La Voce 69 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - novembre 2021

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Allargare e rafforzare la difesa, per sviluppare ed elevare l’attacco!

Il partito comunista deve essere strategicamente all’attacco


Il principale obiettivo dei comunisti è instaurare il socialismo (prima fase del comunismo), con cui inizieremo anche a mettere fine ai mali del capitalismo. Noi comunisti siamo le levatrici del nuovo mondo del comunismo di cui la società borghese è gravida. Ma instaureremo il socialismo facendo leva sulla resistenza e sull’opposizione contro ognuno dei numerosi, diversi e anche contraddittori problemi che assillano le masse popolari, ognuno dei quali direttamente o indirettamente è il risultato del protrarsi del dominio della borghesia imperialista, della fase di decadenza del sistema capitalista.

Dall’inizio del secolo scorso, 120 anni fa, siamo nell’epoca della rivoluzione proletaria; dal 2008 siamo nella fase terminale della seconda crisi generale del sistema capitalista per sovrapproduzione assoluta di capitale.(1) È questo il contesto dell’attività di noi comunisti. Questo è il contesto rispetto a cui noi comunisti dobbiamo valutare la linea che seguiamo, gli errori e le deviazioni da combattere. Bando a chi sostituisce la critica con la reciproca tolleranza di errori e deviazioni, mette tutto sullo stesso piano in nome dell’unità: per unirsi bisogna praticare la critica e l’autocritica. Possiamo vincere, ma seguire la linea giusta è la condizione indispensabile per vincere.


1. La crisi attuale: crisi per sovrapproduzione di capitale in Rapporti Sociali n. 0-settembre 1985, Ancora sulla crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale in Rapporti Sociali n. 5/6-gennaio 1990 e Marx e la crisi per sovrapproduzione di capitale in Rapporti Sociali n. 8-novembre 1990.


L’instaurazione del socialismo, prima fase del comunismo, deve essere l’obiettivo della lotta degli operai, degli altri proletari e del resto delle masse popolari. In ogni paese il partito comunista è promotore e dirigente della loro lotta. Marx ed Engels ricavarono questa indicazione dalla scienza delle attività con le quali gli uomini hanno fatto e fanno la loro storia. “Il movimento è tutto, il fine nulla” è stata la risposta che i riformisti hanno opposto all’indicazione di Marx ed Engels. Edward Bernstein, revisore del marxismo, è stato il loro maestro. Sono ancora oggi le due linee che si contendono la direzione del campo delle masse popolari, a fronte del catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista da quando circa quarant’anni fa ha ripreso nelle sue mani la direzione del mondo, a seguito dell’esaurimento della prima ondata (1917-1976) della rivoluzione proletaria che la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre in Russia nel 1917 aveva sollevato nel mondo intero.

Essere all’attacco significa attuare un piano elaborato per mobilitare e dirigere gli operai, gli altri proletari e il resto delle masse popolari a passare via via dalla resistenza spontanea e dalle lotte per difendere quello che resta delle conquiste strappate alla borghesia durante la prima ondata e per far fronte ai nuovi mali che la borghesia imperialista infligge per prolungare l’esistenza del suo sistema sociale nonostante la crisi generale del capitalismo, alla lotta per instaurare un proprio governo.

Essere strategicamente all’attacco permette

- di intervenire per svilupparle in tutte le lotte di difesa delle masse popolari, anche in quelle promosse o cavalcate dalle forze reazionarie,(2)

- di operare anche nelle istituzioni e negli organismi del campo nemico,

- di far fronte agli attacchi repressivi in un’ottica offensiva, cioè non solo per parare i colpi ma in modo da far avanzare la nostra lotta: rafforzare il campo delle masse popolari e allargare le crepe nel muro del potere della borghesia imperialista,

- di riprendersi dopo ogni sconfitta, correggendo i nostri errori e superando i nostri limiti che l’hanno causata.

Essere all’attacco è praticare la tattica-piano sostenuta strenuamente da Lenin (a iniziare dal Che fare? del 1902) contro i praticanti della tattica-processo (far fronte alle situazioni man mano che si presentano). È scontato che bisogna calibrare e modificare il nostro piano d’azione adattandolo alle circostanze concrete. Ma chi non ha un suo piano d’azione (ovviamente elaborato con scienza in base all’inchiesta) da attuare adattandolo alle circostanze, che cosa adatta alle circostanze concrete? In realtà reagisce meglio che è capace alle circostanze, naviga a vista, cioè è succube di chi dirige il corso delle cose.


