La Voce 60 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX - novembre 2018

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Il nostro piano di guerra per instaurare il socialismo
I due poteri e le due tappe della rivoluzione socialista

1. Per instaurare il socialismo i comunisti devono tracciare il percorso per raggiungere l’obiettivo e seguirlo con tenacia e flessibilità: devono avere un preciso piano d’azione. Devono, per dirla con le parole di Lenin nel 1905, “organizzare la rivoluzione”, adottare la “tattica piano” che già Lenin contrapponeva alla “tattica processo” caldeggiata dagli opportunisti di tutti i tempi e paesi, dai russi (i menscevichi) fino a quelli di casa nostra ancora oggi. È impossibile fare una guerra, ancora meno promuovere una guerra popolare rivoluzionaria, senza un piano di guerra: le nostre forze e quelle del nemico, i nostri punti forti e i nostri punti deboli, come raccogliere e formare le nostre forze, come disgregare quelle nemiche, come formare i nostri ufficiali e il nostro stato maggiore, le mille misure tattiche della guerra.

Nessuno dei partiti comunisti dei paesi imperialisti ha mai considerato la rivoluzione socialista come una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata nel corso della quale il partito comunista accumula forze rivoluzionarie fino al punto in cui queste sono in grado di impadronirsi del potere, costruire un proprio Stato, eliminare lo Stato borghese. Proprio perché non hanno riconosciuto questa legge della rivoluzione socialista e operato di conseguenza, i partiti comunisti hanno combattuto alla cieca contro la borghesia e le classi ad essa alleate, facendo fronte al nazifascismo in alcuni paesi, alle misure antipopolari e reazionarie in altri, ma senza definire e tanto meno cercare di attuare sistematicamente un piano di accumulazione delle forze rivoluzionarie nel quale la difesa degli interessi immediati fosse lo strumento per mobilitare le masse popolari nella lotta tesa a instaurare il socialismo promossa dal partito comunista. “Il movimento è tutto, il fine nulla” è stata dall’inizio del XX secolo la concezione dei revisionisti (E. Bernstein & C) e degli opportunisti; “il movimento è un mezzo e il socialismo il nostro fine” è la bandiera di noi comunisti.

Noi abbiamo di fronte una classe dominante in cui crapuloni gaudenti si mischiano con criminali di genio che perpetrano i loro delitti sotto la copertura della fede in dio alcuni e della dedizione alla moltiplicazione del denaro altri. Di fronte a questa classe dominante che conduce una guerra di sterminio non dichiarata contro le masse popolari, i comunisti devono avere un piano di guerra che recluta, forma e porta in battaglia ogni persona che l’indignazione e l’odio per la classe dominante e l’amore per la propria classe e il proprio paese spinge alla lotta.

  

2. L’esistenza e l’azione del (n)PCI che promuove la guerra popolare rivoluzionaria crea di fatto nel nostro paese due poteri.

Uno è il potere dei capitalisti. È quello che impone la miseria, la devastazione del paese, la disoccupazione, la partecipazione alle guerre di rapina e tutti i mali di cui soffrono le masse popolari. Oggi è il potere più forte, ma è un potere malato. I capitalisti hanno paura delle masse popolari, per sopravvivere imbrogliano e intossicano senza limiti le menti e i cuori delle masse, ricorrendo a ogni risorsa della tecnica e della scienza di cui dispongono.

L’altro è il potere delle masse popolari organizzate e in qualche misura già aggregate attorno al partito comunista. È un potere che esiste solo dove il Partito è già abbastanza radicato. Oggi quindi esiste a macchia di leopardo, in punti territorialmente isolati ma che operano secondo una linea e un piano comuni. Il nostro potere oggi è ancora debole, ma ha già una sua influenza anche sul resto delle masse popolari non ancora organizzate: illumina, convince, guida, porta a fare alcune cose. Ma, soprattutto, la resistenza delle masse popolari al potere dei capitalisti è il terreno da cui far nascere e sviluppare il nostro potere: questa resistenza è ovunque, è inesauribile e la borghesia qualunque cosa faccia non fa che alimentarla!

