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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - luglio 2022

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Il partito dalle pareti di vetro di Alvaro Cunhal e il partito comunista secondo Fosco Giannini

Nella prima metà del 2022 Fosco Giannini e l’associazione politico culturale Cumpanis hanno promosso in varie città d’Italia la presentazione dell’edizione in italiano di Il partito dalle pareti di vetro di Alvaro Cunhal.(1) Questo libro espone i principi ideologici, politici e organizzativi che Cunhal nel 1985 ha ricavato dalla lunga storia del Partito Comunista Portoghese (PCP) e in particolare dall’esperienza del partito di quadri e di massa che il PCP era diventato dopo l’abbattimento nel 1974 del regime fascista.(2) Il libro di Cunhal è interessante per chi vuole conoscere la storia del PCP, le cause dei suoi successi e capire i motivi per cui non ha instaurato il socialismo in Portogallo. Però qui noi ne trattiamo per fare i conti con la natura del partito comunista che Giannini propone ai comunisti italiani oggi.


1. L’edizione italiana del testo è stata pubblicata nel settembre 2020 dalle Edizioni La Città del Sole con il titolo Il partito dalle pareti di vetro. Il Partito Comunista come strumento del processo rivoluzionario e “anticipazione” del socialismo. Il libro è stato scritto nel 1985 da Alvaro Cunhal (1913-2005), il più importante segretario del Partito Comunista Portoghese del secolo scorso, in carica dal 1961 (assunse il ruolo nella clandestinità dopo essere fuggito dal carcere in cui il regime fascista l’aveva confinato) fino al 1992.


2. Il PCP venne fondato nei primi anni ’20 (esattamente nel 1921) come molti altri partiti comunisti europei grazie all’apporto decisivo dell’Internazionale Comunista. Pochi anni dopo la sua fondazione venne sorpreso dal regime fascista che la parte più reazionaria della borghesia portoghese instaurò tra il 1926 e il 1933 (il regime cosiddetto dell’Estado Novo retto prima da Salazar e poi da Caetano) e che durerà quasi un cinquantennio. Durante tutto questo periodo il PCP, analogamente al primo PCI, operò nella clandestinità. Da questa posizione nella prima metà degli anni ‘70 assunse un ruolo dirigente nella mobilitazione dei militari che il fascismo portoghese inviava in Mozambico, Guinea Bissau e Angola contro i locali movimenti di liberazione nazionale. Lo sviluppo del Movimento delle Forze Armate portò alla Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974 e al crollo del regime fascista. Il PCP, analogamente al percorso che il PCI seguì nel 1943-1947 (a seguito della vittoriosa Resistenza antifascista), divenne in breve tempo la principale autorità politica e militare del paese. Ma come il PCI, neanche il PCP trasformò le posizioni conquistate in avanzamento della lotta per instaurare il socialismo.


A scanso di equivoci deve essere chiaro che Cunhal descrive un’organizzazione che non è il partito comunista nel significato che attribuiamo a questa categoria noi marxisti-leninisti-maoisti italiani traendolo dagli insegnamenti del bilancio dell’esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976). Ciononostante l’esposizione fatta da Cunhal in Il partito dalle pareti di vetro ha una sua utilità per quanti militano in organizzazioni comuniste di quadri e di massa (che oggi sono il grosso del movimento comunista cosciente e organizzato del nostro paese):

- il libro di Cunhal fa conoscere i principi organizzativi di un partito comunista di vecchia formazione, dunque un genere di esperienza che nel nostro paese, stante la liquidazione del vecchio PCI nel 1991, è ben poco conosciuta, specie dai giovani; la pubblicazione di testi come questo, che illustrano l’esperienza dei vecchi partiti comunisti nel campo della mobilitazione degli uomini e delle donne nell’attività di Partito, contribuisce al recupero di questo patrimonio,

- per la centralità che Cunhal di fatto assegna alla funzione specifica dei quadri nell’organizzare, mobilitare ed estendere la base del partito,

- per quanto Cunhal illustra a proposito della dialettica che deve vigere tra la funzione specifica dei quadri e il lavoro collettivo, per un positivo sviluppo di un’organizzazione di quadri e di massa.

Per questi tre motivi Il partito dalle pareti di vetro di Cunhal risulterà utile per quanti oggi si dedicano al lavoro organizzativo in una importante organizzazione di quadri e di massa come il P.CARC.


