Che il nuovo anno sia l’anno del governo di Blocco Popolare che porrà fine alla crisi!

No alla settimana corta con riduzione dei salari!

No a “meno orario con meno salario”!
venerdì 26 dicembre 2008.
 
(PNG) Fate gruppi di studio sulla crisi
e su come porci fine:
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Comunicato del 26 dicembre 2008

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Che il nuovo anno sia l’anno del governo di Blocco Popolare che porrà fine alla crisi!
Il testo del comunicato in formato MSWord

 

 

Per uscire dalla crisi del capitalismo bisogna che la direzione del paese sia presa in mano da un governo costituito dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni popolari, cioè che sia presa in mano da un governo di Blocco Popolare!

 

No alla settimana corta con riduzione dei salari!

No a “meno orario con meno salario”!

È una trovata della borghesia imperialista, del clero e delle altre classi dominanti!

La settimana corta è licenziamento mascherato. In ogni azienda e nella società sostituisce alla lotta dei lavoratori uniti contro i padroni, la lotta di lavoratori contro lavoratori: fomenta quindi la mobilitazione reazionaria delle masse popolari.

 

Il governo di Blocco Popolare assegnerà adeguati compiti produttivi ad ogni azienda

Nessuna azienda sarà chiusa!

Nessun lavoratore sarà licenziato!

A ogni adulto un lavoro utile! A ogni individuo una vita dignitosa!

 

Non pagheremo noi la crisi dei capitalisti!

 

Le organizzazioni operaie e popolari devono coalizzarsi,

prendere in mano il governo del paese,

assegnare ad ogni azienda compiti produttivi precisi secondo un piano nazionale, organizzare la distribuzione di beni e servizi alle aziende e alle famiglie,

instaurare la collaborazione con i paesi le cui autorità saranno disponibili!

 

È la sola maniera di sfuggire alla crisi del sistema capitalista,

al caos, alla miseria, alla criminalità e alla guerra verso cui

la borghesia ci sospinge!

 

Cacciamo il governo Berlusconi!

 

La crisi che attanaglia una parte crescente della popolazione e incombe sulla parte non ancora direttamente colpita, deriva unicamente dal modo in cui la borghesia, il clero e i ricchi in generale gestiscono le attività economiche della nostra società. Loro hanno in mano le ricchezze del paese. Loro gestiscono i mezzi di produzione. Loro assumono e licenziano i lavoratori proletari. Anche i lavoratori autonomi dipendono da loro per le vendite, per gli acquisti, per il credito, per le licenze, i permessi e le regole. Da loro dipende il potere d’acquisto della massa della popolazione, il volume complessivo dei consumi. La massa della popolazione acquista solo se ha un reddito e ha un reddito solo se ha un lavoro.

Tutto il meccanismo economico della società dipende dalla borghesia, dal clero e dai ricchi in generale. Loro ne sono responsabili. Anche quello che si produce, quello che si vende e si compra, il modo in cui si vive, in fin dei conti sono la borghesia, il clero e in generale i ricchi a deciderlo. L’inquinamento dell’ambiente, il saccheggio del pianeta, l’abbrutimento e la delinquenza che inquinano la società, vengono tutti dall’alto: dalla borghesia, dal clero, dagli altri ricchi e dal loro dominio sull’intera società. Riusciremo a porvi fine solo se ne eliminiamo la fonte, che sta in alto.

La crisi è il risultato del modo in cui la borghesia, il clero e i ricchi in generale gestiscono la società. Per loro ha importanza principalmente quello che aumenta il loro denaro e consolida il loro potere. Il profitto è il motore della loro economia. L’arricchimento individuale è il motore dell’intera vita sociale.

È questo meccanismo che è andato in crisi per la seconda volta a livello mondiale. La prima volta fu all’inizio del secolo scorso: allora la crisi portò a due guerre mondiali, al fascismo e al nazismo e fu superata grazie all’inizio della rivoluzione proletaria e alla creazione dei primi paesi socialisti. La nuova crisi del sistema borghese travolge tutti noi lavoratori, i nostri figli e i nostri vecchi, l’enorme maggioranza della popolazione. Possiamo e quindi dobbiamo porvi fine.

