La Voce 59 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX luglio 2018

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Il programma statale della rivoluzione socialista in corso e una lettera

Presentazione redazionale della lettera

Le elezioni del 4 marzo hanno inflitto una sonora batosta ai vertici della Repubblica Pontificia. Tutte le liste apertamente fautrici della continuazione del “programma comune” della borghesia imperialista hanno perso voti e seggi nel Parlamento, nonostante le mille manovre e truffe con cui avevano cercato di predeterminare l’esito delle elezioni.

Abbiamo già più volte (in La Voce 58 pagg. 34-35 e nei Comunicati CC 3/2018 - 29 marzo 2018 e 4/2018 - 7 aprile 2018) scritto che la lezione principale che ne traiamo e che dobbiamo propagandare è che “il risultato elettorale conferma che la borghesia e il clero non sono in grado di manipolare senza limiti la mente e i sentimenti delle masse popolari. A smentita di quelli che piangevano denunciando un “controllo sociale totale” (Renato Curcio di Gocce di sole nella città degli spettri e i suoi seguaci), il risultato delle elezioni ha mostrato che per quanto cerchi di controllare e per quanti mezzi ponga senza scrupoli in campo per manipolare idee e sentimenti, il potere della borghesia e del suo clero è limitato. L’esperienza pratica diretta, il lascito della prima ondata della rivoluzione proletaria e l’azione, oggi ancora debole ma che sta a noi e ad ogni persona cosciente rafforzare, del movimento comunista cosciente e organizzato, hanno portato le masse popolari a rigettare i fautori delle Larghe Intese”, nonostante una legge elettorale truffa e il monopolio dei mezzi di comunicazione di massa nelle mani della borghesia e del clero. Nel tracciare la linea che attuiamo noi comunisti dobbiamo tener conto anche di questo: è una legge di grande importanza ai fini della nostra tattica.

Dopo il 4 marzo, i vertici della Repubblica Pontificia hanno fatto mille manovre per installare ancora un governo delle Larghe Intese. Hanno prolungato per quasi 90 giorni l’attività del governo Gentiloni, “pilota automatico” ligio alla UE e alla NATO. Con questo governo lo Stato ha moltiplicato

 

Il programma comune

Partiti e governi delle Larghe Intese

Tra la fine gli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 del secolo scorso a livello mondiale la borghesia imperialista ha approfittato dell’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria (culminato nella dissoluzione dell’Unione Sovietica e dei paesi socialisti dell’Europa Orientale, cioè dei primi paesi socialisti corrosi dai revisionisti moderni nel corso dei più che 30 anni successivi alla svolta impressa da Kruscev nel 1956 con il XX congresso del PCUS) e ha lanciato su grande scala il “programma comune” di eliminazione delle conquiste strappate dalle masse popolari dei paesi imperialisti nel periodo del capitalismo dal volto umano” (1945-1975).

In Italia la svolta dal “capitalismo dal volto umano” alla “eliminazione delle conquiste” era iniziata negli anni ’70. Tappe miliari sono state “la svolta dell’EUR” della CGIL di Luciano Lama (1978), l’abolizione dell’obbligo della Banca d’Italia di acquistare i titoli di Debito Pubblico emessi dal governo (1981: “il divorzio” tra Tesoro e BdI), l’abolizione della scala mobile (Craxi, Decreto di S. Valentino 1984).

Dopo l’esplosione dei partiti dell’“arco costituzionale” (PCI, PSI, DC e partiti satelliti), per quasi 30 anni i governi delle Larghe Intese (Berlusconi, Dini, Amato, Prodi, D’Alema, Monti, Enrico Letta, Renzi e Gentiloni) hanno sistematicamente cercato di imporre alle masse popolari del nostro paese il programma di abolizione delle conquiste di civiltà e benessere, riduzione della partecipazione delle masse popolari agli istituti delle democrazia borghese, miseria, abbrutimento, guerra e devastazione del pianeta patrocinato dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti, gestito dalla NATO, dall’UE, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale.