2. Nello scritto Due utopie (del 1912, ma pubblicato per la prima volta nel 1924), Lenin riferendosi alla Russia del tempo illustra le due concezioni, quella (da noi in Italia tipicamente clericale) che guarda al passato e quella (da noi in Italia riformista o fascista) che non va oltre l’orizzonte del capitalismo, che hanno ispirato le forze reazionarie negli ultimi 120 anni (Lenin, Opere complete vol. 18, Editori Riuniti 1966, pagg. 340-344).


Il (nuovo)PCI ha esposto il piano d’attacco conforme alla caratteristiche particolari dell’Italia, in termini generali nel suo Manifesto Programma (pubblicato nel 2008) e in termini più dettagliati nell’Avviso ai naviganti 7 del 13 marzo 2012 completato dall’articolo di VO 59 (luglio 2018) Il programma statale della rivoluzione socialista in corso e una lettera: la linea del Governo di Blocco Popolare (GBP). In esso abbiamo indicato 1. le tre condizioni che da allora stiamo portando le masse popolari a realizzare (rafforzare ed estendere le lotte difensive, far costruire organizzazioni operaie e popolari, portarle a coordinarsi su scala locale, nazionale e tematica) per costruire nel paese il proprio sistema di potere e 2. la quarta condizione (rendere il paese ingovernabile) per costringere i vertici della Repubblica Pontificia (RP) a ingoiare come rimedio provvisorio la costituzione del GBP. La difesa dell’esistenza del GBP dai tentativi di rivincita dei vertici della RP e lo sviluppo della sua attività facendo fronte all’aggressione dei gruppi imperialisti italiani e stranieri (NATO, UE e Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti) affermerà la direzione del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) con alla testa il partito comunista e porterà a instaurare il socialismo.


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Il socialismo

Contro i tanti discorsi fumosi o retorici in circolazione, precisiamo che per socialismo intendiamo una società in cui 1. il potere è nelle mani degli operai e degli altri proletari organizzati nel partito comunista o attorno ad esso nel movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO), cioè vige la dittatura del proletariato, 2. l’attività economica della società è gestita dalle pubbliche autorità in base a un piano elaborato per soddisfare i bisogni delle popolazione, della difesa del paese e delle relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con gli altri paesi, 3. le risorse della società sono dedicate senza riserve a promuovere la partecipazione delle masse popolari alle attività specificamente umane dalle quali da sempre le classi dominanti le hanno escluse.


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Quello che è importante nel corso delle cose dei mesi trascorsi e negli eventi di questi giorni, nelle iniziative dei lavoratori della GKN di Campi Bisenzio con il loro Collettivo di Fabbrica e nelle dimostrazioni di piazza e di strada, è che la mobilitazione degli operai, dei proletari, di tutte le masse popolari si è allargata e la protesta è salita di tono. Bisogna continuare, ognuno nel suo campo e negli altri in cui è capace di arrivare. La difesa, le mille operazioni e iniziative con le quali le masse popolari si difendono da ognuna delle misure scomposte e contraddittorie dei gruppi imperialisti e delle loro autorità è la base possente della rivoluzione socialista in corso, dell’opera che gli elementi più avanzati promuovono e tra di essi i comunisti con maggiore consapevolezza e più avanzata comprensione delle condizioni della lotta in corso e della via, fatta di fasi e di tappe, da seguire per arrivare a instaurare il socialismo, il salto di cui le masse popolari hanno bisogno. Il passo avanti che gli organismi, i gruppi e gli individui più avanzati devono fare è elevare e rafforzare l’attacco, estendere la rete del nuovo potere, del potere delle masse popolari organizzate, moltiplicare gli organismi e i gruppi del movimento comunista cosciente e organizzato, contribuire al consolidamento e rafforzamento del Partito comunista, Stato Maggiore della guerra popolare rivoluzionaria (GPR) in corso.

