Comunicato del 28 aprile 2008

In occasione del Primo Maggio il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari a impugnare con decisione la bandiera della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista

Per un Primo Maggio di propaganda e di organizzazione
per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato
lunedì 28 aprile 2008.
 

(PNG) Ai comunisti, agli operai avanzati,

agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari,

alla base rossa del Blocco Popolare, ai sinceri democratici

 

In occasione del Primo Maggio il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari a impugnare con decisione la bandiera della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo. Con il suo Manifesto Programma il (n)PCI indica ai comunisti e agli elementi avanzati la strada della rivoluzione socialista nel nostro paese.

 

Celebriamo questo primo Maggio con la lieta notizia della vittoria in Nepal della rivoluzione democratica guidata del Partito comunista nepalese - maoista!

 

Il Primo Maggio è la giornata che neanche 120 anni fa il movimento comunista ha scelto come giornata di scuola di comunismo per i lavoratori di tutto il mondo. In questa giornata i lavoratori di tutto il mondo avrebbero manifestato insieme la loro unità al di sopra di ogni divisione di lingua, di tradizione, di nazione e di razza e al di sopra di ogni frontiera e la loro lotta comune a livello mondiale per instaurare il nuovo ordinamento sociale. Il Primo Maggio è per eccellenza la giornata dell’internazionalismo proletario e della lotta per il comunismo. Non a caso i gruppi imperialisti USA, che hanno instaurato il primo e il più efficiente regime di controrivoluzione preventiva, ne hanno impedito la celebrazione e l’hanno sostituita con una festa nazionale il primo lunedì di settembre.

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Comunicato - Primo maggio 2008
Per un Primo Maggio di propaganda e di organizzazione

Il nuovo Partito comunista italiano invita quindi i comunisti, gli operai avanzati e gli elementi avanzati della altre classi delle masse popolari a dedicare questo Primo Maggio anzitutto alla vittoria della rivoluzione di nuova democrazia conquistata quest’anno dal popolo nepalese sotto la guida del Partito comunista del Nepal - maoista presieduto dal compagno Prachanda. È un avvenimento che deve allietare i lavoratori di tutto il mondo. Esso allieterà tutti i lavoratori e gli altri membri delle classi popolari a cui i comunisti lo illustreranno.

Tanto più allieterà i lavoratori se i comunisti mostreranno che esso segna l’inversione della tendenza nello scontro tra il vecchio mondo dell’imperialismo capeggiato dai gruppi imperialisti USA e sostenuto dal Vaticano e il nuovo mondo che sorge animato e guidato dal movimento comunista cosciente e organizzato. Una nuova ondata di rivoluzioni proletarie avanza in tutto il mondo. È finito il periodo della lunga crisi che il movimento comunista cosciente e organizzato ha attraversato a causa dei propri limiti interni.

A causa della sua inadeguata comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe, il movimento comunista durante la prima ondata della rivoluzione proletaria non è riuscito ad instaurare il socialismo in nessuno dei principali paesi imperialisti, benché abbia creato i primi paesi socialisti e in particolare la grande Unione Sovietica di Lenin e di Stalin e la Repubblica popolare cinese. Per lo stesso motivo, dopo l’eroica lotta e la vittoria promossa dal movimento comunista contro il nazifascismo, i revisionisti moderni sono riusciti a prendere la direzione del movimento comunista, nonostante la resistenza opposta in particolare dal Partito comunista cinese guidato da Mao Tse-tung con la grande Rivoluzione Culturale Proletaria. Da qui il lungo periodo di crisi del movimento comunista che ha portato perfino i primi paesi socialisti alla decadenza e infine al crollo.

