La Voce 54 - del (nuovo)Partito comunista italiano - anno XVIII  - novembre 2016

Perché trattiamo molto della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti e molto meno della rivoluzione negli altri paesi?

Sostanzialmente per due motivi.

1. La lacuna più grande che il movimento comunista ha mostrato nel corso della prima ondata riguarda precisamente la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti. Qui era lo scontro decisivo tra la classe operaia e la borghesia e proprio qui, dove costruire il socialismo sarebbe stato più facile, il movimento comunista si è dimostrato incapace di guidare la classe operaia a prendere il potere, a fare la rivoluzione socialista. Questo quindi è il terreno in cui deve concentrarsi l’elaborazione e la sperimentazione nostra e di ogni partito comunista dei paesi imperialisti.

2. L’Italia è un paese imperialista e in ogni paese il partito comunista deve principalmente dedicarsi a fare la rivoluzione nel proprio paese. È questo l’aiuto principale che dà alla rivoluzione negli altri paesi. Parlare della rivoluzione negli altri paesi è spesso e volentieri parlare di cose che non si conoscono, enunciare teorie che non verifichiamo, alimentare la scissione teoria-pratica anziché fare della teoria la guida per la pratica. Con i partiti comunisti degli altri paesi noi discutiamo del bilancio del movimento comunista, del corso generale delle cose, della linea generale del movimento comunista, delle teorie e dei principi universali, che ogni partito ricava dalla sua esperienza e in essa verifica. È una deviazione immischiarci nella loro linea, finché essa non coinvolge la linea e i principi generali del movimento comunista, non assume carattere universale. Può succedere che un partito prenda una decisione apparentemente sbagliata, ma in realtà giusta per la concatenazione o sinergia che ha con il resto della sua attività rivoluzionaria e, viceversa, una decisione apparentemente giusta, può in concreto servire una causa sbagliata. Noi siamo per principio contro le interferenze nelle tattiche e nelle linee particolari dei partiti di altri paesi.

D’altra parte ci è chiaro che un paese socialista deve sostenere il movimento rivoluzionario nei paesi imperialisti e nei paesi oppressi (essere base rossa della rivoluzione proletaria mondiale) perché l’avanzamento della rivoluzione nel mondo è in definitiva la sola garanzia di successo anche della rivoluzione nel proprio paese. Ci è chiaro anche che l’aiuto principale che un paese socialista e un partito comunista deve e può dare al movimento rivoluzionario degli altri paesi è portare nel movimento rivoluzionario mondiale la concezione comunista del mondo e arricchirla elaborando la propria esperienza: questo è molto più importante anche dell’aiuto militare ed economico. I revisionisti sovietici (Krusciov, Breznev & C.) dopo il 1956 continuarono per anni ad aiutare economicamente e militarmente movimenti rivoluzionari di altri paesi per tenerseli alleati, mentre li intossicavano con le loro concezioni anticomuniste e li spingevano verso la sconfitta.

Questi sono i motivi per cui concentriamo la nostra ricerca e la nostra attività in campo teorico sui paesi imperialisti e principalmente sul nostro paese. È invece solo a causa della debolezza delle nostre forze che siamo poco attivi nel far conoscere alle masse popolari italiane i successi, le lotte e le concezioni guida del movimento rivoluzionario degli altri paesi. Una maggiore nostra attività in questo campo infonderebbe nelle masse popolari italiane fiducia nelle sorti della rivoluzione proletaria mondiale e alimenterebbe la solidarietà, gioverebbe quindi anzitutto alla nostra causa. Quindi miglioreremo la nostra attività man mano che le nostre forze cresceranno.

Tonia N.