Comunicato della CP del CC del (n)PCI - 3 gennaio 2007

Resistere alla repressione!
Lottare contro la repressione!

 
 

 

 

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Il testo del comunicato

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(nuovo)Partito comunista italiano
Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net
Email: lavocenpci40@yahoo.com
Delegazione: BP3 4, rue Lénine
93451 L’Île St Denis (Francia)

Comunicato 3 gennaio 2007

 

Resistere alla repressione! Lottare contro la repressione! Sviluppare tra le masse popolari la solidarietà con le organizzazioni e i compagni colpiti dalla repressione!

 

Organizzare su larga scala l’irruzione delle masse popolari guidate dai comunisti nel teatrino della politica borghese!

 

Lottare a fondo per il rinnovamento del movimento sindacale del nostro paese, coinvolgendo tutti i sindacati!

 

Promuovere in ogni campo l’organizzazione delle masse popolari che si organizzano per soddisfare le proprie esigenze materiali e spirituali!

 

La mobilitazione delle masse popolari è l’arma decisiva per impedire alla borghesia di realizzare con il circo Prodi il “programma comune” che non è riuscita a realizzare con la banda Berlusconi!

 

Un nuovo e più giusto sistema di distribuzione è possibile solo sulla base di un diverso sistema di produzione! Le aziende non devono fare profitti, devono produrre beni e servizi per soddisfare i bisogni della popolazione e creare benessere!

 

La lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista riassume tutte le aspirazioni di progresso e giustizia delle masse popolari del nostro paese ed è anche la condizione necessaria per un vasto e forte movimento di lotte rivendicative, per una più equa distribuzione del reddito!

 

Nell’anno che è appena incominciato prenderà forma la lotta delle masse popolari per impedire che la borghesia imperialista realizzi con il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti quello che non è riuscita a realizzare con il governo Berlusconi-Bossi-Fini.

Il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti cercherà di realizzare il “programma comune” della borghesia imperialista italiana: “Completare la liquidazione delle conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari del nostro paese hanno strappato sotto la direzione del vecchio partito comunista durante la prima ondata della rivoluzione proletaria e, in combinazione e concorrenza con gli altri gruppi imperialisti capeggiati da quelli USA, ritagliarsi la parte maggiore possibile nello sfruttamento delle masse popolari degli ex paesi socialisti e dei paesi oppressi, nel loro saccheggio e nell’aggressione dei paesi oppressi le cui autorità resistono alla libertà d’azione dei gruppi imperialisti”.

Per realizzare il compito che la borghesia imperialista e il Vaticano gli hanno affidato, il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti ricorrerà a ogni mezzo: dall’imbroglio, alla divisione, alla corruzione, alla repressione. Farà leva sull’opera disfattista e anticomunista della destra nei sindacati di regime e in tutte le organizzazioni delle masse popolari. Cercherà di colpire ora una parte ora l’altra delle masse popolari. Cercherà di mettere una parte contro l’altra. Ricorrerà alla repressione aperta contro gli strati più emarginati, più isolati, meno organizzati della popolazione. Reprimerà selettivamente individui e organizzazioni che sono o pensa che siano o che possano diventare centri di promozione, orientamento, organizzazione, direzione della resistenza che le masse popolari oppongono al progredire della seconda crisi generale del capitalismo.

Come il governo Berlusconi-Bossi-Fini era il governo dell’arroganza, della prepotenza e della rottura con i sindacati e il resto dell’aristocrazia operaia, altrettanto il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti è il governo della complicità, dell’imbroglio e della mistificazione. Quindi cercherà di mascherare in ogni modo il suo operato antipopolare. Ma per la sua natura e per le classi da cui ha ricevuto il suo mandato e a cui deve rispondere dei risultati del suo operato, il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti non può che seguire il percorso sopra indicato. Chi dubiterà di questo, chi si lascerà fuorviare dalle sue manovre truffaldine, non potrà svolgere un ruolo d’avanguardia nella resistenza delle masse popolari alla borghesia. Nel migliore dei casi si trascinerà al seguito delle organizzazioni d’avanguardia e comunque rallenterà e frenerà la loro opera.

In ogni FSRS, nei sindacati, in ogni organizzazione delle masse popolari, tra i lavoratori avanzati, nelle forze intermedie, negli stessi partiti del circo Prodi, ovunque vi è una consistente presenza di masse popolari, in ogni campo della vita sociale e della lotta di classe, vi è una sinistra: la parte che è più propensa a lottare contro il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti. La resistenza delle masse popolari sarà tanto più efficace quanto più questa sinistra si mobiliterà, si organizzerà autonomamente e organizzerà con decisione, senza esitazioni e con un giusto orientamento la lotta per attirare a sé il centro delle masse popolari e in ogni aggregato di masse popolari isolare la destra.

