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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - novembre 2021

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Cosa è stato il bambino e cosa l'acqua sporca?

Riflessioni sulle Tesi politiche di Rete dei Comunisti

Il 3 e 4 luglio 2021 Rete dei Comunisti ha tenuto a Bologna la sua Assemblea Nazionale in vista della quale il 21 giugno ha pubblicato (https://www.retedeicomunisti.net) le Tesi politiche con le quali illustra l’attività che intende svolgere.

Inizio le riflessioni su di esse dal fatto che con le elezioni comunali del 3 e 4 ottobre 2021 Rete dei Comunisti ha consolidato, con Potere al Popolo (PaP), l’avvio della costituzione del secondo, quello elettorale e di presenza nelle istituzioni della Repubblica Pontificia, dei “tre fronti della lotta di classe ovvero quello teorico-ideologico, quello politico e quello sindacale-sociale” che da sempre RdC si propone di costruire e dei quali tratta anche nelle Tesi politiche di giugno. Potere al Popolo, presente da sola o in coalizione con altre Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista, nel contesto di risultati percentuali dei voti validi da zero virgola qualcosa raccolti da queste coalizioni, ha ottenuto buoni risultati, nel complesso forse i migliori tra le FSRS. A Napoli PaP non avrà nessun consigliere comunale, ma avrà 5 consiglieri di Municipalità. In alcuni comuni ha ottenuto risultati eccezionali: a Volla (NA) 1.257 preferenze, l’11.9% dei 10.563 voti validi.

A conferma dell’importanza del risultato sta anche il fatto che PaP e a ben maggiore ragione RdC non rientrano tra i frammenti del PRC: RdC opera da decenni e PaP non nasce da o attorno a sezioni del PRC. Come l’organizzazione del fronte sindacale-sociale, l’USB, non è nata come minoranza della CGIL, al modo del Sindacato è un’Altra Cosa (SAC) o delle Giornate di Marzo (GdM). Non è affatto da escludere che PaP cresca se i vertici della Repubblica Pontificia arriveranno fino a tenere elezioni nel 2022 e che RdC realizzi a livello nazionale il suo progetto di “tre fronti della lotta di classe”. Già ora, con il senatore Matteo Mantero eletto in Liguria nel 2018 nelle lista M5S, ha un portavoce in Parlamento. Tutte queste cose hanno un certo rilievo nella rivoluzione socialista in corso (Amministrazioni Comunali d’Emergenza e altre iniziative analoghe in campo nemico, relative ai “tre serbatoi” e alla “seconda gamba”).(1)

È quindi importante che noi comunisti abbiamo chiaro con quale “concreto di pensiero” (2) RdC guida la sua attività, quale linea generale segue.


1. Dirigenti della sinistra sindacale, sinceri democratici della società civile, delle amministrazioni locali e di quella statale, esponenti non accanitamente anticomunisti della sinistra borghese sono i tre ambienti (“tre serbatoi”) da cui possono venire i ministri del Governo di Blocco Popolare. Le persone autorevoli provenienti da questi ambienti sono la “seconda gamba” del movimento per la costituzione del GBP, che poggia sulla “prima (e principale) gamba” costituita dalle organizzazioni operaie e popolari.


2. “Concreto di pensiero” è la ricostruzione nella nostra mente del mondo reale quale è e che esiste indipendentemente dal fatto che noi lo pensiamo (il “concreto reale”), ricostruzione che facciamo con il procedimento indicato da Marx in Il metodo dell’economia politica (1857): lo scomponiamo nelle sue parti costitutive, individuiamo le relazioni (di unità e lotta) esistenti tra di esse, le ricomponiamo nella nostra mente connettendole tra loro secondo le relazioni che abbiamo individuato. Con questa ricostruzione noi guidiamo la nostra attività nel mondo reale: il risultato di essa ci dice se la nostra ricostruzione riproduce abbastanza fedelmente e in sufficiente dettaglio il mondo reale.

Il “concreto reale” è quello che esiste indipendentemente da noi e si presenta direttamente e immediatamente a noi, combinazione di molti aspetti e di molti elementi e che a prima impressione ci appare come un insieme caotico. È quello su cui svolgiamo la nostra attività e al quale apparteniamo noi stessi. Il “concreto di pensiero” è la sua riproduzione nella nostra mente, sintesi di molti concetti.