La borghesia imperialista, sostenuta senza riserve dal Vaticano e dalla sua Chiesa, dapprima ha favorito in ogni modo l’avvento dei revisionisti moderni alla direzione del movimento comunista. Quindi ha approfittato della loro direzione per dispiegare di nuovo liberamente la sua natura in ogni angolo del mondo. Passo dopo passo ha eliminato molte delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari le avevano strappato nel corso e sulla scia delle prima ondata della rivoluzione proletaria. Tutto il mondo ha vissuto un buio periodo di regressione e di reazione. I paesi oppressi sono stati nuovamente ridotti allo stato di colonie. Dove le autorità locali hanno opposto resistenza alla ricolonizzazione, gli imperialisti hanno lanciato le loro truppe in nuove aggressioni che hanno superato le aggressioni e i misfatti dei vecchi colonizzatori, dei nazisti e dei fascisti per la durata, per il numero di vittime, per la violazione sistematica dei diritti umani, per l’uso sistematico della tortura, per la vastità delle distruzioni compiute. Gli imperialisti USA, i gruppi sionisti e i loro alleati si sono vantati che avrebbero riportato interi popoli e paesi all’età della pietra. Il marasma sociale, economico, intellettuale, morale e ambientale in cui essi hanno gettato gli stessi paesi imperialisti è esperienza quotidiana di tutti noi. Essi e i loro preti hanno ucciso in milioni di uomini e donne la fiducia di essere capaci di conoscere il mondo e di trasformarlo in conformità ai loro bisogni e secondo le loro migliori concezioni e aspirazioni, una fiducia che il movimento comunista aveva suscitato, diffuso e rafforzato. Hanno risvegliato in milioni di uomini e donne, privi dell’organizzazione che il movimento comunista aveva promosso e diffuso, le vecchie paure che spezzano la solidarietà e mettono masse contro masse. Molti paesi africani subiscono nuovamente carestie e violenze di ogni genere sotto il tallone di truppe europee. I paesi arabi e musulmani sono apertamente aggrediti. Una rete di basi e di altri insediamenti militari stranieri, soprattutto USA, stringe molti paesi dell’Europa, dell’Asia e dell’America Latina. Gli imperialisti USA e i loro complici sionisti tengono sotto la minaccia delle loro armi e delle loro bande criminali segrete tutto il mondo. Milioni di uomini e donne sono costretti a migrare, muoiono a migliaia ogni anno alla ricerca di una vita dignitosa, occupano nei paesi imperialisti i gradini più bassi del lavoro e dei traffici, vivono ai margini della legalità perseguitati e privi di ogni diritto politico e civile. Da Roma Papa Ratzinger cerca di rafforzare con la benedizioni e con le prediche della sua Chiesa questo nuovo impero del terrore, del crimine e del vizio. Questo è il risultato del periodo di decadenza attraversato dal movimento comunista cosciente e organizzato.

Ebbene questo periodo di decadenza del movimento comunista cosciente e organizzato è finito. La vittoria della rivoluzione democratica nel Nepal è il segnale luminoso dell’inversione di tendenza. L’eroica resistenza opposta all’aggressione dai popoli arabi e musulmani, in particolare in Palestina, in Afghanistan, in Iraq, in Libano, in Somalia dimostra i limiti della potenza militare degli USA, di Israele e degli altri Stati imperialisti, per quanto illimitata sia la ferocia con cui impiegano nella distruzione le conquiste più raffinate della scienza e imponenti le risorse che destinano alle loro avventure criminali. La nuova crisi finanziaria che gli speculatori hanno scatenato minaccia di sconvolgere in tutto il mondo le attività economiche per cui le masse popolari ricevono il denaro necessario anche per procurarsi i beni e i servizi essenziali per vivere. La resistenza delle masse popolari al progredire della crisi generale del capitalismo si esprime e si organizza in tutto il mondo, anche nei paesi imperialisti e nel nostro paese.

 

Il nuovo Partito comunista italiano saluta questo Primo Maggio con la pubblicazione del suo Manifesto Programma , perché il Primo Maggio 2008 rappresenti una tappa importante nella rinascita del movimento comunista nel nostro paese!

La pubblicazione del Manifesto Programma del (n)PCI offre ai comunisti, agli operai avanzati e agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari e ai sinceri democratici uno strumento essenziale per la rinascita del movimento comunista nel nostro paese e la accelererà ! Esso indica la strada da seguire a tutte le persone che cercano come uscire dall’attuale marasma sociale e ambientale in cui la borghesia ci ha condotto.

