La Voce 52

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVIII - marzo 2016

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Salendo le montagne, facendo la rivoluzione socialista

 

Quando si sale una montagna, ogni tanto ci si volge indietro a guardare il percorso fatto. A questo equivale la lettura dell’articolo Sulla situazione rivoluzionaria in sviluppo (Rapporti Sociali, 1991) a cui la redazione di La Voce incita i suoi lettori, che tipicamente sono i compagni del Partito che stanno facendo la rivoluzione socialista e i loro prossimi compagni di quella formazione che abbiamo chiamato Carovana del (n)PCI, in primo luogo i membri, candidati e collaboratori del Partito dei CARC; in altre parole quelli che stanno con passione lavorando alla raccolta, formazione e accumulazione delle forze rivoluzionarie nella guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che promuovono contro la borghesia imperialista e i suoi alleati, ossia contro quell’insieme di capitalisti, prelati e altri oppressori che nel nostro Manifesto Programma (cap. 2.2) chiamiamo il suo campo.

Parimenti, quando si sale una montagna, ogni tanto ci si ferma a guardare la cima che si vuole raggiungere. A questo equivale la lettura del capitolo V di Stato e rivoluzione (1917) di Lenin a cui incitiamo i lettori della nostra rivista e che per loro ristampiamo in questo numero (pagg. 59-70). L’instaurazione della dittatura del proletariato, dello Stato della classe operaia e più in generale del proletariato è la cima del percorso che stiamo compiendo, il risultato della rivoluzione socialista che stiamo facendo, più esattamente la conclusione della guerra popolare rivoluzionaria che stiamo conducendo contro la borghesia imperialista e il suo campo. Diciamo “più esattamente” perché, una volta raggiunta quella cima, si aprirà un percorso d’altro genere. Questo sarà costituito dalla transizione al comunismo, dalla creazione dell’associazione (nella quale il libero sviluppo di ogni individuo è la condizione del libero sviluppo di tutti) che subentrerà alla vecchia società borghese con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe (Manifesto del partito comunista, Marx ed Engels, 1848). Più in là il nostro sguardo non va: possiamo solo dire che la vita continuerà e gli uomini, oramai liberi dalla cieca sottomissione al sistema di relazioni sociali che si ritrovano (alienazione), affronteranno e risolveranno i compiti che essi si porranno.

Volto lo sguardo al cammino fatto e alla cima da raggiungere, ritorniamo poi al cammino in corso: allo stato delle nostre forze, al tratto di percorso che ci resta da fare, ai primi passi che dobbiamo fare, al lavoro quotidiano.

Chi leggerà con cura il primo testo, attento a dare alle parole e alle espressioni non il significato che hanno nella cultura corrente, ma quello indicato nel nostro Manifesto Programma, farà alcune interessanti scoperte.

In primo luogo il corso reale delle cose effettivamente si è grandi linee svolto come descrivevamo nel lontano 1991. E questo sta a ogni lettore constatarlo. Consigliamo la lettura in gruppo, possibilmente con compagni di diverse generazioni, perché alcune delle circostanze e dei personaggi di cui parliamo per descrivere il processo in corso, non esistono più e ai giovanissimi la scuola e la cultura della Repubblica Pontificia non hanno dato molta conoscenza del passato prossimo e dobbiamo riconoscere che neanche la scuola del Partito lo ha ancora fatto sistematicamente.

In secondo luogo constaterà quattro tratti del presente di cui non avevamo indicato la nascita, o almeno non nelle dimensioni che effettivamente hanno assunto (e la quantità giunta a un certo punto fa qualità).

- Il ruolo che i paesi socialisti ancora nella seconda fase della loro esistenza (in primo luogo Cina e Vietnam) e alcuni paesi neocoloniali hanno assunto nel corso delle cose a livello mondiale.

- La questione ecologica: della difesa e del miglioramento della nostra Terra.

- Il sistema di distrazione e intossicazione di massa messo in atto dalla borghesia imperialista: il “mondo virtuale”.

- La RIM che i comunisti devono compiere per assolvere il loro compito. La rinascita del movimento comunista è  proceduta molto più lentamente di quanto indicavamo 25 anni fa.

Cosa significano queste quattro lacune nell’articolo del 1991?

A ogni lettore il compito usare la sua testa e di trovare le risposte. La nostra a grandi linee è che la situazione si è sviluppata e che noi oggi comprendiamo meglio i nostri compiti e le forme del nostro lavoro (la RIM). Temi che dobbiamo via via tradurre nella nostra pratica e approfondire. Questo faremo.