La Voce 69 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - novembre 2021

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Sul lavoro in campo nemico

Avere fiducia in noi stessi e nelle masse popolari!


In vista della manifestazione contro il G20 del 30 ottobre (e dopo che il 9 ottobre a Roma un gruppo di fascisti di Forza Nuova scortati da alcuni agenti della Digos avevano assaltato la sede della CGIL), il Comitato Centrale ha diffuso un Comunicato (il n. 33/2021 del 27 ottobre 2021 - www.nuovopci.it) in cui faceva appello “agli agenti delle Forze dell’Ordine che intendono agire secondo coscienza e attenersi fedelmente ai principi costituzionali di impedire che il governo Draghi faccia provocazioni e manovre poliziesche contro i cortei del 30 ottobre a Roma e di smascherare infiltrati e provocatori assoldati per questo infame compito”.

Una compagna del P.CARC il 29 ottobre ci ha mandato il seguente commento inviatole da un militante del SI Cobas vicino agli ambienti anarchici, facendoci presente che il compagno era intervenuto quest’estate al dibattito della Festa nazionale della Riscossa Popolare del P.CARC sul ventennale del G8 di Genova (fu infatti coinvolto negli scontri e venne condotto a Bolzaneto) e che avrebbe partecipato come relatore al dibattito della Festa della Riscossa locale, in programma per sabato 6 novembre alla Casa Rossa di Spoleto, con tema proprio i 20 anni dal G8 di Genova e a cui avrebbero partecipato anche alcuni compagni anarchici che sono sulle sue stesse posizioni. “Agli agenti delle forze dell’ordine... non ho parole. Gli sbirri non possono fare altro, come i padroni non possono smettere di sfruttare. È l’abc. Per questi motivi i CARC vengono spesso esclusi o guardati con sospetto. Se dici che lo Stato è della borghesia e poi gli chiedi di stare dalla parte degli operai, il tuo discorso è fallace (oltre che schifoso, scusa è che questo appello mi fa vomitare, è più forte di me).

Gli sbirri come i padroni esprimono una funzione sociale, non sono buoni o cattivi, i singoli non contano. Se uno sbirro (o un secondino, un militare, ecc.) smette di obbedire non è più uno sbirro, punto. Questo mi sembra ovvio. L’appello avrebbe un senso se invitasse a disertare (mi sembrerebbe infantile e ingenuo, ma avrebbe un senso). L’appello non è a disertare, ma ad attenersi alla Costituzione, come se la costituzione borghese, repubblicana e antifascista, non fosse la cornice scelta dalla borghesia per amministrare il nuovo corso. Ti ho detto che partecipo a questa iniziativa sul G8 e lo faccio. Ma, dopo questo appello, non senza imbarazzo”.


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Cara compagna,

molto bene che alla FRP a Spoleto parteciperà il compagno di cui scrivi, anche se dirà cose analoghe a quelle che ti ha scritto contro il Comunicato CC 33 del 27 ottobre 2021. L’importante è non sorvolare sulle critiche o smussarle, ma sviluppare in modo chiaro e fino in fondo la discussione. In questo modo il dibattito servirà forse anche a lui, ma certamente ad altri compagni che pensano all’incirca come lui, a capire cosa fare per far avanzare la rivoluzione che farà dell’Italia un paese socialista, la rivoluzione socialista che noi comunisti promuoviamo. L’Italia che diventa socialista, significa che il mondo cambia, che migliaia e milioni di lavoratori cambiano, diventano quello che oggi non sono: prendono in mano il paese, hanno fiducia in se stessi, nei loro compagni e nel partito comunista, sono membri di organismi del movimento comunista cosciente e organizzato e alcuni anche del partito comunista. Se il mondo non cambiasse o cambiasse solo in peggio, l’Italia non diventerebbe mai un paese socialista. Chi pensa che la vittoria della rivoluzione socialista è impossibile, non milita per instaurare il socialismo, è passivo, si lamenta o denuncia che il mondo va male, è disfattista (e alcuni anche peggio). Oppure si dedica ad azioni militanti per “colpire il nemico di classe” sperando in questo modo di “spronare all’azione le masse che non si muovono”.

Che un rivoluzionario possa diventare un traditore, un infiltrato, uno spione, un revisionista, chi ti ha scritto che è schifato del Comunicato CC 33/2021 lo sa e lo ritiene del tutto possibile. Che un agente del campo nemico possa diventare un rivoluzionario, tradire i suoi padroni carnefici delle masse popolari, diventare un infiltrato e agente del partito comunista e della rivoluzione socialista in campo nemico: questo chi ti ha scritto pensa che è impossibile. Invece Lenin più di un secolo fa in Che fare? (1902) scriveva che il movimento rivoluzionario doveva promuovere la presenza e l’attività di suoi agenti in ogni parte della società, anche nel campo nemico: e di rivoluzione socialista Lenin ha dimostrato di intendersene. Noi impariamo anche da Lenin, oltre che da Marx, Engels, Stalin, Mao e da altri che hanno dimostrato di saper promuovere la rivoluzione e portarla alla vittoria. Chi non ha mai fatto alcuna rivoluzione, tanto meno una rivoluzione vittoriosa, se vuole far qualcosa di buono deve imparare da loro prima di predicare e insultare.

