(nuovo)Partito comunista italiano
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Le indicazioni di voto del (nuovo)Partito comunista italiano

Comunicato del 15 marzo 2008
lunedì 17 marzo 2008.
 

(PNG) Promuovere, sostenere e organizzare la più ampia partecipazione autonoma dalla borghesia delle masse popolari alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile.

 

Utilizzare la campagna elettorale per mobilitare le masse popolari nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

 

 

Dopo molte esitazioni e molti contorcimenti, in definitiva in gennaio la Corte Pontificia, i gruppi imperialisti USA e i gruppi sionisti suoi alleati hanno licenziato il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti.

A beffa della proclamata democrazia e della Costituzione che proclama che “il potere appartiene al popolo”, le classi e i gruppi dominanti avvolgono le loro relazioni, le loro operazioni, le loro attività e le loro decisioni in una fitta coltre di mistero per nasconderle alle masse popolari tanto sono impresentabili e per nascondersele l’un l’altro tra loro tanto sono conflittuali i loro reciproci rapporti. D’altra parte le forze del movimento comunista cosciente e organizzato sono ancora troppo piccole per penetrare con sicurezza la cortina di mistero e denunciare alle masse popolari cosa nasconde. Il silenzio che la sinistra borghese (PRC, PdCI, Verdi, SD e affini) e autorevoli personalità del regime che si dichiarano “amici del popolo” mantengono su queste manovre, sono una ulteriore chiara dimostrazione che essi tutti appartengono al campo borghese, sono più solidali con la loro classe che solidali con le masse popolari e amanti della democrazia. Si comportano come si sono comportati i revisionisti moderni che dirigevano il PCI quando nel passato il regime DC ripetute volte violò segretamente la democrazia (basi USA, Gladio, ecc.) o praticò la strategia della tensione (stragi di p.zza Fontana, di Bologna, di p.zza Della Loggia, di Ustica, ecc. ecc.). Per tutte queste ragioni noi dobbiamo basarci su ragionevoli ipotesi e non siamo in grado di stabilire con certezza e in dettaglio sino a che punto la Confindustria e le altre organizzazioni padronali si siano opposte alla crisi. Ancora meno chiaro è se la Corte Pontificia, i gruppi imperialisti USA e i gruppi sionisti hanno licenziato il governo PAB con un piano di ricambio già pronto o se la caduta del governo PAB in gennaio è il risultato di un intrigo di palazzo, qualcosa che è sfuggito di mano agli intriganti stessi. Se la prima ipotesi corrispondesse alla realtà, c’è da temere che da qui alle elezioni succedano fatti e avvenimenti (attentati, stragi, ecc.) per pilotare il risultato elettorale nel senso voluto, nella tradizione della strategia della tensione.

Fatto è che la campagna elettorale per le elezioni politiche si è sovrapposta alla già prevista campagna di elezioni amministrative. Le due offrono ai comunisti la possibilità di condurre una campagna di propaganda e di organizzazione per la raccolta di forze e risorse utili alla lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

 

Cosa significa condurre una campagna di propaganda e di organizzazione?

In termini generali significa valutare le condizioni concrete in cui si svolge la campagna elettorale e mobilitarsi e mobilitare per 1. fare una campagna di propaganda a favore del socialismo come unica possibile e realistica via d’uscita che le masse popolari organizzate possono percorrere per uscire dal marasma sociale e ambientale in cui la borghesia ci ha condotto, indicando anche che la lotta per instaurare il socialismo è il contesto indispensabile per una efficace lotta per difendere e ampliare le conquiste e i diritti della masse popolari, 2. allargare e rafforzare le fila del movimento comunista cosciente e organizzato, elevare la coscienza politica e rafforzare l’organizzazione degli elementi avanzati e in generale delle masse popolari, moltiplicare e rafforzare i comitati e gli organismi di resistenza già esistenti e formarne di nuovi, costituire nuove organizzazioni come i Comitati Popolari di Controllo, accrescere la forza della sinistra nelle organizzazioni di massa già esistenti, in particolare nei grandi sindacati di regime (FIOM, altri sindacati della CGIL e degli altri sindacati di regime) e nei sindacati alternativi, consolidare e rafforzare il Partito comunista reclutando nuovi membri, formando nuovi Comitati di Partito, estendendo la cerchia dei collaboratori e rafforzando i legami già esistenti.