 

In particolare con il Manifesto Programma il (n)PCI indica cosa fare a tutti quelli che la crisi della sinistra borghese obbliga a cercare una via d’uscita. La malattia della sinistra borghese (PRC, PdCI, Verdi, Sinistra Democratica e il mondo variopinto che li circonda) è inguaribile. In Italia la malattia della sinistra è incominciata con la rinuncia a instaurare il socialismo. Passo dopo passo la rinuncia si è trasformata in rigetto e ostilità verso il movimento comunista e verso l’esperienza dei primi paesi socialisti. Un po’ alla volta i capi, i dirigenti e gli esponenti più in vista della sinistra si sono messi a declamare che il comunismo è oramai sorpassato, che è una cosa vecchia, morta e sepolta, che voler fare dell’Italia un paese socialista è essere rimasti ai vecchi tempi. Non hanno avuto ritegno neanche a mettersi in coro con i fautori della Chiesa che è la sopravvivenza di un’istituzione medioevale e con i padrini dei leghisti che i giorni di festa si mascherano da Longobardi e celebrano riti al dio Po: anche tutto questo vecchiume andava bene, pur di propagandare l’idea che il comunismo era roba vecchia e distogliere dalla lotta per instaurare il socialismo. Sono arrivati fino a riabilitare i fascisti, in nome della buonafede che avrebbe animato sgherri, squadristi e torturatori a compiere le loro imprese criminali al servizio dei ricchi. La sinistra è diventata in tutto e per tutto una sinistra borghese, una sinistra che voleva conservare e governare il sistema borghese, ammodernandolo e migliorandolo se possibile. Il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti ha messo a nudo l’inconsistenza di un simile progetto. Il risultato è stato che gran parte della sinistra borghese è passata alla destra, ha formato il Partito Democratico e ora promuove attivamente e apertamente la realizzazione del Programma Comune della borghesia, lo stesso che vorrebbero realizzare il Vaticano, Berlusconi e la sua banda di fascisti, razzisti, clericali, mafiosi e speculatori. Le differenze di programma sono minime. Il resto della sinistra borghese è allo sbando. Nessun dottore e nessun salvatore riuscirà a guarire la sinistra borghese dalla sua malattia. Tutti i tentativi in questo senso faranno solo perdere tempo ed energie, distoglieranno solo persone e risorse dal lavorare per la rinascita del movimento comunista, ritarderanno solo la rinascita del movimento comunista. Infatti la sinistra borghese muore perché, come si è ridotta, in questo periodo non serve più a nessuno, né alla borghesia né alle masse popolari.

La borghesia, la Corte Pontificia e gli imperialisti USA non hanno più bisogno della sinistra borghese: ora optano per i Berlusconi, i Veltroni e i fascisti.

La classe operaia e il resto delle masse popolari non ricavano più alcun vantaggio a seguire e sostenere la sinistra borghese.

La borghesia ci ha condotto nel marasma sociale, ambientale, intellettuale e morale e ogni giorno ci sprofonda un po’ di più. Quelli che vogliono farla finita con questa situazione, quelli che vogliono costruire un mondo migliore hanno di fronte un’unica via: contribuire alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e lottare fino a instaurare il socialismo. Questa lotta è anche il contesto necessario per dare maggiore forza e rendere da subito più fruttuose le lotte rivendicative, per difendere con efficacia quello che resta delle conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia sulla scia della prima ondata della rivoluzione proletaria e per far valere più largamente possibile in questa fase gli interessi e i diritti delle masse popolari nonostante la nuova crisi generale del capitalismo e la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce in ogni angolo del mondo contro le masse popolari.