Gli organismi e i gruppi che compongono il MCCO quale oggi è, la mancanza di unità, le contraddizioni tra essi, gli errori nelle concezioni e le arretratezze nei sentimenti con cui ognuno di essi guida la sua azione ci sono (il P. CARC per ora è un caso unico),(3) sono un freno, ma non ci devono spaventare (ricordiamoci che Bordiga contribuì alla nascita del PCI di Gramsci): la cosa principale è che sono sorti, altri ne sorgono e vanno avanti. L’immagine più realistica della struttura organizzativa, l’immagine con la quale noi comunisti dobbiamo orientare i nostri sentimenti e la nostra attività verso i componenti del MCCO è quella di una montagna al cui vertice sta lo Stato Maggiore (SM) della guerra popolare rivoluzionaria, il nuovo Partito comunista. Tutti quelli che si staccano dalla piana triste e paludosa sottoposta al corso catastrofico delle cose imposto dalla borghesia imperialista e intrisa delle iniziative e manovre di diversione dalla lotta di classe, di intossicazione, di abbrutimento messe in opera dalla borghesia imperialista e dal suo clero tramite gli istituti del regime di controrivoluzione preventiva e s’incamminano salendo lungo le coste della montagna, nonostante limiti e arretratezze che frenano il loro cammino, vanno verso lo Stato Maggiore e ognuno di essi contribuisce in una qualche misura sua propria all’opera che lo SM promuove, la GPR. Alcuni arriveranno alla cima e altri no, alcuni rinunceranno e perfino arretreranno e diserteranno. Anche questo è negativo, ma è secondario. L’importante è che altri proseguono e altri ancora si staccano dalla piana triste e paludosa e si incamminano sulla montagna. Quanto più cresce il numero di quelli che salgono, quanto più sono quelli che arrivano in alto e quanto più in alto arrivano, tanto più la GPR si rafforza.


3. I tre aspetti che fanno del P.CARC un caso finora unico sono l’accettazione del Manifesto Programma del (n)PCI, l’avere in campo politico l’obiettivo della costituzione del GBP, l’aver inserito nel proprio Statuto che un membro del P.CARC può essere anche membro del (n)PCI (per approfondimenti: A proposito dell’“unità dei comunisti” in La Voce 59, pag. 28).


Ogni iniziativa antipopolare dei gruppi imperialisti (vedi licenziamenti, delocalizzazioni, sfratti, manomissione delle misure di sicurezza sul lavoro, produzione di vaccini inutili se non dannosi, produzione e vendita di armi, messa in cantiere di grandi opere inutili se non dannose, speculazioni d’ogni genere, produzione e dispersione di rifiuti nocivi, riscaldamento climatico, devastazione dell’ambiente, ecc.), ogni misura reazionaria delle loro autorità (vedi spedizioni ed esercitazioni militari, arresti, denunce, abolizione delle restrizioni poste alla libertà dei padroni, la prescrizione stile Catarbia dei loro reati, la neutralizzazione stile Brunetta delle ispezioni nelle aziende, la protezione dei loro paradisi fiscali e della loro evasione dalle imposte, i divieti di accesso ai luoghi di lavoro e agli spostamenti in nome del Green Pass e altre misure simili), le loro dichiarazioni di buoni propositi senza seguito pratico (vedi G20 di Roma, COP 26 di Glasgow, conferenza di Parigi sulla Libia e gli altri bla bla bla) e le loro menzogne su successi sicuri a venire nel prossimo futuro (aumento del PIL mentre crescono disoccupazione e lavoro precario, riduzione del debito pubblico mentre cresce il disavanzo annuo dello Stato, ecc.) hanno contribuito ad allargare e a rafforzare l’indignazione e la mobilitazione delle masse popolari. Ben vengano anche le denunce veementi o piagnucolose della sinistra borghese e le loro inutili esortazioni a padroni e autorità (gli autori per loro natura obbligati del malandare delle cose) a fare altro, diversamente o meglio. Il malcontento, il malessere, la disobbedienza, l’indignazione e il distacco dalla classe dominante si sono estesi tra le masse popolari. Ne sono espressione le iniziative di piazza e di strada ma anche l’astensione nelle elezioni comunali di ottobre: al 1° turno in 1.340 comuni (circa 12 milioni di elettori) ci sono stati il 47% di astenuti, poi al 2° turno in 88 di essi (grandi comuni con circa 5 milioni di elettori) ci sono stati il 56% di astenuti stante la minore incidenza delle relazioni familiari e dei controlli.


