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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII - novembre 2020

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La situazione internazionale e il nostro compito

Tutto il mondo è sottosopra, il sistema imperialista mondiale è sconvolto, i gruppi imperialisti hanno difficoltà crescenti a governare i singoli paesi e il sistema delle relazioni internazionali, le classi sfruttate e i popoli oppressi sono spinti dalle condizioni materiali a sollevarsi e a combattere. “Grande è il disordine sotto il cielo, la situazione è eccellente”, direbbe il nostro maestro Mao Tse-tung. Chi sa che il mondo doveva trasformarsi, il corso delle cose cambiare e il sistema imperialista finire, chi vuole trasformare il mondo, si trova nel suo elemento, nonostante le sofferenze a cui dobbiamo far fronte. Nostro dovere è non cedere alle difficoltà, non piegarci ai soprassalti di vario genere con cui la borghesia imperialista cercherà di contrastare il suo tramonto. Era nelle logica delle cose che all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria seguisse un’epoca di reazione nera e sfrenata: quest’epoca è alla fine. Mal ne incoglie a chi si giovava o addirittura godeva del corso delle cose prima della pandemia. Male si troverà chi vorrebbe che il corso delle cose riprendesse come prima, chi si illude che ritorneremo come prima. Chi continua a credere che la borghesia imperialista è forte, si scontrerà sempre più con la resistenza delle masse popolari.

La pandemia che sconvolge il mondo da un capo all’altro è uno dei risultati dell’unificazione del mondo (la celebrata globalizzazione, la libertà di circolazione dei capitali e di iniziativa dei capitalisti) operata dai gruppi imperialisti e dalle loro autorità e associazioni, costretti dalla sovrapproduzione assoluta di capitale. Risultato dell’opera dei gruppi imperialisti sono anche il disastro ecologico, il dissesto ambientale, la fame di fronte al cibo buttato nelle discariche, la distruzione dell’agricoltura nei paesi imperialisti e la distruzione delle foreste vergini per produrvi quello che gli agricoltori non riescono più a vendere, la delocalizzazione delle industrie che genera disoccupazione e precarietà nei paesi imperialisti, l’uso della scienza per imprese di ogni genere e per produrre oggetti di ogni specie, spesso inutili se non dannosi, ma non per liberare gli uomini dal bisogno, dalla fatica, dalle malattie e dalla sofferenza, le aggressioni militari e le guerre commerciali e finanziarie che si moltiplicano nel mondo. La privatizzazione dei sistemi sanitari, della ricerca scientifica, della produzione di medicine e apparecchiature sanitarie, il numero chiuso nelle università, l’abbrutimento del sistema scolastico e dell’istruzione, la privatizzazione della scuola pubblica completano e aggravano l’opera. Ne vediamo i risultati.

È quello che i gruppi imperialisti stante la loro natura potevano fare: i lupi non possono partorire bambini, sui rovi non nascono né ciliegie né fragole. È quello che stante la debolezza del movimento comunista cosciente e organizzato hanno potuto fare. La seconda crisi generale del capitalismo è iniziata all’incirca quarant’anni fa quando si è esaurita la prima gloriosa e liberatoria ondata di rivoluzioni, socialiste o di nuova democrazia, e la borghesia imperialista ha ripreso in mano la direzione delle cose nel mondo: prima per vari decenni i gruppi imperialisti avevano dovuto correre dietro al movimento comunista cosciente e organizzato, cercare di soffocarlo ricorrendo a guerre, aggressioni, delitti, congiure, concessioni e accorgimenti, facendo violenza alla loro natura, subendo e imponendosi “lacci e laccioli”. Essi hanno fatto di tutto per trarre profitto dalle debolezze intellettuali e morali del movimento comunista cosciente e organizzato.

Quelli che oggi nel mondo riaccendono la fiaccola della lotta rivoluzionaria per instaurare il socialismo, devono tener conto che sono principalmente i limiti nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe che hanno reso i nostri predecessori incapaci di continuare nonostante le grandi forze e il grande seguito di cui disponevano tra le masse popolari, la fiducia di cui godevano.

La buona volontà e la dedizione alla causa in tanti dei nostri predecessori non mancavano. Lo testimonia il numero dei martiri caduti da un capo all’altro del mondo combattendo nel corso della prima ondata: dall’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin, alla Cina di Mao Tse-tung, alla Resistenza contro il nazifascismo dei popoli di tanti paesi europei, al Vietnam di Ho Chi Minh, a Cuba di Fidel Castro, alle tante lotte anticoloniali dall’Africa all’Indonesia, alle generose lotte dei popoli di tanti paesi dell’America Latina.

