I gruppi imperialisti USA stanno per scatenare una nuova aggressione

Comunicato della CP - 1° febbraio 2003
sabato 1 febbraio 2003.
 
I gruppi imperialisti USA stanno per scatenare una nuova aggressione, stanno per lanciare le loro armi di distruzione di massa contro il popolo iracheno. Il governo della banda Berlusconi è completamente asservito al governo di Washington e ha messo il nostro paese a completa disposizione dei gruppi imperialisti USA. Solo un vasto movimento di piazza contro la guerra, che si saldi al movimento contro la chiusura della FIAT, la soppressione di centinaia di migliaia di altri posti di lavoro e l’eliminazione delle conquiste strappate dalle masse popolari (pensioni, diritti dei lavoratori, scuola pubblica, sanità, ecc.) e al movimento contro la globalizzazione imperialista fino a costituire un unico grande movimento popolare per abbattere il governo della banda Berlusconi e sconfiggere il disegno di tutta la borghesia imperialista che questo governo ha il compito di attuare, può impedire o almeno contrastare e ridurre l’impiego del nostro paese per l’aggressione e contribuire all’opposizione che cresce in tutto il mondo contro la guerra dei gruppi imperialisti USA.

Da quasi un anno i gruppi imperialisti USA si danno da fare per creare le premesse diplomatiche, politiche e militari perché il loro tentativo di porre definitivamente fine al regime di Saddam Hussein abbia le maggiori probabilità di riuscita. A partire dal 1991 il governo di Washington, con Bush padre, con Clinton e infine con Bush figlio, ha continuato con le sanzioni ad affamare il popolo iracheno e a privarlo di beni essenziali, ha continuato a bombardare il suo territorio, a infiltrare spie e sabotatori. Direttamente e servendosi dei loro agenti sionisti di Israele e dei loro servi britannici, i gruppi imperialisti USA hanno continuato ad assediare l’Iraq. La guerra contro l’Iraq non è mai finita. Il governo di Washington, di Londra e di Tel Aviv arrivano a vantarsi sfrontatamente e provocatoriamente che loro soldati, agenti e mercenari operano nel territorio iracheno già ora, in violazione di ogni diritto e prassi dei rapporti internazionali, mentre ufficialmente continua la pantomima delle "ispezioni ONU" che ha il compito di fuorviare l’opinione pubblica ostile alla guerra e creare un credibile pretesto per scatenare la guerra: perché è difficile se non impossibile anche per i gruppi imperialisti USA condurre avanti una guerra contro la aperta e dichiarata ostilità della grande maggioranza delle masse popolari. Ma nonostante dodici anni di manovre il governo di Washington non è riuscito a soffocare e destabilizzare il regime iracheno e a farlo abbattere da un "movimento democratico interno": un giochetto che in altri tempi gli è riuscito in tanti paesi, da ultimo a Belgrado. Ora vuole lanciare la soluzione finale, con una nuova guerra in grande stile. Non può aspettare più a lungo. Perché? Sono tanti i motivi per cui i gruppi imperialisti USA vogliono lanciare la loro guerra finale contro l’Iraq.

Il principale è che il regime di Saddam Hussein non obbedisce ai loro ordini su come devono andare le cose nel Medio Oriente e quindi costituisce un intralcio ai loro progetti e un cattivo esempio per i governi e i movimenti politici degli altri paesi nel Medio Oriente e nel mondo. È vero che il regime iracheno minaccia la sicurezza dei gruppi imperialisti USA. Ma non perché disponga di armi di distruzione di massa anche solo lontanamente paragonabili alle loro e a quelle accumulate in Palestina dai loro agenti sionisti d’Israele, non perché l’Iraq potrebbe attaccare militarmente gli USA. È una minaccia perché, dopo che per otto anni su loro mandato aveva fatto guerra all’Iran in rivolta contro i gruppi imperialisti USA, il regime di Saddam Hussein non ha più voluto sottostare alle loro pretese che diventavano sempre più esorbitanti, ha smesso di obbedire ai loro ordini, non rispetta più i loro desideri e osa sfidare la loro autorità. I gruppi imperialisti USA non possono tollerare la sfida del regime iracheno perché la loro dominazione mondiale è sempre più vacillante e contestata da più parti.