Non si tratta, né in Italia né nel mondo, di un “piano del capitale” nel senso inteso dalla Scuola di Francoforte e dagli operaisti (Raniero Panzieri, Mario Tronti, Asor Rosa, Toni Negri, ecc.), di un programma escogitato da “capitalisti cattivi” (tipo Club Bilderberg, Commissione Trilaterale, ecc.). Si tratta del corso delle cose di fatto imposto dai capitalisti reagendo alla necessità comune di valorizzare ognuno il proprio capitale a fronte alla crisi generale per sovraccumulazione assoluta di capitale: a conferma che le attività con le quali gli uomini fanno la loro storia sottostanno a leggi che i cultori del materialismo dialettico hanno scoperto e scoprono.  

 

- sia le operazioni di repressione e di intimidazione contro le masse popolari, gli interventi criminali 1. di reparti delle Forze dell’Ordine (Carabinieri e Polizia) particolarmente selezionati e formati per torturare e uccidere al modo inaugurato dall’intervento al G8 di Genova (luglio 2001) e 2. di singoli agenti abbrutiti dal mestiere che fanno,

- sia l’impiego di Forze Armate italiane all’estero contro i paesi oppressi (ultima la spedizione in Niger decisa dal governo Gentiloni in carica per l’“ordinaria amministrazione”) e contro la Russia (come l’accordo ratificato in sede UE sotto direzione NATO per “uniformare” le forze armate dei paesi europei e rendere credibile la minaccia del loro congiunto rapido impiego sotto comando USA).

 

La manovre di repressione e strategia della tensione all’interno e di interventi armati all’estero, in aperta violazione della Costituzione del 1948, si moltiplicano con l’avanzare della crisi. Oggi il governo della Repubblica Pontificia mantiene molte migliaia di soldati all’estero, per imporre agli ordini della NATO le scorrerie dei gruppi imperialisti e per sostenere i sionisti d’Israele. Le manovre repressive e gli atti criminali delle Forze dell’Ordine, abusi illegali ma protetti se non comandati dall’alto, si moltiplicano. Che un GBP debba avere la volontà di porvi fine e che le OO e OP debbano sostenerlo, è ovvio. Altrettanto ovvio è che in quest’opera il GBP debba avvalersi dell’opposizione che il governo della Repubblica Pontificia incontra nel seno stesso dell’attuale struttura statale.

 

Le mille manovre sono sfociate nell’accordo con cui il 1° giugno Luigi De Maio e Matteo Salvini hanno costituito il governo capeggiato da Giuseppe Conte approvato da Sergio Mattarella. Da allora nel far fronte con il loro “governo del cambiamento” alle aspirazioni dei loro elettori (elettori sulla cui fedeltà possono contare molto meno di quanto se ne sono giovati i partiti e i notabili del sistema politico delle Larghe Intese), M5S (elettori 10.7 milioni, deputati 225) e Lega (elettori 5.7 milioni, deputati 122) si misurano con due ostacoli convergenti.

1. Da una parte i limiti dei gruppi dirigenti: né M5S né Lega hanno coscienza che molte delle loro promesse (e peggio ancora per le aspirazioni dei loro elettori) sono “economicamente impossibili”, cioè incompatibili con le aziende in mano ai capitalisti e con la sottomissione dell’Italia alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e alle sue istituzioni (NATO, UE, BCE, FMI, ecc.). M5S e Lega non si sono dati né stanno dandosi i mezzi per rompere queste catene.

 

Letteratura base della Carovana del (n)PCI sul GBP

reperibile in Internet

1. Prima formulazione della linea del GBP:

                1.1. Comunicato CP (Commissione provvisoria del CC) 14 novembre 2008,

                1.2. La Voce n. 31 marzo 2009 pagg. 3-38.

2. Governo di Blocco Popolare - opuscolo del SAP (Settore Agitazione e Propaganda) del P.CARC allegato all’Avviso ai naviganti 7 del 16.03.2012.

