La Voce            7

del (nuovo)Partito comunista italiano 

Non c'è vittoria, non c'è conquista

senza un vero partito comunista      

                                                              anno III - marzo 2001


Rossoperaio

Un brutto inizio

Impedire la formazione del nuovo partito comunista è oggi un obiettivo fondamentale per la borghesia imperialista. La lotta attorno alla costruzione del partito, da una parte per realizzarla e dall’altra per impedirla, è attualmente la sintesi della lotta tra la classe operaia e la borghesia imperialista, indipendentemente da quanto le classi e i loro rispettivi gruppi e portavoce ne siano consapevoli. La lotta contro la costruzione del nuovo partito nel nostro paese assume tre aspetti, che si traducono in iniziative alcune pianificate e consapevoli, altre per così dire spontanee. Alcuni sono condotti direttamente dalla borghesia imperialista, altri provengono dall’influenza della borghesia nelle file delle masse popolari, dalla arretratezza del nostro campo o dalla lotta che si svolge nelle nostre file tra il nuovo e il vecchio e tra il vero e il falso.

1.    La repressione: l’incriminazione degli 88 membri dei CARC e di altre FSRS (Operazione 19 Ottobre) per associazione sovversiva (nuovo)Partito comunista italiano appartiene a questo aspetto.

2.    La diversione dei lavoratori dal lavoro per la ricostruzione (il contrario della terza condizione posta dai CARC: legare i lavoratori avanzati al processo di ricostruzione del partito), costituendo, nei momenti e nelle situazioni di maggiore slancio dei lavoratori, effimeri coordinamenti e unioni “operaie” del genere “qui non ci occupiamo di comunismo ma di cose concrete”.

3.    La messa in campo di parodie del processo di costruzione del partito, sabotare la ricostruzione con pagliacciate, montature e manovre che discreditano il lavoro di ricostruzione del partito presso i lavoratori avanzati e le masse e rendono più difficile la loro mobilitazione. Gettare discredito sul lavoro di ricostruzione è particolarmente grave nella situazione attuale, dato che tra la classe operaia e le masse popolari è ancora forte la sfiducia nella propria forza e nel comunismo. Alcuni compagni hanno difficoltà a distinguere le parodie dalla realtà. Ci scrive un compagno prigioniero: “Ci sono già troppi pc, di partiti comunisti in Italia ce ne sono anche troppi, da ultimo il Partito Comunista maoista”. In effetti per chi non è in grado o non compie lo sforzo di distinguere in base all’attività pratica e alla concezione del mondo (al programma, alla linea, al metodo di lavoro), tutto si riduce al nome. Quando uno va al mercato, di certo però segue un altro criterio. Ma ciò non attenua la responsabilità dei falsari e dei truffatori, che, se non lo sono essi stessi, aprono oltretutto la via anche ad agenti consapevoli della borghesia.

A questo terzo genere di cose appartiene la costituzione del Partito Comunista maoista annunciata d’improvviso e con clamore da Rossoperaio (RO): in Italia come cosa in accelerata preparazione e all’estero (nell’ambito del MRI) come cosa già fatta. In alcuni proclami diffusi all’estero il PCm ha addirittura dichiarato di praticare già la lotta armata. Anche questa ultima trovata non è nuova, sviluppa quella già praticata dal Collettivo Comunista Agit/Prop a partire dagli anni ‘80: fare proclami di solidarietà con le forze combattenti in paesi lontani e dichiarare “provocazioni della polizia” gli attacchi armati condotti dalle OCC in Italia.