 

La campagna elettorale ci offre condizioni favorevoli. Per più di un mese decine di milioni di persone, la stragrande maggioranza appartenente alle masse popolari, seguono e seguiranno programmi televisivi e radiofonici, leggeranno i giornali, consulteranno internet, seguiranno e parteciperanno a dibattiti, assemblee e a manifestazioni di vario genere, comunque in qualche modo legati alle elezioni. Discuteranno tra loro in casa, al lavoro, nei bar, nelle strade e nelle piazze. Milioni di elementi delle masse popolari ragioneranno e discuteranno sulle formazioni politiche che, sotto l’alta direzione della Corte Pontificia e degli altri grandi detentori del potere nel nostro paese (i gruppi imperialisti USA, i gruppi sionisti, le grandi organizzazioni criminali, la Confindustria, la Confcommercio, l’Associazione Bancaria e le altre associazioni padronali), hanno diretto il governo ufficiale del paese e che si propongono per dirigerlo ancora. Milioni di persone esprimeranno il loro giudizio sui partiti e sui personaggi che si presentano sulla scena del teatrino della politica borghese e in ogni altro contesto pubblico. Milioni di persone si porranno il problema di chi votare per meglio far valere i propri interessi.

I prossimi mesi saranno quindi caratterizzati da un particolare dinamismo politico, da una particolare attenzione delle masse alla vita politica e al ruolo che esse vi possono svolgere. Questa attenzione sarà rivolta verso tutti coloro che, in misura delle loro forze, approfitteranno della situazione per diffondere tra le masse popolari la loro concezione e le loro indicazioni sul che fare.

Le elezioni sono un momento di mobilitazione generale in cui le masse popolari, spinte anche dagli stessi mezzi di propaganda e di organizzazione borghese, possono essere coinvolte attivamente, invitate e spinte a partecipare all’attività politica più che in altri momenti. Le concezioni e l’orientamento delle masse popolari sono ancora ampiamente influenzate dalla cultura e dai sentimenti che la classe dominante semina tra esse. Questo è un limite di cui bisogna tener conto e, proprio tenendone conto, noi comunisti lavoriamo per il suo superamento anche sfruttando il clima di attenzione e interesse suscitato tra le masse popolari dalla borghesia. Sfruttiamo questo clima per favorire il distacco da questa dipendenza culturale, quindi ideologica delle masse popolari dalla borghesia.

In questo l’indicazione di voto è un momento importante. Le elezioni non consistono solo nel voto, ma l’indicazione di voto è il punto di partenza e di arrivo di gran parte della mobilitazione di pensieri e di passioni che la campagna elettorale mette in moto. Chi interviene nel dibattito elettorale, ma non dà indicazioni di voto, indebolisce l’attenzione e la passione anche su tutto il resto della sua campagna. Inoltre i risultati elettorali hanno di per sé effetti sul nostro lavoro che continua in altre forme dopo la campagna elettorale. Quindi noi dobbiamo dare a livello nazionale e zona per zona, dovunque arriviamo con il nostro lavoro organizzato, chiare indicazioni di voto. Esse devono essere tali che la loro propaganda ci permetta di rafforzare tutto il nostro lavoro: il nostro lavoro di propaganda e il nostro lavoro di organizzazione.

Per questo nel definire la nostra indicazione di voto dobbiamo tener conto sia del particolare contesto elettorale, sia dello stato della lotta di classe in corso nel paese e in ogni zona, sia della storia di cui le elezioni costituiscono un passaggio, sia infine del lavoro che stiamo conducendo.

 

La sinistra borghese si presenta in queste elezioni allo sfascio, “a rischio di estinzione” dicono i suoi esponenti, esagerando un po’ per raccattare voti di compassione. Questa nel nostro paese è una novità assoluta rispetto agli ultimi 60 anni. Lungo tutto il regime DC, la sinistra borghese è stata una componente importante del mondo politico borghese. Le ragioni della sua crisi non stanno nella forza della destra borghese, ma nella debolezza della sinistra stessa. La crisi generale del capitalismo ha messo alla prova la sua natura. La sinistra borghese, anche nel corso della crisi, è rimasta al seguito della destra borghese, ha assunto il ruolo di pompiere delle contraddizioni che l’attuazione del Programma Comune della borghesia (in particolare l’eliminazione delle conquiste) ha generato tra la borghesia imperialista e le masse popolari.

Il PD, una grossa parte del carrozzone della sinistra borghese che si trascinava al seguito della destra, si è ora unito apertamente alla destra. Ha fatto proprio apertamente il Programma Comune della borghesia, senza i contorcimenti, le finzioni, la moderazione e l’ipocrisia che il circo Prodi comportava.