3. Dichiarazione Generale del IV Congresso del P.CARC giugno 2015 punto 2 (in particolare il punto 2.4).

Innumerevoli sono gli interventi riguardanti il GBP nei Comunicati CC, negli AaN e nei numeri di La Voce successivi al Comunicato del 14 novembre 2008. Essi sono reperibili in www.nuovopci.it.

 

2. Dall’altra M5S e Lega intendono compiere il loro lavoro governativo tramite la Pubblica Amministrazione della Repubblica Pontificia, come se essa non fosse, in tutte le istituzioni (burocrazie ministeriali, Magistratura, Forze dell’Ordine (FdO), Forze Armate (FFAA), Servizi d’Informazione (Intelligence - SI), Istituti ed Enti vari) che la compongono, per le procedure a cui è educata, per gli individui che vi sono impiegati e per le relazioni funzionali che ha con organismi palesi e occulti, nazionali ed esteri (NATO, UE, ecc.), fatta su misura della borghesia e del clero e potesse attuare senza lacerazioni, epurazioni e ristrutturazioni la linea implicita nelle promesse elettorali di M5S e Lega, linea per alcuni aspetti incompatibile con gli interessi della borghesia e del clero. L’amministrazione della città di Roma  (Giunta Virginia Raggi) ha già messo ben in luce questo tipo di problemi. Problemi analoghi sono già emersi anche a Napoli da quando Luigi De Magistris amministra la città. Anche da questo lato l’esperienza del governo Di Maio-Salvini sarà molto istruttiva per noi e per i fautori del Governo di Blocco Popolare.

Da questo contesto nasce il nostro interesse a pubblicare la lettera che un candidato del (n)PCI ha inviato alla redazione di La Voce. In essa il compagno espone i motivi per cui ritiene che alle Sei Misure Generali del Governo di Blocco Popolare dobbiamo aggiungere una settima misura relativa all’azione del GBP nei confronti delle FdO, delle FFAA e dei SI che esso erediterà quando le masse popolari organizzate riusciranno a farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia rendendo per questi ingovernabile il paese. Premettiamo subito che l’attenzione che il compagno concentra su FdO, FFAA e SI, in realtà va estesa a tutta la Pubblica Amministrazione.

 

La costituzione del GBP non è il passaggio dalla prima alla seconda fase della GPR (MP cap. 3.3 pagg. 203-205). Il fraintendimento in proposito della linea del GBP è stato favorito in tutti quelli che l’hanno studiata superficialmente da un errore contenuto nella frase con cui inizia, in La Voce 51 pag. 61, l’articolo Il GBP è un “governo di transizione al socialismo”? Nella frase iniziale “La costituzione del GBP di cui ci occupiamo non è il passaggio dalla prima alla seconda fase della guerra popolare rivoluzionaria (MP cap. 3.3) come già chiaramente fin dall’inizio indicammo (vedasi ad esempio il Comunicato della Commissione Provvisoria del CC in data 8 maggio 2009)”, manca il “non” e la correzione dell’errore sul sito del Partito l’abbiamo fatta solo recentemente.

 

 

Sul Governo di Blocco Popolare e la proposta di una settima misura

Lettera alla redazione di La Voce

 

Cari compagni della redazione,

espongo in questa lettera una serie di riflessioni e una proposta rispetto alla linea del Governo di Blocco Popolare (GBP) e al lavoro che questo dovrà svolgere una volta costituito.

