merkel e Renzi ripetono ogni giorno che la crisi è finita e che siamo in ripresa: 3 anni fa era Monti che vedeva la luce in fondo al tunnel.

Bergoglio ripete che le cose si possono aggiustare con l’aiuto di dio e si assolve dai crimini del Vaticano (che ha grande influenza su centinaia di milioni di uomini e donne e quindi è responsabile del loro orientamento) concedendo 4 bagni e 30 posti letto per i clochard che bazzicano attorno a S. Pietro.

Anche gli esponenti che hanno vinto le elezioni e sono andati al governo contro la Troika come Tsipras hanno più fiducia nell’accordo con la Troika (artefice, assieme alla borghesia e alla Chiesa Ortodossa della Grecia, delle condizioni disastrose in cui vive il popolo greco) che nella mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari greche per avviare la ricostruzione del paese.

Sono questi personaggi che danno spettacolo e occupano la scena mondiale.

Compagni, solo il movimento comunista è in grado di porre argine alla follia distruttrice della borghesia. Il futuro dell’umanità è legato alla rinascita del movimento comunista. Questa è la verità.

 

4. La quarta questione riguarda la rinascita del movimento comunista. Se concordiamo che il movimento comunista è ancora debole e ha deboli legami con i lavoratori avanzati e con gli elementi avanzati delle masse popolari (giovani, donne, immigrati).

Il movimento comunista ha alle spalle una storia relativamente lunga di vittorie e di sconfitte.

In Italia oggi decine di migliaia di persone si dicono comuniste e sono convinte che per porre fine al disastroso corso delle cose bisogna instaurare il socialismo. Ma sono disperse perché molti di noi ancora esitano a tirare le lezioni dall’esperienza del passato e siamo ancora frastornati e abbattuti per le sconfitte che il movimento comunista ha subito nella seconda parte del secolo scorso: predominio dei revisionisti moderni nei paesi socialisti e nei partititi comunisti, crollo dei paesi socialisti, prevalere delle corrente della sinistra borghese (quella degli “errori e orrori del comunismo”) nei partiti che si richiamano ancora oggi al comunismo.

Le sconfitte che abbiamo subito sono ricche di insegnamenti quanto i successi che avevamo raggiunto.

Il principale insegnamento che ne traiamo è che per instaurare il socialismo gli operai e le masse popolari devono avere un Partito comunista che sia all’altezza del suo ruolo di direzione intellettuale, morale e pratica della classe operaia e delle masse popolari.

Sono i nostri limiti in questo campo che ci hanno portato a subire sconfitte, non la forza della borghesia e del clero.

Per superare i nostri limiti dobbiamo imparare dalla nostra storia. Il movimento comunista a livello nazionale e mondiale sta rinascendo, ma è ancora debole.

Dobbiamo riconoscere che tra i lavoratori e tra le masse popolari hanno più seguito e prestigio gli esponenti della sinistra borghese (i Landini, i Rodotà, ecc.) e perfino i personaggi della borghesia imperialista alla Bergoglio. Quelli che seminano l’illusione che è possibile affrontare e superare la crisi rimanendo nel sistema capitalista, facendo come la Germania, costringendo i padroni a essere ragionevoli, avviando programmi di costruzioni di opere pubbliche (da appaltare a quelli che stanno facendo l’Expo, il Mose o a quelli di Mafia Capitale o ad altre organizzazioni criminali).

La debolezza del movimento comunista conseguente all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria e la presenza di un gran numero di dirigenti della sinistra sindacale, di sinceri democratici nella società civile e nelle amministrazioni locali, di esponenti della sinistra borghese (“i tre serbatoi”) che hanno seguito e influenza tra le masse popolari hanno portato il (nuovo)Partito comunista italiano a lanciare nel 2008 la linea del Governo di Blocco Popolare (GBP).

Quindi compagni se concordiamo

 - che l’entrata della crisi generale nella sua fase acuta e terminale ha determinato una situazione di emergenza da affrontare con misure di emergenza (iniziative politiche ed economiche in rottura con il sistema vigente nella Repubblica Pontificia e della CI dei gruppi imperialisti UE, USA e sionisti),

- che il movimento comunista è debole e non è all’ordine del giorno la presa del potere da parte della classe operaia e l’instaurazione del socialismo,

allora comprendiamo bene l’origine e la natura della proposta di costituire un governo di emergenza popolare, il GBP.

Il GBP non è il governo dei comunisti (dittatura del proletariato). È il governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) composto da esponenti dei “tre serbatoi”.

È un governo composto da persone che godono della fiducia delle OO e OP e ha il compito di far fronte agli effetti più gravi della crisi attuando il programma riassunto nelle Sei Misure Generali: a partire da quella principale che “ogni adulto deve svolgere un lavoro utile e dignitoso” (no ai sussidi, alle elemosine, alle mense della Caritas, ai campi di concentramento per immigrati o rom) e che bisogna dare “condizioni di vita dignitose a ogni persona”.

La questione decisiva della fase storica in cui viviamo è se riusciremo a costituire il GBP e ad avanzare per questa strada nello sviluppo della mobilitazione rivoluzionaria e della rinascita del movimento comunista.