Del lavoro degli agenti comunisti in campo nemico ne parliamo in dettaglio in VO 58 (pagg. 70-71) e in VO 59 (pagg. 21-26). In Italia lo Stato nemico oggi impiega (vedi VO 68 pag. 7) più di 5 milioni di adulti. Tra essi più di mezzo milione li impiega nelle Forze dell’Ordine, nelle Forze Armate e nei Servizi pubblici e segreti. Sul sito del (n)PCI trovi anche schede dettagliate della composizione di alcuni dei corpi delle FdO e delle FFAA; su Internet sapendo cercare e leggere si trovano tutte le informazioni che servono. La stragrande maggioranza di quelli che si sono arruolati in questi corpi e prestano servizio a livelli poco pagati, provengono dalle masse popolari. Si sono arruolati per avere un reddito, per sfuggire alla disoccupazione e al precariato. Hanno legami di vicinato e di parentela con membri delle masse popolari, le loro famiglie appartengono alle masse popolari. La scuola alla quale lo Stato li sottopone cerca di abbrutirli violando la Costituzione della Repubblica Italiana (1948) e con alcuni ci riesce. Ma tutti o gran parte di essi soffrono dell’oppressione e delle angherie compiute dallo Stato borghese contro le masse popolari, subiscono il malandare generale della società. Basta pensare ai militari vittime dell’uranio impoverito.

Quanto alle Costituzioni redatte nei paesi europei dopo la vittoria della Resistenza (1943-1945), è noto che un deputato socialista alla Costituente francese ai suoi soci che si lamentavano di quello che i comunisti scrivevano, disse: “Lasciateli scrivere: oggi non abbiamo la forza per impedirlo, la gente è con loro e fin che si accontentano di scrivere... Dopo vedremo come andranno le cose!”. E infatti siccome i partiti comunisti non sono andati più avanti, in Italia non sono andati oltre la svolta di Salerno (1944) e il governo Parri (1945) e si sono perfino lasciati cacciare dal governo (maggio 1947) e comunque non hanno instaurato il socialismo, molti punti della Costituzione della Repubblica Italiana non sono stati applicati, altri (vedi l’art. 11) sono sistematicamente e sfrontatamente violati, alcuni (vedi creazione delle Regioni) sono stati applicati solo quando il movimento comunista aveva perso forza non solo in Italia ma in tutto il mondo e il PCI oramai collaborava sfrontatamente con la DC e lo Stato. Questo conferma che darsi come obiettivo l’applicazione della Costituzione non basta. In definitiva l’applicazione della Costituzione serve solo come strumento per mobilitare e organizzare e andare al sodo: prendere il potere. Bisogna aver chiaro che tutto cambia: ognuno è quello che è, ma è anche quello che in condizioni adatte può diventare. Bisogna aver chiaro qual è il ruolo dell’individuo nella storia (vedi VO 68 pagg. 83-86).

Ma consideriamo fatti reali. In campo nemico, tra i corpi addetti alla repressione e alla guerra, non ci sono proteste e formazione di sindacati, non ci sono stati diserzioni e ammutinamenti? Ogni cosa si trasforma, milioni di esseri umani sottomessi al padrone e credenti in dio passano nel campo dei malcontenti e persino dei rivoluzionari se il partito comunista fa quello che deve fare. Durante la Resistenza (1943-1945) Davide Laiolo (autore di Il voltagabbana) da funzionario del Partito Nazionale Fascista divenne un comandante di Partigiani e non fu il solo. Durante la Guerra di Spagna (1936-1939) gli italiani del V Reggimento (La guerra di Spagna, il PCE e l’Internazionale Comunista, ERS) indussero a disertare soldati italiani che Mussolini aveva inviato a sostenere Franco.

Abbasso la rassegnazione, abbasso la sfiducia in noi stessi e nelle nostre forze, abbasso la sfiducia nelle masse popolari! Non serve lamentarsi del triste presente e della criminalità dei padroni e delle loro autorità. Non serve neanche sostituirsi alle masse popolari: la storia la fanno le masse popolari, il socialismo non cade dal cielo né lo instaurano quattro gatti. Dobbiamo approfittare che il mondo cambia: noi comunisti, se guidiamo la nostra attività con la giusta concezione del mondo, possiamo farlo cambiare fino a instaurare il socialismo.

Saluti comunisti.

Nicola, per la Delegazione del (n)PCI