L’idea di uscire da questo marasma isolandosi dal resto del mondo è solo un’illusione reazionaria. Se dovesse prendere piede tra le masse popolari, sarà solo la base ideologica di una nuova mobilitazione reazionaria al servizio della borghesia e del clero. La borghesia non ha condotto nel marasma solo il nostro paese. Ha condotto tutto il mondo. Uscirne è certamente possibile, ma solo nel contesto della nuova ondata di rivoluzioni che coinvolgerà tutti i paesi, sia pure in tempi e in forme diversi. La caccia agli immigrati ingrossa le fila della Lega Nord e dei fascisti, ma in definitiva profitta solo ai ricchi e al clero. Permette ai padroni

- di aumentare la pressione sui disoccupati e sui giovani che non accettano lavori mal pagati, in nero, precari, ai gradini più bassi della scala gerarchica dell’ordinamento sociale borghese da cui poi è difficile se non impossibile risalire;

- di deviare l’indignazione popolare dagli speculatori e dagli altri veri responsabili della criminalità e della barbarie, del carovita e della precarietà che rendono di giorno in giorno la vita più difficile,

- di sfruttare ancora di più gli immigrati, di tenerli ai margini della società, privi di diritti politici e civili, alla mercé di speculatori, criminali e preti.

Non c’è una via d’uscita nazionale alla crisi attuale. Il fascismo e il nazismo hanno già mostrato dove porta la ricerca di una via nazionale di uscita dalla crisi generale del capitalismo. Quelli che negano e cercano di soffocare la lotta di classe e sostituirla con l’unità nazionale, portano le masse popolari verso la guerra al servizio della borghesia imperialista all’estero e all’interno verso una maggiore barbarie e verso la guerra civile.

 

La realtà è che oramai è finito il tempo delle vacche grasse. Il capitalismo è di nuovo in piena crisi. È di nuovo chiaro che l’unica via di salvezza è l’eliminazione del capitalismo e l’instaurazione del socialismo. Il mercato e il capitalismo hanno fatto il loro tempo. La gravità delle convulsioni che percorrono e scuotono il mondo attuale è l’indice della grandezza della trasformazione di cui l’umanità ha bisogno.

L’umanità deve liberarsi dalla ragnatela di speculazioni e di traffici che le rende impossibile vivere. Deve liberarsi dal sistema di interessi e di relazioni commerciali, finanziarie e industriali che ha generato quella ragnatela e da essa dipende. Certamente lo farà: la questione riguarda solo i tempi, le tribolazioni e le distruzioni attraverso cui passerà prima di imboccare la strada giusta e giungere al risultato. Proprio questo dipende anche da ognuno di noi. Più rapidamente e più numerosi ci impegniamo nella rinascita del movimento comunista, più rapido, meno distruttivo e meno doloroso sarà il passaggio.

Rinascita del movimento comunista infatti vuol dire ricostruzione di quell’insieme di organizzazioni politiche, sindacali, cooperative, sportive e di ogni altro genere che abbiamo già costruito per due volte nel nostro paese. Quell’insieme di organizzazioni che rendevano forti i lavoratori e il resto delle masse popolari e permettevano di limitare il potere e l’influenza intellettuale e morale dei padroni e del clero, che rendevano le masse popolari in misura crescente indipendenti dai capitalisti, dal clero e dagli altri notabili del regime, che costituivano il Nuovo Potere che si contrapponeva al potere dei ricchi e del clero, ma che per espandersi ed esprimere in pieno le sue potenzialità doveva soppiantare per intero il vecchio potere. Quindi la sua ricostruzione è del tutto possibile. Una ricostruzione che però possiamo e dobbiamo condurre forti dell’esperienza passata e con la nuova coscienza che bisogna andare fino in fondo, regolare una volta per tutte i conti con i fautori di questo regime e arrivare a instaurare il socialismo, tappa di transizione verso il comunismo.