Quello che resta della sinistra borghese (PRC, PdCI, Verdi e SD riuniti nel cartello elettorale la Sinistra l’Arcobaleno) è in difficoltà.

I “frammenti in libertà della sinistra borghese” (PCL, PdAC, Sinistra Critica, ecc.) solo in una certa misura sono ideologicamente, politicamente e organizzativamente indipendenti da essa e sono alla ricerca della loro strada. Le difficoltà in cui si trovano dipendono principalmente dai limiti ideologici che li caratterizzano. Il limite più importante è che non hanno ancora una concezione giusta, materialista dialettica della fase attuale della storia del nostro paese e dell’umanità. Quindi non hanno ancora

- né un piano ben studiato e ben fondato sulla realtà della lotta di classe e delle relazioni internazionali, una strategia per compiere passo dopo passo la rivoluzione socialista a cui più o meno apertamente dicono di aspirare,

- né una concezione della partecipazione alla lotta politica borghese sostanzialmente, qualitativamente diversa da quella della sinistra borghese da cui si sono da poco staccati organizzativamente.

Di conseguenza conducono la campagna elettorale e usano le elezioni grossomodo ancora come la sinistra borghese.

 

È in questo quadro che si pone la scelta per chi votare.

“Cosa dovrei fare e chi o cosa dovrei votare, dopo quello che la sinistra ha dimostrato?”, chiederebbero e sicuramente chiederanno tanti interlocutori tra le masse popolari che i comunisti che vogliono approfittare delle elezioni incontreranno nel loro lavoro. È dura rispondere se si concepiscono le masse popolari soltanto come elettori, sostenitori, claque nelle manifestazioni e attivisti al servizio di un partito che vuole partecipare alla lotta politica borghese, giocare la sua parte del teatrino della politica borghese.

Chi invece vede nelle masse popolari, nel lavoratori e nella classe operaia, e in particolare nei loro elementi avanzati, la forza motrice della storia, la forza motrice fondamentale della possibile e necessaria trasformazione della società, chi ha fiducia nel fatto che quanto più si rafforzerà l’indipendenza ideologica, politica e organizzativa delle masse popolari dalla borghesia, tanto più queste troveranno fiducia in loro stesse, costui ha in mano la chiave per far emergere forze nuove anche nell’ambito della campagna elettorale e convogliarle nel fiume della rivoluzione socialista.

La nostra fiducia nelle masse popolari e nel loro ruolo di forza di trasformazione della società non viene dal cielo. È basata sullo studio dell’esperienza concreta delle masse, della lotta di classe e dello sviluppo delle contraddizioni della nostra fase. In sostanza è frutto della concezione materialistica dialettica della società. Sulla base di questa fiducia noi possiamo definire una linea giusta che fa delle elezioni un’occasione per promuovere il distacco delle masse, non dalla lotta politica, ma da chi ideologicamente, politicamente e organizzativamente le tiene relegate al ruolo di masse di manovra per il teatrino della politica borghese.

La linea del (nuovo)Partito comunista italiano “ unirsi strettamente e senza riserve alla resistenza che le masse oppongono e opporranno al procedere della crisi generale del capitalismo, comprendere e applicare le leggi secondo cui questa resistenza si sviluppa, appoggiarla, promuoverla, organizzarla e far prevalere in essa la direzione della classe operaia fino a trasformarla in lotta per il socialismo, adottando come metodo principale di lavoro e di direzione la linea di massa” applicata alla situazione specifica delle elezioni politiche in corso, significa sostanzialmente promuovere e organizzare la mobilitazione delle masse popolari per rafforzare la loro autonomia ideologica, politica organizzativa anche dalla sinistra borghese e legarle così più saldamente alla rinascita del movimento comunista.

Noi comunisti possiamo e dobbiamo quindi approfittare di questa situazione particolarmente dinamica del movimento politico creata dalla campagna elettorale, per raccogliere forze e risorse necessarie alla lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

Le elezioni non sono solo il voto, ma anche la scelta del voto può essere trasformata in uno strumento per rafforzare l’indipendenza ideologica, politica e organizzativa delle masse popolari dalle forze politiche borghesi, per fare scuola di comunismo.

