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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX marzo 2018

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Pensare in modo giusto la realtà per trasformarla!

Estratti delle 11 Tesi su Feuerbach (Karl Marx - marzo 1845)

Dire che le 11 Tesi su Feuerbach “restarono inedite” (come dice ad esempio l’editore di Marxists Internet Archive sezione italiana [1] da cui ho tratto il testo che ho modificato per renderlo comprensibile ai nostri lettori) può generare equivoci. Esse sono appunti buttati giù in fretta da Marx (lo afferma Engels che in quei mesi lavorava gomito a gomito con lui) in un taccuino a Bruxelles nel marzo 1845 a proprio uso (per fissare idee che intendeva sviluppare) e non destinati alla pubblicazione, quindi un testo grezzo e oscuro per un lettore che non è “nella testa” di Marx. Grezzo e oscuro al punto che Engels (che lo aveva pubblicato una prima volta tal quale nel 1886 nella rivista Neue Zeit dove pubblicava in due puntate una sua recensione critica del libro Ludwig Feuerbach del filosofo e sociologo danese Carl Nicolai Starcke), quando lo pubblicò la seconda volta in appendice al suo opuscolo su Feuerbach (Ludwig Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca) edito nel 1888 (che riproduceva le due puntate modificate), vi apportò alcune correzioni per renderlo comprensibile al lettore. Nel vol. 5 delle Opere complete di Marx-Engels (Editori Riuniti, 1972) sono riportate entrambe le versioni: l’originale e quella di Engels.

1. Testo tratto dal sito di Marxists Internet Archive sezione italiana

Fonte: https://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1845/3/tesi-f.htm

Presentazione data dall’editore del sito alle Tesi su Feuerbach:Questo testo tanto breve quanto denso fu scritto da Marx nel marzo del 1845. Rimase tuttavia a lungo inedito finché non fu pubblicato nella Neue Zeit (1886) da Engels che lo riprodusse in appendice al suo Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca (1888). Si è usata qui la traduzione italiana di Palmiro Togliatti, in appendice al vol. Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca, Roma, Editori Riuniti, 1950, pp. 77-80. Trascritto per Internet da Ivan A., gennaio 1999”.

Si tratta dunque di un appunto in cui Marx riassume a proprio uso le riflessioni a cui era giunto a proposito della filosofia di Feuerbach, in un periodo in cui lui ed Engels erano occupati a fare il bilancio critico del proprio modo di pensare, bilancio critico che riversarono in L’ideologia tedesca, opera questa destinata alla pubblicazione, ma che per motivi accidentali restò inedita per vari decenni: venne pubblicata per la prima volta a Mosca nel 1932 a cura dell’Istituto per il marxismo-leninismo. In quest’opera Marx ed Engels “regolano i conti” anche con Feuerbach.

L’Istituto per il marxismo-leninismo di Mosca diede all’appunto del marzo 1845 il titolo Tesi su Feuerbach. Engels aveva usato il titolo Marx su Feuerbach. L’appunto di Marx nel suo taccuino porta l’intestazione 1. ad Feuerbach.

In questo appunto Marx dice che la nuova filosofia materialista si occupa delle attività reali degli uomini reali. Esse sono sempre attività di individui appartenenti a una determinata formazione sociale e di un determinato periodo storico. L’individuo singolo, estraneo a una società, è un’invenzione della fantasia borghese (Robinson Crosuè).

La parte rilevante che Marx nell’appunto dedica alla questione religiosa (parte che qui abbiamo in gran parte omesso), riflette l’importanza che avevano avuto nell’evoluzione della filosofia tedesca la critica della religione e la dimostrazione che non dio aveva creato l’uomo, ma gli uomini avevano creato dio. Importante anche la critica che Marx fa alla concezione che per cambiare gli uomini bisogna prima cambiare l’ambiente in cui crescono e l’educazione che ricevono: in politica significa che le masse non devono né possono prendere il potere perché, ovviamente, i membri delle masse popolari non sono abituati ed educati a governare: il gatto si morde la coda perché nessuna classe dominante educa e abitua le masse popolari a governare.

Le tesi principali comunque sono che la nuova filosofia materialista, il materialismo dialettico, ha per oggetto le attività degli uomini e che la corrispondenza di una data concezione con la realtà è confermata o negata dal risultato dell’attività degli uomini che guidandosi con quella concezione cercano di trasformare la realtà.

Concludo con due avvertenze ai lettori.

