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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - luglio 2019

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La prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976): conquiste e incidenza nella lotta di classe di oggi


Il movimento comunista, sorto come movimento cosciente e organizzato nel 1848 con il Manifesto del partito comunista di Marx-Engels, nel secolo scorso ha preso la direzione della storia dell’umanità che è entrata nella fase della rivoluzione socialista. Nessun movimento politico, religioso o di altro genere prima di esso (compresi il cristianesimo, l’Islam e le rivoluzioni promosse dalla borghesia europea nel 1600-1800) aveva avuto uno sviluppo così rapido e vasto.

La Rivoluzione d’Ottobre (1917) mostrò che la rivoluzione socialista era possibile, che il proletariato poteva prendere il potere. Fu un avvenimento senza precedenti, che scosse tutto il movimento socialista e operaio e tutti i movimenti che nei paesi oppressi (colonie e semi-colonie) lottavano per la liberazione nazionale. Mao ha ben sintetizzato questa spinta proclamando: “I cannoni dell’Aurora hanno risvegliato la Cina!”. Vincere era possibile!

L’URSS di Lenin e Stalin fu la base rossa della rivoluzione proletaria mondiale: attraverso la sua opera e quella dell’Internazionale Comunista sostenne la nascita di partiti comunisti in tutto il mondo, lo sviluppo del movimento comunista, la rivoluzione di nuova democrazia nei paesi ancora semifeudali e comunque arretrati e, entro alcuni limiti, la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti.

Nascita di partiti comunisti. L’Internazionale al suo IV congresso (1922) contava già 58 partiti comunisti. Alla fine del 1950 i partiti comunisti operavano in 81 paesi e contavano più di 25 milioni di membri.

Costruzione del campo socialista. Nel 1949 il campo socialista si estendeva dal Mar Adriatico e dal Mar Baltico fino all’Asia (Mongolia, Cina e Corea del Nord). Nei paesi socialisti vivevano oltre 700 milioni di persone, più di un terzo dell’umanità di allora. L’onda rivoluzionaria sollevata dall’URSS durò anche dopo e nonostante la svolta dei revisionisti moderni di Kruscev (1956) e dei suoi successori. Il socialismo venne instaurato in altri paesi (Vietnam, Laos, Cambogia, Cuba).

Abbattimento del sistema coloniale. Il sistema coloniale e semicoloniale venne abbattuto e sorsero Stati indipendenti in Asia, in Medio Oriente, nell’Africa del Nord e in tutta l’Africa subsahariana fino all’eroica lotta antiapartheid dell’Africa del Sud. Potente fu lo sviluppo del movimento comunista e antimperialista anche in tutta l’America meridionale e centrale con molti sviluppi originali (dall’Argentina di Codovilla al Cile di Allende, dal Brasile di Prestes al Perù di Mariategui e di Sendero Luminoso, alla Cuba di Castro e Guevara, al Guatemala di Arbenz, al Nicaragua di Sandino e di Ortega, al Venezuela di Chavez).

Con l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976):

- quasi tutti i paesi socialisti sono, in misure e forme diverse, regrediti (vedere Le fasi attraversate dai primi paesi socialisti, cap. 1.7.3. del Manifesto Programma) verso il capitalismo (URSS, Repubbliche Popolari dell’Europa Orientale e dell’Asia) e altri paesi hanno “cambiato colore”. Tra questi la Russia e la Cina sono i casi più importanti, poiché stante la loro forza militare (Russia) ed economica (Cina) oggi costituiscono un ostacolo alle manovre con le quali i gruppi imperialisti della Comunità Internazionale dominata dagli USA cercano di far fronte alla nuova crisi generale del capitalismo;

- altri paesi sono stati ricolonizzati attraverso lo strozzamento economico (neo-colonialismo: il caso più emblematico sono i paesi africani) o con l’aggressione militare (invasione NATO della ex Jugoslavia e “guerre umanitarie” o “contro il terrorismo” in Somalia, Iraq, Afghanistan, Libia, Mali, Niger, ecc.);

- alcuni paesi restano in piedi e resistono all’imperialismo (gli “Stati canaglia”: dalla Corea del Nord, all’Iran, a Cuba, al Venezuela);

- in altri si sono sviluppati importanti movimenti anti-imperialisti, in alcuni casi diretti, stante la debolezza del movimento comunista, dal clero musulmano reazionario che negli anni ’50-’70 gli imperialisti USA avevano foraggiato contro l’URSS e il movimento comunista e che ora, per non perdere seguito, deve rivoltarsi contro i vecchi padrini: la prima ondata ha reso infatti ancora più intollerabili l’oppressione e la devastazione dei gruppi imperialisti.

L’aggravarsi della seconda crisi generale del capitalismo suscita in questi paesi un’accelerazione della lotta di classe e in questo processo confluisce tutto quello che la prima ondata ha fatto nascere.

Il Governo di Blocco Popolare prima e lo Stato socialista italiano poi si avvarranno di queste contraddizioni a livello internazionale per far fronte ai gruppi imperialisti e, con la propria azione, alimenteranno la lotta delle masse popolari di questi paesi e la rinascita del movimento comunista internazionale.

La sconfitta dei regimi nazi-fascisti e le conquiste strappate dalle masse popolari alla borghesia imperialista. Nei paesi imperialisti d’Europa e negli USA durante la prima ondata le masse popolari guidate dai partiti comunisti e dall’Internazionale Comunista hanno sconfitto e abbattuto i regimi nazi-fascisti che la borghesia aveva creato contro la rivoluzione socialista e con dure lotte hanno strappato alla borghesia imperialista una dopo l’altra diritti e conquiste di civiltà e benessere.

L’abbattimento dei regimi nazi-fascisti e le conquiste di civiltà e benessere hanno cambiato il senso comune delle masse popolari dei paesi imperialisti, a tal punto che il tentativo della borghesia di eliminare queste conquiste per far fronte alla nuova crisi generale del capitalismo approfittando dell’esaurimento della prima ondata, incontra una capillare resistenza spontanea tra le masse popolari: in Italia essa è il movimento oggettivo in cui la Carovana del (n)PCI interviene per promuovere la costruzione del nuovo potere delle masse popolari organizzate. La resistenza spontanea è la linfa inesauribile per lo sviluppo della rivoluzione socialista (Guerra Popolare Rivoluzionaria) nel nostro paese.

Marcella V.