  Fare la rivoluzione socialista consiste nel rafforzare questo secondo potere, a scapito del potere dei capitalisti, fino a rovesciarlo. Per instaurare il socialismo, prima fase del comunismo, non bisogna aspettare che prima o poi scoppi una rivolta generale delle masse popolari. La rivoluzione socialista non è una rivolta generale che scoppia nel corso della quale i comunisti prendono il potere. Per instaurare il socialismo bisogna sviluppare e via via elevare la resistenza delle masse popolari alla borghesia e al clero, alle classi dominanti, portarle a organizzarsi e a costituire un nuovo potere, il potere delle masse popolari organizzate aggregate attorno ai comunisti. Il nuovo potere si serve di tutti i mezzi che le circostanze via via gli consentono di usare, per portare anche le masse popolari non ancora organizzate a fare fronte con i propri mezzi ai crimini dei padroni e delle loro autorità, a rimediare ai propri malanni, a fare quello di cui hanno bisogno e che le autorità non fanno.

In questi mesi il nostro paese è entrato in una fase nuova, più favorevole allo sviluppo della lotta delle masse popolari per liberarsi dalla miseria, dalla disoccupazione, dall’inquinamento, dalla guerra e da tutte le altre piaghe che da quarant’anni in qua, da quando si è esaurita la spinta del movimento comunista mondiale ed è iniziata la nuova grande crisi del capitalismo, la borghesia imperialista ha accresciuto senza sosta nel nostro paese e nel mondo. La novità della fase consiste nella costituzione del governo M5S-Lega, formato da gruppi e uomini che hanno un orientamento molto diverso dal nostro. Essi hanno orientamenti molto diversi anche tra loro, ma tra loro hanno in comune qualcosa che è di grande interesse per la nostra lotta: sono assurti al governo del paese in rottura con gli organismi che componevano il sistema politico delle Larghe Intese e non perché cooptati dai vertici della Repubblica Pontificia come forza governativa di ricambio, ma perché imposti dall’insofferenza di larghe masse popolari contro quel sistema. Per tener fede alle promesse che hanno fatto ai loro elettori, M5S e Lega dovranno entrare in collisione con il sistema finanziario internazionale che negli ultimi quarant’anni ha dettato legge nel nostro paese a spese delle masse popolari. Recalcitrano a farlo, ma dovranno farlo o scompariranno. Ma la conquista della sovranità nazionale, dell’indipendenza dal sistema finanziario internazionale è essenziale anche per la costituzione del Governo di Blocco Popolare che è l’obiettivo comune del (n)PCI e del P.CARC, sulla via verso l’instaurazione del socialismo. Loro ci aprono la strada o almeno ci mostrano gli ostacoli che dovremo eliminare. Per questo noi denunciamo i cedimenti e le esitazioni del governo M5S-Lega nella lotta contro il sistema finanziario internazionale e lo spingiamo a lottare.

D’altra parte per avanzare nella lotta che ha iniziato, se persiste questo governo ha bisogno che le masse popolari si mobilitino e si organizzino: recalcitra dal mobilitarle, ma ne ha bisogno e sempre più ne avrà. Quindi anche se i propositi del M5S, della Lega e del loro governo sono molto diversi dai nostri, nella sua attività pratica nonostante le sue esitazioni e le sue malefatte questo governo crea condizioni favorevoli alla costruzione del potere delle masse popolari organizzate, condizioni che sta a noi comunisti valorizzare.

Questo è alla base della linea che noi, promotori del nuovo potere, seguiamo nei confronti del governo M5S-Lega.

  

3. La rivoluzione socialista in corso ha due grandi tappe: lo spartiacque tra le due è la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Ognuna delle due tappe è caratterizzata da sue proprie attività.

* Prima tappa: creazione delle condizioni del Governo di Blocco Popolare. In questa tappa l’avvenuta costituzione del governo M5S-Lega potrebbe rendere opportuna un’ulteriore suddivisione, con passaggi intermedi. In generale l’irrompere della “sinistra borghese di nuovo tipo” potrebbe obbligarci a variazioni nella nostra tattica. Comunque nella prima tappa il lavoro di ogni organizzazione operaia e popolare (OO e OP) è incentrato sull’attuazione a livello locale, su scala conforme alle sue forze, di misure atte a rimediare, per forza di cose in modo parziale e precario, agli effetti della crisi generale del capitalismo che colpiscono le masse popolari:

  - impedire la liquidazione dell’apparato produttivo (contro la morte lenta prevenire il capitalista fino a soppiantarlo creando cooperative, forzando Amministrazioni Locali a subentrare al capitalista, aprendo la via a un capitalista che prende il posto del capitalista che lascia, imponendo al governo la nazionalizzazione - vedasi Le mille iniziative di base, in La Voce n. 44 pagg. 11-24);

- impedire il degrado sociale e ambientale;

- promuovere un lavoro utile e dignitoso per tutti;

- contrastare la povertà e il disagio (l’emarginazione) sociale;

- contrastare l’abbrutimento intellettuale e morale;

- migliorare il trattamento e la formazione dei bambini e dei ragazzi;

- favorire l’emancipazione delle donne e dei giovani;

- promuovere l’elevazione intellettuale e morale della popolazione;

- eliminare le zone di degrado materiale e sociale;

- contrastare la mobilitazione reazionaria delle masse popolari italiane contro gli immigrati e gli emarginati seguendo però (a differenza dei preti, delle ONG e dei gruppi umanitari della sinistra borghese) la linea di promuovere un processo che riguarda non solo immigrati ed emarginati ma tutti i lavoratori occupati (rendere stabili i precari, i lavoratori in appalto e in somministrazione), i lavoratori precari e “i lavoretti” (con agenzie pubbliche - comunali o ad altro livello - e cooperative), i disoccupati, i “poveri” (quelli che non possono permettersi beni e servizi necessari per una vita materiale e sociale dignitosa), gli abitanti delle periferie e dei quartieri degradati, il ceto medio impoverito, i giovani che non possono permettersi famiglia e figli, le donne oppresse, le persone socialmente e culturalmente arretrate, i bambini educati malamente.

Promuovendo questi rimedi, ogni OO e OP espande la sua attività (il suo potere) e si rafforza. In ogni punto, ad ogni passo avanti che il nuovo potere fa (cioè ogni volta che cresce la direzione di un organo del nuovo potere sulle masse popolari), esso costringe la borghesia, il clero e le loro autorità o 1. a fare un passo indietro (cedere terreno), o 2. a concedere e cercare di ristabilire il loro potere sulla base della nuova situazione (cercando di imporre sindacati di regime dove avevamo creato organismi dei lavoratori, facendo opera di intossicazione dell’opinione pubblica a fronte del suffragio universale che non riescono più a manipolare come loro conviene, alimentando il femminismo borghese a fronte della pari dignità di uomini e donne, ecc.), o 3. a reprimere o a fare una combinazione delle tre cose. Se le istituzioni del nuovo potere (i CdP e le OO e OP) comprendono bene la natura della nuova combinazione, certamente esse ne possono approfittare per fare un secondo passo avanti. Compito del CdP nei confronti di ogni OO e OP è usare il materialismo dialettico per individuare cosa la concreta OO-OP deve fare (il passo particolare, immediato), portare concretamente la OO-OP a farlo e fare scuola di comunismo. Qual è il passo particolare? Dipende dalla situazione particolare. Senza analisi materialistica dialettica del particolare (cioè collocandolo con le sue particolarità nel contesto temporale e sociale che si trasforma) è impossibile individuarlo. L’analisi generale della fase e del corso delle cose aiuta a (è indispensabile per) comprendere il particolare, ma il particolare è impossibile dedurlo dal generale.

  In questa prima tappa, il compito del Partito (di ogni CdP) ai fini della creazione del nuovo potere consiste 1. nell’individuare gli embrioni di OO e OP di azienda e fare crescere ogni embrione fino a che diventa una vera e propria OO e OP, 2. nel coinvolgere ogni organismo politico pubblico (tipo P.CARC, forze soggettive della rivoluzione socialista, frammenti del PRC, organismi della sinistra borghese, ecc.) a trovare gli embrioni e farli crescere, 3. nel dirigere ogni OO e OP a espandere e rafforzare il suo potere (“occupare e uscire”), 4. nel promuovere il coordinamento tra OO e OP, 5. nell’orientarle tutte a costituire il proprio governo d’emergenza per fare su scala nazionale quello che alla nascita ogni OO e OP fa su scala locale e quello che per sua natura può essere fatto solo su scala nazionale (es. nazionalizzazione dell’ILVA, dell’Alitalia, ecc.).