Il GBP è un governo che le organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) imporranno ai vertici della Repubblica Pontificia. Le Sei Misure Generali sintetizzano le misure immediate e d’emergenza che le OO e OP e il loro governo prenderanno per far fronte alla crisi e al corso delle cose che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti impone nel nostro paese e nel mondo. La costituzione del GBP è intesa come inizio di una fase in cui la lotta di classe si rafforzerà e diffonderà e le masse popolari organizzate prenderanno quindi con più forza iniziative di rottura con le istituzioni del sistema imperialista mondiale e con i vertici della Repubblica Pontificia. Tali politiche certamente contempleranno la rottura del velo di segreti, omertà e complicità dietro cui le classi dominanti tramano alle spalle e contro le masse popolari. Il GBP sarà, inoltre, un governo che si occuperà di promuovere e sostenere l’attuazione delle parti progressiste della Costituzione e di liberare il nostro paese dalle ingerenze degli imperialisti USA, europei e sionisti e del Vaticano.

Per fare tutto questo il GBP dovrà per forza di cose far valere la propria direzione sulle Forze Armate, sulle Forze dell’Ordine e sulla Pubblica Amministrazione e contemporaneamente rafforzare la coscienza, l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari del nostro paese (e in parte anche degli altri) nel sovvertire le autorità del sistema imperialista mondiale.

Nello scontro che seguirà la costituzione del GBP, la Comunità Internazionale e la loro quinta colonna italiana faranno di tutto per boicottarlo e sabotarlo e passeranno in mille forme all’aggressione del nostro paese per abbattere tale governo. Ciò è inevitabile ed è dovuto alla natura stessa del GBP. Esso dovrà certamente far fronte a manovre montate all’interno dei confini italiani da imperialisti USA e UE, Vaticano, Organizzazioni criminali e altri gruppi e  organismi (palesi e occulti) borghesi italiani (per arginarne l’azione e sabotarlo essi metteranno in campo strategia della tensione, omicidi mirati e boicottaggi d’ogni genere).(1) Esso dovrà inoltre certamente far fronte anche ad attacchi mossi dall’esterno attraverso sanzioni commerciali, finanziarie e politiche internazionali, provocazioni militari e guerra economica (da questo punto di vista è molto istruttiva per noi comunisti italiani la guerra economica che il sistema imperialista mondiale e lo Stato d’Israele conducono contro il Venezuela, l’Iran, Cuba e altri paesi “canaglia”).

 

1. Ricordo a chiarimento il massacro di Puente Llaguno in Venezuela. L’11 aprile 2002 un gruppo di poliziotti sparò sulla manifestazione di sostenitori di Chavez e contemporaneamente anche su una di oppositori (due dimostrazioni in luoghi distanti tra loro) facendo 19 morti e 72 feriti: il tutto per fornire a un gruppo delle FFAA il pretesto per arrestare Chavez e instaurare un governo capeggiato da esponenti della borghesia e del clero e subito riconosciuto da USA e satelliti. Il colpo di Stato fallì solo grazie alla pronta grande mobilitazione di piazza e all’ammutinamento del plotone d’esecuzione che doveva uccidere Chavez.

 

Contro tutto questo il GBP dovrà prendere misure pratiche, governative (“dall’alto”) e sostenute (“dal basso”) dalle organizzazioni operaie e popolari. Tali misure avranno una natura contraddittoria poiché il GBP:

- ovviamente non è né la dittatura del proletariato né tanto meno un governo di transizione pacifica al socialismo;

- è un governo imposto dalle masse popolari ma vi parteciperà anche una parte delle classi dominanti;

- sarà un governo la cui Pubblica Amministrazione sarà grossomodo ancora quella di oggi, salvo l’epurazione dei funzionari che non eseguono le direttive del GBP;

- sarà un governo in cui le Forze Armate e di polizia saranno ancora grossomodo quelle di oggi, salvo le epurazioni degli elementi ostili;

- sarà un governo che non esproprierà ancora in massa i capitalisti, ma li sottoporrà temporaneamente a una legislazione ma soprattutto a misure pratiche d’emergenza grazie all’opera delle OO e OP;

- sarà un governo in cui si scontreranno due linee, tra chi è per andare avanti e chi invece è per ristabilire le condizioni di un “sano capitalismo” e di un “normale” corso delle cose;

- sarà un governo che lascerà ancora da regolare fino in fondo e definitivamente i conti con il Vaticano, con gli imperialisti USA, con i gruppi sionisti, con l’Unione Europea, con le Organizzazioni criminali;

- si troverà durante tutto il suo percorso nella situazione di dover fare fronte agli attacchi del nemico e di attuare concretamente le misure che le masse popolari organizzate indicheranno.

