La Voce 6

Fronte per la ricostruzione del partito comunista ed etica dei comunisti

sabato 4 novembre 2000.
 

 

 

Il corso delle cose ha posto noi comunisti italiani e i comunisti di altri paesi imperialisti in una situazione in cui non esiste il partito comunista, ma esistono numerose Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista (FSRS), cioè organismi e individui che dedicano la loro attività alla causa del comunismo. Mi riferisco qui all’obiettivo della loro attività, indipendentemente dagli errori e dai limiti che ne condizionano l’efficacia. Le FSRS sono un patrimonio che ereditiamo dal passato, ciò in cui sopravvive oggi il movimento comunista come movimento cosciente e organizzato che lavora per la trasformazione dello stato attuale delle cose. A nostro parere esse costituiscono il terreno su cui si svolge nell’immediato la lotta per la ricostruzione del partito comunista.

Strategicamente il nuovo partito comunista nasce dalla classe operaia, dal proletariato e dalle masse popolari. Se le attuali FSRS nel loro complesso dovessero rivelarsi, alla prova dei fatti, incapaci di ricostruire il partito, questi sorgerà per altra via. Infatti la ricostruzione del partito comunista è un processo necessario, inevitabile perché la società attuale può procedere alla soluzione delle sue proprie contraddizioni solo tramite la rivoluzione socialista e solo tramite il partito comunista la classe operaia può dirigere le masse popolari a compierla. Siamo quindi certi che il partito comunista verrà ricostruito, nell’ambito di una altrettanto inevitabile rinascita del movimento comunista. Ma la partita nell’immediato si gioca tra le attuali FSRS.

Nel fare quest’anno ( Seminare per raccogliere , agosto 2000) il bilancio della breve vita (1998-1999) della Confederazione Comunisti/e Autorganizzati (CCA), i compagni di Laboratorio Marxista (LM) hanno sottolineato l’importanza delle FSRS e della loro aggregazione ai fini della ricostruzione del partito comunista.

Nell’ottobre ‘98 la Segreteria Nazionale dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC) ha pubblicato il suo Progetto di Manifesto Programma indirizzandolo a tutte le FSRS che invitava a un lavoro comune per elaborare il Manifesto Programma del nuovo partito comunista.

Nel marzo del ‘99 i compagni di Iniziativa Comunista (IC) hanno proposto alle FSRS la costituzione di un Fronte per la ricostruzione del partito comunista ( Appello contro la frantumazione nella lotta per la ricostruzione del partito comunista ) e indicato i metodi del suo funzionamento.

In quello stesso periodo la CP ha proposto ( La Voce n. 1) alle FSRS il suo piano in due punti per la costituzione del partito.

È evidente che si sta facendo strada tra le FSRS del nostro paese una maggiore coscienza del loro ruolo storico, cosa confermata anche da altre iniziative politiche. Sempre più le FSRS riconoscono un dato di fatto. Esse, oggettivamente, al di là se ne abbiano coscienza o no e di quanto se ne facciano carico, costituiscono non un partito nel senso comune del termine - come organizzazione concreta - ma un partito nel senso ampio, storico del termine, un partito che esiste proprio a causa dell’obiettivo comune, anche se esso ancora non esiste come organizzazione concreta. (1)

Il riconoscimento di questo dato di fatto apre la strada a capire la ragione della continua e diffusa ricerca di unità tra le FSRS (unità che i lavoratori avanzati sono i primi a chiedere con insistenza) e della persistente frantumazione e del suo riprodursi dopo ogni movimento di aggregazione. Ha infatti fatto passi avanti anche la consapevolezza che la via per superare la divisione delle FSRS che lavorano alla ricostruzione del partito non è l’unità d’azione ma proprio il piano di ricostruzione del partito. L’unità d’azione è utile e necessaria in molti casi, ma ha poco a che fare col problema di cui parliamo. Questa consapevolezza è ben espressa e arricchita negli articoli Le sei discriminanti e i quattro problemi (in Rapporti Sociali n. 19) e Quale collaborazione con le FSRS? (in Rapporti Sociali n. 23-24) e, ad un livello superiore, nel già citato appello di IC che espressamente rifiuta reti e azzeramenti. Altrettanto diffusa è la consapevolezza che, come dicono i compagni di LM, non basta volersi unire per unirsi.