Il motore della costruzione del GBP sono le Organizzazione Operaie da costituire in ogni azienda capitalista, che si occupino sistematicamente

- della salvaguardia delle aziende e del futuro delle aziende prevenendo le manovre padronali (e del governo centrale e locale) per ridurle, chiuderle o delocalizzarle. Questo è oggi il primo passo: lo chiamiamo “occupare l’azienda”, occuparsi dell’azienda,

- di stabilire collegamenti con OO e OP di altre aziende, mobilitare e organizzare le masse popolari, i disoccupati e i precari della zona circostante a svolgere i compiti che le istituzioni lasciano cadere (creare lavoro e in generale risolvere i problemi della vita delle masse popolari). È il contrario che restare chiusi nell’azienda ed è il salto decisivo: lo abbiamo chiamato “uscire dall’azienda”.

La costituzione di OO di questo tipo e lo sviluppo del coordinamento delle OO e OP deve diventare il terreno principale di lavoro dei comunisti. Deve diventare il terreno principale del lavoro del P.CARC. Questo sarà il contenuto del lavoro per il nostro passaggio a Partito del GBP.

La strada che abbiamo fatto dal III Congresso del 2012 a oggi ci ha portati a questa conclusione.

 

Questo è il lavoro concreto che dobbiamo fare per diventare il Partito del GBP

In realtà già da alcuni anni il P.CARC si è trasformato sempre più in partito che opera per la costituzione del GBP.

Con questo Congresso prendiamo atto di questa trasformazione avvenuta sotto la spinta degli eventi, la sanzioniamo e assumiamo il compito di praticare coscientemente e programmaticamente la linea del GBP, come strada concreta per avanzare nella lotta per il socialismo.

Riconosciamo che la strategia per instaurare il socialismo nel nostro paese è la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata promossa dal (n)PCI e che la costituzione del Governo di Blocco Popolare si inserisce in questo percorso ed è uno strumento della lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese.

Su questa base poggia l’opera comune del P.CARC e del (n)PCI nella lotta di classe.

Il P.CARC continuerà a utilizzare gli spazi di agibilità politica, conquistati dalla classe operaia e dal movimento comunista,

- per promuovere l’orientamento comunista delle masse popolari,

- per fare delle loro lotte spontanee una scuola di comunismo, per promuovere la mobilitazione e la partecipazione delle masse popolari all’attività politica rivoluzionaria, cioè alla lotta per la costituzione del GBP come mezzo per arrivare a fare dell’Italia un paese socialista.

 Nel corso degli ultimi tre anni 2012-2015 abbiamo avviato un intervento e stretto relazioni

- con le organizzazioni operaie e popolari autonome dalle forze borghesi che si sono formate,

- con i sindacati di base, la sinistra CGIL e le altre organizzazioni di massa,

- con le reti e i coordinamenti che si costituivano sul terreno politico, sindacale e ambientale (Comitato No Debito, Coordinamento No Monti, R28 Aprile, SAC, USB, ecc.).

Abbiamo dato il nostro contributo per far crescere il distacco delle masse popolari dai partiti delle Larghe Intese e dalle istituzioni della Repubblica Pontificia (di cui il voto al M5S nelle elezioni politiche del 2013 e l’aumento dell’astensionismo sono state le principali manifestazioni).

Abbiamo messo in evidenza come l’aggravarsi dei conflitti all’interno dei vertici della Repubblica Pontificia e l’abolizione delle forme della democrazia borghese (elusione, aggiramento e violazione della Costituzione; limitazioni alla partecipazione delle masse popolari alle elezioni con liste autonome dai partiti di regime; esautoramento del Parlamento e delle assemblee elettive locali, ecc.) si inserivano nel processo per la costituzione di CSN e del GBP.

Nonostante queste misure le elezioni diventano sempre più un’incognita per la borghesia, tanto che per installare i governi delle Larghe Intese che si sono succeduti dal 2011 a oggi, i vertici della RP hanno fatto a meno della convalida elettorale e hanno fatto sistematicamente ricorso a colpi di mano (come il golpe bianco con cui sono corsi ai ripari dopo il successo del M5S alle elezioni politiche del 2013).

In questi anni abbiamo fatto diverse esperienze (con la campagna fabbriche e altre iniziative politiche)

- per sviluppare relazioni e rapporti con operai, organismi operai e organismi popolari,

- per organizzare assemblee operaie e partecipare ad assemblee e mobilitazioni dei sindacati di base, della FIOM e della CGIL,

- per sviluppare un nostro intervento sindacale e politico nelle aziende,

- per sviluppare un intervento nei movimenti dei lavoratori autonomi colpiti dalla crisi (Forconi, C9D),

- per sviluppare intervento politico nei meet-up del M5S,

- per spingere alla costruzione di ALE (elezioni di Napoli e Milano).

Siamo inoltre intervenuti su esponenti politici, sindacali e della società civile per spingerli alla costituzione di CSN. Attraverso l’elaborazione del lavoro svolto abbiamo compreso che il motore del processo per il GBP dovevano essere gli operai e le OO e OP.

 

Questo lavoro di massa e il lavoro di formazione alla concezione comunista nelle nostre fila hanno posto le basi per la svolta che sanzioniamo in questo Congresso.