Le Tesi politiche di giugno sono esplicite in proposito. RdC dichiara di ispirarsi a “concezioni marxiste e leniniste” (quindi non al marxismo-leninismo, tanto meno al marxismo-leninismo-maoismo) e di perseguire “una vera giustizia sociale” (quindi non il socialismo della dittatura del proletariato), di operare a favore del “socialismo del XXI secolo” e di aver rotto, pur riconoscendone i grandi meriti storici, con il socialismo del XX secolo impersonato dall’Unione Sovietica e dalla Repubblica Popolare Cinese. Del socialismo del XX secolo dichiara “i limiti di quella esperienza storica, limiti di condizione oggettiva (inadeguato sviluppo delle forze produttive) e soggettiva, cioè l’incapacità di tenere testa allo sviluppo del capitalismo”. Quindi è implicito che la sconfitta fu dovuta alla forza della borghesia, non a errori e limiti del movimento comunista cosciente e organizzato e che non siamo nell'epoca della rivoluzione proletaria.

RdC sostiene “la necessità del ritorno dello Stato a una funzione decisiva nella programmazione e nella coesione sociale del paese, a una politica di nazionalizzazione dei settori strategici dell’economia (energia, comunicazioni, trasporti, ecc.), delle banche e delle industrie funzionali a un sistema industriale completo, autonomo, autosufficiente e integrato non in modo subalterno con gli altri sistemi.

In altre parole è necessaria una sperimentazione nella realtà attuale della pianificazione economica come alternativa al dominio degli interessi privati e della competitività brutale sui mercati. Se la pianificazione ha avuto i suoi limiti, la brutale prevalenza degli interessi privati in ogni sfera sociale ha sicuramente prodotto disastri, rivelando non un errore ma una falla dell’intero sistema dominante”.

Per l’Italia e gli altri paesi imperialisti, RdC si ripromette “la sostituzione del sistema attuale - fondato sulla priorità assoluta dell’impresa privata, orientata solo dal profitto individuale (societario o personale) - con un altro governato dall’interesse collettivo. Quindi con un sistema di programmazione e pianificazione, tendenzialmente socialista”. Il significato di questo periodo è chiarito dalla valutazione del corso delle cose nella RPC: “intorno alla sfida politica lanciata dalla Cina sul piano internazionale si aprono per i comunisti possibilità inedite. Questa sfida ha posto e pone una questione teorica di non poco conto: in che misura un progetto di trasformazione sociale può temporaneamente utilizzare il modo di produzione capitalista per determinare comunque modifiche socialiste? Rimane ad ogni modo valido che nella crisi egemonica degli USA a scapito di una possibile alternativa come quella cinese, si intravvede una inversione di rotta nel corso degli eventi, l’affermarsi di una necessità oggettiva, che rimette la storia nella giusta direzione di marcia dopo che si era provato a ‘gettare il bambino con l’acqua sporca’”.

Dove il bambino chiaramente è la programmazione e la pianificazione statale e l’acqua sporca è il socialismo che, sotto la direzione di Stalin e nell’ambito dell’Internazionale Comunista, l’Unione Sovietica aveva costruito tra il 1924 (con l’avvio del superamento della NEP) e il 1941 nonostante non solo le sanzioni economiche, commerciali e finanziarie delle potenze imperialiste e del Vaticano, ma anche i sabotaggi, le aggressioni, le infiltrazioni assassine (Kirov fu la più illustre delle vittime) senza posa; con cui era diventata una grande potenza economica, tecnologica e scientifica, aveva evitato che Francia, Gran Bretagna e USA si coalizzassero con la Germania nell’aggressione nazifascista del 1941 e l’aveva vinta e nel contempo aveva funzionato come base rossa mondiale (dall’Asia all’Africa, all’America Latina fino agli stessi paesi imperialisti) della rivoluzione socialista e di nuova democrazia. Ovviamente nelle Tesi politiche della RdC i nomi di Stalin e di Mao non compiaono neanche.

Nonostante il “concreto di pensiero” anticomunista che anima il primo dei tre fronti (quello teorico-ideologico) della RdC, gli organismi del suo secondo e terzo fronte contribuiscono alla rivoluzione socialista che promuoviamo in Italia: combattendo senza riserve le posizioni anticomuniste, possiamo e dobbiamo farli contribuire ancora di più.

Tonia N.