Nella lotta contro il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti la sinistra di ogni organizzazione delle masse popolari deve dare per scontato che la destra dei sindacati di regime e delle altre organizzazioni delle masse le sarà sempre più ostile e che o stesso farà la borghesia di sinistra. Siamo in una situazione della lotta di classe più avanzata, superiore rispetto a quella che abbiamo condotto contro il governo Berlusconi-Bossi-Fini. Allora anche la destra dei sindacati di regime e delle organizzazioni delle masse popolari partecipò alla lotta, venne trascinata e coinvolta nella lotta. Dovette persino prestarsi a organizzarla, mettere le sue risorse al servizio della lotta. Ora la sinistra deve promuovere e organizzare in prima persona, con autonomia, la lotta delle masse popolari. Deve autonomamente chiamarle alla lotta e organizzare la lotta. Ma deve farlo in modo da trascinare nella lotta la parte più ampia possibile delle masse popolari. Solo così si giova del contrasto tra la destra e il resto delle masse popolari creato dall’azione del governo e dalla sua partecipazione ad esso. Se prenderà l’iniziativa con audacia e con spirito unitario, la sinistra metterà su ogni terreno in difficoltà la destra di ogni organizzazione di massa e dei lavoratori avanzati, renderà incerta persino l’azione del governo. Per sua natura infatti il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti non può mettersi apertamente contro il centro delle masse popolari. Deve cercare di imbrogliarlo e deviarne l’attenzione. Cosa che gli riuscirà tanto meno quanto più la sinistra agirà con audacia e con spirito unitario. Quanto più la sinistra imparerà a svolgere bene il suo ruolo, a non accodarsi al centro ma a trascinarlo nella lotta facendo leva sui suoi sentimenti migliori e sui suoi interessi, tanto più le forze più ostinate del circo Prodi si troveranno in difficoltà e i loro tentativi di imbrogliare le masse popolari si rovesceranno contro di loro. Tutta la debolezza intrinseca del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti giocherà a favore delle masse popolari e rafforzerà la sinistra. È quello che è già avvenuto in una certa misura a Gioia Tauro, alla Mirafiori, all’Atesia e prima ancora in Val di Susa, a Melfi, a Montecorvino, ad Acerra, a Termini Imerese, a Scanzano Ionico, il 4 novembre, il 17 novembre, il 18 novembre, tra gli autoferrotranvieri e in molte altre occasioni meno note.

La sinistra assumerà tanto più fortemente e saldamente il ruolo che le spetta in questa fase, quanto più si rafforzerà il Partito comunista: quanto più forte diventerà la sua struttura clandestina e quanto più aumenterà il numero dei comitati clandestini del Partito, in particolare nelle aziende. Dovunque il Partito cercherà di mobilitare la sinistra e di sostenerla con tutte le sue forze e risorse. È una parte essenziale del ruolo che il Partito deve svolgere in questa fase della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata. Il Partito deve evitare con cura l’economicismo: deve cioè evitare di trattare la lotta rivendicativa come sola componente della lotta di classe o come fondamento o inizio universale della lotta di classe. Esso è impegnato a portare tra la classe operaia, ma anche tra le altre classi delle masse popolari la sua concezione comunista del mondo, la sua analisi della situazione, il suo orientamento politico, ma deve fare tutto questo mobilitando e sostenendo ovunque la sinistra col suo orientamento, con le sue parole d’ordine, con le sue risorse.

 

In questo contesto e sulla base della tenace resistenza del Partito alla repressione, avrà un ruolo sempre più importante la lotta contro la repressione condotta dalle masse popolari e dai mille loro organismi che a questo scopo sono sorti e vanno sorgendo. Il Partito è impegnato a far fronte all’Ottavo Procedimento Giudiziario che la borghesia ha scatenato contro la “carovana del (n)PCI”, di cui è incaricato il procuratore Paolo Giovagnoli del Tribunale di Bologna e che si combina con il procedimento giudiziario in corso da parte delle Autorità Francesi. Si tratta di una scoperta manovra liberticida, apertamente diretta ad eliminare, nel campo delle libertà politiche e dei diritti politici, le conquiste strappate con la vittoriosa Resistenza antifascista. La solidarietà che la “carovana” ha raccolto e viene raccogliendo contro questa manovra, rafforza tutta la lotta contro la repressione che tanti organismi e parti delle masse popolari conducono, smaschera le forme più subdole di repressione, facilita la mobilitazione anche dei settori delle masse popolari più isolati.