-  È contestata dai gruppi imperialisti concorrenti (in primo luogo europei, giapponesi, russi e cinesi) perché i gruppi imperialisti USA sfruttano la loro forza politica e militare per accrescere la loro parte nei profitti e nelle rendite che la borghesia e le altre classi dominanti estorcono ai lavoratori. Le loro pretese crescono ogni giorno. Essi danneggiano gravemente gli altri gruppi imperialisti in campo economico e aumentano l’instabilità politica dei rispettivi regimi politici. Il Giappone è in recessione da dieci anni e non ne esce perché, per uscirne restando nell’ambito del capitalismo, i gruppi imperialisti giapponesi dovrebbero osare danneggiare gli interessi dei gruppi imperialisti USA. L’Unione Europea, se resta nell’ambito del capitalismo, dovrà prima o poi cercare di uscire dalla stagnazione economica liberandosi dai limiti e dai freni che i gruppi imperialisti USA pongono all’espansione dei gruppi imperialisti europei nel mondo.

-  È contestata dai movimenti popolari di tutto il mondo perché i gruppi imperialisti USA sono i principali fautori e beneficiari dell’ordinamento di oppressione e sfruttamento che stringe in una morsa di miseria e di morte milioni di uomini e di donne in ogni angolo del mondo. L’umanità non ha mai conosciuto alcuna pestilenza che facesse tante vittime quante ne fa attualmente, quotidianamente e silenziosamente, l’ordinamento capitalista. I gruppi imperialisti USA hanno imposto a ogni paese l’apertura delle frontiere ai loro interessi, ai loro investimenti e ai loro traffici. Essi sono i tutori di ultima istanza dell’attuale ordinamento internazionale contro cui si alza da ogni angolo del mondo un grido di dolore e cresce la ribellione delle masse popolari. Il loro governo, il governo di Washington, è il gendarme mondiale di questo ordinamento, il più crudele e sanguinario carnefice che l’umanità abbia mai conosciuto. Non è un caso che i gruppi imperialisti USA rifiutano ogni autorità sovranazionale benché dettino ancora legge a gran parte delle autorità internazionali e nazionali oggi esistenti che la dovrebbero costituire. Non c’è oggi al mondo un solo movimento che più o meno coerentemente lotti contro la miseria, la fame, l’abbrutimento materiale e morale delle masse popolari, l’inquinamento ambientale e alimentare che non si scontri direttamente o indirettamente con i gruppi imperialisti USA, che non debba far fronte ai loro soldati, ai loro mercenari, ai loro spioni, ai loro consiglieri, ai loro finanzieri. Essi sono il bersaglio dei movimenti popolari di tutto il mondo. L’odio contro i gruppi imperialisti USA cresce in ogni angolo del mondo e sempre più anima quanto di onesto e di vitale esiste tra le masse popolari. È "l’altra faccia della medaglia" dell’amore per la vita e per il benessere proprio e delle masse popolari.