La direzione di RO il 1° maggio 2000 ha annunciato all’estero (in particolare al Comitato del MRI) la fondazione di un PCm. Alla stessa data in Italia la direzione di RO ha annunciato (edizione speciale 1° maggio rosso di Rossoperaio) solo “l’avanzamento del processo di costruzione del Partito Comunista maoista”, annuncio già dato in settembre del ‘99 (Rossoperaio n. 13/1999). Dopo i comunicati inviati all’estero in occasione del 1° maggio 2000, il Comitato del MRI e altri partiti aderenti al MRI hanno inviato a RO messaggi in cui salutavano la fondazione del PCm. La direzione di RO non poteva pubblicarli integralmente in Italia senza smascherarsi. D’altra parte la loro pubblicazione in Italia era di grande utilità per le manovre della direzione di RO. Allora essa li ha pubblicati con grande rilievo, ma ha alterato nella traduzione il testo: dove i mittenti parlavano di “fondazione del PCm”, essa ha sostituito espressioni che indicano l’avanzamento nella costruzione del partito. In questa maniera fa credere all’estero che in Italia esista un PCm e imbroglia i lavoratori avanzati italiani facendo credere di avere sostegni internazionali per le sue manovre contro la ricostruzione del partito. Per altri dettagli e la documentazione della truffa rimandiamo alla lettera aperta che la CP ha inviato alla rivista canadese Socialisme Maintenant! La lettera è stata diffusa via e.mail in novembre ed è reperibile sulla pagina web della CP.

Assieme alla costituzione (avvenuta per l’estero o da fare per l’interno) del PCm, la direzione di RO ha annunciato anche (Rossoperaio numero speciale del 1° maggio 2000) la pubblicazione delle Tesi programmatiche del PCm, già annunciata come imminente nel settembre del 1999 (Rossoperaio n. 13/1999, Una grande decisione) e che ha nuovamente annunciato in giugno 2000 (Rossoperaio n. 0/1/2000). Queste tesi a tutt’oggi non sono state pubblicate e comunque, anche copiando qua e là e parafrasando, sarà duro tirare fuori dal cappello un programma, una linea e un’analisi di classe che in qualche modo riflettano la specifica situazione italiana e insieme l’istantanea approvazione di essi: un dibattito segreto?

L’unico documento programmatico comparso è la ristampa (gennaio 2000) di un Documento Base già pubblicato nel 1984. Questo testo (che indichiamo di seguito con la sigla DB1984) è la parafrasi di un documento del MRI. Esso richiama giustamente molti principi del marxismo-leninismo. Quanto alla situazione italiana esso contiene ben poco di specifico: poco male nel 1984, poteva essere un buon programma del lavoro da compiere negli anni successivi. Infatti il DB1984 nel lontano 1984 sosteneva:

“Per queste ragioni la battaglia per la costruzione del partito è il compito urgente e centrale per chiunque si definisca comunista rivoluzionario oggi. L’elemento chiave per la costruzione del partito è lo sviluppo di una linea e di un programma, tanto rispetto alle particolarità dei paesi in cui si opera, quanto rispetto alla situazione mondiale. Questa linea e questo programma sono il frutto dialettico di due elementi chiave: 1. la lotta contro le tendenze antimarxiste-leniniste che influenzano largamente le avanguardie proletarie e la gioventù rivoluzionaria, da condurre con una lotta ideologica e politica fondata sull’analisi di classe; 2. il lavoro rivoluzionario tra le masse proletarie sulla base di una politica rispondente ai problemi della lotta di classe in questa fase, basata sul lavoro di direzione ideologica, politica e organizzativa degli elementi avanzati, lavoro che può aprire processi di trasformazione e conquista di questi elementi più avanzati dei movimenti al processo di costruzione del partito”.

IL MRI vi aveva dato una giusta indicazione, compagni! Soprattutto detta nel 1984, era cosa da apprezzare. Ma a più di 15 anni di distanza, quale programma avete elaborato? Quali passi avanti avete fatto compiere nei 15 anni trascorsi all’elaborazione di un programma e di una linea, “elemento chiave per la costruzione del partito”? Su quale analisi di classe avete condotto la lotta ideologica e politica? Il giusto programma di lavoro indicato dal MRI nel 1984 è un giudice severo del lavoro che avete compiuto negli anni successivi.

Questa è la questione chiave di fronte al DB1984. L’improvvisazione della costituzione (avvenuta o di immediata e accelerata fattura) del PCm, il suo carattere di trovata dell’ultimo momento, basta a qualificare gli autori come commercianti internazionali in fondazione di partiti e chiarisce a tutti quelli che non credono ancora nei miracoli, cosa ci si può attendere dal partito neonato (o nascituro), anche se a giorni salteranno fuori dal cappello altre tesi programmatiche.