Il lavoro tra i lavoratori avanzati e le masse e l’intensa attività di formazione alla concezione comunista del mondo attraverso i corsi sul MP che ha coinvolto tutti i compagni del Partito e diversi collaboratori e simpatizzanti, ci hanno permesso di comprendere meglio i nostri compiti e i problemi che dovevamo affrontare per superare i nostri limiti,

Attraverso il lavoro di formazione abbiamo compreso l’importanza che ha la scienza comunista che la Carovana del (n)PCI ha elaborato. Che la sua comprensione e assimilazione sono fondamentali per correggere le deviazioni e superare i limiti che impediscono a noi comunisti di avanzare nella nostra pratica (elevare la nostra pratica al livello della nostra teoria).

Questa esperienza ci ha permesso di verificare sul campo la nostra linea e di scoprire nuovi criteri e metodi da adottare per sviluppare le relazioni con gli operai e con gli esponenti politici e sindacali (“i tre serbatoi”); ci ha permesso di arricchire la nostra analisi sulla situazione e sui compiti dei comunisti.

Questo percorso sperimentale è servito anche a mettere a nudo problemi di comprensione e condivisione della linea che esistevano al nostro interno. Problemi di concezione e di metodo di lavoro che ostacolavano la comprensione, l’assimilazione e l’uso della concezione comunista del mondo e portavano a sviluppare posizioni settarie, codiste (in  particolare verso la sinistra borghese) o estremiste.

Questioni che hanno portato al lancio della Lotta Ideologica Attiva (LIA) in Campania e in Toscana e alla Lotta tra le due linee nel Partito. Una lotta ideologica che ci ha portato alla scoperta della Riforma Morale e Intellettuale che i comunisti devono fare per essere all’altezza dei compiti che la situazione pone loro. Ma della RMI parlerò ancora più avanti.

 

Alcune parole sull’importanza della teoria rivoluzionaria e sulla concezione comunista del mondo come scienza sperimentale che guida la lotta di classe

Lenin ci ha insegnato che “senza teoria rivoluzionaria il movimento rivoluzionario non può svilupparsi oltre un livello elementare”.

Nel corso di questi anni abbiamo capito cosa significa che la concezione comunista del mondo è una scienza sperimentale, che i comunisti agiscono come scienziati in un laboratorio e che anche gli esperimenti non riusciti contribuiscono a far avanzare la scienza.

La scienza per conoscere e trasformare il mondo è la concezione comunista del mondo.

Nel corso di più di 30 anni la Carovana del (n)PCI ha elaborato e arricchito la scienza del movimento comunista: sul bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria, sulla natura della crisi in corso, sul regime di controrivoluzione preventiva, sulla Repubblica Pontificia, sulle tappe della putrefazione del regime DC, sull’analisi della situazione internazionale e nazionale, sul bilancio della nostra attività, sulla linea generale e particolare, su campi e linee specifiche di intervento, sui principi, criteri, metodi e strumenti che i comunisti devono adottare.

Una scienza che è stata fissata nel Manifesto Programma del (n)PCI e nella pubblicistica del (n)PCI (la rivista La Voce, i comunicati) e dei CARC (Resistenza, i comunicati).

Questo è il patrimonio che mettiamo a disposizione di chiunque, che sottoponiamo alla discussione e alla verifica di quanti vogliono cimentarsi nell’opera di conoscere il mondo per trasformarlo.

Abbiamo fatto una giusta analisi del presente corso delle cose e definito una tattica adeguata alla fase. La prova è che il corso delle cose è andato nella direzione che dicevamo noi e non nella direzione di quanti sostenevano che il crollo dei paesi socialisti avrebbe portato alla vittoria dell’imperialismo e alla fine della lotta di classe.

Forti di queste conquiste, facciamo i conti con gli ostacoli e risolviamo i problemi che incontriamo sul nostro cammino. Man mano che ce ne rendiamo conto superiamo i nostri limiti, correggiamo i nostri errori e avanziamo.

Nell’impresa che noi comunisti stiamo compiendo, come in altri campi dell’attività umana per alcuni aspetti la pratica precede la teoria: ciò che facciamo ha aspetti di cui prendiamo coscienza solo in corso d’opera o addirittura a cose fatte.

 

Nel percorso di questi anni

abbiamo ricavato grandi lezioni che stiamo applicando alla situazione particolare del nostro paese.

In questi anni non ci siamo lasciati deviare da quelli che riproducono vecchi errori in forma nuova:

- né dall’opportunismo di quelli che riducono la lotta contro l’attuale corso delle cose a obiettivi di buon senso e a dichiarazioni d’intento atte a guadagnare una poltrona in seno alle istituzioni della Repubblica Pontificia (che si limitano quindi a fare da “sponda politica” degli interessi delle masse popolari),

- né dal compiacimento narcisista di quelli che si dicono rivoluzionari e si riempiono la bocca di frasi rivoluzionarie e perfino comuniste, ma che nella sostanza riducono la lotta degli operai e delle masse popolari alla protesta, alle manifestazioni combattive, alle rivendicazioni economiche e di migliori condizioni di vita, al lavoro sindacale.

 

È dall’elaborazione della scienza comunista che via via è maturata nella Carovana la decisione di costituire due partiti.