In queste condizioni, come possono i gruppi imperialisti USA pretendere obbedienza dagli altri governi se tollerano che sopravviva un regime come quello iracheno che prima collaborava e ora da più anni si oppone apertamente ai loro affari e ha sventato tutti i loro tentativi di abbatterlo? Per di più in una zona dove i loro affari sono di tanta importanza e la loro direzione tanto contestata come il Medio Oriente? Per un insieme di circostanze è nel Medio Oriente che il governo di Washington e la banda di fanatici "fondamentalisti cristiani" (Cheney, Perle, Rumsfeld, Wolfowitz, Ashcroft, ecc.) che dirige l’amministrazione Bush devono ora dimostrare a tutto il mondo che sono capaci di imporre l’ordine dei gruppi imperialisti USA. Quaranta anni fa il Medio Oriente era una riserva di caccia dei gruppi imperialisti USA, mentre ora abbondano i governi ostili, recalcitranti, vacillanti. Gran parte della zona è una polveriera dove ribolle la ribellione popolare contro i residui feudali e l’imperialismo. I sionisti da anni usano gli ebrei come avamposto a guardia degli interessi dei gruppi imperialisti USA nel Medio Oriente e ora il prestigio di questi si identifica con il successo dell’avventura colonialista dei sionisti d’Israele diventati oramai loro mercenari. L’eroica resistenza del popolo palestinese all’impresa colonialista dei sionisti è di esempio e di stimolo a tutte le masse popolari al punto che persino le forze reazionarie della regione devono almeno mostrare di sostenerla. Nel Medio Oriente vi sono le maggiori riserve della principale fonte energetica usata oggi nel mondo, il petrolio. Il governo di Washington che "perderà il Medio Oriente" verrà messo sotto processo dai gruppi imperialisti USA come lo fu dopo la seconda guerra mondiale il governo che "perse la Cina".

I gruppi imperialisti USA aggrediscono l’Iraq perché devono dimostrare a tutti sulla carne viva del popolo iracheno che nessuno può sfidare la loro volontà e i loro interessi! Si tratta effettivamente di una guerra preventiva e mondiale, per prevenire la ribellione alla dominazione USA che cova in tutto il mondo: un’impresa destinata al fallimento, ma che i gruppi imperialisti USA combatteranno fino in fondo, come un tempo i gruppi imperialisti tedeschi guidati da Hitler e dai suoi nazisti combatterono per il “Reich Millenario”!

La guerra che i gruppi imperialisti USA stanno per scatenare contro l’Iraq alla ricerca della "soluzione finale" della "intollerabile sfida" del regime di Saddam Hussein è in realtà anche un monito preventivo contro i gruppi imperialisti concorrenti. Per questo tanti di loro, e tra questi il Vaticano, recalcitrano ad arruolarsi nuovamente nella santa alleanza e partecipare alla crociata che il governo di Washington ha bandito. In particolare è un monito contro i gruppi imperialisti europei, in primo luogo tedeschi e francesi, che sono tentati di uscire dalla stagnazione economica intaccando gli interessi dei gruppi imperialisti USA.

La guerra che i gruppi imperialisti USA stanno per scatenare contro l’Iraq è anche un monito preventivo contro i governi dei paesi più o meno asserviti ai gruppi imperialisti USA. In particolare è un monito contro i governi dei paesi latino-americani (Venezuela, Brasile, Ecuador in testa) presi tra il martello delle masse popolari che non vogliono più continuare a sopravvivere e morire come ora e l’incudine delle imposizioni politiche ed economiche dei gruppi imperialisti USA.

La guerra che i gruppi imperialisti USA stanno per scatenare contro l’Iraq è anche un’operazione preventiva di intimidazione contro i popoli e le forze rivoluzionarie di tutto il mondo. Come le bombe atomiche sganciate nel 1945 su Hiroshima e Nagasaki dovevano essere un monito contro l’insorgere del movimento comunista in tutto il mondo. Ma le masse popolari devono per forza di cose scontrarsi con i gruppi imperialisti USA. Questi hanno già installato loro basi, guarnigioni o missioni militari in 170 paesi, tanto sono consapevoli della minaccia che incombe sui loro interessi. Hanno messo a punto nuove armi di distruzione di massa e nuovi metodi di guerra, hanno incrementato le spese per il riarmo e hanno sperimentato le loro nuove tecniche militari aggredendo con proprie truppe o con eserciti privati di mercenari altri paesi: Somalia, Sudan, Jugoslavia, Colombia, Perù, Bolivia, Afganistan, Filippine.

