Comunicato del 12 marzo 2007

Contributo alla campagna elettorale della Sinistra Antiliberale Francese

Delegazione della CP del CC del (nuovo)Partito comunista italiano
mercoledì 21 marzo 2007.
 

Ai compagni e agli amici solidali

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Contributo alla campagna elettorale della Sinistra Antiliberale Francese
Comunicato del 12 marzo 2007
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Chi vuole affrontare la campagna elettorale in maniera efficace deve partire dalla realtà. La realtà è che anche la Francia è immersa in una crisi politica, culturale, economica e ecologica molto profonda. È una crisi che imperversa anche negli altri paesi, in ogni angolo del nostro pianeta. Questa crisi dura da decine di anni e non se ne intravede ancora la fine.

Le conquiste sociali che le masse popolari avevano strappato alla borghesia con la lotta contro il nazifascismo e il regime di Vichy e con le grandi lotte del dopoguerra, ora vengono man mano eliminate o ridotte fino a trasformarle in vere e proprie truffe nei confronti della masse popolari. Un flagello senza alternativa sembra abbattersi da molti anni sui lavoratori e le masse popolari francesi d’origine e immigrate. Un’ondata di misure repressive si abbatte sulla Francia e colpisce tutti coloro che mobilitano le masse contro la crisi sociale ed ecologica. La collaborazione delle Autorità Francesi con le Autorità Italiane contro il (nuovo)Partito comunista italiano fa parte di questo.

Questa crisi colpisce profondamente le masse popolari. Anche in Francia, la borghesia imperialista ha ucciso tra le masse popolari la fiducia che una volta ben organizzate, esse possono cambiare il mondo, governarlo e modellarlo conformemente ai loro bisogni e interessi, affinché tutti abbiano una vita dignitosa. Sembra che le masse popolari siano condannate a subire una vita assurda e che la terra stessa sia condannata alla distruzione. Le masse popolari si sono allontanate e si allontanano sempre di più dalla lotta politica perché la borghesia imperialista l’ha trasformata in un mercato, in una campagna pubblicitaria, in una messa in scena che nasconde la reale attività politica. Ha tolto alle masse popolari ogni potere nei confronti di se stesse e del destino del pianeta. Il paese legale è sempre di più nascosto e segreto, distante dal paese reale.

Peggio ancora. A forza di diffondere bugie, di deformare la realtà, di condurre delle campagne d’intossicazione e di diversione, la borghesia imperialista ha ucciso nelle masse popolari la fiducia nella propria capacità di arrivare a conoscere la verità.

Oggi, tra le masse popolari, i genitori sono convinti che i loro figli avranno un avvenire peggiore di quello che loro hanno vissuto. I giovani non vedono quale sarà il loro avvenire, vedono nero. La depressione, la cultura del virtuale e l’evasione dalla realtà imperversano.

Per compiere un’azione storica efficace e degna d’essere intrapresa, noi dobbiamo dare voce a tutti quelli a cui la borghesia l’ha tolta e a quelli che non l’hanno mai avuta. Dobbiamo dire la verità, dire chi sono i responsabili di tale disastro sociale, intellettuale, morale, economico ed ecologico.

Le masse popolari sono capaci di conoscere la verità, possono trasformare il mondo e governarlo, rendere la loro vita degna d’essere vissuta. Possono farla finita con i suicidi e la depressione. Possono farla finita con l’emarginazione e la miseria. Possono fare tutto questo anche se non è un compito semplice. Perché non è semplice?

Perché coloro che dominano il paese e che dispongono delle nostre risorse materiali, intellettuali e morali e in una certa misura anche di noi stessi, non sono interessati ad altro che mantenere e alimentare questo disastro. Perché questo disastro fa parte integrante della loro natura, dei loro privilegi, della loro civiltà, del loro mondo. Essi non concepiscono neanche lontanamente che sia possibile costruire un altro mondo, nuovo e superiore. Ecco perché questa situazione assurda di cui tutti gli operai e le masse popolari soffrono e si lamentano, è nata, si prolunga e sembra senza alternativa. Ecco perché, ogni giorno, cresce il contrasto tra le forze produttive che esistono in questo paese e le migliori aspirazioni e i migliori sentimenti delle masse popolari da una parte e dall’altra parte il corso reale delle cose che noi siamo costretti a seguire.