 

Una nuova ondata della rivoluzione proletaria è all’ordine del giorno e avanza in tutto il mondo. Sotto il suo segno si colloca il Primo Maggio di quest’anno, grazie alla vittoria strappata dal Partito comunista del Nepal - maoista. La nuova ondata della rivoluzione proletaria aprirà una nuova fase della storia dell’umanità. Poco più di 150 anni fa Marx riassumeva così la sua grande scoperta su cui si è costruito il movimento comunista cosciente e organizzato: la divisione dell’umanità in classi sociali è dovuta solo ad alcune fasi particolari dello sviluppo del suo sistema produttivo. La lotta tra le classi porta inevitabilmente l’umanità verso l’instaurazione della direzione della classe operaia su tutta la società e la direzione della classe operaia è solo una fase transitoria verso l’eliminazione delle classi e una nuova società senza classi: una società in cui saranno scomparse tutte le distinzioni tra le classi, tutti i rapporti di produzione che danno luogo alla divisione dell’umanità in classi, tutte le relazioni sociali connesse con quei rapporti di produzione, tutte le idee e i sentimenti che corrispondono a quelle relazioni.

I primi paesi socialisti hanno mostrato la via che dobbiamo seguire. Quando sono avvenute le grandi rivoluzioni proletarie del secolo scorso, il mondo era già diviso in paesi imperialisti e paesi oppressi. Il movimento comunista è riuscito a instaurare il socialismo solo in paesi arretrati quanto allo sviluppo economico: non è invece riuscito a instaurare il socialismo nei paesi imperialisti. Il movimento comunista non aveva ancora raggiunto una comprensione delle condizioni della lotta di classe, delle sue forme e dei suoi risultati sufficiente per condurre in avanti con successo la rivoluzione in tutto il mondo. Da qui la mancata vittoria nei paesi imperialisti, la crisi e infine il crollo anche dei primi paesi socialisti e la crisi che tutto il movimento comunista ha attraversato negli ultimi decenni del secolo scorso. È stata però una crisi salutare. Noi comunisti non ci siamo arresi alle difficoltà. Abbiamo reagito alla crisi con un serio esame della nostra concezione e della nostra storia. Oggi il movimento comunista ha gli strumenti intellettuali e morali necessari per guidare la classe operaia e il resto delle masse popolari a far fronte alla nuova grande crisi del capitalismo, instaurare il socialismo anche nei paesi imperialisti e avviare definitivamente la fase socialista della storia dell’umanità. Il marxismo-leninismo-maoismo è la nuova più avanzata base teorica su cui il movimento comunista sta ricostituendosi in tutto il mondo. La recente vittoria del Partito Comunista del Nepal - maoista è un segno della rinascita in corso a livello mondiale.

 