 

Per porre fine alla crisi, bisogna cambiare il sistema sociale. Bisogna riorganizzare l’attività produttiva dell’intera società. L’attività produttiva deve servire a soddisfare i bisogni della popolazione. Bisogna riordinare tutte le relazioni sociali in coerenza con una produzione fatta per soddisfare i bisogni della popolazione. I mezzi di produzione e tutte le ricchezze del paese devono diventare proprietà della società intera. Dobbiamo instaurare un nuovo sistema di direzione, creare autorità dedite a quel compito, scegliere individui votati a quell’obiettivo e capaci di realizzarlo.

Il primo passo è che gli operai e gli altri lavoratori si uniscano abbastanza per togliere il potere alla borghesia, al clero e ai ricchi in generale: questi hanno altri obiettivi, altre aspirazioni, altri valori di quelli che ci servono. La loro direzione soffoca economicamente, abbrutisce moralmente e limita intellettualmente la maggior parte della popolazione. I discorsi che fanno sono tanti e cambiano, ma i fatti, i risultati pratici della loro direzione valgono mille volte più delle loro parole. La menzogna e la corruzione dilagano e inquinano il nostro paese, proprio perché le loro parole devono nascondere la realtà che la loro direzione produce. La fonte del problema morale sta nella direzione della borghesia, del clero e degli altri ricchi sulla società.

 

Per instaurare nel nostro paese un sistema di direzione che metta in moto l’apparato produttivo e lo faccia funzionare a pieno regime e al servizio della popolazione, ci vuole un governo di Blocco Popolare. Un governo costituito dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni popolari, che ha le organizzazioni operaie e le organizzazioni popolari come suoi agenti locali e come fonte della sua autorità e responsabili esecutrici delle sue decisioni, sanzionatrici delle leggi che il governo deve promulgare e applicare. 

 

Non c’è altro modo di porre fine alla nuova crisi senza distruzioni, sofferenze, delitti e guerre peggiori di quello che l’umanità ha visto finora.

 

La borghesia, il clero e i ricchi in generale, le loro autorità e gli intellettuali loro accoliti, quelli stessi che ci hanno condotto nella crisi attuale, propongono altre misure, cercano di imporre strade diverse.

Sono misure che prolungano la crisi.

Attenuano solo le difficoltà dei padroni e rendono più difficile la lotta dei lavoratori contro di loro.

Sono accanimento terapeutico per tenere in vita il loro sistema e i loro privilegi.

Le loro proposte, se fossero attuate, condurrebbero alla mobilitazione reazionaria in ogni paese e alla guerra a livello internazionale. Esaminiamole una a una. Consideriamo che effetti avrebbero, se fossero attuate.

 

1. Settimana corta. Ridurre il tempo di lavoro (settimana corta) e ridurre i già magri salari, per mantenere al lavoro quelli che i padroni altrimenti licenzierebbero. Il monte salari e il potere d’acquisto complessivo della popolazione diminuirebbero comunque, quindi diminuirebbero le vendite e si aggraverebbe la crisi. Ma “meno orario e meno salario” faciliterebbe la vita di alcuni padroni, aumentando le difficoltà dei lavoratori e i contrasti tra lavoratori. Se accettassimo una misura del genere, ci ridurremmo a discutere solo il quando e il dove i padroni dovrebbero attuare questa “magnanima” misura, in quali aziende e reparti i padroni dovrebbero tenere più lavoratori, anziché ricorrere a straordinari, come ripartire la miseria. Accetteremmo i licenziamenti, sotto altra forma.

Una delle manifestazioni della crisi, è che i salari sono troppo bassi per un livello di vita decente. Già oggi molti lavoratori per campare devono ricorrere al doppio lavoro o al lavoro nero. Con “meno orario e meno salario”, in ogni azienda e nella società i padroni avrebbero buon gioco a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri: contro la settimana corta quelli che a ragione o a torto sono convinti di mantenere il posto di lavoro anche se l’azienda licenzia, a favore quelli che avrebbero paura di perderlo; contro quelli che hanno ancora un posto di lavoro e lo vogliono mantenere intero, a favore quelli che non ce l’hanno e ne vorrebbero uno anche solo a orario e salario ridotti.

Nessun lavoratore deve essere licenziato: ecco quello che farà il governo di Blocco Popolare, che assegnerà adeguati compiti produttivi ad ogni azienda. Un posto di lavoro ad ogni disoccupato: ecco quello che farà il governo di Blocco Popolare, che riorganizzerà la struttura produttiva dell’intera società e metterà tutti al lavoro con lo scopo di soddisfare i bisogni della popolazione. Ogni persona avrà tutto quanto occorre a una vita dignitosa, più ricca e migliore dell’attuale.