Nell’ambito di queste attività noi comunisti promuoviamo la lotta contro la vendita di aziende a gruppi stranieri, contro la delocalizzazione di aziende e reparti e alcuni ci accusano di nazionalismo. Siamo nazionalisti? Sì, nel senso che l’internazionalismo proletario consiste nella collaborazione e solidarietà tra popoli e nazioni sovrane. Senza sovranità nazionale vi è dominazione e oppressione dei gruppi imperialisti (globalizzazione, esportazione di capitali, libere scorrerie dei capitalisti (individuo, società o fondo d’investimento) nel mondo) e cosmopolitismo individualista (oggi ogni intellettuale di successo italiano ha incarichi anche negli USA, in Germania, in Cina, in Francia, in Inghilterra e altrove).

Le organizzazioni operaie e popolari devono far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia il proprio governo d’emergenza. Come? Sinteticamente si tratta di rendere il paese ingovernabile al punto che i vertici della Repubblica Pontificia devono accettare la costituzione del GBP. Esempi storici da cui trarre insegnamenti (in positivo e in negativo): ingresso del PCI nel governo Badoglio nel 1944, costituzione del governo dei partiti del CNL nel 1945 (governo Parri), subentro nel luglio 1960 del governo Fanfani III al governo Tambroni, costituzione del “governo del cambiamento” nel 2018.

La costituzione del GBP divide la prima tappa dalla seconda.

* Seconda tappa: lotta per difesa del GBP (resistenza all’aggressione dei gruppi imperialisti) ed espansione della sua attività. La seconda tappa della rivoluzione socialista incomincia con la costituzione del GBP, designato da OO e OP e composto da esponenti della sinistra borghese di vecchio tipo o di nuovo tipo: a questo punto è da vedere. Nella seconda tappa il lavoro di ogni OO e OP è incentrato sull’indicare al GBP le misure a cui deve dare forma e forza di legge a livello locale o nazionale, promuovere l’attività del GBP a prendere decisioni particolari e concrete conformi alle Sei Misure Generali (più la settima: vedasi in VO 59, pag. 69), verificare che gli organi locali dello Stato applichino lealmente le decisioni del GBP e indicare, isolare e neutralizzare i funzionari e gli organismi civili e militari che vanno epurati, mobilitare le masse popolari ad attuare direttamente le decisioni del GBP, prendere le misure (economiche, culturali e militari) necessarie a tutelare il GBP e il paese dall’attacco economico, commerciale, finanziario e militare e dalle operazioni sovversive della Comunità Internazionale e della borghesia imperialista, del clero e degli apparati statali che tradiscono, tramano, sabotano.

Lo sviluppo del ruolo politico delle OO e OP sarà comunque l’asse portante comune delle due tappe. Nel corso di esse, il nostro compito principale non sarà “l’elevazione della coscienza delle masse popolari” (come invece indicato in L’opposizione riparte dalla periferie 26.09.2018 - sito di Potere al Popolo aggiornamento del 29.09.2018), ma l’elevazione della coscienza di quelli che vogliono essere comunisti (donde l’importanza della propaganda) e lo sviluppo del ruolo politico delle OO e OP.

  Nel corso di questa seconda tappa della rivoluzione socialista (della guerra popolare rivoluzionaria) il Partito diventa gradualmente il centro dell’aggregazione delle masse popolari fino a che il suo prestigio è tale che esso assume la direzione del governo del paese e rinnova l’apparato statale: è la dittatura del proletariato. Le OO e OP diventano allora gli organi locali del nuovo Stato che subentra allo Stato della Repubblica Pontificia.

Per quel che riguarda la combinazione (unità e lotta) tra lo Stato della dittatura del proletariato e il sistema delle OO e OP in cui sfocia la rivoluzione socialista quando vince, rimandiamo all’opuscolo I primi paesi socialisti di Marco Martinengo (2003, Edizioni Rapporti Sociali), reperibile anche sul sito www.nuovopci.it (consultabile e scaricabile in formato pdf, open office e word).

Ernesto V.