L’instaurazione del socialismo è del tutto possibile. Niente di quello che succede attorno a noi è fatale! Il determinismo è la filosofia della sinistra borghese. Uno dei principali servizi che la sinistra borghese, in combutta con il clero e con tutti gli imbonitori reazionari, rende alla borghesia, consiste nel convincere le masse popolari che devono limitarsi a fare quello che è possibile e che il possibile è quello che c’è. La verità è l’opposto. Tutta la storia dell’umanità lo dimostra. Nelle sue linee generali essa è la creazione continua di cose che non sono mai esistite prima. Gli ordinamenti sociali si sono succeduti l’uno all’altro nella storia dell’umanità. In ogni nuovo ordinamento sociale l’umanità ha usato le conquiste che aveva raggiunto nel precedente e ha risolto i problemi che esso aveva posto e che non poteva risolvere al suo interno. I periodi di regressione sono stati superati. Nel capitalismo l’umanità ha creato le condizioni perché ciò che è necessario a una vita dignitosa seppur elementare (cibo, vestiario, abitazione, assistenza sanitaria, educazione dei bambini, lavoro, vita sociale, riposo e svago) sia assicurato a ogni individuo come l’aria che respira e ogni individuo possa quindi dedicare le sue energie, doti e risorse principalmente alle attività specificamente umane, quelle che distinguono la specie umana dalle altre specie animali. Ma nell’ambito del capitalismo è impossibile realizzare questa possibilità. La natura di questo ordinamento sociale consiste infatti nel porre ogni cosa e persona al servizio della crescita della ricchezza dei capitalisti, del clero e dei loro complici e accoliti, dei componenti di una infima minoranza della popolazione. Le enormi possibilità e forze di cui oggi l’umanità dispone cozzano contro i limiti che l’ordinamento sociale capitalista pone al loro impiego al servizio di tutta la popolazione. Questo contrasto crea l’attuale marasma e caos in cui l’umanità si dibatte. L’insieme delle relazioni sociali e il sistema delle relazioni internazionali sono basati su questa contraddizione che nel capitalismo è insolubile: è naturale perché caratteristica della sua natura. Il nuovo dilagare della barbarie che rende sempre più difficile a una parte crescente della popolazione persino procurarsi le condizioni elementari di una vita dignitosa; la nuova riduzione a merci disponibili solo per chi ha soldi per pagarli persino delle cose e dei servizi che sulla scia della prima ondata della rivoluzione proletaria erano già diventati di uso universale; il regno degli speculatori del petrolio, delle derrate alimentari, delle materie prime, delle costruzioni che costringe le masse popolari a lottare tra loro per avere il necessario; il nuovo dilagare nel mondo della guerra e della tortura; le efferatezze criminali e tecnologiche dei nazisti riportate in auge dagli imperialisti USA, dai sionisti e dai loro complici anche italiani (alla De Gennaro e suoi mandanti e padrini); il riarmo cui si dedicano tutti gli Stati e la corsa di tutti i governi, tra cui quello del nostro paese, a partecipare al saccheggio del mondo, al brigantaggio di Stato e alla distruzione dell’ambiente; la normalizzazione della repressione, della tortura, della criminalità, del razzismo, della discriminazione sessuale, della repressione e del controllo poliziesco: niente di tutto questo è fatale! È solo l’inevitabile conseguenza dello sforzo della borghesia imperialista, del clero e dei loro accoliti e complici di protrarre la vita dell’ordinamento sociale borghese, di imporlo alla massa della popolazione. È il nuovo libero dispiegarsi della natura della borghesia, libera ancora una volta dai lacci e laccioli che il movimento comunista le aveva imposto. È il risultato combinato della crisi e decadenza del capitalismo e della debolezza del movimento comunista cosciente e organizzato.

A tutto questo possiamo porre fine. Le masse popolari organizzate possono porre fine a tutto questo instaurando il socialismo: una società governata dai lavoratori organizzati e dai fautori del nuovo ordinamento sociale, che erige a suoi valori morali la costruzione di un nuovo ordinamento sociale e le sue relazioni e che basa il suo funzionamento sull’opera e sull’iniziativa delle masse popolari organizzate. Una società basata su un ordinamento sociale per cui le imprese non sono strutture promosse dai capitalismi per fare profitti, ma collettivi di lavoratori ognuno incaricato di produrre determinati beni o servizi necessari alla vita della popolazione. Una società in cui tutte le relazioni sociali sono reimpostate sulla base di questa nuova realtà e le aspirazioni, i sentimenti e le concezioni più avanzate che l’umanità ha concepito possono finalmente dispiegarsi praticamente.

 

Il nuovo Partito comunista italiano fa in Italia quello che i comunisti di altri paesi fanno nel resto del mondo: ricostruire un movimento comunista potente che ponga nuovamente fine alla libertà dei capitalisti e instauri il socialismo, facendo tesoro dell’esperienza dei primi paesi socialisti!

 

Non a caso la borghesia da 25 anni in vari modi cerca di soffocare il lavoro che ha condotto alla fondazione del nuovo Partito comunista. La sequela di procedimenti giudiziari cui è stata sottoposta ed è sottoposta la carovana del nuovo Partito Comunista, l’insieme delle organizzazioni che hanno contribuito alla sua formazione e che collaborano alla sua opera, sono solo la parte più visibile, per così dire legale (benché violi la Costituzione e le leggi che risentono ancora della vittoria della Resistenza nel 1945), delle iniziative messe in opera dalla borghesia per impedirne la nascita e soffocarne l’attività. L’Udienza Preliminare che si terrà il 13 maggio presso il tribunale di Bologna (Pubblico Ministero il famigerato Paolo Giovagnoli) è l’episodio più immediato, che permetterà alla parte più cosciente delle masse popolari di esprimere la sua solidarietà con i comunisti e la sua opposizione ai loro persecutori, che sono anche i persecutori dei lavoratori, degli immigrati, delle donne, dei bambini, dei pensionati e in generale delle masse popolari.

