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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - marzo 2019

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Saluto alla riunione del Settore Organizzazione del P.CARC


Cari compagni,

non è facile trovare le parole giuste, tanti sono i ricordi che mi legano a voi e tanto il lavoro che abbiamo fatto assieme per costruire la “macchina da guerra” del P.CARC, sperimentando, correggendo, scoprendo e avanzando (…) tanto mi avete insegnato e tanto mi avete dato: uscivo da ogni riunione centrale del Settore Organizzazione carico di ottimismo e di idee e, soprattutto, con una rafforzata fiducia nella trasformazione dei compagni e nella formazione dei quadri. Tutto questo, compagni, ha avuto un ruolo molto importante nella mia decisione di arruolarmi nel Centro del (n)PCI, oltre alla comprensione della strategia per fare dell’Italia un nuovo paese socialista (…)

Colgo l’occasione anche per entrare nel merito di alcuni aspetti inerenti il rafforzamento del Centro del Partito clandestino.

La scelta di rendere nota ai compagni, agli elementi avanzati e in generale alle masse popolari il nostro arruolamento è stata presa per renderla il più funzionale possibile ai fini della costruzione del nuovo potere. Stante il ruolo pubblico che io e Chiara avevamo, la polizia politica già ci “teneva sotto controllo”. Essa avrebbe scoperto dopo qualche settimana o al massimo dopo un mese che io e lei eravamo spariti dalla circolazione e avrebbe iniziato a cercarci. La ricerca ci sarebbe stata (bando all’ingenuità legalitaria!) ma la costruzione del nuovo potere si sarebbe giovata molto meno della nostra decisione.

Il Comitato Centrale del (n)PCI, con il nostro pieno accordo, ha deciso quindi di giocare d’attacco e di propagandare la nostra decisione per rafforzare la mobilitazione intellettuale e morale dei compagni del (n)PCI e del P.CARC, e probabilmente anche di altri, la spinta ad assumersi nuovi compiti, per rafforzare l’interesse degli elementi avanzati intorno alla Carovana del (n)PCI, per raccogliere nuove forze. In sostanza, abbiamo fatto del nostro arruolamento anche un’operazione di propaganda per infondere fiducia nella rivoluzione socialista in corso e per indebolire il nemico. Siamo in guerra e in ottica da guerra bisogna ragionare: in guerra rafforzare nel proprio campo la fiducia nella possibilità di vincere costituisce un aspetto fondamentale! L’esistenza del partito clandestino (da ben 20 anni!) e anche la nostra entrata in clandestinità infondono fiducia anche perché mostrano concretamente che il nemico non è onnipotente (non è una forza che tutto controlla e tutto dirige), ma ha dei punti deboli e lo possiamo anche “cogliere di sorpresa” (se guidati da una giusta concezione e linea e dotati della necessaria organizzazione, quindi uomini, risorse e mezzi).

C’è un aspetto inerente la dialettica (n)PCI e P.CARC che “serpeggia” nel P.CARC e nella prima cerchia, ossia “il (n)PCI (con l’entrata in clandestinità di due ex dirigenti del P.CARC) ci mette nei guai con la repressione”. Tenete conto che tra coloro che chiedono perché il (n)PCI ha reso nota la nostra entrata in clandestinità, ci sono anche quelli che hanno nella testa (senza dirlo) questo pensiero (questa paura, questo timore). Bisogna affrontare la cosa apertamente e serenamente, in ottica formativa, senza denigrare la paura della repressione.

Nel Saluto del (n)PCI al V Congresso nazionale del P.CARC, l’argomento è ben affrontato ed è utile usare questo orientamento nella formazione dei compagni: “Il (n)PCI è il retroterra sicuro per il P.CARC e per tutte le organizzazioni pubbliche, perché 1. con la sua esistenza scoraggia gli attacchi del nemico nei confronti delle organizzazioni pubbliche, 2. crea le condizioni per affrontarli efficacemente e rivoltarli contro di esso, 3. crea le condizioni per avanzare nella lotta per instaurare il socialismo indipendentemente da quale sarà l’azione svolta del nemico”.

In sintesi bisogna usare il dibattito che la nostra decisione ha contribuito a suscitare, per avanzare nella comprensione pratica della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, del perché il partito comunista deve essere clandestino e della dialettica, fondamentale e importantissima, tra i due partiti e, più in generale, tra il (n)PCI e le organizzazioni pubbliche che parteciperanno anch’esse alla rivoluzione socialista in corso.

Un forte abbraccio a tutti voi, compagni, e buon lavoro! Adelante!

Angelo D’Arcangeli