Martin Lutero - Supplemento al n. 3 de La Voce

01 Preambolo

Comunicato
giovedì 16 maggio 2002.
 

Parafrasi e commento

[I commenti e i chiarimenti aggiunti dal curatore nel testo sono tra parentesi quadre. La titolazione, i corsivi, i neretti e le note sono del curatore.]

 

[1. Preambolo]

Il giorno 20 maggio 1999, a Roma, le Brigate Rosse per la Costruzione del Partito Combattente [BR-PCC] hanno colpito Massimo D’Antona, consigliere legislativo del Ministro del Lavoro Bassolino e rappresentante dell’Esecutivo al tavolo permanente del "Patto per l’occupazione e lo sviluppo".

Con il colpo inflitto a D’Antona le BR-PCC riprendono l’iniziativa combattente. Con questo attacco contro il progetto politico neocorporativo del "Patto per l’occupazione e lo sviluppo" esse intervengono nei nodi centrali dello scontro tra il proletariato e la borghesia imperialista [BI] con l’obiettivo di sviluppare la Guerra di Classe di Lunga Durata [GCLD], conquistare il potere politico e instaurare la dittatura del proletariato.

Il progetto politico neocorporativo del "Patto per l’occupazione e lo sviluppo" è l’aspetto centrale nella contraddizione Classe/Stato ed è il perno su cui l’equilibrio politico dominante [EPD] intende attuare la complessiva riforma economico-sociale e il riadeguamento delle forme del dominio statale, che sono la base politica interna del rinnovato ruolo dell’Italia nelle politiche centrali dell’imperialismo.

L’attacco portato dalle BR-PCC il 20 maggio spezza la mediazione politica neocorporativa con cui questo Esecutivo [il governo D’Alema] tenta di consolidare il dominio della BI e contrappone a questa mediazione politica neocorporativa gli interessi generali del proletariato, con l’obiettivo di organizzare il proletariato sulla base dei suoi interessi generali per costruire lo sbocco rivoluzionario alla crisi della BI e alla sua guerra.

L’attacco è stato portato in un momento in cui la guerra aperta che lo Stato italiano, nel quadro più generale dell’Alleanza Atlantica, sta conducendo nei Balcani per assoggettare la Jugoslavia investe le stesse caratteristiche dello scontro generale tra le classi in Italia. La guerra odierna ha i suoi presupposti nella politica attuata fin dall’inizio degli anni ’90 dalla NATO e dall’Europa per favorire la disgregazione della Federazione Jugoslava, con la creazione di Stati o protettorati su base etnica. Essa è rivolta a distruggere il potenziale produttivo e le risorse infrastrutturali della Repubblica Serba per ridurla in miseria, piegarne la volontà e annientare l’entità statale jugoslava al fine di imporre il dominio dell’imperialismo. Essa fa parte di un disegno folle che mira a creare le condizioni per il diretto insediamento politico-militare della BI, le condizioni adatte ad esercitare un dominio politico con cui governare le profondissime contraddizioni sociali generate in queste aree dai riflessi della crisi dell’imperialismo e dall’inserimento dell’ex-campo socialista nel mercato capitalista.

Questo quadro politico generale impone al proletariato e alle sue avanguardie rivoluzionarie di assumersi la responsabilità di costruire, attraverso la ripresa dell’attacco rivoluzionario, l’alternativa di potere storicamente adeguata a questi progetti.

Occorre portare l’attacco rivoluzionario

1. al cuore delle politiche che consentono a questo Stato di sostenere il suo ruolo imperialista, con l’obiettivo di logorarne il potere e in questo modo avanzare nella costruzione delle condizioni della guerra di classe [GCLD] e del Partito [PCC],

2. nei nodi centrali della contrapposizione tra imperialismo ed antimperialismo, con l’obiettivo di costruire le alleanze antimperialiste necessarie ad indebolire il nemico comune nell’area politica Europea-Mediterranea-Mediorientale [FCA].

Ciò impone al proletariato e alle sue avanguardie di attrezzarsi conse-guentemente per sostenere lo scontro prolungato con lo Stato e con l’imperialismo.

L’attacco a Massimo D’Antona si colloca in questa prospettiva. Con esso le avanguardie rivoluzionarie che concretamente l’hanno condotto, per la valenza politica che esso assume nello scontro generale tra le classi, assumono un ruolo d’avanguardia in continuità oggettiva con la proposta delle BR-PCC e quindi assumono anche la responsabilità politica di prenderne la denominazione.