Ma il nuovo Partito comunista ha fatto tesoro delle lezioni del passato. Il nuovo Partito comunista è un partito clandestino, capace quindi di adempiere ai propri compiti verso la classe operaia e le masse popolari quali che siano gli sforzi della borghesia per soffocarlo e per soffocare la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. Il nuovo Partito comunista vive in mezzo alle masse popolari e alla classe operaia con i suoi Comitati di Partito clandestini, promuove tra le masse popolari la crescita di una coscienza e di una organizzazione autonome dalla borghesia, sostiene e promuove ogni movimento di resistenza al procedere della crisi, anima e costituisce il nerbo di ogni organizzazione pubblica delle masse popolari in lotta contro la borghesia imperialista. Con il suo Piano Generale di Lavoro fa confluire le mille iniziative di lotta e di resistenza, di difesa e di attacco che nascono spontaneamente, nella comune lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo. Il nuovo Partito comunista recluta e organizza nelle sue fila gli esponenti più avanzati e più generosi di ogni classe delle masse popolari, lavora per unire nelle sue fila la stragrande maggioranza degli operai avanzati e diventare in questo modo il reale Stato Maggiore della classe operaia che lotta per instaurare il socialismo e guida a contribuire a questo compito le altre classi delle masse popolari.

 

Forza compagni!

Afferriamo saldamente la nostra bandiera rossa e portiamo tra gli operai e le masse popolari l’appello a prendere in mano il loro destino e ad entrare con forza nella lotta politica, per liberarsi dai padroni, dai borghesi, dagli imperialisti, dal Vaticano, dai fascisti e da tutti gli altri nemici del proletariato.

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini!

 

È vero che per loro natura i capitalisti spremono i lavoratori. Ma fino a che punto possono dare libero corso alla loro natura dipende dalla forza del movimento comunista cosciente e organizzato. Gli operai organizzati sono pienamente in grado di guidare il resto delle masse popolari a fare a meno dei capitalisti e delle altre classi sfruttatrici e a instaurare un nuovo superiore ordinamento sociale: il socialismo!

 

Le aziende devono smettere di produrre profitti e di essere proprietà di singoli o di gruppi. Devono diventare collettivi di lavoratori, istituzioni a cui la società assegna il compito di produrre determinate cose o servizi e a cui assegna i mezzi necessari perché lo svolgano. L’esempio più vicino sono le migliori, più oneste ed efficienti istituzioni produttive, di ricerca, scolastiche o sanitarie pubbliche che vediamo qua o là, di tanto in tanto come eccezioni nella società borghese.

 

L’efficienza di un’azienda si deve misurare dal suo contributo alla vita sociale, dalla qualità e quantità dei suoi prodotti, dal rispetto della integrità, salute e dignità di chi vi lavora, dal rispetto per l’ambiente, dal risparmio di fatica, di forze produttive, di energia e di materie prime. 

 

Ogni persona di buona volontà può contribuire alla rinascita del movimento comunista, a ricostruire quel tessuto di organizzazioni di massa anticapitaliste che avevano reso forti gli operai e le altre classi delle masse popolari: è quello che ci vuole per impedire ai capitalisti di dispiegare liberamente la loro natura barbara e per arrivare a fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

I morti di Torino, come tutti i morti e mutilati sul lavoro, sono le vittime dei padroni, dei politicanti e del clero che li assecondano, dei paladini della precarietà che difendono il loro criminale ordinamento sociale: in nome dei profitti e della concorrenza condannano i lavoratori alla miseria, alla precarietà, alla malattia e alla morte!

 

La partecipazione del nostro paese alla guerra preventiva USA e all’aggressione imperialista dei paesi oppressi e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per la maggioranza delle masse popolari italiane sono le due facce del Programma Comune della borghesia imperialista italiana!