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Caratteristiche del partito comunista indicate da Cunhal:

- obiettivo storico del PCP è il socialismo, obiettivo della fase in cui il PCP ha svolto la sua opera è stata la rivoluzione democratica e di indipendenza nazionale (dalla Gran Bretagna),

- quanto alla natura del partito e al suo compito, Cunhal afferma che non vanno inventati, ma derivano dalla concezione comunista del mondo,

- indipendenza (ideologica, politica, organizzativa) dalla borghesia e dagli altri partiti comunisti,

- composizione sociale a maggioranza operaia (operai e impiegati, cioè proletari dipendenti dai capitalisti),

- il partito difende gli interessi delle masse popolari (di tutte le classi e i ceti antimonopolisti), non solo quelli della classe operaia,

- il lavoro collettivo è alla base dello stile di lavoro del partito: Cunhal esalta la dialettica tra lavoro collettivo e iniziativa individuale,

- quanto al centralismo democratico, la preoccupazione maggiore sono le violazioni della democrazia,

- dirigere è “decidere, orientare, dare direttive e indicazioni, distribuire e attribuire compiti, esaminare le situazioni e trovare risposte per esse, spiegare, aiutare, convincere, dinamizzare”.

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Tuttavia è per ragioni diverse da queste che Giannini e la redazione di Cumpanis hanno contribuito a dare alle stampe e diffondere il libro di Cunhal. Infatti Giannini nella prefazione al testo enuncia un proposito preciso (rafforzato dalla postfazione di Salvatore Tinè): eleva Il partito dalle pareti di vetro di Cunhal a punto di riferimento ideologico, politico e organizzativo per la ricostruzione del partito comunista in Italia, lo indica come partito da cui prendere esempio. Ciò è in connessione con un sentire diffuso nel movimento comunista cosciente e organizzato italiano: non possono che riscuotere simpatia i pochi partiti comunisti europei di vecchia formazione che come il PCP e il Partito Comunista Greco (KKE) sono sopravvissuti all’esaurimento della prima ondata delle rivoluzioni proletarie (1917-1976) e hanno conservato nel proprio paese una parte importante della forza politica e organizzativa che avevano. Il contrasto tra la rovina cui è andato incontro il movimento comunista in Italia seguendo le proposte dell’eurocomunismo e la sua persistenza nei paesi che ne respinsero la nefasta influenza è la ragione di fondo che persuade vari compagni ad assumere partiti quali il PCP o il KKE come loro punto di riferimento.

Giannini promuove questa tendenza. Per lui è irrilevante,

- che neppure il PCP, analogamente agli altri partiti comunisti europei di vecchia formazione, ha raggiunto l’obiettivo di instaurare il socialismo;

- che Cunhal non si occupa delle cause che hanno impedito al PCP di raggiungere l’obiettivo principale per cui si era costituito;

- che Cunhal nel 1985 è ancora un ammiratore dell’URSS di Kruscev, Breznev e successori (Cunhal nella Prefazione del 2002 riconosce che nel 1985 si era sbagliato, ma non spiega perché) e denigra Stalin che nomina solo come fautore del culto della personalità.

L’indifferenza di Giannini per gli obiettivi rivoluzionari mancati dal PCP è spiegata dalle caratteristiche del PCP descritte da Cunhal che ad avviso di Giannini i comunisti italiani dovrebbero prendere a modello:

- il suo carattere di partito di quadri e di massa, costituito da membri a termini di Statuto indistinti quanto a compiti e diritti, che esercita il suo ruolo d’avanguardia tra le masse popolari inglobando al suo interno, come era nella linea del primo PCI revisionista, tutti i suoi sostenitori e simpatizzanti e organizzandoli capillarmente per contribuire all’azione del Partito nelle campagne elettorali, nelle iniziative di mobilitazione, nelle feste, nel campo sindacale, ecc.;

- la sua natura di organismo che promuove la vita comunitaria al suo interno e negli organismi di massa ad esso collegati, facendo leva sul carattere più avanzato, a confronto delle relazioni promosse dalla classe dominante, di organismo che raccoglie proseliti per la causa promuovendo al suo interno un’anticipazione dei rapporti sociali di solidarietà e collaborazione che a conquista del potere avvenuta dovrebbero essere estesi all’insieme della società.

Marcella V.