Il governo di Blocco Popolare è l’alternativa realistica ed efficace alla mobilitazione di una parte delle masse popolari agli ordini della borghesia, del clero e degli altri ricchi, contro il resto dei lavoratori.

 

2. Finanziamenti pubblici alle aziende capitaliste. È una forma di protezionismo mascherato. In ogni paese il governo si indebita e finanzia le aziende. Le aziende più grandi prendono il grosso del bottino. Le aziende beneficiate fanno fronte meglio alle aziende concorrenti nel paese e sul mercato internazionale. Ogni governo finanzia le aziende del suo paese perché si impongano sul mercato. In ogni paese la sorte della popolazione dipenderebbe dal successo della lotta delle aziende del paese sul mercato, contro le aziende di altri paesi. Passo dopo passo la lotta economica tra paesi si aggraverebbe e sfocerebbe nella guerra. Questo processo è già in corso in molti settori produttivi. Il settore dell’auto e dell’indotto lo mostra chiaramente. Se il governo USA finanzia le aziende USA, l’UE deve finanziare le aziende europee, il Giappone deve finanziare le aziende giapponesi, ogni paese europeo deve finanziare le aziende installate nel suo paese. Siccome tutte le grandi aziende hanno installato officine in molti paesi, si svilupperà la lotta tra i lavoratori dei vari paesi, per finanziamenti pubblici delle loro officine.

 

3. Contrastare la concorrenza della Cina e di altri paesi emergenti. La borghesia imperialista, il clero e gli altri notabili della società proclamano alcuni, insinuano altri che i prezzi delle materie prime salgono, che le materie prime sono insufficienti, che l’inquinamento dell’ambiente e il saccheggio del pianeta aumentano perché cinesi, russi, indiani e altri popoli vogliono anche loro livelli di vita simili a quelli dei paesi imperialisti; che cinesi, russi, indiani e altri inondano il mondo con merci a prezzi stracciati che fanno concorrenza sleale alle merci prodotte da noi; che molte delle merci che arrivano dalla Cina sono pericolose, contraffatte, ecc. Dimenticano ovviamente di dire che gran parte delle aziende di quei paesi sono in mano ai capitalisti dei paesi imperialisti o lavorano comunque su loro ordinazione e su loro standard. Sono comunque capitalisti del nostro paese che importano i prodotti di quei paesi e li smerciano da noi, facendo enormi profitti nonostante i prezzi stracciati.

In realtà la borghesia imperialista, il clero e gli altri ricchi usano la Cina e l’India come diversivi e passo dopo passo preparano l’opinione pubblica dei paesi imperialisti alla guerra contro la Cina e la Russia. Non a caso proprio loro, responsabili di mille nefandezze ieri con il colonialismo, il fascismo e il nazismo, oggi con le guerre e i massacri che stanno perpetrando in molti paesi (dalla Palestina all’Afghanistan, dall’Iraq alla Somalia) e con la guerra di sterminio non dichiarata che stanno conducendo in ogni angolo del mondo, accusano i governi russo e cinese di “violare i diritti umani”, mentre fanno con essi affari di ogni genere.

In realtà i gruppi e gli Stati imperialisti sono complici e collaborano con i governi russo, cinese e degli altri paesi ex socialisti nello sfruttare e opprimere i lavoratori e traggono enormi profitti da questo sfruttamento. Nello stesso tempo però intossicano l’opinione pubblica dei paesi imperialisti e cercano di montarla contro la Russia e la Cina. Perché?

Perché in Russia, in Cina e negli altri paesi ex socialisti a livello delle masse popolari è diffusa una mentalità ed esiste una rete di relazioni e strutture di base che rendono più facile che nei paesi imperialisti e nei paesi oppressi adottare misure per far fronte alla crisi in corso. Già oggi pongono problemi agli altri paesi capitalisti. A tutt’oggi i governi della Unione Europea hanno predisposto più o meno efficaci interventi pubblici anticrisi per un ammontare pari solo al 1.4% del PIL e il governo USA per un ammontare pari solo al 5% del PIL. Di contro il governo della Cina ha già predisposto più o meno efficaci interventi anticrisi pari al 15% del PIL e il governo russo è grossomodo al livello della Cina.