Data questa sua natura contraddittoria, lo sbocco realistico dell’opera di un governo come il GBP sarà una guerra civile dispiegata e il Partito deve preparare le masse popolari per questa evenienza (è l’unico modo, forse, per evitarla, se la borghesia vedrà che la partita è comunque persa). Attraverso la lotta per applicare le misure d’emergenza, difenderle ed estenderle, le masse popolari si legheranno maggiormente al Partito comunista e si daranno i mezzi per avanzare nella Guerra Popolare Rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo. Il GBP serve a questo scopo perché sintetizza e incrementa la resistenza che le masse popolari oppongono al procedere della crisi generale e combina lo sviluppo della mobilitazione rivoluzionaria con la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. In tal senso, quindi, il GBP preparerà la classe operaia e le masse popolari alla guerra civile che la borghesia imperialista scatenerà: esse con alla testa il Partito comunista, la loro avanguardia, grazie al nuovo rapporto di forze costruito potranno procedere nel distruggere le forze nemiche, abbattere lo Stato della borghesia e instaurare la dittatura del proletariato.

L’attacco delle forze reazionarie al processo di crescita delle masse popolari in termini di coscienza e organizzazione e di rinascita del movimento comunista renderà fondamentale la difesa del GBP. Decisivo sarà il ruolo delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine “ufficiali” e la formazione di milizie popolari. Questi saranno due ambiti di lavoro  decisivi, una parte importante della scuola di comunismo che le masse popolari dovranno seguire in contrasto con le idee pacifiste alimentate dai revisionisti moderni prima e dalla sinistra borghese poi. Tali idee non hanno avuto altro risultato pratico che rafforzare l’apparato repressivo dello Stato borghese e il monopolio della violenza. Rafforzamento realizzato attraverso l’istituzione di eserciti e servizi di sicurezza professionali, composti da mercenari, annullando la leva obbligatoria e facendo restare su carta la “natura democratica delle forze dell’ordine” che la stessa Costituzione del 1948 sancisce nell’articolo 52, per non parlare della sovranità nazionale (articolo 11).

In un contesto del genere, in una fase di conflitto che si svilupperà in varie forme in tutto il paese, noi comunisti dovremo, direttamente e attraverso la mobilitazione delle masse popolari, sviluppare iniziative su tre linee.

- Alimentare la spaccatura all’interno delle FFAA e delle FdO tra chi spara (è disposto a sparare) contro la classe operaia e le masse popolari in mobilitazione e chi si rifiuterebbe di farlo; tra chi si macchia di crimini, trama contro le masse popolari o compirà azioni di boicottaggio dell’operato del GBP e chi invece sostiene le masse popolari rendendo pubbliche informazioni riservate, rivelando in anticipo i piani del nemico, ecc. ed è disposto a collaborare con le organizzazioni operaie e popolari. La classe operaia e il resto delle masse popolari organizzate con il GBP devono spingere gli elementi più avanzati nel campo delle FFAA e delle FdO a schierarsi dalla loro parte, isolando la destra e conquistando via via gli indecisi.

Le prime misure del GBP in questa direzione sono sancite dall’art. 52 della Costituzione. Esse sono la reintroduzione dell’esercito di leva, la combinazione del servizio civile con il reclutamento nelle forze di polizia, il numero identificativo sulle divise e in generale lo sviluppo della natura democratica e popolare delle FdO e delle FFAA.