  

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Il nostro piano d’azione schema sintetico

  

Il percorso generale è la Guerra Popolare Rivoluzionaria [MP cap. 3.3]: costruzione del nuovo potere, il potere delle masse popolari organizzate (classe operaia in testa) e aggregate attorno al partito comunista che culmina nell’instaurazione del socialismo. La costruzione del nuovo potere passa attraverso tre fasi: difensiva strategica, in cui l’obiettivo del partito è raccogliere forze rivoluzionarie, elevarne il livello ed estendere influenza e direzione del partito (1° fase); equilibrio strategico, in cui il partito forma proprie forze armate inquadrando militarmente una parte delle masse popolari e tramite il passaggio alla rivoluzione di una parte delle forze armate nemiche (2° fase); offensiva strategica (3° fase), in cui il partito è in grado di lanciare le proprie forze all’attacco per distruggere le forze nemiche e instaurare il nuovo potere in tutto il paese. È un percorso definito oggettivamente, legato alla natura della società in cui siamo: la società borghese che deve arrivare all’instaurazione del socialismo.

Il percorso generale lo abbiamo suddiviso in tappe dettate dagli sviluppi che ha avuto la rivoluzione socialista dopo il 1917 fino a oggi. La fase attuale parte con l’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (che si completa nel 1976), i tentativi falliti di ricostruzione del partito comunista (Nuova Unità e Brigate Rosse), l’inizio della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato (1985, Rapporti Sociali).

I passaggi sono stati i seguenti.

1. Creazione delle condizioni per la ricostituzione del partito comunista (1985-2004), che si suddivide in tre sottofasi: costituzione dei CARC (1985-1992), costituzione della Commissione Preparatoria (1992-1998), fondazione del (n)PCI (1999-2004). Con la costituzione dei comunisti in partito sulla base della loro unità ideologica e della riunione delle condizioni organizzative minime indispensabili per il funzionamento, si conclude il primo stadio della costruzione del partito.

  2. Secondo stadio nella costruzione del partito (conquista degli operai avanzati al partito comunista al fine di farlo diventare così, anche come composizione, l’avanguardia organizzata della classe operaia). Il (n)PCI elabora e attua il Piano Generale di Lavoro per la prima fase della guerra popolare:

a. consolidamento e rafforzamento del partito attraverso il potenziamento della struttura clandestina centrale e la moltiplicazione dei Comitati di Partito di base (cellule) e intermedi,

b. lavoro di massa consistente nel promuovere, organizzare, orientare e dirigere la lotta delle masse popolari su quattro fronti: resistenza alla repressione (1° fronte); intervento nella lotta politica borghese e in particolare irruzione nelle assemblee elettive e rappresentative (2°fronte); lotte rivendicative e proteste per strappare migliori condizioni di vita e di lavoro e difendere le conquiste strappate sulla scia della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (3° fronte); creazione di strumenti e organismi per soddisfare direttamente i propri bisogni ed estendere la propria partecipazione al patrimonio culturale della società (4° fronte).

Nel 2008, a seguito del precipitare della crisi generale nella fase acuta e terminale prima che il Partito avesse già raggiunto un certo grado di consolidamento e rafforzamento, abbiamo cambiato la linea tattica del nostro lavoro di massa e adottato la linea del GBP e della creazione delle condizioni necessarie alla sua costituzione.

Più in dettaglio, dal 2008 il percorso è, e salvo il sopravvenire di avvenimenti nuovi resta, la successione di due tappe divise tra loro dalla costituzione del GBP:

1. prima tappa: creazione delle condizioni del GBP,

2. seconda tappa: lotta per difesa del GBP ed espansione della sua attività.

Nel corso della seconda tappa ci saranno prima il passaggio al terzo stadio della costruzione del partito comunista (il partito è diventato e agisce come Stato Maggiore effettivo della classe operaia) e poi il passaggio della GPR alla seconda fase. La seconda tappa si chiuderà con l’instaurazione del socialismo.

Nell’avanzare, oltre a tradurre costantemente e da parte di ogni organismo del Partito il generale nel particolare da attuare concretamente, il tratto di percorso generale in corso potrà suddividersi in una successione di passaggi più minuti che sarà utile distinguere l’uno dall’altro.

Probabilmente l’allargamento della breccia creatasi in questi mesi nel sistema politico che ha governato in Italia e negli altri paesi imperialisti negli ultimi quarant’anni, costituirà una tumultuosa fase a sé all’interno della prima tappa sopra indicata.

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