A mio parere nell’immediato per procedere nella ricostruzione del partito le FSRS devono affrontare due questioni.

1. Le FSRS devono riconoscere che la loro unità ideale è data dall’obiettivo di ricostruire il partito comunista, riconoscere che la ricostruzione del partito è il loro primo e principale compito e anche il terreno della loro unità, riconoscere e definire le attuali divergenze rispetto a questo obiettivo (quindi delimitarsi), fare queste divergenze oggetto di discussione comune con un obiettivo comune chiaramente stabilito: la definizione del programma del futuro partito. Quindi una discussione franca, aperta, pubblica e finalizzata, in cui ogni FSRS chiama in causa ogni altra organizzazione per nome e cognome, in modo da creare tra i membri delle FSRS e tra i lavoratori avanzati che ne seguono il lavoro una “opinione pubblica di partito” e l’abitudine alla discussione collettiva delle divergenze nelle linee e negli orientamenti e alla loro verifica: premesse indispensabili per l’unità organizzativa di un vero partito comunista. Il centralismo democratico dei partiti comunisti si basa infatti sulla corrispondenza tra la linea del partito e gli interessi fondamentali della classe operaia. In linea generale e in definitiva, questa corrispondenza è raggiunta, mantenuta e ristabilita tramite il dibattito aperto e franco tra i membri del partito e tramite la verifica nella pratica. Il “centralismo democratico” da caserma che ci hanno fatto conoscere i partiti revisionisti era una gabbia grazie alla quale i revisionisti evitavano che i membri del partito affrontassero la contraddizione tra l’esperienza di classe di gran parte di essi e la linea che i revisionisti imponevano al partito e con cui coprivano il frazionismo nascosto, le clientele, le cricche e la corruzione. La elaborazione di un Pensiero guida e di una Direzione è un punto d’arrivo del consolidamento di ogni partito comunista: porlo come punto di partenza della sua costituzione al modo di Rossoperaio è un errore di dialettica.

Il proposito di stabilire oggi tra FSRS un vincolo organizzativo con una forte e autorevole direzione senza essere prima approdati a un manifesto programma comune, a mio parere è privo di speranza e la storia e la cronaca mi danno ragione. L’unità organizzativa può nascere e mantenersi solo sulla base della convergenza sul programma. Dal punto di vista logico, noi siamo prima un movimento cosciente e poi un movimento organizzato - non viceversa e, nella nostra situazione concreta, la successione logica è anche in qualche misura successione temporale. La maggiore carenza della concezione esposta dai compagni di LM nel documento citato ( Seminare per raccogliere ) a mio parere sta proprio in questo. Essi sperano che sia in qualche modo possibile creare una forte e autorevole direzione senza aver prima creato l’unità sul programma. Se la loro concezione è la semplice espressione di un desiderio e punto di passaggio dello sviluppo in corso, poco male. Ma se fosse una concezione meditata e organica, si tratterebbe di una concezione organizzativistica del partito, non realistica. Non a caso ho detto “in qualche modo”, perché né i compagni di LM né, io credo, altri possono indicare come, nella situazione attuale, possa sorgere direttamente una direzione autorevole. I desideri non bastano a modificare una realtà di frantumazione che, dato che esiste, ha ragioni che non scompaiono per desiderio di chi le desidera rimosse.

La prima causa da rimuovere per unirci organizzativamente è la divisione sul programma. Solo se ci uniremo sul programma potremo unirci organizzativamente. Solo chi sarà unito sul programma riuscirà a risolvere i problemi che resteranno da risolvere per unirsi organizzativamente. Ogni progetto di unità deve porre come primo punto un insieme di attività che si riassumono nella definizione del programma. Dico insieme di attività, perché la definizione del programma, pur essendo un lavoro eminentemente intellettuale, non si può fare solo con alcune riunioni di discussione. Richiede bilanci dell’esperienza, delle attività in corso e quindi anche conoscenza di esse e tutto quanto occorre per una conoscenza viva ed efficace: scambi di informazioni, lavori in comune, ecc. finalizzati alla definizione del programma.