 Questo è uno dei tratti originali e nuovi della rinascita del movimento comunista nel nostro paese, appartiene al percorso storico di costruzione dei CARC e della Carovana del (n)PCI, che illustriamo nei documenti congressuali e di cui tratta anche il (n)PCI nel suo comunicato del 4 giugno.

La Carovana del (n)PCI dallo studio dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria ha imparato che la rivoluzione socialista non scoppia, non è il risultato spontaneo della propaganda comunista e delle lotte rivendicative delle masse popolari. La rivoluzione socialista è una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, una guerra promossa, organizzata e diretta dal Partito comunista.

La costituzione del Governo di Blocco Popolare si inserisce in questo percorso ed è uno strumento della lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese. Non è una terza via, alternativa al permanere del capitalismo e all’instaurazione del socialismo.

Il GBP si distingue da un governo tipo Tsipras (un governo elettorale e velleitario attraverso cui la sinistra borghese pretende di eliminare i mali del capitalismo con l’approvazione della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti) e dai governi di Fronte Popolare degli anni ’30 del secolo scorso (che fallirono perché i partiti comunisti li avevano promossi senza un piano e i mezzi per far fronte all’immancabile controrivoluzione).

Nei documenti congressuali trovate l’analisi che facciamo della situazione e la guida per l’azione che ci proponiamo di condurre e che proponiamo agli altri organismi e ai singoli compagni e compagne.

 

Quali sono i problemi che incontriamo nello sviluppo della linea del GBP

Il primo e principale problema riguarda la nostra convinzione che il GBP è possibile.

I nostri dubbi e le nostre incertezze riguardano principalmente la tattica, i passi particolari e concreti, non la strategia, l’obiettivo della fase.

Avanziamo a una velocità inferiore a quanto è oggettivamente possibile a causa degli errori in una certa misura inevitabili di chi, pur avendo una direzione giusta, procede su un terreno impervio e sconosciuto e di quei limiti che ancora abbiamo e che dobbiamo superare. La nostra opera procede al pari delle grandi imprese che l’umanità ha compiuto, come la conquista dello spazio e lo sbarco sulla luna.

Dobbiamo rafforzare al nostro interno la convinzione che il GBP è possibile e che la sua costituzione nel nostro paese si inserisce nel corso concreto della lotta di classe. Solo se abbiamo la granitica certezza che la strada che indichiamo è realizzabile, la illustriamo e la portiamo con convinzione all’esterno tra i lavoratori avanzati e tra le masse popolari. Questo significa impadronirsi di una scienza e usarla, calandola in ogni contesto particolare e concreto, perché in definitiva la nostra certezza si fonda sulla scienza.

 

Qualcuno ci dice:“la fate semplice!”

Il problema non è se la facciamo semplice o meno, ma se la linea indicata è possibile e se ci si vuole cimentare nell’attuarla. Per questo diciamo che per la costituzione del GBP bisogna sviluppare a un certo livello le 3 condizioni (propaganda del GBP tra le OO e OP, costruzione e rafforzamento delle OO e OP, coordinamento delle OO e OP che agiscono da Nuove Autorità Pubbliche). Il lavoro sulle condizioni dipende da noi comunisti, mentre l’ingovernabilità della società da parte della borghesia è la stessa crisi che avanza a determinarla (guerre per bande, scandali, distacco e disprezzo crescenti delle masse popolari per la classe politica e le sue istituzioni che aumentano di giorno in giorno).

Il corso disastroso delle cose o lo subiamo o lo trasformiamo.

 

Per cambiare il corso delle cose è necessario sviluppare la linea del GBP.

 Il P.CARC assume la costituzione del GBP come suo obiettivo immediato e l’instaurazione del socialismo come obiettivo storico.

La linea del P.CARC si concretizza in tre campi

1. promuovere la moltiplicazione delle OO e OP, il loro coordinamento e il loro orientamento ad agire come Nuove Autorità Pubbliche, ossia come organismi le cui direttive sono accolte ed eseguite dalle masse popolari, fino a costituire il GBP;

2. sostenere e valorizzare le lotte spontanee delle masse popolari e promuoverle, principalmente come strumento per creare OO e OP, per sviluppare e rafforzare la sinistra e coinvolgere anche la parte più arretrata delle masse popolari e come terreno per fare scuola di comunismo;

3. fare propaganda per il socialismo e il comunismo.

Questa è la linea pratica che indichiamo anche alle altre forze che aspirano al socialismo (dal PC di Rizzo a Proletari Comunisti, ai circoli del PRC e PCdI, a Rete dei Comunisti e ad altre), ai sindacati di base, alle OO e OP. Si tratta di cose che questi organismi in parte già fanno, ognuno con le proprie caratteristiche.

Chiediamo loro di inserirle in un percorso concreto per la costituzione di un governo di emergenza delle OO e OP. Costruiamo il fronte comune per il GBP. Questa è la proposta che facciamo anche da questo Congresso!

 

Oggi diversi organismi riducono ancora la lotta rivoluzionaria alla propaganda per il socialismo e alla promozione di lotte rivendicative.