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Il piano del capitale


Il governo Draghi e le altre autorità della borghesia imperialista rendono la vita via via peggiore per le masse popolari. Alcuni effetti (devastazione dell’ambiente, riscaldamento climatico, pandemie e altri) colpiscono tutti, anche gli esponenti del campo imperialista. I capitalisti non possono che fare così: ogni capitalista deve far crescere il capitale che lui amministra, in contrasto non solo con i lavoratori e il resto delle masse popolari ma anche con gli altri capitalisti. La società che essi dominano segue il corso che risulta dalla combinazione scoordinata delle iniziative e dei piani dei singoli capitalisti e delle loro istituzioni e autorità. Non esiste un piano del capitale! Esistono migliaia e a livello mondiale alcuni milioni di gruppi imperialisti e ognuno di essi fa i suoi piani, prende le sue iniziative. Le loro autorità se non cercano solo di arricchirsi personalmente (donde il dilagare di corruzione, paradisi fiscali e simili), assecondano i progetti chi dell’uno, chi dell’altro, ora dell’uno ora dell’altro. Il risultato è il corso catastrofico delle cose al quale le masse popolari oppongono mille forme di resistenza. Cresce la resistenza delle masse popolari, anche se mille dichiarazioni di buoni propositi di autorità, preti e capitalisti e di intellettuali corrotti o stupidi in qualche misura attutiscono gli effetti del caotico dilagare dei mali che le colpiscono. Noi comunisti dobbiamo rafforzare la resistenza delle masse popolari, fare di ogni episodio di essa una scuola di comunismo (MP nota 30), far crescere sempre più in essa una forza capace di attaccare.


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I motivi per cui il movimento comunista cosciente e organizzato che si sviluppò con forza nei paesi imperialisti lungo la prima parte del secolo scorso (dopo il 1918 in Germania e in Italia; dopo il 1929 negli USA, nel 1936-1939 in Spagna; negli anni ‘40 in Francia e in Italia) e i partiti comunisti che erano alla sua testa e lo spronavano non hanno instaurato il socialismo ed eliminato il capitalismo ma si sono limitati a strappare conquiste che poi la borghesia ha iniziato a eliminare man mano che la prima ondata della rivoluzione proletaria si esauriva, si riassumono nel rispondere colpo su colpo, restare sulla difensiva anziché passare all’attacco. La destra impersonava questo limite, la sinistra non sapeva andare oltre. È la sostanza della critica che Zdanov fece alla direzione del PCI di Palmiro Togliatti e al PCF di Maurice Thorez nella riunione di fondazione del Cominform nel settembre del 1947. PCI e PCF nella primavera 1947 si erano lasciati cacciare dai rispettivi governi anziché essere loro a prenderli sempre più in mano e cacciare i reazionari e i conservatori ostinati, facendosi senza scrupoli forti del seguito e dell’adesione che avevano tra le masse popolari.

Lo Stato Maggiore non era all’altezza del suo compito. Non era la dedizione che mancava, ma una comprensione abbastanza avanzata delle condizioni e della forma della lotta di classe e dei risultati raggiunti.


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Crescita del PIL e capitale finanziario e speculativo

La contabilità nazionale è stata un grande ramo della scienza della società, sottoprodotto dell’economia classica, ma proprio Keynes, noto esperto di essa, ha spiegato la deformazione che ne ha fatto l’economia volgare: io ho una domestica e le pago un salario che confluisce nel PIL; se ci sposiamo non le pago più il salario e il PIL diminuisce; se divorziamo, riprendo a pagarle il salario e il PIL aumenta. Per approfondimenti in proposito: 1. Vecchi bisogni e “nuovi bisogni” cap. 3 pagg. 110-114 in I fatti e la testa, 1983 www.nuovopci.it e 2. PIL mondiale e capitale finanziario (di Dante Goffetti) in Transform Italia rivista online di Sinistra Europea - http://www.transform-italia.it, riprodotto anche in questo numero di VO, a pagina 37.


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È quindi evidente l’importanza del materialismo dialettico come metodo per conoscere e trasformare e della teoria (concezione del mondo, bilancio, analisi del corso delle cose, linea generale e linee particolari) che lo SM impersona e sviluppa e con cui guida la sua attività, condizione della vittoria generale. In questo rientra anche la comprensione delle condizioni della continuità della sua opera, la clandestinità dello SM e della sua rete di relazioni e contatti, aspetto essenziale del ruolo che svolge. Il limite non superato da Gramsci in Italia, da Luxemburg e Liebenecht e poi da Thaelmann in Germania, da Zachariadis in Grecia e da altri grandi ed eroici dirigenti. Se a un esercito il nemico taglia lo SM, l’esercito va alla sconfitta. Uno SM non si improvvisa, neanche in una situazione rivoluzionaria in sviluppo.

Possiamo e dobbiamo fare in modo che la difesa rafforzi l’attacco. Gli esponenti della sinistra borghese, gli opportunisti e i deboli denunciano, inveiscono, maledicono, piagnucolano. Noi comunisti dobbiamo elaborare e realizzare un piano realistico di attacco, trasformare in misura via via più estesa la difesa in attacco. Ogni difensore può diventare un’attaccante. Chi combatte per difendersi può diventare un combattente d’attacco.

Sta a noi comunisti farlo diventare quello che può diventare!

Ernesto V. e Umberto C.