2. Oltre al lavoro per definire il programma del futuro partito e le attività a ciò connesse, è necessaria una cosa che è condizione indispensabile per ogni lavoro comune. È ciò che i compagni di IC nel documento sopra citato ( Appello contro la frantumazione nella lotta per la ricostruzione del partito comunista ) indicano con la frase “Assicurare reciproca solidarietà e sostegno nell’interesse comune del reciproco sviluppo”. Qualcosa che ha molto a che fare con l’etica comunista. Un aspetto elementare della dimostrazione che si riconoscono reciprocamente come organizzazioni che lavorano al comune obiettivo della ricostruzione del partito e che hanno insieme assunto questo compito, è che le FSRS si vincolano a evitare e a non tollerare quelli che nel già citato articolo di Rapporti Sociali n. 23-24 ( Quale collaborazione con le FSRS? ) sono chiamati “metodi da banditi”. Non solo evitano di praticare simili metodi, ma non li tollerano e fanno tutte compattamente terra bruciata attorno a chi usa calunnie, furti, sabotaggi, aggressioni, infiltrazioni come metodo per risolvere divergenze tra FSRS o in FSRS. Così come ogni FSRS non tollera, denuncia pubblicamente e isola spie, provocatori e infiltrati che lavorano per conto della polizia. Noi comunisti non siamo per principio contro furti, sabotaggi, aggressioni, infiltrazioni. Siamo per una politica e una morale di classe. Praticati contro la borghesia imperialista, furti, sabotaggi, aggressioni e infiltrazioni sono armi della lotta di classe. Praticati tra compagni o nelle relazioni tra le masse popolari sono attività a favore della borghesia imperialista: alimentano i contrasti tra le masse e rendono impossibile l’unità e ancora più nuocciono al lavoro delle organizzazioni rivoluzionarie.

Vi sono già molte divergenze politiche ed è inevitabile che ne nascano di nuove e continuamente: nel futuro partito, nelle attuali FSRS, in ogni organizzazione di massa. Ogni divergenza e ogni contrasto va trattato con metodi appropriati, tali da favorire l’avanzamento della rivoluzione. Solo persone imbevute di una concezione interclassista, persone incanaglite e moralmente depravate, che non fanno distinzioni di classe, che non distinguono le contraddizioni in seno al popolo dalle contraddizioni col nemico, possono ricorrere a quei metodi, quando sorgono divergenze politiche in una FSRS o tra FSRS. Non è un caso che l’uso di simili metodi è piuttosto diffuso in un ambiente imbevuto di concezioni interclassiste come l’Autonomia e in gruppi che hanno il culto dell’individuo per i quali “essere un duro”, “fregare un altro”, rubare e farla franca è comunque un valore, non importa per quale classe si lavori. Bisogna combattere le concezioni interclassiste e anche le loro espressioni pratiche in campo organizzativo, fino a rendere impossibile il ricorso ad esse.

Faccio un esempio per essere più chiaro. Da quando nel giugno del ‘99 i CARC hanno accusato pubblicamente Claudio Latino di aver rubato la cassa dell’organizzazione, le FSRS che si riconoscono come tali non possono far finta di niente, come se fosse una questione che riguarda solo i CARC e Claudio Latino con il suo gruppo Rivoluzione . O il fatto non è vero e i CARC hanno calunniato Claudio Latino e il suo gruppo: in questo caso sarebbero i CARC a usare inaccettabili “metodi da banditi” che rendono impossibile trattare le divergenze politiche. O Claudio Latino ha effettivamente rubato la cassa dell’organizzazione di cui era un dirigente e quindi pratica “metodi da banditi”. Suppongo infatti che solo delle canaglie possono accettare come compagno una canaglia che, dimettendosi dall’organizzazione, porta via la cassa che ha in custodia: certamente è un comportamento che rende impossibile qualsiasi rapporto organizzato e ogni fiducia tra compagni, figurarsi il lavoro per la ricostruzione del partito.

