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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII  marzo 2020

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano

Sui metodi di lavoro 

Relazioni tra istanze. Il Partito è un collettivo nel quale ogni quadro (ogni istanza) del Partito ha

1. un livello superiore costituito da un organismo o quadro che lo deve dirigere (a cui egli deve obbedire, a cui chiede direttive, al quale rende conto della sua attività e fa rapporti),

2. l’istanza di Partito della quale fa parte, il Comitato di Partito (CdP) ed eventualmente organismi di lavoro, commissioni,

3. un livello inferiore costituito da organismi o membri del Partito che egli deve dirigere (dare direttive su cosa fare, far crescere).

Inoltre fa direttamente (personalmente) lavoro esterno: agitazione (poche idee, un’indicazione sola per molti destinatari, diffusa a pioggia) e propaganda (molte idee per illustrare in modo esauriente una situazione o un tema a pochi destinatari ben mirati), lavoro organizzativo (relazioni, cura di contatti, formazione di organismi, ecc.), lavoro finanziario e altro. Ma questo fa parte del lavoro esterno, diretto agli elementi avanzati, a loro organismi, alle masse popolari.

Ogni quadro deve inviare al livello superiore del Partito il frutto del suo lavoro: sintesi del corso delle cose, bilancio degli avvenimenti, proposte, richieste. Eventualmente con allegati resoconti dettagliati o studi approfonditi: materiale ausiliario utile nel caso il livello superiore ritenesse necessario fare uno studio diretto della questione trattata. Ma l’essenziale del rapporto di un quadro con il livello superiore non è trasmettere la fotografia dettagliata di quello che fa e vede, ma trasmettere la sintesi e il bilancio, fare le proposte che ne ricava, chiedere orientamento.

I rapporti. I rapporti dei membri del Partito al proprio organismo (o quadro) dirigente non sono un elenco di informazioni. I rapporti che contengono solo o principalmente un elenco sistematico di informazioni o peggio ancora un’accozzaglia di informazioni e impressioni sono rapporti di basso livello. Il livello a cui un quadro deve arrivare è un rapporto che indica problemi e tendenze, un quadro scientificamente costruito.

Faccio un esempio: un rapporto sulla manifestazione nazionale del PC Rizzo del 18.01.2020 a Livorno per l’anniversario della fondazione del vecchio PC doveva indicare

- oratori: come gli oratori si sono schierati rispetto alle questioni rilevanti nel contesto particolare. Queste nell’ambito del particolare frammento del PRC (quello dei cercatori del “vero partito comunista”, dell’“unità dei comunisti”) riguardano la contraddizione tra 1. raccogliere gli appassionati al comunismo (quelli che hanno una visione positiva della prima ondata della rivoluzione proletaria, che hanno un legame ideale con il movimento comunista, un legame identitario) e i ribelli allo stato di cose presenti (arrivano al comunismo perché è l’antitesi dello stato di cose presente: “il padrone parla male del comunismo, io sono contro il padrone e quindi vedo favorevolmente il comunismo”): in sintesi ricostruire un partito grande e forte (ricostruire il primo PCI, il loro ideale è il primo PCI), oppure 2. costruire il nuovo Partito comunista basato sul superamento dei limiti che hanno portato il PCI all’impotenza rivoluzionaria (quella che già afflisse il PSI del 1892-1921) e poi al disfacimento quando venne meno la spinta dell’Unione Sovietica.

Attenzione che le questioni rilevanti le individuiamo noi (sulla base della concezione comunista del mondo e dell’analisi del corso delle cose), non sono quelle che l’oratore dice che sono importanti.

Un quadro non deve rapportare che gli oratori hanno parlato male dell’UE e altre cose simili che sono scontate, ma come gli oratori si sono schierati rispetto alle questioni rilevanti, se si sono schierati tutti allo stesso modo oppure se vi sono differenze e quali;

- pubblico: 1. quante persone erano, 2. chi erano (in termini di età, classe, provenienza geografica), 3. che atteggiamento avevano (erano entusiasti o meno, erano venuti con loro striscioni e altri materiali o no, ecc.), 4. che intervento hanno fatto i nostri e le reazioni.