Chi è interessato a rovesciare questo corso delle cose? Le masse popolari, ma in particolare, tra esse, gli operai e tutti quelli che subiscono le conseguenze più pesanti a livello economico, morale e intellettuale della dominazione della borghesia imperialista.

È a questi che bisogna denunciare i veri responsabili e le vere cause dell’ordine che ci opprime. È a loro che bisogna rivolgersi perché si mobilitino, si organizzino e si dotino dei mezzi per imporre la loro politica. Noi non dobbiamo aver paura del disordine. Al contrario, noi dobbiamo seminare il disordine. L’ordine che oggi regna, che Le Pen e Sarkozy vogliono rinforzare, che Segolene e Bayrou vogliono razionalizzare e che altri candidati propongono di rattoppare, è l’ordine che ci soffoca, è l’ordine della prepotenza e della morte. Ecco perché sono numerosi quelli che insorgono contro questo ordine, certamente ognuno alla maniera che conosce. Lo violano in mille maniere differenti, buone e cattive. Quando un ordine sociale è ingiusto, il disordine è il primo passo per instaurare un ordine sociale giusto (Romani Rolland). Oggi molte cose sono illegali, benché siano legittime, cioè conformi agli interessi delle masse popolari: l’azione popolare diretta, la soddisfazione dei bisogni elementari di tutta la popolazione, occupare case vuote, protestare, ecc. Al contrario, sono legali molte cose, benché siano illegittime: la disoccupazione, i licenziamenti, le delocalizzazioni, l’emarginazione, l’istruzione a pagamento, l’assistenza sanitaria a pagamento, la soppressione dei servizi pubblici, le privatizzazioni, la produzione per il profitto, ecc.

Quale che sia il numero di voti che raccoglierà nel primo turno, una candidatura e un movimento che si assumono un compito di questo genere, hanno certamente un avvenire. Propongono la soluzione necessaria alla crisi che coinvolge tutti e alla quale un individuo non riesce diversamente a sottrarsi. Essi spostano immediatamente a sinistra l’asse politico delle opinioni di tutte le masse popolari: di quelle che votano, di quelle che si sono allontanate dalle elezioni e di quelle che non hanno mai partecipato. Faranno una cosa utile a tutta la sinistra e le loro forze cresceranno grazie a tutti i discorsi e campagne di tutta la sinistra, ivi comprese le false promesse dei truffatori.

Da molti anni, Le Pen è il maestro incontrastato dell’indirizzo ideologico in Francia, perché è stato il portavoce più esplicito, benché truculento, delle aspirazioni e degli interessi di tutti coloro che approfittano dell’ordine attuale e lo sostengono. Tutte le forze politiche si sono spostate verso di lui, hanno abbracciato i suoi cavalli di battaglia (immigrazione, politica sicuritaria, ecc.). Si sono avvicinati alle sue posizioni anche quelli che si proclamavano, sinceramente in alcuni casi, opposti ai suoi discorsi estremisti. Non è forse vero?

È necessario al contrario essere la voce e divenire il polo organizzativo e di raccolta di tutti coloro che vogliono rovesciare, distruggere l’ordine attuale e instaurare un ordine sociale giusto, solidale e ecologico. Di quelli che non vogliono che le aziende esistano per produrre profitti. Di quelli che vogliono che le aziende non producano più dei profitti, ma producano dei beni e dei servizi per soddisfare i bisogni e le aspirazioni della popolazione. Di quelli che vogliono che le aziende siano al servizio dei lavoratori e della natura e non più i lavoratori e la natura al servizio delle aziende. Un ordine nel quale la vita dignitosa di tutta la popolazione e di ciascun individuo sia l’obiettivo e il metro di misura dell’attività di ogni individuo e la ragione di essere di ogni organismo. Un ordine nel quale si realizzino i principi del preambolo alla Costituzione del 1946, che la borghesia non ha osato cancellare dalla Costituzione del 1958, ma che ha continuamente eluso e ignorato. È necessario invertire la direzione di marcia della nostra società. È necessario turbare l’ordine attuale per instaurare un ordine sociale giusto.

Ecco una campagna elettorale che non divide le masse popolari ma le unisce, perché le separa dai partigiani del disastro sociale e ecologico attuale, isola i partigiani di questi disastri e li mostra come nemici e bersagli delle masse popolari. È impossibile unire le masse popolari senza mobilitarle contro i loro nemici e senza isolare i loro nemici.

Questa è la base di una vera campagna innovativa e popolare