 

Promuovere agitazioni e proteste contro la Corte Pontificia, gli imperialisti USA e i sionisti d’Israele, contro le missioni militari italiane all’estero, contro i governi della guerra, del carovita e dell’inquinamento!

 

Appoggiare la lotta contro la nuova base USA di Vicenza, contro il potenziamento della base di Sigonella (SR), contro la produzione di bombardieri F-35 a Cameri (NO), contro la partecipazione del governo italiano allo "scudo stellare", contro la collaborazione militare speciale con i sionisti d’Israele (legge 94/2005), contro l’uso dell’Italia come piattaforma per l’aggressione imperialista in Asia, in Africa e in Europa orientale!

 

Appoggiare e rafforzare il Comitato No Dal Molin, il Comitato No TAV e tutti i gruppi e movimenti di resistenza alla guerra, al peggioramento delle condizioni di lavoro e dei salari, alla devastazione dell’ambiente!

 

Protestare contro l’uso delle forze armate in Campania per riaprire le discariche, attivare gli inceneritori e perpetuare l’uso della Campania come pattumiera dei rifiuti tossici e nocivi dell’Italia e dell’Europa imposto dal connubio Pubbliche Autorità, governi Berlusconi-Bossi-Fini e Prodi-D’Alema-Bertinotti, camorra, industriali e Vaticano!

 

Appoggiare e promuovere la lotta delle donne contro la discriminazione nel lavoro e nel salario, contro l’oppressione nei rapporti familiari e sociali, contro l’oscurantismo clericale e borghese! Appoggiare e promuovere la lotta dei lavoratori e delle masse popolari immigrate contro lo sciovinismo nazionale e la discriminazione razziale e nazionale, contro l’oppressione e lo sfruttamento! Appoggiare e promuovere la lotta dei giovani contro la discriminazione, la precarietà, lo sfruttamento, la scuola asservita alla borghesia, l’emarginazione sociale!

 

Contro la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari nel nostro paese come in ogni angolo del mondo, bisogna portare avanti la guerra popolare rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo e da subito imporre di nuovo ai padroni lacci e laccioli come quelli che il movimento comunista aveva già loro imposto nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria!

 

Il terreno è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato! Facciamo di ogni lotta rivendicativa una scuola di comunismo!

 

Unire la nostra lotta alla Resistenza che in Iraq, in Afghanistan, in Palestina, in Libano, in Somalia tiene in scacco i mercenari dei gruppi e dalle potenze imperialiste, alla lotta contro l’invadenza e la prepotenza degli imperialisti condotta a Cuba, in Venezuela, in Bolivia, in Ecuador, in Colombia!

 

Imparare dalla guerra popolare rivoluzionaria oramai in fase avanzata nelle Filippine, in India, in Perù, in Turchia!

 

Viva la gloriosa guerra popolare rivoluzionaria condotta dal Partito Comunista del Nepal - maoista, premessa e presidio della grande vittoria elettorale di questi giorni! È la testimonianza più chiara che la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato si rafforza in tutto il mondo. La vittoria del Partito Comunista del Nepal - maoista nelle elezioni che si sono svolte quasi in contemporanea con quelle italiane, frutto del grande movimento popolare di due anni fa, fornisce una importante lezione a tutto il movimento comunista internazionale e a tutto il mondo. In dieci anni di guerra civile vittoriosa (1996-2006) il Partito Comunista del Nepal - maoista aveva raccolto dalle masse popolari le forze necessarie per far fronte alla reazione e ha dimostrato che le masse popolari organizzandosi sono in grado di risolvere le contraddizioni che i residui del passato barbarico, l’ordinamento sociale borghese e il sistema di relazioni internazionali dettate dall’imperialismo creano tra le masse popolari. La vittoria elettorale di questi giorni nasce dal successo della guerra popolare rivoluzionaria.

 

Mobilitare i lavoratori più avanzati per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Assimilare ad un livello più alto il materialismo dialettico come metodo per conoscere la realtà e come guida per trasformarla: ecco la chiave per consolidare e rafforzare il (nuovo)Partito comunista italiano.

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!