 

Innanzitutto noi abbiamo concentrato le forze e le risorse di cui disponiamo, in uno sforzo eccezionale per promuovere la costruzione di liste elettorali indipendenti da quelle della sinistra borghese, le Liste Comuniste per il Blocco Popolare e promuovere in esse la più ampia unità. La partecipazione delle masse popolari alla formazione di queste liste sarà tanto più una scuola di comunismo quanto più vi parteciperanno attivamente e quanto più noi comunisti condurremo centinaia e migliaia di persone a vedere, attraverso la loro stessa esperienza, la forza che è nelle loro mani e nella loro testa e che la sinistra borghese ha tenuto a freno fino ad oggi.

I candidati e i promotori delle nostre liste manifesteranno sicuramente molti limiti di orientamento e di disciplina proletaria, non potrebbe essere altrimenti stante il ruolo in cui la sinistra borghese li ha finora relegati. Dobbiamo essere coscienti del terreno in cui seminiamo, ma dobbiamo anche tenere conto che seminando dei buoni semi è possibile raccogliere dei buoni frutti. E i nostri semi sono molto buoni!

Come abbiamo fatto nel lavoro per la promozione delle liste comuniste, nel condurre la campagna elettorale dobbiamo contrastare sistematicamente la falsa propaganda sul voto utile che la sinistra borghese diffonderà ad ampio raggio. Le masse popolari hanno principalmente bisogno di autonomia di orientamento e di organizzazione dalla borghesia in generale e in particolare anche dalla sinistra borghese. Tutto quello che facilita questa autonomia è per loro utile. L’esperienza del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti ha chiaramente mostrato su grande scala che il voto più utile, non solo strategicamente, ma anche per influire sulla condotta del futuro governo borghese, non è quello dato alla sinistra borghese. Il voto più utile è quello che più contribuisce a rafforzare tra le masse popolari un orientamento e una organizzazione indipendenti dalle forze borghesi.

 

Nell’indicazione di voto dobbiamo tenere conto della situazione concreta. Il materialismo dialettico ci insegna che dobbiamo fare l’analisi concreta della situazione concreta e da questa ricavare come procedere per andare verso l’obiettivo del movimento comunista. L’attuazione della linea generale, nazionale è la sua traduzione nella situazione concreta, che può anche significare fare cose opposte tra loro in situazioni che sono tra loro differenti. La nostra linea generale nelle elezioni è ricavare da esse forze e risorse per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Nel concreto e nel particolare significa mobilitare le masse popolari a fare un’esperienza che rafforza la loro autonomia dalla sinistra borghese e dalla borghesia in generale e che le coinvolge in tal modo nel lavoro promosso da noi comunisti e nella lotta per il socialismo.

Nel valutare il grado di mobilitazione, autonomia, crescita organizzativa e politica delle masse promosso nella campagna elettorale dobbiamo guardare principalmente all’aspetto qualitativo. Le forze delle organizzazioni della carovana del (n)PCI, ad esempio, oggi sono quantitativamente deboli, ma stante il nostro orientamento, grande è il ruolo che con esse svolgiamo tra le masse per favorire la loro autonomia ideologica, politica e organizzativa dalla borghesia.

 

La traduzione generale di questa linea in indicazione di voto è

- dove siamo riusciti a presentare Liste Comuniste per il Blocco Popolare, dare il voto ad esse;

- dove non siamo riusciti a presentare Liste Comuniste per il Blocco Popolare ma si presentano liste di altre formazioni comuniste che non si sono unite a noi nella costruzione del Blocco popolare (siano esse il PCL, il PdAC, SC o altre), dare il voto ad esse;

- dove non è presente nessuno dei due precedenti tipi di liste, votare per le liste della sinistra borghese (PRC, PdCI, Verdi, SD e affini);

- dove non è presente nessuno dei tre precedenti tipi di liste, votare per il Partito Democratico.

Alcuni storceranno il naso davanti alla proposta di votare per la sinistra borghese o addirittura per il PD. Ma, come abbiamo già spiegato nel Comunicato del 13 febbraio 2008, il voto alla sinistra borghese (dove non sono presenti né liste comuniste né liste in qualche misura effettivamente, quindi non solo a parole, indipendenti dalla sinistra borghese) e (dove non è presente nemmeno la sinistra borghese) alla vecchia sinistra che oggi è diventata la nuova destra, è il voto che, nel concreto di questa campagna elettorale, 1. più ci permette di rafforzare il nostro legame con la parte delle masse popolari più avanzata nella lotta politica borghese e 2. più alimenta e alimenterà le contraddizioni tra la borghesia nei mesi a venire.

