La Voce 3

Le FSRS e la ricostruzione del partito comunista

domenica 28 novembre 1999.
 

La costituzione della Commissione Preparatoria ha segnato un passo avanti nella ricostruzione del partito comunista ed è un avvenimento che riguarda tutte le FSRS. “La ricostruzione del partito comunista è, oggi, il primo e principale obiettivo degli operai d’avanguardia, dei comunisti”, “tutto va finalizzato alla sua ricostruzione” ( La riscossa , organo di Iniziativa Comunista, n. 2, pagg. 6 e 8). Ben detto. Nella presentazione di Martin Lutero , parafrasi del Comunicato delle BR-PCC del 20 maggio ‘99, ho cercato anche io di mostrare che il centro dello scontro tra classe operaia e borghesia, la questione dalla cui soluzione dipende tutto il resto dello sviluppo dello scontro, quindi la questione attorno alla quale spontaneamente prima ancora che consapevolmente si concentra l’interesse di ognuna delle due classi e che condiziona la loro attività, è la ricostruzione del partito comunista: non la concertazione tra “le parti sociali” e tantomeno la “mediazione neocorporativa” che esiste solo nella fantasia dell’autore di quel Comunicato delle BR-PCC, né la creazione di un blocco sociale antagonista come sosteneva ieri la CCA e oggi la Rete dei Comunisti.

Se l’avanzamento alternativo delle due classi dipende per la classe operaia dalla ricostruzione del partito comunista e per la borghesia imperialista dal riuscire a impedirne la ricostruzione, è inevitabile, dico io, che la ricostruzione del partito sia in misura più o meno vasta nelle aspirazioni di ognuno di quegli individui che si pongono come loro obiettivo la rivoluzione socialista e che sono larga parte dei membri delle FSRS. Quindi ogni passo avanti reale compiuto nel cammino della ricostruzione è destinato ad avere una eco in ogni FSRS.

La costituzione della CP ha già determinato un piccolo terremoto nei CARC. Era prevedibile che i CARC fossero, tra tutte le FSRS, quella coinvolta per prima dall’avvenimento, perché quella che più chiaramente nel passato ha lavorato alla ricostruzione del partito e che più ha contribuito alla costituzione della CP. Una parte dei suoi membri ha trovato intollerabile e antidemocratico (sic!) che la maggioranza della Segreteria dei CARC votasse e pubblicasse una Dichiarazione ( Resistenza n. 6, pag. 2), in cui plaude alla costituzione della CP e augura successo al suo proposito di preparare il congresso di fondazione del nuovo partito. Tanto intollerabile e antidemocratico che ha giudicato di non poter osservare lo Statuto della sua organizzazione, di dover arrivare a una scissione e di impiegare addirittura metodi banditeschi contro l’organizzazione a cui fino al giorno prima apparteneva. Per maggiori dettagli rinvio alla Lettera aperta diffusa dalla SN dei CARC e alla Piattaforma degli scissionisti.

È inevitabile che a tempi più o meno lunghi vi saranno sommovimenti anche nelle altre FSRS. Infatti ognuna di esse ha di fronte il problema di cosa fare “non quando lo consentirà la fase, ma oggi, qui e ora” per ricostruire il partito, perché questo chiedono i migliori tra i suoi membri. La CP ha fatto una proposta semplice e chiara: 1. dare uomini e mezzi per la costituzione delle organizzazioni del partito, 2. partecipare al dibattito per la definizione del Programma del futuro partito, partendo dal Progetto elaborato dalla SN dei CARC, 3. continuare a svolgere il lavoro che si sta facendo, ma dirigendolo e sviluppandolo in modo che contribuisca meglio alla ricostruzione del partito ( La Voce n. 1, pag. 55). Ogni compagno si chiederà e ogni dirigente dovrà spiegare ai suoi compagni come rispondere a questa proposta, a questo piano di ricostruzione e perché. Quale che sia la risposta che verrà data, sarà un passo avanti, perché il problema della ricostruzione del partito sarà disceso in qualche misura dalle nuvole dove veleggiava e avrà posto un po’ più i piedi per terra. “Cosa fare. Non in un lontano futuro, non quando lo consentirà la fase, ma oggi, qui e ora”: la formulazione di La riscossa è ottima, non si sarebbe potuto dire meglio.