Perché grazie a quanto resta del loro passato socialista, la Cina, la Russia e vari altri paesi ex socialisti dispongono ancora di un settore industriale statale e di un apparato economico pubblico che ora i governi usano più o meno efficacemente in funzione anticrisi. Quindi sono concorrenti temibili e un esempio cattivo, pericoloso.

Infine perché la mentalità della popolazione degli ex paesi socialisti risente ancora della recente esperienza socialista. Questo fa temere ai gruppi imperialisti, al clero e agli altri ricchi che lì avvengano rivolgimenti politici, nuove rivoluzioni che contagerebbero gli altri paesi.

La Russia, la Cina e gli altri ex paesi socialisti sono oggi l’anello più debole del sistema imperialista mondiale, i paesi dove il potere della borghesia è più debole. Per questo sono additati come paesi pericolosi. Contro di essi la borghesia imperialista, il clero e gli altri ricchi e gli intellettuali e politici loro succubi montano campagne di intossicazione che ne fanno i bersagli di guerre future.

Per sottrarci alla campagna di intossicazione promossa dalla borghesia, dal clero e dagli altri ricchi, bisogna che giudichiamo il valore di quello che dicono di paesi che non conosciamo direttamente, da quello che loro stessi fanno qui, dove direttamente li vediamo all’opera.

 

4. La caccia agli immigrati e la guerra al terrorismo. La borghesia, il clero e le altre classi dominanti e i politici e gli intellettuali loro portavoce oramai da tempo fomentano maltrattamenti e aggressioni contro gli immigrati. Li additano come responsabili del degrado e della criminalità che pervade e inquina il nostro paese. Da una parte sfruttano gli immigrati all’osso, più ancora di quanto sfruttino i lavoratori autoctoni, con bassi salari e condizioni di vita e di lavoro indegni di esseri umani. Dall’altra ne fanno i capri espiatori della rovina economica, politica e morale, della criminalità e del degrado che la loro direzione crea nel nostro paese. Contro gli immigrati si fanno persino spalleggiare da squadracce di fascisti, che si scatenano contro i deboli da vigliacchi cani da pagliaio come sono per loro natura, forti con i deboli e deboli con i forti che li finanziano e proteggono. Più prende piede la guerra della popolazione autoctona contro gli immigrati, meno si sviluppa la lotta delle masse popolari contro la borghesia, il clero e le altre classi dominanti.

I popoli di alcuni paesi arabi e musulmani reagiscono al saccheggio che i gruppi imperialisti fanno dei loro paesi e portano la guerra nei paesi imperialisti con attentati. I gruppi imperialisti e i loro governi approfittano degli attentati per giustificare le loro spedizioni e aggressioni all’estero (Palestina, Afghanistan, Iraq, Pakistan, Somalia, ecc.) e il dilagare della repressione e del controllo poliziesco all’interno. Il governo della Repubblica Pontificia ha già più di 10 mila soldati all’estero. Il fatto che siano mercenari, ingaggiati a uccidere per soldi, permette al governo molte losche manovre. Li usano per aggredire e terrorizzare i popoli oppressi, addestrano corpi per la repressione e la guerra civile che si preparano a condurre qui da noi, quando sono uccisi sfruttano la pietà popolare verso i caduti e le loro famiglie per mascherare i massacri quotidiani che fanno compiere nei paesi aggrediti e creare mobilitazione popolare a favore delle aggressioni e della guerra.

 

Nessuna di queste operazioni pone fine alla crisi.

Ognuna di queste operazioni contribuisce a ostacolare la mobilitazione e l’unificazione delle masse popolari contro i padroni, a rendere più difficile che si sviluppi su larga scala la lotta delle masse popolari sia per strappare misure che veramente attenuano le sofferenze effetto della crisi, sia per porre fine alla crisi. Per porre fine alla crisi del capitalismo, bisogna eliminare il capitalismo, togliere la direzione del paese alla borghesia, al clero e agli altri ricchi, fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Però la rinascita del movimento comunista non è ancora abbastanza avanzata perché si possa instaurare immediatamente il socialismo. Il primo passo su questa strada è l’instaurazione di un governo di Blocco Popolare. Con il governo di Blocco Popolare non solo faremo fronte alla crisi, ma esso sarà per le masse popolari anche una scuola di comunismo su grande scala.

 

Cosa occorre per instaurare un governo di Blocco Popolare?

Non è facile instaurare un governo di Blocco Popolare.

Gli ostacoli principali sulla nostra strada sono due:

1. Uno principale, quello veramente decisivo: la debolezza delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari, la nostra divisione, la nostra impreparazione.