- Alimentare l’epurazione delle FFAA e delle FdO dagli elementi ostili alle masse popolari attraverso lo scioglimento dei reparti speciali accanitamente ostili alle organizzazioni operaie e popolari (vedi gli “sgherri istituzionalizzati” del VII Reparto Mobile di Bologna), ma anche attraverso l’applicazione del principio di “punire gli impuniti”, rimuovendo funzionari, commissari, prefetti e altre figure che si sono distinte nell’opera di attacco alle masse popolari (vedi i “grandi servitori dello Stato” come De Gennaro, Bertolaso, Mori e affini). A differenza di quanto fanno le autorità della borghesia, non ci sarà più nessuna copertura e impunità per chi agisce o addirittura si scaglia contro le masse popolari. In generale il GBP dovrà scoraggiare tra le FFAA, le FdO e i Servizi d’Informazione, anche mediante la costituzione di consulte e organi popolari di controllo per la “vigilanza democratica”, ogni tentativo o velleità di aggressione e repressione delle masse popolari: le FFAA, le FdO e i Servizi d’Informazione devono appoggiare a livello locale le iniziative delle OO e OP e a livello nazionale le iniziative del GBP.

- Favorire l’organizzazione delle masse popolari sul terreno militare e dell’ordine pubblico per difendere le aziende, le scuole e tutto quanto sarà sotto il controllo delle masse popolari, ma anche per assicurare l’applicazione delle misure prese dal GBP e dalle OO e OP. La difesa anche militare delle posizioni conquistate è la base per conquistarne di nuove.

Alla luce di tale ragionamento, compagni, vi propongo di valutare l’opportunità di aggiungere una settima misura alle sei già inserite nel programma del GBP. Tale misura deve tenere conto delle tre linee che ho appena elencato. Ritengo che l’aspetto militare ha un’importanza notevole nella mobilitazione che porterà le masse popolari a imporre il GBP, a salvaguardarne l’esistenza e garantirne l’azione. Ciò sarà certamente più chiaro se consideriamo il GBP in un’ottica di guerra popolare rivoluzionaria, in un rapporto di sinergia e concatenazione con gli aspetti concreti delle tre fasi che la compongono.

La settima misura potrebbe essere:

 

 Conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Repubblica configurato nella Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico.

 

Una simile misura generale porterà i fautori del GBP, in definitiva, a ragionare sulla necessità di costruire un adeguato sistema di difesa dell’esistenza e dell’operato del GBP; a promuovere il passaggio di elementi delle attuali Forze Armate e Forze dell’Ordine tra le fila della mobilitazione rivoluzionaria; a educare la classe operaia e le masse popolari al diritto e alla necessità di armarsi; ad aprire contraddizioni nel campo nemico e in particolare tra coloro i quali “servono il nemico”; a contrastare concezioni legalitarie e pacifiste strascichi dell’opera dannosa e diversiva svolta dai revisionisti moderni e dalla sinistra borghese; a elevare la scuola di comunismo e a rafforzare il nuovo potere, facendo contribuire il GBP alla preparazione delle masse popolari allo scontro decisivo con il nemico di classe.

La settima misura, in definitiva, inserisce meglio la costruzione del GBP nello sviluppo della guerra popolare rivoluzionaria che sfocia nell’instaurazione del socialismo. Essa implica di per sé non solo la critica delle deviazioni ideologiche dei revisionisti moderni: transizione pacifica o quasi al socialismo (le deviazioni che, ad esempio, portarono il movimento comunista a non essere in grado di far fronte nel 1973 in Cile al colpo di Stato di Pinochet nemmeno nei limiti nei quali invece aveva fatto fronte nel 1936 in Spagna al colpo di Stato di Franco); ma anche la critica delle illusioni legalitarie del vecchio movimento comunista dei paesi imperialisti, quelle che portarono ad esempio all’arresto di Antonio Gramsci, di Ernst Thälmann e di altri importanti dirigenti comunisti.