Chi vuole rialzare la bandiera della rivoluzione socialista e di nuova democrazia deve tirare lezione da quei limiti e dalle sconfitte che ne sono derivate. Deve sforzarsi di capire le ragioni dell’esaurimento della gloriosa avanzata che aveva coinvolto gran parte dei popoli da un capo all’altro della terra. La buona volontà, la generosità, l’odio contro gli sfruttatori e gli oppressori, contro gli speculatori e i loro agenti e portavoce, l’amore per tutti gli oppressi e sfruttati sono sacrosanti e indispensabili. Ma non bastano alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato, alla vittoria e a trasformare il mondo.

La prima ondata delle rivoluzioni socialiste e di nuova democrazia ci lascia la dimostrazione pratica che il marxismo è la scienza finalmente scoperta delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia. Partendo dalla grande scoperta di Marx e di Engels, molti dirigenti della prima ondata, Lenin, Stalin e Mao Tse-tung sopra gli altri, hanno sviluppato su grande scala quella scienza e hanno tratto insegnamenti per noi preziosi dalle rivoluzioni che hanno diretto. Le nefandezze e le barbarie in cui i gruppi imperialisti hanno condotto il mondo dopo che ne hanno ripreso la direzione, era prevista da quella scienza e sono quindi anch’esse una conferma della verità di essa.

Il dominio che gli uomini hanno raggiunto sul resto della natura ha tolto molti limiti che la società borghese aveva ereditato dal passato, ma si trasforma in distruzione del mondo se gli uomini non si danno un sistema sociale ispirandosi alla scienza di se stessi e delle loro attività, un sistema all’altezza della forza che essi hanno raggiunto nel dominio sul resto della natura e nella comprensione di se stessi.

I primi paesi socialisti, dall’Unione Sovietica, ai paesi socialisti dell’Europa Orientale, alla Repubblica Popolare Cinese, alla RPD di Corea, al Vietnam e a Cuba hanno vissuto e incarnato più a fondo degli altri paesi i progressi della prima ondata. Gli insegnamenti della loro storia sono preziosi per chi vuole diventare comunista.

Quelli di alcuni paesi sono lezioni di dove porta aver pienamente subito l’esaurimento della prima ondata ed essere nuovamente diventati campo di libere scorrerie dei gruppi imperialisti o addirittura vittime della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti raggruppati nella NATO, nell’UE e in altre aggregazioni internazionali.

Quelli di altri paesi sono dimostrazioni della forza che persino nelle barbarie di oggi danno le conquiste raggiunte nel corso della prima ondata e in misura più o meno ampia a secondo dei paesi mantenute, nonostante l’abbandono del ruolo di base rossa mondiale delle rivoluzioni socialiste e di nuova democrazia. Nella gestione della pandemia da Covid-19 paesi come la Repubblica Popolare Cinese, Cuba, il Vietnam, la Repubblica Popolare Democratica di Corea hanno mostrato e mostrano la superiorità del sistema sociale e delle istituzioni creati nel corso della prima ondata.

Anche la nostra scienza, il marxismo-leninismo-maoismo, come ogni scienza, per essere applicata con successo deve essere tradotta con creatività e iniziativa nelle condizioni particolari di chi la applica: come avviene in ogni campo, per chi applica nella propria condizione particolare una scienza.

La situazione generale è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato con alla sua testa in ogni paese il Partito comunista. Nel dibattito franco e aperto che sviluppiamo e dobbiamo sviluppare con tutti quelli che di questo sono consapevoli e vogliono contribuire a quest’opera, noi membri del (nuovo)PCI dobbiamo far valere con chiarezza di argomenti che il carattere mondiale del passaggio dal capitalismo al comunismo non va inteso nel senso che l’instaurazione del socialismo deve o può avvenire contemporaneamente in tutti o almeno in un gran numero di paesi. Il carattere mondiale della rivoluzione socialista così inteso è in contraddizione con l’esperienza. I fautori della rivoluzione socialista mondiale così intesa hanno finito per contrastare la rivoluzione socialista in corso nel loro paese: Trotzki è stato il più celebre dei fautori di questa concezione e la sua storia è un monito per tutti quelli che aspirano a essere comunisti. La realtà ha mostrato che la rivoluzione socialista, l’instaurazione del socialismo è il risultato in ogni paese della lotta di classe condotta sfruttando nel concreto aspetti e risorse della realtà particolare del singolo paese. Sono i rapporti di scambio, collaborazione e solidarietà che ogni paese socialista deve e, proprio per la sua natura che esclude competizione e sfruttamento economico, può praticare con ogni altro paese disposto a praticarli, che realizzeranno il carattere mondiale del passaggio al comunismo.

Questa è la visione del sistema di relazioni internazionali con la quale promuoviamo la rivoluzione socialista nel nostro paese. Il processo che i comunisti devono favorire, in un rapporto di unità e lotta con tutti quelli che influenzano lo sviluppo della resistenza delle masse popolari, si compone quindi di due punti:

1. conquistare la sovranità nazionale scritta nella Costituzione del 1948 ma sacrificata prima alla NATO e poi anche all’UE;

2. creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare che stabilisca relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con tutti i paesi disposti a stabilirli.

Anna M.