Le principali proposte oggi in campo sono quelle di chi

1. sostiene che occorre promuovere il conflitto e la lotta di classe, l’unità delle lotte, ma non si cura di indicare una linea e una strategia in cui incanalare il conflitto e le lotte che sviluppano;

2. insiste sulla strada fallimentare dei cartelli elettorali che dovrebbero raccogliere anticapitalisti, ambientalisti e comunisti, una strada che negli ultimi dieci anni ha portato a ripetute disfatte (dalle liste Arcobaleno del 2007, alla Federazione della Sinistra del 2012, a Rivoluzione Civile del 2013, alle Liste Tsipras del 2014). Progetti destinati a naufragare perché i loro promotori (Ferrero, Vendola, Ingroia e Landini) non hanno nessuna intenzione di fare qui e ora quello che promettono di fare e non sono disponibili a rompere con il sistema di potere che vige nella RP;

3. promuove l’ALBA Mediterranea e l’uscita dall’euro e dall’UE come strada per uscire dalla crisi. La nostra divergenza con tali forze non sta nell’eliminazione o meno dell’euro e dell’Unione Europea, ma nel percorso da fare per arrivarci: attraverso la costituzione del GBP nel nostro paese o attraverso un ipotetico accordo tra gli Stati dei paesi economicamente più deboli dell’UE. Questa è una proposta fumosa e fantasiosa.

Per quanto riguarda la proposta Coalizione Sociale di Landini, essa mette in evidenza le due spinte che animano le lotte sindacali e politiche:

1. il sindacato per mantenersi in vita e non perdere seguito e prestigio tra i lavoratori deve occuparsi dell’andamento generale del paese e del governo del paese;

2. il movimento sindacale è profondamente impregnato di riformismo e i dirigenti dei sindacati di regime sono formati e selezionati dalla borghesia: Maurizio Landini due anni fa corteggiava Renzi e ora deve fare il nemico di Renzi.

La prima spinta porta verso il GBP: quindi è giusto e doveroso mettersi in condizioni di valorizzare quello che la FIOM fa, finché lo fa, per andare verso la costituzione del GBP. Questa è la linea che la Carovana del (n)PCI segue.

La questione principale non è che Landini e gli altri esponenti della sinistra borghese non andranno lontano perché non concepiscono altro mondo che il mondo dei capitalisti, in cui sono le aziende capitaliste e i capitalisti a gestire le regole del gioco: la questione principale è quello che noi comunisti sappiamo ricavare dall’attività che essi svolgono.

  

Tutte queste iniziative contribuiscono a rafforzare la linea del GBP, indicando che bisogna occuparsi del governo del paese.

In questo fermento il P.CARC

- sviluppa una politica da fronte comune (campagne, battaglie, mobilitazioni) per rafforzare il movimento delle masse popolari;

- assume come suo terreno principale di lavoro la raccolta, l’organizzazione, la mobilitazione e la formazione (intellettuale e morale) degli elementi avanzati della classe operaia, del resto dei lavoratori e delle masse popolari, partendo dalla loro condizione soggettiva (intellettuale e morale) immediata e diffusa.

Chiediamo ai compagni che aspirano al socialismo, che si riconoscono nei valori della Resistenza antifascista di unirsi a noi nella battaglia per il GBP e il socialismo. Rompere con la demoralizzazione e la sfiducia, con la sudditanza alla sinistra borghese è possibile, ma dipende da noi, da ognuno di noi.

 

Ho accennato prima alla scoperta della RMI e all’importanza che questa scoperta assume per la rinascita del movimento comunista

Il (n)PCI ha giustamente scritto che: “Dopo la scoperta della strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria, viene la scoperta della Riforma Morale e Intellettuale, seconda per importanza solo alla prima.”

Abbiamo stabilito che la RMI è necessaria e urgente per i comunisti che vogliono assolvere i compiti che la fase pone loro.

Nei paesi imperialisti i partiti comunisti per essere all’altezza del loro compito, devono promuovere nelle loro file una riforma intellettuale e morale, che consta

- di studio (della concezione comunista del mondo, della storia del nostro paese, della sua composizione di classe e delle sue relazioni internazionali, del corso delle cose e della nostra linea);

- di processi di critica-autocritica-trasformazione (per trasformare la concezione del mondo, la mentalità e in una certa misura anche la personalità dei singoli compagni).

Solo partendo da questa loro riforma i comunisti possono oggi portare gli operai avanzati a fare la rivoluzione socialista, facendo leva sui contrasti che oppongono questi alla borghesia imperialista e portandoli a partecipare a un’esperienza diretta di lotta politica rivoluzionaria (cioè a frequentare una scuola di comunismo).

Nell’applicazione della linea tracciata ci siamo resi conto che dobbiamo sviluppare la cura e la formazione di tutti quelli che aspirano a diventare comunisti fino a determinare la loro trasformazione.

Abbiamo distinto nettamente e sistematicamente la riforma intellettuale e morale che i comunisti devono fare oggi grazie allo sforzo particolare e alla volontà che porta ognuno di loro a voler essere comunista, dalla riforma intellettuale e morale (in larga misura analoga per contenuto) che le masse popolari oggi non possono fare a causa delle condizioni in cui la borghesia imperialista e il clero le confinano e che faranno via via nel corso della lotta per instaurare il socialismo, ma soprattutto dopo l’instaurazione del socialismo.