La guerra che i gruppi imperialisti USA stanno per scatenare contro l’Iraq è anche una manovra per contenere e fuorviare il malcontento delle masse popolari degli Stati Uniti d’America, dove la liquidazione di posti di lavoro, la precarietà, la disuguaglianza sociale, la povertà e la violazione dei tradizionali diritti democratici si diffondono nuovamente su scala sempre più vasta, sconosciuta alle generazioni attuali e parallelamente crescono i contrasti di ogni genere, la crisi culturale e l’insofferenza per il regime. È un antidoto alla crisi politica che avanza anche negli USA al seguito della crisi economica. È la prosecuzione del colpo di Stato realizzato dalla banda dei "fondamentalisti cristiani" con l’attacco di martedì 11 settembre ’01 alle Torri Gemelle di New York.

La guerra che i gruppi imperialisti USA stanno per scatenare contro l’Iraq è anche un mezzo per impadronirsi direttamente di grandi riserve di petrolio, di gran lunga la maggior fonte di energia per quasi tutto il mondo, che permetteranno ai gruppi imperialisti USA di imporre prezzi di monopolio e di ricattare i gruppi imperialisti concorrenti e i governi degli altri paesi: di generalizzare insomma il sistema di ricatti e di destabilizzazione politica tramite il blocco economico, le sanzioni e i prezzi di monopolio di cui i gruppi imperialisti USA sono maestri. Vincendo la loro guerra contro l’Iraq, i gruppi imperialisti USA contano di liquidare le conquiste strappate dai paesi petroliferi semicoloniali nel 1973 al momento della sconfitta dei gruppi imperialisti USA nel Vietnam.

In breve: l’aggressione americana all’Iraq fa parte integrante sia della guerra di sterminio che tutti i gruppi imperialisti conducono contro le masse popolari dei paesi imperialisti e dei paesi oppressi per imporre condizioni più adatte alla valorizzazione dei loro capitali, sia della guerra interimperialista verso cui i gruppi imperialisti stanno per forza di cose conducendoci. Per questo la protesta delle masse popolari è diffusa in tutto il mondo, proprio a partire dalle masse popolari americane. Per questo i gruppi imperialisti sono divisi di fronte all’iniziativa militare USA. Queste condizioni aumentano la possibilità che l’opposizione all’aggressione USA abbia successo. Dopo aver concentrato l’opposizione alla guerra nell’opposizione alla “guerra condotta senza la benedizione dell’ONU”, i gruppi imperialisti USA sperano di avere la vita più facile quando "tra alcune settimane" faranno benedire dall’ONU la loro guerra! Ma non è detto che il gioco gli riesca ed è certo che l’attuale opposizione delle masse popolari a questa loro guerra pone le basi per opporsi con maggiore forza alla continuazione della loro "guerra infinita". Il movimento comunista sta rinascendo in ogni angolo del mondo e l’opposizione alla guerra dei gruppi imperialisti USA accelera la rinascita! Il governo della banda Berlusconi si è schierato senza riserve con il governo di Washington. La banda Berlusconi fin dalla sua costituzione è stata appoggiata dai più importanti gruppi imperialisti USA. Sono loro che hanno salvato Berlusconi da Tangentopoli e Berlusconi ha sicuramente dato ad essi garanzie di servirli, di non ripetere le mosse avventate del suo compare Bettino Craxi. E i gruppi imperialisti USA sanno far rispettare gli impegni agli avventurieri che si mettono nelle loro mani.