In merito al Documento Base 1984, esso, oltre a cose pregevoli frutto del patrimonio comunista cui il MRI si ispira, trascura alcuni avvenimenti e aspetti che è indispensabile considerare e propone (e la Premessa di RO del gennaio 2000 ripropone) alcuni gravi errori già più volte denunciati nel movimento comunista. Ecco di seguito i principali avvenimenti e aspetti trascurati o errori.

1.  Il DB1984 ingigantisce gli “errori di Stalin” fino ad attribuire alla sua direzione la nascita del revisionismo moderno. Secondo il DB1984 la destra aveva già vinto la sua battaglia sotto la direzione di Stalin (la sua autocritica del 1952 con Problemi economici del socialismo in URSS oramai “è inutile”) e nel ‘56 la restaurazione del capitalismo in URSS “arrivò a compimento”. In realtà nel ‘56 la destra si impadronì del potere ed iniziò la sua opera di corrosione e di corruzione del socialismo che culminerà alla fine degli anni ‘80. Aspettiamo di sapere da Rossoperaio cosa è successo negli anni 1989-1991 e cosa sta succedendo ora in URSS e nell’Europa Orientale, se già dal 1956 questi paesi erano compiutamente capitalisti.

2.  Il DB1984 non riconosce le grandi vittorie raggiunte dal movimento comunista fino all’inizio degli anni ‘50 e in particolare denigra l’opera compiuta dai comunisti nelle democrazie popolari dell’Europa occidentale. Di conseguenza non riconosce che la linea che il movimento comunista aveva seguito fino allora era sostanzialmente giusta. Queste vittorie avevano portato i partiti comunisti a dirigere circa un terzo dell’umanità, a dirigere gran parte del movimento antimperialista di liberazione nazionale delle colonie e semicolonie e ad essere una forza dirigente tra le masse popolari dei paesi imperialisti. Queste vittorie d’altra parte avevano posto fine all’isolamento dell’URSS e cambiato la situazione mondiale, quindi esse richiedevano una nuova strategia da parte del movimento comunista: per conquistare il potere nei paesi imperialisti, per condurre alla vittoria le rivoluzioni di nuova democrazia nei paesi coloniali e semicoloniali, per portare avanti, nella nuova situazione, la transizione verso il comunismo nei paesi socialisti. A lasciare campo libero alla destra e determinare la vittoria del revisionismo moderno a livello mondiale nel movimento comunista, non furono “gli errori di Stalin”, ma l’incapacità della sinistra del movimento comunista a elaborare questa strategia.

3.   Il DB1984 nasconde che alla fine della Seconda Guerra Mondiale il movimento comunista aveva una visione sbagliata del movimento economico della società borghese: tutti i partiti comunisti si attendevano che ricominciasse la crisi economica del capitalismo cui la guerra aveva invece posto fine.

4.  Il DB1984 nasconde che il movimento comunista non comprese sufficientemente che la borghesia nei paesi imperialisti era passata dalla democrazia borghese alla controrivoluzione preventiva e persiste a ignorare questa categoria.

5.  Il DB1984 ignora l’insegnamento principale della Rivoluzione Culturale Proletaria: la nuova borghesia nei paesi socialisti è costituita dai dirigenti del partito, dello Stato, delle organizzazioni di massa, delle istituzioni sociali e degli organismi produttivi che seguono la via del capitalismo. Questa opera a sua volta nel mantenere i lavoratori estranei dalla gestione dei mezzi di produzione, nel conservare la divisione sociale del lavoro (divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, tra donne e uomini, tra campagna e città, tra nazioni e razze, tra zone arretrate e zone progredite, ecc.), nel mantenere rapporti di distribuzione basati sulla proprietà o sulla quantità e qualità del lavoro che l’industria fornisce alla società.

6.  Il DB1984 ignora la linea di massa come metodo principale di lavoro e di direzione del partito comunista e la categoria marxista delle Forme Antitetiche dell’Unità Sociale (FAUS) che testimoniano la trasformazione dello stato presente delle cose (il comunismo).

7.   Il DB1984 ignora la categoria di situazione rivoluzionaria in sviluppo e la categoria di crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale.

Al di là della prassi truffaldina dei dirigenti di RO, un programma che fosse elaborato sulla base delle posizioni espresse dal MRI nel 1984 non potrà quindi essere di grande utilità nella lotta oggi in corso.