Chiamare oggi le masse popolari a questa riforma come se fosse loro compito immediato, è anarchismo: significa confondere il ruolo dei comunisti e delle masse, scaricare opportunisticamente sulle masse le responsabilità dei comunisti.

 

Compagni!

Il comunismo è principalmente un movimento di trasformazione pratico e oggettivo della società capitalista in un nuovo e superiore ordine sociale.

Ma per fare andare il mondo nella direzione in cui può e deve andare, bisogna conoscere e applicare la scienza comunista.

Marx aveva detto: "I filosofi hanno [finora] solo interpretato diversamente il mondo; ma si tratta di trasformarlo”.

I comunisti vedono le cose come sono, come si evolvono e anche come possono diventare, grazie alla loro azione.  Questo significa la nostra parola d’ordine: dipende da noi!

 

La RMI dei comunisti è essenziale per formare operai comunisti e sviluppare la politica rivoluzionaria

La classe operaia e le masse popolari già a loro modo lottano contro il capitalismo e gli effetti del corso disastroso della sua crisi generale.

Si organizzano e lottano con il livello di coscienza e di organizzazione che hanno ereditato e acquisito in questi anni (sindacati di base, sinistra sindacale, partiti e organismi politici).

È un livello di coscienza e di organizzazione segnato dalla debolezza del movimento comunista.

Noi siamo per il Partito comunista (contro il “superamento della forma partito”) e per la classe operaia (contro la “scomparsa della classe operaia”) come classe che costruisce il nuovo sistema economico e sociale, la cui necessità e urgenza scaturisce da diverse le parti.

Rimontiamo la china, abbracciamo e applichiamo la concezione comunista del mondo. Questa è la strada per avanzare nella trasformazione degli operai d’avanguardia in operai comunisti e degli elementi avanzati delle masse popolari (lavoratori, giovani, donne) in comunisti che si organizzano per costruire un nuovo sistema di relazioni economiche e sociali.

L’umanità ha bisogno del comunismo, i lavoratori hanno bisogno del comunismo, i popoli oppressi hanno bisogno di comunismo!

La formazione degli operai comunisti passa attraverso la trasformazione di quanti oggi si considerano comunisti, nello sviluppo della loro azione nel lavoro con gli operai e tra gli operai.

Siamo noi comunisti che dobbiamo avanzare, dobbiamo trasformarci per imparare, trovare la via, mettere a punto i metodi e gli strumenti per raccogliere e trasformare in operai comunisti gli operai avanzati e con la falce e martello nel cuore, partendo dal fatto che il grosso di essi sono stati (dis)educati alla scuola dei revisionisti moderni prima e poi da quella della sinistra borghese.

Operai impegnati sul terreno sindacale e nello sviluppo delle lotte rivendicative ma che sono anche portatori, compresi i più combattivi, di una concezione sbagliata del partito comunista, di quella concezione che la sinistra borghese ha sedimentato in loro (fatta di fedeltà a un dirigente, di politica vissuta come hobby, di errori e limiti dei dirigenti vissuti come un’offesa, del partito come comitato d’affari e accaparratore di poltrone).

Per portare gli operai (e altri elementi delle masse popolari) a superare questa concezione antipartito (e in parte anticomunista) non basta denunciare e criticare queste concezioni.

Dobbiamo valorizzare quegli aspetti positivi di concezione e mentalità che fanno di un operaio un elemento avanzato (dall’avere la falce e martello nel cuore, al voler combattere il padrone e il capitalismo, al voler organizzare i propri compagni di lavoro sul terreno sindacale e rivendicativo, al voler lottare contro l’ingiustizia, il fascismo e il razzismo, al voler sviluppare la solidarietà di classe e internazionalista).

Per correggere fino ad eliminare il lato negativo dobbiamo rafforzare e sviluppare il lato positivo, la tendenza positiva che rafforza l’organizzazione e la mobilitazione morale, intellettuale, politica e sociale dei lavoratori e delle masse popolari.

Possiamo arrivare a soppiantare il negativo (che si esprime nella sfiducia, nella demoralizzazione) solo se rafforziamo il positivo affinché esso si imponga.

Per la storia che abbiamo alle spalle, tra le masse popolari del nostro paese, anche tra gli elementi avanzati, sono ancora forti il riformismo conflittuale e rivendicativo e il riformismo elettorale.

Negli ultimi anni l’aumento del distacco e del disprezzo delle masse verso la classe politica e le istituzioni della RP contribuisce a rafforzare la strada che noi indichiamo (mille iniziative di base, OO e OP, ALE, GBP).

Noi comunisti dobbiamo raccogliere, valorizzare, mobilitare e trasformare gli operai avanzati e gli altri elementi avanzati  delle masse attraverso un movimento pratico

1. che parte dalla nostra coscienza e scienza comunista, ma prende atto dei loro pregiudizi, fa leva sulla loro necessità e volontà di difendere le conquiste e di strapparne di nuove e sulla loro necessità di resistere al procedere della crisi generale del capitalismo,

2. che li conduce a convincersi per loro esperienza diretta, attraverso un processo pratico di cui saranno protagonisti (scuola di comunismo), che la rivoluzione socialista è l’unica strada realistica, efficace e possibile. Occorre quindi un partito di comunisti che sia adatto a far fare loro questa esperienza. Questo è il P.CARC.