2. Un secondo importante e apparentemente principale: l’opposizione della borghesia, del clero e dei ricchi: le idee, la demoralizzazione e la paura che essi diffondono, la manovre aperte e occulte che essi compiono, la repressione con cui soffocano l’attività dei promotori del governo di Blocco Popolare, il potere e l’autorità politica e morale che essi ereditano dalla storia che abbiamo alle spalle.

 

Quali sono le condizioni preliminari che dobbiamo creare per instaurare un governo di Blocco Popolare?

Le principali sono tre.

1. Propagandare l’obiettivo del governo di Blocco Popolare e spiegare in cosa consiste e i suoi compiti, fino a che la sua costituzione diventi la sintesi consapevole delle aspirazioni delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari e lo strumento per realizzarle.

2. Promuovere in ogni modo a ogni livello la moltiplicazione e il rafforzamento (politico e organizzativo) di organizzazioni operaie e di organizzazioni popolari.

3. Promuovere in ogni modo e ad ogni livello il coordinamento delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari: per questa via esse costituiranno il nuovo governo, che sembrerà ad esse, alle masse popolari e perfino a una parte della borghesia l’unica via percorribile, l’unica via di salvezza, un passaggio inevitabile nell’emergenza della crisi (passaggio verso l’instaurazione del socialismo, secondo noi comunisti; misura straordinaria e provvisoria verso il ristabilimento delle condizioni di un “sano capitalismo”, secondo la borghesia di sinistra).

L’instaurazione del governo di Blocco Popolare si compirà sulla base di queste tre condizioni. Essa risponde alle esigenze immediate delle masse: le masse la asseconderanno se noi la promuoveremo in modo efficace. Contemporaneamente porta le masse a compiere l’esperienza politica di cui hanno bisogno per arrivare alla rivoluzione socialista. Essa sarà su larga scala la scuola pratica, intellettuale e morale di comunismo che le masse popolari hanno bisogno di compiere e aprirà la strada all’instaurazione del socialismo.

 

Infatti il nuovo governo ha il compito di attuare le cinque misure d’emergenza necessarie (indispensabili) per far fronte immediatamente alla crisi:

1. assegnare a ogni azienda compiti produttivi utili e adatti alla sua natura secondo un piano (nessuna azienda deve essere chiusa);

2. distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi;

3. assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli in cambio le condizioni necessarie per una vita dignitosa e la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato);

4. avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva;

5. stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Non è forse quello che “tutti” invocano e auspicano (più o meno chiaramente)? Chi si dichiara contrario a queste cinque misure? Eppure nessun governo “normale” costituito dalla borghesia imperialista italiana e dal Vaticano è in grado di attuarle.

 

Dipende solo da noi creare le tre condizioni principali per instaurare un governo di Blocco Popolare. Dipende solo da noi superare gli ostacoli per creare queste tre condizioni. Dipende da noi quanto tempo ci vorrà per crearle.

Una volta create queste condizioni, saremo in grado di vincere l’opposizione della borghesia, del clero e dei ricchi alla instaurazione di un governo di Blocco Popolare per accanita, ostinata, aperta o subdola, crudele e furiosa che essa sia.

Per grandi che siano le lotte e le sofferenze che dovremo affrontare, saranno sempre meno dolorose di quelle verso cui ci conducono la borghesia, il clero e i ricchi. Inoltre i risultati che otterremo cambieranno definitivamente in meglio il corso della storia.

 

Noi non siamo soli nel compiere l’impresa che dobbiamo compiere per porre fine alla crisi. In tutto il mondo, in ogni paese, la crisi che avanza unifica di fatto in un fronte unico tutte le forze che lottano contro l’imperialismo, il capitalismo e le altre classi reazionarie. Maggiore sarà l’attività nostra e delle altre forze rivoluzionarie, più facilmente e rapidamente arriveremo a trasformare l’unità di fatto, in una unità consapevole e organizzata, ben più efficace e potente dell’unità di fatto.