Il terreno principale di lotta è per noi, anche nelle campagne elettorali, la mobilitazione delle masse popolari, la promozione e il sostegno alle loro lotte, la loro irruzione nel teatrino della politica borghese indipendente dalle forze politiche borghesi, la loro mobilitazione nella lotta contro la repressione, la promozione e il sostegno delle organizzazioni di massa, il nostro legame con le masse popolari. Il nostro lavoro su questo terreno continuerà dopo la campagna elettorale, perché noi non siamo elettoralisti. Esso non farà discriminazioni tra le masse popolari a secondo di come avranno votato, ma sarà favorito tanto più quanto più avanzata sarà l’autonomia ideologica, politica e organizzativa delle masse dalla borghesia che avremo costruito o rafforzato con la campagna elettorale e quanto più acute e ingestibili saranno le contraddizioni nelle coalizioni borghesi, nei partiti borghesi e nelle nuove assemblee elettive. Zona per zona, dove arriva il nostro lavoro organizzato ma non siamo riusciti a presentare Liste Comuniste per il Blocco Popolare, alla parte più avanzata delle masse popolari cui giungiamo con il nostro lavoro organizzato ma che non ha aderito al nostro sforzo per presentare Lista Comuniste per il Blocco Popolare, noi dobbiamo dire che voteremo come loro e daremo indicazione di votare come loro, perché così vedranno meglio quanto sarebbe stato utile avere costituito un Blocco Popolare e vedranno anche che non hanno motivo di prendersela con i loro compagni di classe e di sfruttamento che hanno sbagliato come loro e hanno votato per qualcun altro.

L’attuazione della linea generale in ogni zona concreta in cui arriva il nostro lavoro organizzato, richiede quindi un’analisi concreta della situazione concreta. Non consiste nel semplice confronto delle quattro indicazioni di voto sopra date, con le liste presenti nella specifica zona. L’attuazione richiede la valutazione zona per zona del legame tra i promotori locali delle liste e le masse che li sostengono, dello stato della lotta di classe e del movimento di massa nella zona, del legame che con la campagna elettorale possiamo creare tra noi e le masse popolari, della scuola di comunismo che possiamo promuovere grazie alla campagna elettorale, ma soprattutto del lavoro che stiamo facendo nella zona e del nostro legame con la parte più avanzata delle masse popolari della zona. L’indicazione di voto deve rafforzare il nostro lavoro e il nostro legame. Con la campagna elettorale, anche l’indicazione di voto deve servire a rafforzare la sinistra delle masse popolari e il nostro legame con la parte più avanzata di esse. Zona per zona, l’indicazione di voto che diamo deve essere un aspetto del lavoro di promozione della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato che stiamo conducendo nella zona, deve essere quella che meglio contribuisce a questo lavoro. Le indicazioni di voto possono anche essere differenti fin nel dettaglio nei collegi elettorali, a patto che la nostra inchiesta sia abbastanza approfondita e realistica da vedere che quel particolare candidato o quella particolare lista lì svolge il ruolo più avanzato per la crescita dell’autonomia e della mobilitazione delle masse popolari.

 

Armati di questi principi e criteri, noi comunisti possiamo fare della campagna elettorale un importante momento di sviluppo delle nostre forze.

 

Forza compagni!

Afferriamo saldamente la nostra bandiera rossa e portiamo tra gli operai e le masse popolari l’appello a prendere in mano il loro destino e ad entrare con forza nella lotta politica, per liberarsi dai padroni, dai borghesi, dagli imperialisti, dal Vaticano, dai fascisti e da tutti gli altri nemici del proletariato.

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini!

 

È vero che per loro natura i capitalisti spremono i lavoratori. Ma fino a che punto possono dare libero corso alla loro natura dipende dalla forza del movimento comunista cosciente e organizzato. Gli operai organizzati sono pienamente in grado di guidare il resto delle masse popolari a fare a meno dei capitalisti e delle altre classi sfruttatrici e a instaurare un nuovo superiore ordinamento sociale: il socialismo!

 

Le aziende devono smettere di produrre profitti e di essere proprietà di singoli o di gruppi. Devono diventare collettivi di lavoratori, istituzioni a cui la società assegna il compito di produrre determinate cose o servizi e a cui assegna i mezzi necessari perché lo svolgano. L’esempio più vicino sono le migliori, più oneste ed efficienti istituzioni produttive, di ricerca, scolastiche o sanitarie pubbliche che vediamo qua o là, di tanto in tanto come eccezioni nella società borghese.

