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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX luglio 2018

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Ai compagni che vogliono essere e fare i comunisti

Lettera aperta del segretario generale del CC

 

Compagni, il marxismo e l’analisi del corso delle cose ci dicono che l’instaurazione del socialismo si avvicina nel nostro paese e nel mondo. Se lo andate a dire in giro, vi prenderanno per esaltati o per retori. Ma è così. Nessuno ha esperienza di un rivolgimento sociale delle dimensioni di quello in arrivo. Salvo noi, nessuno lo vede arrivare, vede solo che non si può andare avanti all’infinito così. La crisi del sistema sociale borghese si aggrava in ogni paese e a livello internazionale. L’insofferenza delle masse popolari cresce: lo avete visto anche nelle elezioni politiche di marzo, ma vale anche per altri paesi imperialisti. I milioni di migranti sono l’indizio di quello che sta succedendo nei paesi oppressi. Avventurieri e avventizi sempre più assumono ruoli rilevanti nella classe dominante. Le nostre forze cresceranno. Sta a noi fare in modo che crescano bene. Noi abbiamo posto solide premesse, ma articolare nei particolari le leggi generali e attuarle concretamente è un’impresa nuova, che ci mette a dura prova.

La rivoluzione socialista (ossia la creazione del nuovo potere che giunto a un certo livello instaurerà il socialismo) che noi promuoviamo da quando abbiamo iniziato la ricostruzione del partito comunista, non è solo un insieme di operazioni e di sforzi di comunisti, ma diventa sempre più l’attuazione di un progetto organico articolato in campagne, battaglie e operazioni condotte da un collettivo, il Partito e la sua Carovana, unito sulla base del marxismo e dell’uso del materialismo dialettico nell’analisi del corso delle cose e nell’attività.

La rivoluzione socialista è in corso, anche se per ora la vede ancora solo chi la promuove. Le apparenze, e i superficiali e i distratti si arrestano ad esse, sono il marasma di una società in decomposizione che distrugge le basi stesse della sua esistenza: l’ambiente naturale e le relazioni sociali. La propaganda articolata, sofisticata e multiforme della classe dominante e dei suoi succubi, è fatta di diversione dalla comprensione della realtà e dall’attività rivoluzionaria e di disfattismo, di rassegnazione, di disperazione e di abbrutimento.

La rivoluzione socialista che noi promuoviamo sfocerà nel salto epocale di cui l’umanità è gravida e di cui ha bisogno: il riconoscimento, pratico e tradotto in istituzioni appropriate, che oggi l’umanità produce le condizioni della propria esistenza in aziende collegate tra loro a formare reti nazionali già oggi in una certa misura connesse a formare una rete mondiale; ogni azienda usa prodotti di altre e attinge risorse in natura e deve funzionare secondo un piano pubblicamente deciso e noto agli uomini che contribuiscono, ognuno con un proprio apporto, a elaborarlo e ad attuarlo nelle aziende e che ricevono dal sistema di aziende quanto destinato al consumo individuale. Su questa base materiale si svilupperà la società comunista del futuro.

La rivoluzione socialista è la guerra del proletariato alla testa delle masse popolari contro la borghesia oggi dominante che difende con ogni mezzo il proprio sistema e i propri privilegi. Solo la vittoria del proletariato in questa guerra porterà all’instaurazione del socialismo. La transizione pacifica dal capitalismo al socialismo è un’utopia e un imbroglio contro il proletariato.

Le condizioni in cui la borghesia imperialista relega le masse popolari sono tali che queste possono imparare a fare la rivoluzione socialista solo facendola. D’altra parte per sua natura la rivoluzione socialista richiede che chi la compie abbia un progetto, una strategia, la comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe: non avviene né scoppia spontaneamente. A differenza che nel passato, gli uomini oggi riescono a fare la loro storia solo avendo coscienza di quello che fanno, padroneggiando la scienza delle attività con cui la fanno. Il proletariato, alla gran parte del quale la classe dominante impedisce di essere consapevole del suo compito, deve costruire una società che per sua  natura può costruire solo se è consapevole dell’opera che sta compiendo. La soluzione di questa contraddizione sta nel partito comunista che ha una comprensione avanzata delle condizioni, delle forme, degli obiettivi della lotta del proletariato perché padroneggia il marxismo-leninismo-maoismo e dirige il proletariato a fare la rivoluzione e, facendola, ad acquisire anche la coscienza di quello che fa. Il partito comunista dirige il proletariato a fare quello che senza partito non riuscirebbe a fare ma che ha bisogno di fare.

Da qui anche la natura del partito comunista che è parte delle masse popolari ma distinta da esse per la coscienza e la condotta dei suoi membri. Essi scelgono di fare e vengono formati a compiere un’attività che le masse popolari non compiono ma di cui hanno bisogno. Costituiscono lo Stato Maggiore della rivoluzione socialista.

 

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L’unità dei comunisti della quale le masse popolari hanno bisogno

L’unità del nuovo partito comunista non consiste solo nel condividere sinceramente e propagandare la sua concezione e la sua linea generale. Essa consiste anche, ed è l’aspetto decisivo per la nostra opera, nel tradurre con coerenza e maestria crescente la linea generale nel particolare e attuarla con decisione nel concreto.

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Il partito conquista la direzione delle masse popolari perché conquista il loro cuore e la loro mente. Le masse popolari seguono la sua direzione con dedizione e combattività crescenti perché sempre più sperimentano che essa è giusta.

Oggi, dato il declino del movimento comunista cosciente e organizzato e l’esaurimento della prima ondata delle rivoluzione proletaria e stante il sistema di controrivoluzione preventiva messo in opera dalla borghesia imperialista da oramai più di un secolo, il partito conquista i suoi membri uno a uno. Così sarà fino a che la crescita quantitativa della nostra opera porterà a un’adesione crescente e di massa al partito, al sistema dei suoi organismi generati e non generati e alla causa del socialismo, simile a quella che abbiamo visto nei primi decenni del secolo scorso a cavallo della Rivoluzione d’Ottobre e grazie alla costruzione vittoriosa del socialismo in Unione Sovietica sotto la direzione prima di Lenin e poi di Stalin.

È questo il contesto in cui chiamo ognuno di voi a fare un salto nel vostro legame con il partito e nella vostra dedizione alla causa della rivoluzione socialista, partendo ognuno dal punto a cui è arrivato.

La guerra che noi conduciamo presenta per ognuno di noi aspetti, operazioni e imprese nuove. Stiamo compiendo un’opera nuova, siamo pionieri. Se pretendessimo di sapere, sicuramente sbaglieremmo. Se siamo disposti a imparare e sperimentare, troveremo la soluzione di ogni problema perché la nostra impresa è possibile e necessaria, combina libertà e necessità, ci trasformiamo facendo, diventiamo quello che ancora non siamo ma possiamo diventare. Ognuno di voi diventerà quello che ancora non è, se ci mette volontà, iniziativa e creatività.

Il compagno Ulisse

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