La Voce 67 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - marzo 2021

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Che ruolo svolge il PCC nel movimento comunista internazionale?
Che ruolo ha la RPC nel sistema delle relazioni internazionali?

Le risposte a queste due domande per ogni comunista degno di questo nome sono importanti ai fini dell’attività che svolge nella lotta di classe. Sulle risposte a queste domande oggi nel movimento comunista cosciente e organizzato e nella sinistra borghese vi è grande divisione e per lo più un approccio superficiale.

È una forma di dogmatismo porsi la domanda se “la RPC è un paese socialista o un paese imperialista”: nel periodo storico dell’esaurimento della prima ondata e dell’epoca di nera reazione che ne è seguita, oltre a paesi socialisti e paesi imperialisti (e paesi succubi del sistema imperialista), esistono anche i primi paesi socialisti dove la lotta tra restaurazione o instaurazione graduale e pacifica del capitalismo e continuazione della trasformazione socialista è ancora in corso. È fuorviante porsi la domanda “la RPC è un paese capitalista o imperialista?”: bisogna comprendere e spiegare che ruolo hanno svolto e svolgono oggi in Cina le istituzioni e le relazioni sociali sorte nella fase socialista, che ruolo ha svolto finora e svolge oggi in Cina la borghesia, che ruolo ha il PCC nella lotta in corso nel mondo tra rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e lotta della borghesia per prolungare la propria esistenza.

Detto questo, bisogna anche precisare 1. che il contributo maggiore che il partito comunista italiano può dare alla rinascita del movimento comunista nel mondo e alla rivoluzione proletaria mondiale, sta nel promuovere la rivoluzione socialista nel nostro paese, 2. che la rivoluzione socialista in Italia è parte della rivoluzione proletaria mondiale, ma il suo corso è dettato principalmente dalle condizioni della lotta di classe in Italia e dalla comprensione che di queste ha il partito comunista che la promuove.

Fermo su questi giusti principi il (n)PCI si è occupato a fondo delle tesi universali del maoismo. Le Edizioni Rapporti Sociali (edizionirapportisociali@gmail.com) nei primi anni ‘90 hanno pubblicato le Opere di Mao Tse-tung in 25 volumi. Nella ricostruzione logica della storia del secolo scorso riportata nel nostro Manifesto Programma (2008), nel capitolo 1.7.3 (pagg. 87-88) Le fasi attraversate dai primi paesi socialisti, abbiamo collocato la RPC nella seconda fase (restaurazione o instaurazione graduale e pacifica del capitalismo). Ma finora il (n)PCI, dati i limiti delle nostre forze, si è occupato poco sia di stabilire rapporti con il PCC e di promuovere e orientare i rapporti tra organismi del movimento comunista cosciente e organizzato italiano e quello cinese, sia delle relazioni della borghesia italiana e la sua Repubblica Pontificia con la RPC e il PCC. Nell’Indice Generale degli articoli di VO (http://www.nuovopci.it/voce/la-voce-ind-art.html) gli articoli dedicati all’analisi in questo campo sono pochi.(1)

 

1. VO 22 marzo 2006 Il ruolo della rivoluzione cinese nella rivoluzione comunista mondiale e L’invasione cinese; VO 50 luglio 2015 La Cina non è vicina

 

Man mano che le nostre forze crescono e la nostra attività si allarga, ce ne occuperemo più in dettaglio. Numerosi sono in Italia i centri e i gruppi che traducono testi e hanno relazioni con la RPC e il PCC. Tra essi emerge MarxVentuno (http://www.marx21.it). Ci dobbiamo avvalere anche del loro lavoro, avendo però cura di collocare RPC e PCC nel contesto storico in cui operano: l’epoca della rivoluzione socialista e della decadenza del capitalismo che inizia negli ultimi decenni del secolo XIX (la Comune di Parigi fu l’araldo di questa epoca) e, all’interno di questa, nell’epoca di nera reazione seguita all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976).

Antonio G.