La Voce 16

RIVOLUZIONE E CONTRO RIVOLUZIONE

sabato 15 maggio 2004.
 

La liberazione il 20 dicembre 03 dei due membri del (nuovo)Partito comunista italiano detenuti in Francia dal 23 giugno 03 è il risultato della linea che il partito, i due compagni, varie FSRS italiane ed estere e vari lavoratori avanzati hanno seguito nella lotta contro la nuova campagna di repressione. È la conferma che questa linea è sostanzialmente giusta ed è stata sostanzialmente bene applicata nel caso concreto, nello stesso senso in cui l’arresto dei due compagni è stato la conferma che nell’attuazione della linea della costruzione clandestina del partito venivano compiuti gravi errori.

In cosa è consistita la linea seguita nel caso concreto?

Il partito ha continuato il suo lavoro su tutti i piani nella misura più ampia possibile.

I due compagni individualmente non si sono piegati in nulla di fronte alle pressioni e intimidazioni della borghesia.

La persecuzione che le Autorità italiane conducono contro il partito è solo il nucleo politico della ben più ampia guerra non dichiarata di sterminio che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari. Questa guerra si manifesta anche nella deriva autoritaria e militarista dei regimi politici di tutti i paesi imperialisti, nella persecuzione poliziesca cui la borghesia sottomette gli immigrati e tanti lavoratori avanzati: chiunque è o le sue Autorità sospettano che sia o che possa diventare centro di mobilitazione e aggregazione della resistenza delle masse popolari. Per quanto riguarda il nostro paese gli avvenimenti di questi mesi hanno confermato giorno dopo giorno questo aspetto della guerra: con le persecuzioni di immigrati e di lavoratori in sciopero, con gli arresti di veri o presunti membri di gruppi militaristi e con le estradizioni di reduci della lotta armata degli anni ’70 che Pisanu e Castelli presentano come il vanto maggiore del governo ed espressione dell’anticomunismo sguaiatamente proclamato dal suo padrone Berlusconi.

Contro la nuova campagna di persecuzione del partito lanciata il 23 giugno con le perquisizioni in Italia, in Francia e in Svizzera abbiamo quindi fatto appello e siamo ricorsi nella misura più larga possibile e a tutti i livelli, dalle forme più semplici alle forme più complesse, alla solidarietà delle FSRS, dei lavoratori avanzati, delle masse popolari e dei sinceri democratici. Tenuto conto del grado di sviluppo del partito e del suo legame con le masse e tenuto conto delle condizioni attuali del movimento comunista in Italia e in Europa, la solidarietà si è sviluppata in misura ampia e prometteva di crescere ancora. La lotta contro la campagna di persecuzione creava aggregazione attorno al partito.

In ogni concreta campagna di persecuzione la borghesia non è in grado di dispiegare tutte le forze e tutti gli strumenti che ha accumulato nel suo arsenale delta controrivoluzione preventiva. È limitata caso per caso dal suo rapporto complessivo con le masse popolari (cerca di evitare che la repressione renda più ampia la ribellione che vuote soffocare) e dalle contraddizioni interne alla stessa borghesia (quale gruppo si avvantaggia nel caso concreto e a spese di chi?). nel caso concreto le Autorità italiane si servivano dette Autorità francesi. Queste avevano acconsentito a rendere il servizio convinte di sobbarcarsi a due detenzioni di tutto riposo. I legami stabiliti con gli altri prigionieri politici nette carceri francesi e con i rispettivi movimenti all’esterno, la solidarietà sviluppatasi nel campo delle masse popolari francesi e la mobilitazione di sinceri democratici anche francesi hanno reso impossibile alla borghesia attuare il suo progetto nella forma originaria. Non sarebbero comunque state detenzioni di tutto riposo.

Occorreva sfruttare anche sul piano legale il fatto che la borghesia imperialista europea non osa interdire apertamente per legge ogni attività politica ai comunisti. La prima ondata delta rivoluzione proletaria ha radicato il comunismo e le libertà politiche tra le masse popolari europee e la sconfitta del movimento comunista ha cancellato questo risultato solo in una certa misura. Per perseguitare legalmente i comunisti la borghesia deve ricorrere a pretesti e a costruzioni fantasiose, deve coprire la persecuzione dei comunisti sotto il mantello della "guerra contro il terrorismo". Occorreva quindi impedire che accumulandosi e intrecciandosi le menzogne e fantasie dei persecutori acquistassero la parvenza di verità e la solidità dei pregiudizi e dei luoghi comuni. In questo campo il lavoro degli avvocati era prezioso sia verso la magistratura sia verso le masse popolari. Esso concorreva ad alimentare il movimento di solidarietà. I pregiudizi legalitari sono ancora ampiamente diffusi tra le masse popolari dei paesi imperialisti e in particolare tra le FSRS e la parte politicamente più attiva degli elementi avanzati: essi diventavano dunque uno strumento per mobilitarli in un movimento di solidarietà verso i comunisti e questa mobilitazione avrebbe prima o poi portato almeno una parte di toro a trasformarsi e ad abbandonare gli stessi pregiudizi legalitari che erano stati il punto di partenza soggettivo della loro mobilitazione.