Già il fatto che dei compagni abbiano posto il problema in questi termini è un importante avanzamento. Fatto un passo avanti, non bisogna però farne quattro indietro. A chi chiede cosa fare oggi, non vale infatti dire che “il partito nasce dalla fusione tra movimento operaio e comunismo scientifico” (purtroppo anche questo si legge su La riscossa ), che bisogna aspettare che avvenga la “fusione tra movimento operaio e comunismo scientifico”. Questa è una delle tipiche risposte che rimanda la soluzione del problema a “quando lo consentirà la fase”. Questa fusione tutti vedono che oggi non c’è ancora e nessuno si azzarda a predirla neanche per domani se lasciamo continuare le cose come vanno oggi. Questa fusione non avviene spontaneamente. Chi la realizzerà? Occorre 1. definire chi e come lavorerà alla auspicata e necessaria “fusione tra movimento operaio e comunismo scientifico”, 2. indicare cosa è oggi in Italia, nella confusione imperante dopo 50 anni di revisionismo, il comunismo scientifico (il Manifesto Programma deve indicare in sintesi quali sono per noi oggi i punti principali del comunismo scientifico), 3. indicare qual è il movimento operaio che si vuol fondere (nel nostro paese attualmente vi è un movimento operaio spontaneo e un movimento operaio promosso dalla classe dominante: secondo noi il movimento operaio con cui dobbiamo creare la fusione è quello che fa parte della resistenza al procedere della crisi), 4. indicare quali lavoratori oggi in Italia costituiscono la classe operaia (analisi di classe). Senza rispondere chiaramente a queste quattro questioni parlare di “fusione tra movimento operaio e comunismo scientifico” è una scappatoia, è lasciare il tempo che c’è.

Il Fronte delle Ricostruzione del Partito Comunista è anch’essa un’ottima proposta, se vuol dire che le forze che condividono la tesi che “la ricostruzione del partito è oggi il primo e principale obiettivo degli operai d’avanguardia, dei comunisti” discutono tra loro un piano concreto se non altro per conoscere e confrontare (in riunioni, convegni o iniziative politiche o economiche comuni) i rispettivi punti di vista e i rispettivi metodi per “avanzare speditamente verso il Partito” e si demarcano chiaramente dalle forze che non condividono questa tesi. Le forze che accettano questa tesi sono qualcosa di diverso dalle “forze che si dichiarano impegnate nella ricostruzione del partito comunista in Italia”. A queste ultime appartengono infatti anche quelle forze che insistono per creare un blocco sociale alternativo, quelle che credono che, anche in assenza del partito comunista, la classe operaia e le masse popolari sono in grado di sviluppare, nelle condizioni del nostro paese, un ampio movimento di lotte rivendicative non diretto da qualche gruppo della borghesia imperialista. Insomma appartengono anche quei gruppi che rimandano la costituzione del partito comunista a un tempo nebuloso, a quando la ricostruzione del partito avrà l’appoggio di ampie masse.

Questa ultima cosa però in sostanza non è diversa dal dire che “il partito nasce dalla fusione tra movimento operaio e comunismo scientifico”. Noi siamo convinti che la fusione tra il movimento operaio e il comunismo scientifico è condizione necessaria per la conquista del potere, che il partito nasce per realizzare questa fusione, che essa si può realizzare solo grazie all’attività del partito comunista stesso, che è depositario, elaboratore e utilizzatore del comunismo scientifico. Così come siamo convinti che il partito comunista conquisterà l’appoggio delle ampie masse grazie al fatto che queste conosceranno per loro esperienza diretta che il partito comunista è il combattente d’avanguardia della loro causa. L’esperienza del movimento comunista internazionale e anche italiano conferma pienamente questa nostra convinzione. Il PCI ebbe l’appoggio delle ampie masse negli anni ‘40, non nel ‘21 quando si costituì. Questo non significa che quindi si può costituire il partito comunque. Vuol dire che la fusione non è la condizione necessaria per costituire il partito, ma l’obiettivo del suo lavoro. Le condizioni necessarie per la sua costituzione sono altre. Il partito nasce da altre cose.

Noi diciamo che oggi in Italia il partito nasce perché i comunisti costituiscono organizzazioni di partito (quindi clandestine), elaborano il Programma (e lo Statuto) del partito e infine tengono il congresso di fondazione del partito. La partecipazione alla realizzazione di questi due compiti che insieme costituiscono la preparazione del congresso è la discriminante tra chi oggi è membro del partito e chi, almeno per il momento, non lo è.

Umberto C.

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