La Voce 8

Propaganda disfattista

venerdì 6 luglio 2001.
 

Ogni classe dominante ha sempre cercato di alimentare nelle classi che opprime la convinzione che essa è indispensabile alla vita delle stesse classi oppresse e che essa è invincibile. Un tempo, e in parte ancora oggi, essa alimenta addrittura la convinzione che l’oppressione che essa esercita è parte dell’ordinamento che dio ha dato al mondo. Chi lo contesta e mostra che esso è un prodotto storico e transitorio è un eretico, chi ne denuncia le malefatte è un blasfemo, chi lo viola è un deicida. Fin da quando, subito dopo la grande Rivoluzione francese, la borghesia si pose il compito di dare forma al potere che aveva conquistato, il suo credo fu: “È impossibile una società senza diseguaglianze, la diseguaglianza è intollerabile senza un codice morale, un codice morale è inaccettabile senza la religione” (Napoleone). Ogni classe dominante ha sempre cercato di convincere le masse del suo diritto a dominare e opprimere, di fare accettare alle classi oppresse il suo dominio come una legge di natura e un luogo comune che non si discute neanche. “Cosa faremmo senza il Papa?”, “Cosa faremmo senza il re?”, “Cosa faremmo senza il padrone?”. Erano frasi che correvano e in parte ancora corrono sulla bocca degli oppressi ancora soggiogati anche ideologicamente dalla classe dominante.

Le crisi scuotono nelle masse oppresse la convinzione che la borghesia imperialista sa provvedere alla vita delle stesse classi oppresse, che bene o male sa guidare la società, che “il padrone sa meglio di noi cosa bisogna fare”. Le rivoluzioni, le rivolte e perfino le piccole vittorie conquistate nelle lotte rivendicative scuotono nelle masse oppresse la convinzione che la borghesia imperialista è invincibile. Per questo noi comunisti dirigiamo rivoluzioni, appoggiamo rivolte, promuoviamo, organizziamo e dirigiamo lotte rivendicative delle masse e ci attrezziamo per essere in grado di farlo con il massimo successo.

Non solo ma noi conduciamo una incessante e creativa opera per far conoscere rivoluzioni, rivolte e lotte rivendicative, per ricavare e diffondere i loro insegnamenti, per generalizzare i loro obiettivi e le loro conquiste. La propaganda ha un ruolo essenziale e imprescindibile nella nostra attività, perché noi siamo promotori di un movimento cosciente delle masse popolari. La vittoria della nostra causa è tanto più vicina quanto più vasta e più profonda è la coscienza che le masse popolari hanno degli obiettivi per cui combattono e dei metodi che devono adottare per vincere. Una vasta e profonda consapevolezza delle masse circa i loro rapporti sociali e i metodi per modificarli è un aspetto essenziale e nuovo della nuova società per cui lottiamo.

Dicevo che la borghesia imperialista cerca in ogni modo di inculcare la convinzione che essa è onnipotente e invincibile. Quelli che sostengono che le BR negli anni ‘70 e ‘80 sono state sconfitte perché la borghesia era troppo forte, perché la borghesia ha messo in campo i più crudeli mezzi di repressione, ecc., oltre che dire una cosa di fatto sbagliata, contribuiscono, spesso contro la loro intenzione, ad alimentare la convinzione che la borghesia è invincibile e che, quindi, è inutile combattere contro di essa. Una menzogna (in realtà le BR furono vinte perché anziché adottare sempre più la concezione comunista della lotta di classe deviarono sempre più verso il pantano del militarismo) ha vita lunga e fortuna perché è propaganda disfattista, a favore della classe dominante, sparsa tra le masse popolari. Analoga propaganda disfattista (basata su interpretazioni sbagliate dei fatti) viene fatta per conto della borghesia anche rispetto ad altri grandi e piccoli avvenimenti (dalla deviazione dei partiti comunisti nati durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, alla corruzione delle grandi organizzazioni di massa, al crollo dei paesi socialisti, all’eliminazione delle conquiste). Una propaganda disfattista del genere è tanto più necessaria alla borghesia, quanto più il procedere della crisi generale del capitalismo mostra nei fatti che il regime vigente è per le masse popolari una cosa dannosa, che le masse popolari pagano con lacrime e sangue la sopravvivenza del capitalismo, che i padroni non assicurano neanche la sopravvivenza delle classi che opprimono e sfruttano.

Rosa L.