Noi abbiamo una scienza (la concezione comunista del mondo, che è la scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia). Ma possedere questa scienza non si manifesta nel “vantarsi di possederla”, ma nel vedere cose che altri non vedono e nel capire cosa fare per modificarle. Dobbiamo applicare la concezione comunista del mondo, verificarla attraverso la pratica. “La pratica è il criterio della verità. La teoria giusta guida attivamente la pratica” (Mao)

 

In conclusione, se allarghiamo l’orizzonte e diamo uno sguardo al mondo vediamo un ribollire e un fermento impensabili fino a qualche anno fa.

Le istituzioni dell’Unione Europea, il Fondo Monetario Internazionale, le autorità degli Stati Uniti impongono il loro dominio in ogni paese e nel mondo con il sangue, la miseria e la distruzione dell’ambiente.

La lotta tra i gruppi imperialisti USA e UE diventa sempre più aperta.

Vaste zone del mondo sono devastate dalle guerre imperialiste e l’economia locale di interi paesi è distrutta.

Per cambiare il corso disastroso delle cose imposto dalla borghesia imperialista non bastano le proteste e le rivendicazioni, anche se esse sono condotte con autonomia dai partiti della borghesia e dai sindacati di regime. Occorre sovvertire l’ordine economico, sociale e politico esistente. Il sovvertimento avviene comunque, ma avviene o sotto la direzione della borghesia imperialista o sotto la direzione della classe operaia e del suo Partito comunista.

Nel nostro paese e in ogni angolo del mondo cresce la resistenza che le masse popolari oppongono al sistema di sfruttamento e distruzione imposto dalla borghesia imperialista.

In diversi paesi sono in corso rivolgimenti politici e si sviluppa una lotta sempre più aperta tra la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari diretta dalla classe operaia e dai comunisti e la mobilitazione reazionaria diretta dalla borghesia imperialista.

La borghesia imperialista e la sua Comunità Internazionale faticano a regolare le relazioni politiche e sociali: lo confermano le recenti elezioni della Grecia, della Gran Bretagna, della Turchia, della Spagna e dell’Italia.

Altro che stabilità e ordine: l’ingovernabilità è sempre più evidente.

Guardiamo il Mediterraneo, Lampedusa, i confini tra il Messico e gli USA cosparsi di cadaveri, la Siria, la Turchia (che ha dato una sonora batosta a Erdogan) e il Kurdistan, l’Ucraina e il Donnbass.

Guardiamo le rivolte dei neri di Ferguson, Wisconsin, Oklahoma e New York, lo scandalo della Deutsche Bank e della FIFA, guardate Snowden, Assange e gli altri civili e militari USA che si sono sacrificati (sono in esilio o in carcere) per denunciare i loro e nostri padroni.

Guardiamo al Venezuela che resiste ai vari tentativi di aggressione imperialista.

Le masse popolari combattono di malavoglia per i ricchi e i loro putridi sistemi, combattono di malavoglia contro le masse popolari che si ribellano. La ribellione delle masse popolari mina le fila delle forze armate e dei servitori della borghesia e del clero.

La ribellione cova dappertutto, anche tra i mercenari che i ricchi hanno arruolato al loro servizio.

Il disprezzo e il discredito delle masse popolari verso la borghesia e il suo sistema politico aumentano.

Gli avvenimenti in corso in Grecia rafforzano la nostra linea del GBP e smentiscono la linea dei sostenitori della concilia zione e dell’accordo con la borghesia. Tsipras è di fronte a due vie alternative e antagoniste.

1. Mobilitazione rivoluzionaria che si svilupperà tramite uno dei seguenti processi o dalla combinazione di entrambi: a) Syriza rompe con la CI e mobilita le OO e OP, b) il KKE prende la testa del processo e instaura un governo che attua misure di emergenza.

2. Mobilitazione reazionaria: Syriza fallisce e il testimone passa alla destra oppure Syriza diventa un governo della Comunità Internazionale e in questo modo contribuisce comunque a rafforzare la destra reazionaria.

Gli avvenimenti in corso in Grecia confermano che in politica, quando si definisce una linea, bisogna darsi i mezzi per attuarla, altrimenti o si è degli opportunisti che dicono una cosa e ne fanno un’altra o si è degli sprovveduti.

Chi vuole sottrarre le masse popolari del nostro paese ai soprusi e allo sfruttamento, deve usare il prestigio e le risorse di cui dispone per mobilitarle e organizzarle a costituire il Governo di Blocco Popolare e a far fronte con esso ai gruppi imperialisti internazionali e nazionali.

 

Tornando al nostro Paese

Se guardiamo l’esito delle recenti elezioni amministrative, la guerra per bande in corso, Mafia Capitale…. vediamo ben altro che la stabilità del potere e la forza del governo Renzi e dei vertici della RP. Questa presunta forza e stabilità esistono sono nella testa dei disfattisti offuscati dalla concezione della sinistra borghese, che non vogliono far valere la forza dei lavoratori e delle masse popolari.

L’astensionismo di massa è il più importante segnale di questo: ha votato il 52% degli elettori (9,8 milioni su 18,9 milioni), il 10% in meno rispetto alle elezioni di 5 anni fa (i voti validi sono calati di 2,1 milioni).