Nei rapporti al livello superiore un quadro non deve raccontare i fatti, ma elaborare l’esperienza (“i fatti”) e fare sintesi (dai particolari ricavare, tramite l’analisi e la sintesi, il generale). Questa è l’azione del quadro verso l’organismo superiore (dal basso verso l’alto). È l’inverso di quello che il quadro fa quando dirige (opera dall’alto verso il basso): in questo caso il quadro deve tradurre il generale nel particolare dei compagni ai quali si rivolge e tenere conto più strettamente che ne è capace del concreto in cui ognuno dei singoli compagni riceve le sue direttive e le attua.

Ogni quadro deve inviare al livello inferiore del Partito che dirige il frutto del suo lavoro, ma in questo caso il frutto consiste in spiegazioni, direttive, richieste di informazioni o di opinioni, richiami all’ordine e cose affini. Il quadro non deve “inondare” (soffocare) il livello inferiore di tutto quello che il quadro vede e sa, ma dare quello che orienta il livello inferiore (segnatamente il particolare quadro o l’organismo a cui egli si rivolge) nella sua attività e lo fa crescere nella capacità di vedere, orientarsi e fare, quindi tiene conto della situazione concreta in cui opera. Criteri analoghi valgono per la formazione: l’opera diretta a far crescere il livello inferiore.

Sulla libertà di critica (Lenin Che fare? cap. 1, pag. 324 e seg. vol. 5 Ed. Riuniti 1958). Oggi, nella particolare situazione in cui si trova in Italia il movimento comunista, l’invocazione della libertà di critica è tipica di chi concepisce la lotta politica come opinione, come “sarebbe bello che fosse”, come interpretazione del mondo. È incompatibile con la pratica della lotta politica come trasformazione della realtà. Tra chi parla di muratura, ognuno può dire quello che vuole; per chi costruisce muri, la questione è imparare a costruire muri che stanno in piedi. Siccome piove, o costruisci un riparo o continui a infradiciarti; per costruire una casa, devi conoscere e seguire regole e criteri dell’edilizia, migliorarli se ne sei capace. Lo stesso vale per instaurare il socialismo e liberarti dal capitalismo.

Libertà e necessità. Faccio quello che mi piace o mi piace fare quello che occorre fare? Se non mi piace quello che occorre fare, entrano in campo la riforma intellettuale e morale (RIM) e i percorsi di critica-autocritica-trasformazione (CAT).

Alcuni compagni sono stati formati dalla dura esperienza della vita che hanno fatto a fare in ogni frangente quello che occorre fare per avanzare e gli piace: sono preziosi. Devono stare attenti che a loro può risultare difficile legarsi a quelli abituati a fare quello che gli piace, che oggi dopo il periodo (1945-1975) del capitalismo dal volto umano nei paesi imperialisti sono tanti e ancora di più quelli convinti di poter fare quello che vogliono solo perché succubi del primo dei 5 pilastri del sistema di controrivoluzione preventiva (Manifesto Programma cap. 1.3.3), vittime delle tre trappole (VO 54 pag. 17-19): fa borghesia fa credere a uno che è libero ma in realtà lo fa regredire verso lo stato animale, del predominio dell’istinto, del “va dove il cuor ti porta”, del “fin che la barca va lasciala andare, tu non remare”, ecc. Devono imparare a legarsi ai compagni vittime delle tre trappole e portarli a trasformarsi, approfittando delle circostanze che li spingono a trasformarsi. I primi quando non sono convinti della soluzione che viene loro offerta, cercano finché trovano la soluzione che li convince e allora la provano. Si sentono membri di un corpo, di un collettivo. Ed è così. Il capitalismo ha reso l’umanità un unico corpo, un unico tessuto di relazioni, come mai lo era stata. Ma la società borghese non può tradurre questo grande livello raggiunto dall’umanità in istituzioni sociali, in un sistema organico di relazioni sociali. Per la natura del modo di produzione di cui sono gli esponenti e funzionari, i capitalisti sono incompatibili con una società nella quale il libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libro sviluppo di tutti, quindi libera dagli antagonismi di classe e derivati (Manifesto del partito comunista 1848, fine del cap. 2). Ma per liberarci dal capitalismo, dobbiamo mobilitare e in misura crescente trasformare anche molti di quelli formati a “fare quello che piace”. Quanto ai metodi di lavoro, a conclusione di queste brevi particolari considerazioni indico i due opuscoli a cura di Marco Martinengo Problemi di metodo delle Edizioni Rapporti Sociali (1. del 2007 e 2. del 2008).

Nicola P.