Il governo della banda Berlusconi ha fatto da mesi aperto e zelante atto di sudditanza al governo di Washington: ha ufficialmente concesso che usasse a suo arbitrio le basi militari italiane, USA e NATO installate in Italia, che usasse a suo arbitrio i cieli, i mari e il suolo italiani, che disponesse a suo arbitrio delle nostre risorse, che inquinasse e devastasse il nostro paese secondo i suoi bisogni. Ora i comandi e le guarnigioni USA e le bande sioniste d’Israele loro complici hanno piena libertà di movimento e di azione in tutto il territorio del paese. Le truppe e le forze di polizia italiane operano al loro servizio, in Italia contro gli immigrati e gli oppositori e all’estero sui fronti e nei compiti ai cui ai comandi americani piace assegnarle. Il governo della banda Berlusconi continua e aggrava l’opera dei governi di centro-sinistra e mantiene già oltre 10.000 soldati all’estero: tutti quelli di cui dispone, come dichiara ottusamente compiaciuto il ministro Antonio Martino. Da poco ha affittato o venduto al Pentagono anche un migliaio di alpini da inviare nelle zone di combattimento dell’Afganistan, sulle orme di Mussolini che aveva venduto 100 mila soldati italiani a Hitler perché li usasse nella sua impresa contro l’Unione Sovietica. Le risorse che lo Stato non trova per far fronte all’ondata di licenziamenti e "ristrutturazioni", per la scuola, per la ricerca, per le pensioni, per la sanità, per la sistemazione idrogeologica, per porre fine all’inquinamento, le trova in abbondanza per le operazioni militari. Il governo della banda Berlusconi sta sprofondando sempre più il nostro paese nella guerra, nella maniera subdola e criminale e con l’imprevidenza caratteristiche della classe dirigente che governa l’Italia dal tempo della sua unità. Il precedente del regime di Mussolini, del suo ingresso in guerra e della spedizione di Russia, non le hanno insegnato nulla. La viltà e la mancanza di rispetto per i lavoratori di questa classe dominante non hanno limiti: lo confermano la commedia del ritorno dei Savoia, la penosa esibizione di cortigianeria attorno a Papa Woityla e la farsa dell’"avvocato dei lavoratori", del genio e del santo recitata pochi giorni fa a Torino.

Il governo della banda Berlusconi ha ereditato e perpetua la condizione di vassallaggio ai gruppi imperialisti USA che i gruppi imperialisti italiani, il Vaticano, la Mafia e gli altri gruppi di potere hanno accettato dopo la fine della seconda guerra mondiale, sotto il manto del regime DC, come garanzia per impedire che il movimento comunista si sviluppasse ulteriormente.

Il governo della banda Berlusconi continua la violazione sostanziale e letterale della Costituzione del regime in nome del quale governa: una violazione compiuta già dal regime DC in più campi e che i governi del centro-sinistra hanno esteso anche all’articolo 11 che vieta il ricorso alla guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali.

In sintonia con "l’amico-padrone" Bush, Berlusconi ha scoperto che “il regime iracheno possiede armi di distruzioni di massa” e che “collabora con Bin Laden”. Il governo della banda Berlusconi ha lanciato una campagna di propaganda e, per renderla più credibile, ha lanciato in grande stile in tutta Italia la caccia al "terrorista arabo". Con la benedizione di Ciampi, Pisanu lancia ogni giorni "allarmi terrorismo". Decine e decine di "terroristi" scoperti "con le mani nel sacco", per lo più "immigrati clandestini" con documenti falsi e con esplosivo e veleni al seguito, sono e verranno arrestati nelle prossime settimane a Napoli, a Torino e qua e là per l’Italia. Governo e giornali compiacenti grideranno al pericolo imminente che minaccia noi stessi, non solo gli USA. Racconteranno di oscuri ma sicuri collegamenti con il "terrorismo anarco-insurrezionalista", con la camorra, con la mafia, con la P2, con chi più ne ha più ne metta: ce ne sarà per tutti i gusti. L’importante è indebolire nell’immediato la protesta contro la guerra, raccogliere il più possibile dell’opinione pubblica al seguito della crociata USA benedetta "persino dall’ONU". Non è escluso che la banda di criminali che governa a Roma ricorra persino ad attentati clamorosi per indebolire la protesta delle masse popolari contro la guerra scatenata dai gruppi imperialisti USA. Solo un grande e prolungato movimento di piazza contro il governo della banda Berlusconi può porre fine alla collaborazione del nostro paese con i gruppi imperialisti USA nella loro aggressione contro l’Iraq!