 

In questo contesto acquista sempre più importanza anche la lotta contro la rinascita dello squadrismo fascista e parafascista. I gruppi più reazionari delle borghesia imperialista e il Vaticano stanno facendo sforzi e sviluppando tentativi di mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Essi sono incentrati sulla denigrazione del movimento comunista e della Resistenza, sulla riabilitazione del vecchio fascismo, sul razzismo e il nazionalismo, sul fanatismo religioso, sull’odio contro gli immigrati, le donne e i gruppi minoritari, sul disprezzo dei lavoratori e degli emarginati, sull’esaltazione dei ricchi e degli arrampicatori sociali, sull’individualismo e sull’egoismo, sulla ricerca di uscire individualmente dal marasma e dalla precarietà che la borghesia crea ed alimenta, sulla disperazione e sulla sfiducia. Non è un caso che nell’ambito dei tentativi di mobilitazione reazionaria delle masse popolari crescano nuovamente le azioni squadristiche contro organizzazioni popolari, progressiste e comuniste. Chi applica la democrazia agli squadristi e agli altri manutengoli della borghesia, toglie la democrazia alle masse popolari. Ci sono anche persone che reclamano la democrazia per squadristi e altri manutengoli della borghesia. Alcuni sono difensori degli squadristi, sono gli stessi che riabilitano anche il vecchio fascismo, denigrano i partigiani, la Resistenza, il movimento antifascista e i comunisti. Per il resto sono degli illusi o degli sciocchi. Invocano e sognano la pace universale, mentre il mondo è dominato e schiacciato dalla borghesia imperialista che a sua difesa scatena bande di facinorosi, di abbrutiti e di pervertiti. Se vogliamo avere pace e democrazia, dobbiamo liberarci dalla borghesia e dalle sue bande di facinorosi. Non deve essere permesso agli squadristi di installarsi nei quartieri e di svolgere la loro opera tra le masse popolari. Contro i loro tentativi di installarsi tra le masse popolari, bisogna sviluppare la più ampia agitazione e mobilitazione popolare. La mobilitazione antifascista dell’11 marzo scorso a Milano ha dato un buon segnale. Ma la cosa non è finita lì. Le “forze regolari” del regime hanno perseguitato gli antifascisti e proprio la mobilitazione popolare contro questa persecuzione ha mostrato come si poteva sviluppare e ha sviluppato e migliorato la lotta che la mobilitazione dell’11 marzo aveva iniziato.

 

La solidarietà con la rivoluzione democratica dei popoli arabi e musulmani, in particolare la solidarietà con la resistenza dei popoli palestinese, iracheno, afgano, libanese, è una componente imprescindibile della nostra lotta per mobilitare la classe operaia e il resto delle masse popolari per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Il governo della borghesia imperialista italiana partecipa all’aggressione imperialista con quasi 15 mila soldati. Il governo, il Vaticano e altri centri della borghesia imperialista danno il loro contributo all’aggressione in molti paesi, in forma aperta in alcuni e in veste “umanitaria” o con azione di supporto logistico (basi militari) e spionistico in altri. Perseguitano in ogni modo, dai sequestri di persona (stile Abu Omar) ai procedimenti giudiziari, gli esponenti della rivoluzione democratica dei paesi arabi e musulmani presenti nel nostro paese, ostacolano le manifestazioni di solidarietà. Contro l’aggressione imperialista, “Dieci, cento, mille Nassyria!” è una giusta parola d’ordine. La sconfitta degli aggressori imperialisti, la vittoria della resistenza, la cacciata degli aggressori sono l’esito dell’aggressione più favorevole alla lotta delle masse popolari del nostro paese. L’amore per i propri familiari per essere efficace e pratico deve tradursi in lotta contro le Autorità della borghesia imperialista che li mandano a uccidere, a terrorizzare e a reprimere nei paesi che la borghesia imperialista vuole sfruttare e saccheggiare, che li educa a uccidere per soldi, che li corrompe e ne fa dei mostri. Finché dei soldati italiani combatteranno per opprimere altri popoli, “Dieci, cento, mille Nassyria!” è la parola d’ordine che meglio riflette gli interessi delle masse popolari, dei lavoratori e delle classi sfruttate e oppresse italiane.

 

Solidarietà con i popoli oppressi che resistono all’aggressione imperialista! “Dieci, cento, mille Nassyria!”

La sconfitta degli imperialisti americani e dei loro satelliti e la vittoria della resistenza dei popoli oppressi rafforzano nei paesi imperialisti la lotta delle masse popolari per la loro emancipazione dalla borghesia e per instaurare nuovi paesi socialisti!

La sconfitta dell’imperialismo italiano rafforza la lotta dei lavoratori italiani per difendere le proprie conquiste, allargare i propri diritti, emanciparsi dalla borghesia e fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Solidarietà con le guerre popolari rivoluzionarie in corso in Nepal, nelle Filippine, in India, in Perù, in Turchia e in altri paesi: esse sono una componente fondamentale e un’espressione della rinascita del movimento comunista e della seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

 

Solidarietà con i prigionieri politici che nelle carceri italiane e di altri paesi imperialisti resistono alle pressioni e alle lusinghe della borghesia! La loro resistenza rafforza la resistenza delle masse popolari al procedere della crisi del capitalismo!

 

La mobilitazione delle masse popolari è l’arma decisiva per impedire alla borghesia di realizzare con il circo Prodi quello che non è riuscita a realizzare con la banda Berlusconi!

Il consolidamento e rafforzamento della costruzione del Partito comunista a partire dalla clandestinità è il motore decisivo della crescita della mobilitazione delle masse popolari e il suo risultato più qualificato!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!