- La “attività umana, attività pratica” di cui parla Marx nella Tesi I, comprende l’attività del fare (la produzione di quanto serve agli uomini per vivere e la lotta di classe), l’attività del pensare, l’attività del creare le varie istituzioni della società e dirigere le attività umane. La differenza di fondo tra materialisti e idealisti consiste nel fatto che questi ultimi considerano il mondo reale come prodotto delle idee degli uomini anziché come sorgente delle loro idee e come esistente indipendentemente da esse.

La differenza di fondo tra materialisti dialettici e materialisti volgari consiste nel fatto che questi ultimi non si occupano delle attività con le quali gli uomini trasformano il mondo reale e considerano il mondo reale come dato una volta per tutte.

- La “contraddizione della base terrena con se stessa, la dissociazione della base terrena con se stessa” di cui parla Marx nella Tesi IV consiste nel fatto che gli uomini elaborano un mondo celeste immaginario come via d’uscita dalle contraddizioni che incontrano quando cercano di capire il mondo reale in cui vivono. Qui sta la sorgente della religione: essa perciò si estingue man mano che gli uomini approfondiscono la conoscenza del mondo reale e, sulla base di essa, lo trasformano.

Rosa L.

* ** *** ** *

I

Il difetto principale di tutte le scuole e correnti filosofiche materialiste finora esistite, compresa quella di Feuerbach, è che esse hanno concepito la materia, il reale, solo sotto la forma di cosa, di oggetto della percezione sensibile e della intuizione diretta (che non necessita di riflessione). Esse non hanno preso in considerazione l’attività umana, l’attività pratica; considerano il mondo come fatto di oggetti, non di uomini che agiscono; lo considerano oggettivamente e non soggettivamente. È accaduto così che il lato attivo del mondo, l’attività degli uomini, è stato trattato dall'idealismo in contrasto col materialismo. Ma le filosofie idealiste per loro natura potevano considerare l’attività solo in modo astratto (cioè astraendo dall’attività reale, pratica alla quale il pensiero è connesso), poiché per sua natura l'idealismo ignora l'attività reale, sensibile. Feuerbach invece vuole oggetti sensibili realmente distinti dal pensiero; ma egli non concepisce l'attività umana stessa come attività oggettiva, quindi anch’essa oggetto del pensiero. Perciò nell'Essenza del cristianesimo egli considera come schiettamente umano solo il modo di procedere teorico, mentre la pratica è concepita e fissata da lui soltanto come attività minuta, senza relazione con il mondo delle idee. Pertanto egli non concepisce l'importanza dell'attività "rivoluzionaria", dell'attività pratico-critica che trasforma il mondo.

Il nuovo materialismo si occupa invece anche delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia.

II

La questione se il pensiero umano ha una verità oggettiva non è una questione teorica, ma pratica. È nell'attività pratica che l'uomo deve dimostrare la verità, cioè la realtà e il potere, il carattere terreno e non fantastico (celeste) del suo pensiero. La disputa sulla realtà o non-realtà, verità o non verità di un pensiero isolata dalla pratica è una questione puramente scolastica.

III

La dottrina materialista secondo la quale gli uomini sono prodotti dell'ambiente e dell'educazione e che pertanto per avere uomini mutati occorrono un ambiente mutato e una mutata educazione, dimentica che sono proprio gli uomini che modificano l'ambiente e che l'educatore stesso deve essere educato. Essa perciò giunge necessariamente a scindere la società in due parti, una delle quali sta al di sopra della società (esempio di questo modo di procedere è Robert Owen).

La coincidenza tra variazione dell'ambiente e variazione dell'attività umana può essere concepita e compresa razionalmente solo come pratica rivoluzionaria.

IV

Feuerbach prende le mosse dal fatto che la religione rende l'uomo estraneo a se stesso, che essa sdoppia il mondo in un mondo religioso immaginario e in un mondo reale. Feuerbach si assume il compito di dissolvere il mondo religioso nella base terrena di cui esso è una trasfigurazione immaginaria. Egli non si accorge che, compiuto questo lavoro, la cosa principale rimane ancora da fare. Il fatto stesso che la base terrena si è staccata da se stessa e si è installata nelle nuvole come regno indipendente, non si può spiegare se non con la dissociazione interna a questa base, con la contraddizione di questa base terrena con se stessa. Questa (la base terrena) deve pertanto essere compresa prima di tutto nella sua contraddizione e poi, attraverso la rimozione della contraddizione, rivoluzionata praticamente. Così, per esempio, dopo che si è scoperto che la famiglia terrena è il segreto della sacra famiglia [Giuseppe passa per essere il padre di Gesù ma Maria l’ha concepito con un altro], è la prima che deve essere criticata teoricamente e sovvertita nella pratica.

(...)

XI

I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi, mentre invece si tratta di trasformarlo.