Compagni, il cuore della guerra popolare rivoluzionaria è la mobilitazione e organizzazione delle masse popolari attorno al Partito Comunista. È combattuta dalle masse popolari e in definitiva può essere vinta solo dalle masse popolari che instaurano il potere della classe operaia e aprono la via alla costruzione di un nuovo ordinamento sociale: il socialismo, prima fase del comunismo. Ma la rivoluzione socialista è una guerra che si conclude nell’eliminazione dello Stato della borghesia tramite uno scontro armato, perché le forze armate sono il presidio di ultima istanza del suo potere.

Viva la Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata,

Viva il (nuovo) Partito Comunista Italiano

Viva la classe operaia e le masse popolari che fanno la storia!

Saluti comunisti. Sirio Lai

 

Linee di sviluppo per una comprensione superiore

La lettera del compagno Lai argomenta molti buoni motivi per integrare la settima misura nelle Misure Generali nelle quali dieci anni fa (nel Comunicato CP del 14 novembre 2008 e in La Voce n. 31, marzo 2009 pagg. 3-38) abbiamo riassunto il programma (i compiti storici) del Governo di Blocco Popolare. In quei testi l’attenzione è concentrata sulle condizioni materiali, culturali e morali delle masse popolari e sulla loro mobilitazione, mentre effettivamente è trascurato l’aspetto statale dell’opera del GBP.

Uno degli effetti positivi della costituzione del governo M5S-Lega è che essa ha gettato una qualche luce sui problemi che si porranno nel far ingoiare la costituzione del GBP ai vertici della RP e ai loro soci e protettori stranieri (UE, BCE, NATO, FMI, Governo Federale USA, sionisti). La storia del governo M5S-Lega, quali che siano la sua durata e il suo esito, metterà certamente in luce aspetti della reazione che la linea che gli elettori spingono il governo M5S-Lega ad at tuare provoca nella struttura dello Stato, nella Pubblica Amministrazione ivi comprese le Forze dell’Ordine (CC, Polizia di Stato e Guardia di Finanza), le Forze Armate e i Servizi di Informazione, che dovrebbe attuare le misure decise dal governo. Il contrasto tra da una parte le promesse elettorali progressiste del M5S e della Lega e più precisamente tra le aspirazioni dei rispettivi elettori e attivisti e dall’altra gli interessi delle classi dominanti della Repubblica Pontificia e dei suoi protettori stranieri avrà un suo sviluppo. In questo contrasto faremo con tutte le nostre forze intervenire le masse popolari per giovarsene a vantaggio della costituzione di OO e OP e del loro rafforzamento mirato alla costituzione del GBP. In questa lotta saranno inevitabilmente coinvolte tutte le istituzioni della Repubblica Pontificia.

Nell’opuscolo Un futuro possibile (scritto nel 2006 e rivisto nel 2010) è illustrata con coerenza di principi e con un certo dettaglio una “simulata” della trasformazione che dovremo realizzare in campo statale all’indomani di “un futuro 25 aprile”, come espressione in campo statale dell’instaurazione del socialismo.

In ogni società divisa in classi di sfruttati e sfruttatori lo Stato è anzitutto uno strumento della classe dominante per mantenere il suo potere. Su questa concezione vale completamente tutt’oggi (contro riformisti, anarchici e militaristi) quello che Lenin ha scritto in Stato e rivoluzione alla vigilia dell’instaurazione del potere sovietico. Ma la borghesia ha grandemente rafforzato a livello dei singoli paesi e in parte anche a livello mondiale, la connessione sociale e in particolare il carattere collettivo dell’attività economica (ciò per cui si impone la necessità della “svolta epocale”). Questa superiore connessione sociale è incarnata per ogni paese imperialista nelle istituzioni dello Stato e in un sistema di istituzioni internazionali (Forme Antitetiche dell’Unità Sociale). Il movimento comunista dei paesi imperialisti non si è mai occupato dello Stato quanto necessario per promuovere la rivoluzione socialista e instaurare il socialismo: carenza a cui è connessa l’impotenza a instaurare il socialismo che lo ha segnato in tutta la sua storia. La sua ala destra ha avuto buon gioco a mettere in avanti lo Stato come espressione istituzionale della coesione sociale (organizzatore e produttore di “servizi sociali”) mettendo in ombra lo Stato come strumento della dominazione di classe. Per promuovere realmente la rivoluzione noi dobbiamo affrontare la combinazione dei due ruoli dello Stato borghese. Per affrontarla praticamente, dobbiamo elaborare l’esperienza disponibile.