C’è una evidente divisione dei compiti tra il governo della banda Berlusconi e il Vaticano. Il primo ci porta in guerra passo dopo passo al comando dei gruppi imperialisti USA. Il secondo ci riempie di belle parole di pace ma si guarda bene dall’usare il suo potere (nelle banche e in generale nella classe dominante) contro il governo della guerra come ha più volte fatto contro governi sgraditi e dall’usare la sua influenza morale per mobilitare contro la guerra le masse di cui gode la fiducia come fece contro il movimento comunista.

Berlusconi e la sua banda di fascisti, mafiosi, razzisti, clericali e speculatori mentre appoggiano già diplomaticamente e militarmente l’aggressione, proclamano che sottoporranno al voto del Parlamento la decisione di collaborare con gli aggressori. I partiti del centro-sinistra stanno al gioco e chiedono che il Parlamento sia investito della responsabilità di dichiarare la partecipazione alla guerra. Infatti sanno bene che in Parlamento potranno sfoggiare i loro buoni propositi, raccogliere il consenso di quelli che sono contro la guerra senza cambiare in nulla gli eventi. Infatti finché le cose restano in mano a questo Parlamento, la banda Berlusconi dispone di una comoda maggioranza che il governo di centro-sinistra le ha preparato e confezionato con le sue leggi elettorali truffa, con la protezione che ha accordato agli interessi e ai crimini di Berlusconi e con l’attacco che ha portato alle conquiste delle masse popolari. La banda Berlusconi e il centro-sinistra collaborano per contrastare e soffocare il movimento di piazza e la protesta dei lavoratori e delle masse popolari contro la guerra, per impedire che esso si estenda e si saldi con il movimento che nelle piazze e nelle aziende lotta contro l’eliminazione della FIAT e di altre centinaia di migliaia di posti di lavoro, con il movimento che nelle piazze protesta contro le controriforme in tema di pensioni, di diritti dei lavoratori, di scuola pubblica, di sanità e contro la globalizzazione imperialista. Essi sono d’accordo per soffocare l’unico movimento che può porre fine al governo della banda Berlusconi e stroncare il suo tentativo di instaurare un regime di potere personale.

Ma i lavoratori e le masse popolari italiane possono farla finita con la banda Berlusconi. Il suo potere è debole. La stessa classe dominante non è compatta nel sostenerla. Le contorsioni e il doppiogioco del Vaticano e dei partiti del centro-sinistra confermano la debolezza della banda Berlusconi. L’aristocrazia operaia (che spadroneggia nei sindacati di regime) per sopravvivere dovrà marciare alla musica che i lavoratori suoneranno. Lungo tutto l’anno appena finito le Forse Soggettive della Rivoluzione Socialista e i lavoratori avanzati hanno mostrato di essere capaci di mobilitare un vasto, prolungato e diffuso movimento contro la banda Berlusconi e le sue misure reazionarie. Il principale fattore di debolezza del movimento popolare è la mancanza di un vero partito comunista: ma è nel corso stesso della lotta contro la banda Berlusconi che le FSRS e i lavoratori avanzati possono fare dei progressi sulla strada della sua costituzione.


-  Unire in un fronte comune contro il governo della banda Berlusconi il movimento di protesta contro l’aggressione all’Iraq, il movimento contro la liquidazione della FIAT e di centinaia di migliaia di altri posti di lavoro e per la difesa delle conquiste e il movimento contro la globalizzazione imperialista.
-  Non dare tregua alla banda Berlusconi e al suo governo!
-  No all’aggressione all’Iraq!
-  No alla banda di sionisti che insanguina il Medio Oriente agli ordini di Washington. I sionisti stanno agli ebrei, come i fascisti stavano agli italiani e i nazisti stavano ai tedeschi: sono sciacalli che sfruttano le sventure del loro popolo, le perpetuano e fomentano il razzismo e la guerra tra i popoli!
-  No ai gruppi imperialisti USA!
-  Facciamola finta con la banda Berlusconi!
-  Costituire ovunque comitati clandestini del (nuovo)Partito Comunista Italiano!