Le FSRS che tollerano come niente fosse comportamenti del genere (la calunnia a carico di un compagno o il furto a danno di una FSRS), praticano un liberalismo disgregatore e corruttore. Come si può lavorare veramente alla ricostruzione del partito se si tollerano simili comportamenti? Chi si fiderebbe più di qualcuno?

Forse che investirsi di questo e di altri problemi analoghi allontana le FSRS dall’attività politica? L’attività politica non è un’attività puramente spirituale. Se non impariamo ad affrontare situazioni di questo genere, introduciamo o lasciamo persistere nel nostro ambiente un tumore che corrode la fiducia reciproca, la possibilità di lavoro comune e contrasta con l’assunzione delle responsabilità proprie di organizzazioni rivoluzionarie. Un tumore che ci danneggia più di uno stuolo di provocatori che la polizia avesse infiltrato nel nostro ambiente.

È ovvio che in ogni caso del genere vi possono essere versioni contrastanti dei fatti e anche interpretazioni diverse di essi, in buona fede e in mala fede. La storia del movimento comunista fornisce chiari insegnamenti su come venirne a capo. Di fronte a un caso del genere (e a casi analoghi) le FSRS che si riconoscono come tali devono nominare una commissione di compagni di provata esperienza, che godono della stima generale e incaricarli di esaminare in dettaglio la questione, raccogliere le opinioni e le ragioni delle due parti ed esprimere un parere motivato (le motivazioni sono essenziali per l’educazione del nostro campo). Le FSRS in buona fede devono attenersi al parere espresso e mettere al bando, peggio di una spia o di un provocatore, chi non vi si attiene. Affrontati in questo modo, conforme a una prassi del movimento comunista, i casi del genere indicato, anziché incancrenire i rapporti tra FSRS e tra compagni, corrompere i compagni più deboli e demoralizzare i lavoratori avanzati che seguono la vita delle FSRS, elevano la coscienza politica dei comunisti e dei lavoratori avanzati, creano un clima più sano tra le FSRS, rafforzano il loro prestigio e creano condizioni più favorevoli al loro lavoro per la ricostruzione del partito. Noi in genere non ricorriamo alla polizia e ai tribunali borghesi. Questo non deve voler dire che ogni canaglia può sporcare a comodo suo le nostre sedi né innescare faide interminabili. La riprovazione collettiva e l’isolamento di una canaglia molte volte si sono dimostrate per il movimento comunista più vantaggiosi di una punizione esemplare.

La borghesia come ogni classe decadente oscilla tra una morale bigotta d’altri tempi fino al ritorno ai legami di sangue e di vicinato come unici legami sociali e la mancanza di ogni morale conformemente al fatto che il denaro non ha odore. Cinquanta anni di corruzione portata dai revisionisti nelle nostre fila ci hanno tanto assuefatto a che le parole non corrispondono ai fatti che ci sembra normale aver a che fare con calunniatori, ladri e altre simili canaglie. Per amore della causa per cui combattiamo, noi respingiamo questo gioco e non abbiamo alcuna tolleranza. I diverbi tra le FSRS devono essere sottoposti a tribunali di compagni e chi non accetta di sottomettere le sue ragioni ai tribunali di compagni o non si conforma alle loro decisioni motivate, deve essere messo da tutti gli altri al bando. Bisogna che stabiliamo tra le nostre fila un’etica conforme agli interessi della causa per cui combattiamo!

Tonia N.

NOTE

1. La distinzione tra partito come organizzazione concreta e partito come realtà storica è stata sviluppata da K. Marx (lettera a F. Freiligrath, 1859 a proposito della Lega dei Comunisti) e da F. Engels (lettera a Ph. Becker, 1882 a proposito della Prima Internazionale). Le due lettere sono citate in PCE(r), La guerra di Spagna, il PCE e l’Internazionale Comunista (edizioni Rapporti Sociali, 1997 pag. 139 e pag. 140).