 

Un futuro possibile di M. Martinengo ed Elvira Mensi

(scritto nel 2006 con revisioni nel 2010)

 

La descrizione delle principali relazioni economiche, politiche e d’altro genere tra i membri di un’immaginaria società socialista che la classe operaia avrebbe instaurato in Italia, a partire grossomodo dalle condizioni economiche attuali, all’indomani di un ipotetico futuro “25 Aprile”.

Al seguente indirizzo http://www.nuovopci.it/scritti/futuro/futur-in.htm è possibile consultare l’opuscolo e scaricarlo in formato Open Office, Word e PDF.

L’opuscolo è in vendita presso le Edizioni Rapporti Sociali via Tanaro 7 - 20128 Milano,

 tel. 02.26.30.64.54 - 347.85.61.486 - email rapportisociali@gmail.com.

 

Restringendo la nostra attenzione al nostro paese e concentrandola su di esso, dobbiamo analizzare ai fini della rivoluzione socialista la trasformazione politica in corso in questi mesi e giovarci di essa per avanzare nella creazione del nuovo potere.

Il sistema politico borghese è in crisi in ogni paese imperialista. Quelli che negano questo fatto, nel nostro paese si associano ai protagonisti del sistema delle Larghe Intese nel “condannare” il governo M5S-Lega (“governo fascio-leghista”, “il governo più a destra che ha avuto l’Italia dopo il 1945”, ecc.). Dato che non vedono il senso generale del corso delle cose, mettono in primo piano l’uno o l’altro dei buoni appigli che effettivamente il governo M5S-Lega offre. I comunisti dogmatici e i comunisti identitari si associano con loro e mettono in luce unilateralmente la continuità tra questo governo e i governi delle Larghe Intese. Sta a noi comunisti, promotori della guerra popolare rivoluzionaria, studiare con attenzione l’esperienza del governo M5S-Lega nei prossimi mesi, alla luce delle tesi espresse in Un futuro possibi le, per ricavarne insegnamenti ai fini dei compiti che si porranno al GBP e arrivare a una formulazione di questi che incorpori la proposta avanzata dal compagno Lai.

Il governo M5S-Lega non è promotore di una rivoluzione passiva come invece nel secolo scorso lo fu il fascismo alla testa di tutto il resto della borghesia imperialista (i consiglieri di Roosevelt vennero in Italia a studiare le riforme fatte da Mussolini). Verosimilmente la borghesia imperialista non è più in grado di promuovere una rivoluzione passiva, né in Italia né nel mondo, stante che le rivoluzioni passive fatte da essa nel secolo scorso (impersonate dai “Bismarck del secolo XX”: Mussolini, Roosevelt e simili) erano in sostanza “scimmiottature” in termini di Forme Antitetiche dell’Unità Sociale (interventi pubblici, dello Stato borghese, nella struttura e nella sovrastruttura della società - le istituzioni e gli istituti che la borghesia ha preso a eliminare nella seconda parte del secolo XX trovandoli “lacci e laccioli” alla valorizzazione del capitale) delle trasformazioni strutturali e sovrastrutturali realizzate in Unione Sovietica e nei primi paesi socialisti dal movimento comunista cosciente e organizzato mobilitando le masse popolari a realizzarle. I subbugli che il governo M5S-Lega provocherà nello Stato della Repubblica Pontificia saranno però una buona scuola per noi promotori del Governo di Blocco Popolare e della rivoluzione socialista. Dobbiamo giovarcene a fondo.