Abbiamo quindi seguito una linea che teneva conto di molti aspetti della situazione, nei limiti delle forze disponibili operava su più piani e muoveva il più possibile delle forze in campo. Il tutto in una logica di aggregazione e mobilitazione unitaria delle masse popolari attorno al partito comunista e di guerra contro la borghesia imperialista, mirando principalmente alla parte di essa che più era esposta nella campagna di repressione.

Il carattere clandestino del partito si è rivelato essenziale. Non solo per la continuità organizzativa, ma soprattutto come condizione per poter elaborare con libertà l’esperienza, discutere a fondo ogni parola d’ordine e poterla propagandare senza dover ricorrere alle circonlocuzioni, metafore, allegorie, reticenze, allusioni, sottintesi, espressioni gergali per iniziati, autocensure che rendono confuso e monco non solo il discorso ma anche il pensiero delle organizzazioni che si isolano dal movimento rivoluzionario arroccandosi netta loro legalitaria sottomissione alta borghesia. L’imbarazzo delle FSRS perfino nel discutere nella stampa e nette riunioni legali della stessa linea della clandestinità (la "settima discriminante") e il loro silenzio confermano l’importanza essenziale della clandestinità.

Ovviamente le ragioni per cui la borghesia italiana perseguita sistematicamente il partito sussistono. Esse anzi si sono aggravate: per il successo raggiunto finora nel trasformare la sua settima campagna di persecuzione in una campagna per il rafforzamento del partito e lo sviluppo della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari, ma soprattutto perché nel nostro paese i rapporti tra la borghesia e le masse popolari si sono fatti ancora più tesi (i cedimenti cui essa ha dovuto addivenire a Scansano, a Terni, con gli autoferrotranvieri e altri lavoratori sono alcuni esempi significativi) e le contraddizioni nella borghesia imperialista si sono acuite (lo scandalo Parmalat non è esploso per opera della Spirito Santo né per astratto amore di giustizia: nel salotto di chi conta tutti sapevano tutto da tempo). Quindi questa settima campagna di persecuzione contro il partito continuerà. Colpirà non solo i due compagni (le Procure di Bologna e di Napoli lavorano alacremente a una nuova montatura), ma anche quanti a ragione o a torto le Autorità italiane sospettano che appartengano al partito o fiancheggino il suo lavoro. Occorre quindi prevenire nella misura più efficace possibile i nuovi attacchi. Con la denuncia preventiva detta montatura in corso. Con lo sviluppo in Italia e in Europa del movimento contro la repressione. Con lo sviluppo delta solidarietà delle masse popolari con tutti i rivoluzionari prigionieri senza lasciare che sia la borghesia a decidere quali sono i buoni con cui essere solidali e quali i cattivi da concorrere a isolare: quindi a partire dai prigionieri islamici e da quelli dei gruppi militaristi che la borghesia classifica come "terroristi". Tutti i rivoluzionari prigionieri e i proletari prigionieri appartengono al nostro campo e quindi bisogna sviluppare la solidarietà: le contraddizioni ideologiche e politiche vanno risolte all’interno del nostro campo a partire dal comune interesse e dalla comune lotta contro l’attuale ordinamento politico e sociale, nazionale e internazionale.

Ma la misura principale di prevenzione della repressione e di lotta contro di essa è il rafforzamento del partito: costruire dovunque comitati clandestini del partito, contribuire allo sviluppo e articolazione delle sue linee, lavorare alla elaborazione definitiva del programma e alla preparazione del congresso di fondazione. In una sola frase: attuare il piano in due punti per la costituzione del partito. E questa la linea di difesa più sicura e più forte, la base insostituibile per lo sviluppo di tutte le altre.

Tonia N.

 

Manchette


Il piano in due punti per la costituzione del partito

 

1. Eleborare definitivamente il Manifesto Programma a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria Nazionale dei CARC nell’ottobre del 1998

2. Costituire comitati clandestini del partito che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione che approverà il Manifesto Programma del partito e il suo Statuto ed eleggerà il Comitato Centrale che a sua volta ristrutturerà dall’alto in basso i comitati di partito.

 


Manca in questo numero la rubrica: I Comitati di Partito all’opera.

L’assenza è dovuta a problemi connessi con la riorganizzazione del lavoro della CP iniziata dopo l’arresto dei due compagni il 23 giugno 2003 e non ancora completata.