Prosegue il distacco degli elettori dal PD, non compensato dall’afflusso di elettori provenienti dalla destra e convogliati dalla Chiesa che ha cambiato cavallo.

Le liste della sinistra borghese (SB) non vengono considerate dalle masse popolari come alternative al sistema di potere della Repubblica Pontificia.

La Lega Nord, nonostante l’invadente campagna mediatica orchestrata dal regime con Salvini e nonostante il crollo elettorale della banda Berlusconi, non fa presa. Nelle sette regioni dove si è votato, da 1 milione e 30mila voti nel 2010 è passata a 1 milione e 50mila voti quest’anno (lista dissidente di Tosi compresa).

Il M5S mette radice in diversi territori, a livello regionale e comunale.

Dal punto di vista dei voti, considerando i risultati delle sette regioni, i partiti delle Larghe Intese subiscono una pesante perdita e il grosso va alle astensioni.

PD e alleati: i voti sono calati da circa 5,2 milioni del 2010 a 3,5 milioni voti del 2015.

Banda Berlusconi (con Lega e dissidenti occasionali): i voti sono calati da circa 5,6 milioni del 2010 a 3,8 milioni voti del 2015.

M5S: ha avuto 1,5 milioni di voti nelle 7 regioni, mentre nel 2010 era presente solo in due regioni (Veneto e Campania) e aveva raccolto in tutto 117mila voti (il 31 maggio 2015 in quelle due regioni ha raccolto 684mila voti). In Liguria, Campania e Puglia diventa il primo partito, il secondo in Umbria e Marche.

Le liste della SB (SEL, L’Altro Veneto, Rete a Sinistra in Liguria, SI Toscana, L’Umbria per un’altra Europa, Altre Marche, Sinistra al Lavoro in Campania, L’Altra Puglia), già ridotte ai minimi termini nel 2010, perdono altro terreno e solo in due regioni (Toscana e Liguria) riescono a conquistare un seggio. SEL in Veneto e in Umbria si è presentata in coalizione con il PD (questo fa capire quanto SEL è “alternativa” al PD). Le liste della SB perdono dal 30 al 50% dei voti che avevano nel 2010. Queste liste “alternative” al PD in realtà tanto alternative non sono: in diverse regioni hanno governato con il PD nelle giunte uscenti. I personaggi della SB non sono credibili non solo perché appartengono alla vecchia classe politica dei governi Prodi-D’Alema-Bertinotti, ma soprattutto perché non si sono messe ad adottare la li nea di “iniziare a fare qui e ora quello che promettono di fare dopo le elezioni o se saranno eletti”: non si sono messi sulla strada di rafforzare il movimento delle OO e OP per costruire Amministrazioni locali di emergenza in rottura con il governo centrale e tantomeno di promuovere la disobbedienza al governo di Roma, nell’ottica di costituire Amministrazioni locali di emergenza.

In sintesi: grande avanzata dell’astensione e grande successo del M5S (non in termini di clientele, ma in termini di consensi e influenza). Un successo che mette il M5S alle strette, perché (lo si è ben visto a Parma) limitarsi a fare a livello regionale (e peggio ancora a livello comunale) quello che fanno in Parlamento a Roma, significa morte rapida (dissoluzione, disgregazione), perché di fatto continuare solo con la denuncia significa avallare il governo Renzi nella distruzione dei servizi pubblici.

Questo offre a noi comunisti un terreno fecondo d’azione, per quanto riguarda le organizzazioni operaie e popolari (OO e OP), i CSN e le ALE. Ci dà inoltre l’opportunità di spiegare e indicare agli esponenti del M5S, di fronte alle difficoltà in cui si troveranno, cosa fare stante la forza che hanno conseguito e la strada che devono e possono imboccare.

Anche l’esito delle elezioni rafforza la nostra linea per la costituzione di ALE e del GBP e smentisce la linea dei sostenitori della conciliazione e dell’accordo con la borghesia e il sistema di potere della Repubblica Pontificia.

 

Compagne e compagni,

esiste un terreno più ampio per il nostro lavoro tra la base rossa, tra gli operai e tra i giovani antifascisti.

La chiave per costruire il futuro è nelle mani dei comunisti, è nelle nostre mani.

Siamo noi comunisti che dobbiamo raccogliere, rafforzare intellettualmente e moralmente e organizzare gli operai e le masse popolari per portarli a prendere in mano il governo e le sorti del Paese.

Dobbiamo portare nella classe operaia e tra le masse la nostra linea, la nostra teoria. Dobbiamo assimilare e applicare la scienza comunista!

Marx ha detto:

“La teoria diventa una forza materiale non appena si impadronisce delle masse.”

“I comunisti non devono nascondere le loro opinioni ed i loro fini. Essi proclamano altamente che questi fini non potranno essere raggiunti senza il rovesciamento violento d'ogni ordine di cose attuale.

Che le classi dominanti tremino pure all'idea d'una rivoluzione comunista. I proletari non hanno nulla da perdere, all'infuori delle loro catene: essi hanno un mondo da guadagnare.”

 

Compagni, avanti nella costruzione del Governo di Blocco Popolare!

Avanti verso il socialismo!