L’esempio di come il nostro paese sfugge al disastro della crisi del capitalismo che attanaglia tutti i popoli, spingerà certamente gli operai e le masse popolari di altri paesi a fare come noi, se non l’avranno già fatto prima di noi. Questo indebolirà anche le azioni aggressive con cui gli Stati e i gruppi imperialisti cercheranno di soffocare il nuovo sistema, in combutta con la borghesia imperialista italiana, il Vaticano e le Organizzazioni Criminali del nostro paese. La nostra proposta è del tutto realistica. Essa richiede solo la volontà e l’unità delle organizzazioni operaie e popolari. Non c’è altra via positiva per uscire dalla crisi del capitalismo. La proposta che noi propagandiamo e per cui promuoviamo l’organizzazione adeguata, si imporrà con l’evidenza delle cose, contro le mistificazioni, le calunnie, l’intossicazione e le manovre aperte o subdole della borghesia imperialista, del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali e dei gruppi e Stati imperialisti stranieri. 

Instaurare un governo di Blocco Popolare dipende solo da noi.

Noi possiamo vincere ogni ostacolo e superare ogni difficoltà. Basta che li affrontiamo nel modo dovuto.

Il (nuovo)Partito comunista si appella a tutti i compagni, a tutti gli operai avanzati e agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari, a tutti coloro che si dichiarano comunisti e vogliono esserlo, a tutti i sinceri democratici, a tutti coloro che vogliono trovare una soluzione positiva per le masse popolari per uscire dal marasma attuale, perché si mobilitino, si organizzino, costituiscano organismi ad ogni livello e in ogni azienda, in ogni caseggiato, in ogni quartiere, in ogni paese. Perché formino coordinamenti in ogni settore d’attività, in ogni città, provincia e regione! Perché si uniscano nelle strutture che sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano promuovono la lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese e dare il nostro contributo alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

Il (nuovo)Partito comunista italiano si appella ai lavoratori, alle donne e ai giovani più decisi e più generosi perché si arruolino nelle strutture clandestine del (nuovo)PCI.

Il (nuovo)PCI è e deve essere clandestino perché l’esperienza ha dimostrato che solo così può operare con libertà e svolgere con continuità il suo compito, quali che siano le misure che la borghesia prende per impedirlo. La clandestinità del Partito è una garanzia di libertà, di autonomia ideologica, politica e organizzativa dalla borghesia e di continuità per tutto il movimento comunista, anche per le sue organizzazioni e le sue attività pubbliche. Dalla clandestinità, con la sua struttura centrale e con i suoi Comitati di Partito costituiti nelle aziende e territorialmente, il Partito promuove e sostiene la rinascita del movimento comunista e la costituzione del Nuovo Potere delle masse popolari. Promuove, favorisce e sostiene la costruzione di una rete sempre più fitta di organizzazioni di massa e di partito che si contrappone al potere della borghesia, del clero e dei ricchi in genere che a loro volta fanno capo allo Stato, alla Corte Pontificia e alle Organizzazioni Criminali.

Che tutti quelli che sono già convinti che questa è la via d’uscita dalla crisi del capitalismo, si uniscano, si organizzino e la propagandino, in primo luogo tra gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari!

 

Un governo di Blocco Popolare formato e sostenuto dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni popolari sparse nel territorio, deve prendere in mano il paese!

 

Le grandi aziende non devono più essere dei padroni!

Le grandi aziende devono essere dei lavoratori e del loro nuovo Stato!

Alle piccole aziende il governo di Blocco Popolare affiderà commesse perché producano quanto necessario e assegnerà loro tutti i rifornimenti di cui hanno bisogno!

Le aziende non devono più produrre profitti! Devono produrre beni e servizi per chi lavora!

Tutta la società deve essere riorganizzata in conformità con questa nuova base!

 

L’“onda anomala” del movimento studentesco e le giuste lotte dei lavoratori dell’Alitalia contro Berlusconi il reazionario e Colaninno lo speculatore, indicano alle masse popolari la strada da seguire per uscire dal marasma economico, politico, sociale, intellettuale, morale e ambientale in cui la borghesia imperialista, il clero e gli altri ricchi e notabili ci hanno gettato e in cui ogni giorno più ci affondano!

 

La situazione è favorevole, grande è la confusione. Solo il Nuovo Potere della classe operaia porrà fine al marasma attuale!

 

Compagni, operai, proletari, donne e giovani: arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano!

 

Partecipate e fate partecipare i vostri compagni di lavoro alla campagna di propaganda del socialismo, allo studio e al dibattito sul Manifesto Programma del (n)PCI!

 

Partecipate alla campagna di organizzazione del Partito, costituendo in ogni azienda, in ogni zona e in ogni organizzazione di massa un Comitato di Partito!