 

L’efficienza di un’azienda si deve misurare dal suo contributo alla vita sociale, dalla qualità e quantità dei suoi prodotti, dal rispetto della integrità, salute e dignità di chi vi lavora, dal rispetto per l’ambiente, dal risparmio di fatica, di forze produttive, di energia e di materie prime. 

 

Ogni persona di buona volontà può contribuire alla rinascita del movimento comunista, a ricostruire quel tessuto di organizzazioni di massa anticapitaliste che avevano reso forti gli operai e le altre classi delle masse popolari: è quello che ci vuole per impedire ai capitalisti di dispiegare liberamente la loro natura barbara e per arrivare a fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

I morti di Torino, come tutti i morti e mutilati sul lavoro, sono le vittime dei padroni, dei politicanti e del clero che li assecondano, dei paladini della precarietà che difendono il loro criminale ordinamento sociale: in nome dei profitti e della concorrenza condannano i lavoratori alla miseria, alla precarietà, alla malattia e alla morte!

 

La partecipazione del nostro paese alla guerra preventiva USA e all’aggressione imperialista dei paesi oppressi e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per la maggioranza delle masse popolari italiane sono le due facce del Programma Comune della borghesia imperialista italiana!

 

Promuovere agitazioni e proteste contro la Corte Pontificia, gli imperialisti USA e i sionisti d’Israele, contro le missioni militari italiane all’estero, contro i governi della guerra, del carovita e dell’inquinamento!

 

Appoggiare la lotta contro la nuova base USA di Vicenza, contro il potenziamento della base di Sigonella (SR), contro la produzione di bombardieri F-35 a Cameri (NO), contro la partecipazione del governo italiano allo "scudo stellare", contro la collaborazione militare speciale con i sionisti d’Israele (legge 94/2005), contro l’uso dell’Italia come piattaforma per l’aggressione imperialista in Asia, in Africa e in Europa orientale!

 

Appoggiare e rafforzare il Comitato No Dal Molin, il Comitato No TAV e tutti i gruppi e movimenti di resistenza alla guerra, al peggioramento delle condizioni di lavoro e dei salari, alla devastazione dell’ambiente!

 

Protestare contro l’uso delle forze armate in Campania per riaprire le discariche, attivare gli inceneritori e perpetuare l’uso della Campania come pattumiera dei rifiuti tossici e nocivi dell’Italia e dell’Europa imposto dal connubio Pubbliche Autorità, governi Berlusconi-Bossi-Fini e Prodi-D’Alema-Bertinotti, camorra, industriali e Vaticano!

 

Appoggiare e promuovere la lotta delle donne contro la discriminazione nel lavoro e nel salario, contro l’oppressione nei rapporti familiari e sociali, contro l’oscurantismo clericale e borghese! Appoggiare e promuovere la lotta dei lavoratori e delle masse popolari immigrate contro lo sciovinismo nazionale e la discriminazione razziale e nazionale, contro l’oppressione e lo sfruttamento! Appoggiare e promuovere la lotta dei giovani contro la discriminazione, la precarietà, lo sfruttamento, la scuola asservita alla borghesia, l’emarginazione sociale!

 

Contro la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari nel nostro paese come in ogni angolo del mondo, bisogna portare avanti la guerra popolare rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo e da subito imporre di nuovo ai padroni lacci e laccioli come quelli che il movimento comunista aveva già loro imposto nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria!

 

Il terreno è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato! Facciamo di ogni lotta rivendicativa una scuola di comunismo!

 

Il nuovo Partito comunista italiano fa in Italia quello che i comunisti di altri paesi fanno nel resto del mondo: ricostruire un movimento comunista potente che ponga nuovamente fine alla libertà dei capitalisti e instauri il socialismo, facendo tesoro dell’esperienza dei primi paesi socialisti!

 

Unire la nostra lotta alla Resistenza che in Iraq, in Afghanistan, in Palestina, in Libano, in Somalia tiene in scacco i mercenari dei gruppi e dalle potenze imperialiste, alla lotta contro l’invadenza e la prepotenza degli imperialisti condotta a Cuba, in Venezuela, in Bolivia, in Ecuador, in Colombia!

 

Imparare dalla guerra popolare rivoluzionaria oramai in fase avanzata in Nepal, nelle Filippine, in India, in Perù, in Turchia!

 

Mobilitare i lavoratori più avanzati per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Assimilare ad un livello più alto il materialismo dialettico come metodo per conoscere la realtà e come guida per trasformarla: ecco la chiave per consolidare e rafforzare il (nuovo)Partito comunista italiano.

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!


Le indicazioni di voto del (nuovo)Partito comunista italiano