La Voce 19

Le manchette

giovedì 1 marzo 2007.
 

Indice delle manchette de La Voce 19

Richiamo a Pagina 3

Notizie dell’arresto, della detenzione e del confino dei due compagni e bilanci dell’esperienza

Solo un partito operaio indipendente dalla borghesia

Il compito risolutivo, la chiave di ogni progresso in questa fase è il consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano

Consolidare e rafforzare il partito partendo dal patrimonio scientifico del movimento comunista

8 marzo
Giornata internazionale della donna

Comunicati e lettere

Il programma dei comunisti

Contro la banda Berlusconi. Contro il circo Prodi
Né banda Berlusconi, né circo Prodi

Il “programma comune” della borghesia imperialista Nuovi comunicati della CP

Subordinati alla borghesia e rassegnati di cedimento in cedimento

La linea Bertinotti

 

Le Manchette

Richiamo a Pagina 3

 

Salutiamo i compagni Maj e Czeppel che sono ritornati al lavoro nel Centro del Partito

 

Manchette a pagina 3

 

Notizie dell’arresto, della detenzione e del confino dei due compagni e bilanci dell’esperienza sono stati via via pubblicati tramite comunicati della CP (Commissione Preparatoria) o della sua Delegazione, reperibili ora sul sito internet del Partito e in articoli dei numeri di La Voce dal 15 al 18.

La storia della persecuzione che dall’inizio degli anni ’80 le Autorità italiane conducono contro la “carovana” il cui percorso è sfociato nella costituzione del (nuovo)Partito comunista italiano è narrata per sommi capi nell’appello contro la persecuzione (No alla messa fuorilegge del comunismo. La persecuzione dei comunisti colpisce la libertà politica di tutti noi) del luglio 2004 di cui l’avv. Giuseppe Pelazza di Milano è primo firmatario. L’appello è reperibile sul sito internet http://appello-pc.tripod.com

La Delegazione che i compagni Maj e Czeppel hanno creato mentre erano confinati, uno in Seine-St. Denis e l’altro a Parigi, continua la sua attività. Essa è autorizzata a stabilire e tenere contatti per conto della Commissione Provvisoria con compagni, FSRS e partiti. Presso la Delegazione è possibile reperire la stampa del Partito. In particolare è disponibile il CD con la registrazione dell’ultimo corso dell’Università Popolare tenuto dal 25 settembre al 9 ottobre 2004. Per prendere contatto con la Delegazione usare l’indirizzo e.mail delegazionecp@yahoo.it, il telefono 0033.(0)6.19.16.36.94 o l’indirizzo postale BP 3 - 4, rue Lénine - 93451 L’Île St Denis (Francia).

 

Manchette a pagina 8

Solo un partito operaio indipendente dalla borghesia può svolgere il ruolo di nucleo solido e sicuro di tutte le multiformi lotte che le varie frazioni delle masse popolari conducono contro il ritorno alla barbarie che la borghesia imperialista cerca di imporre in ogni campo della vita sociale e individuale: nell’economia, nella politica e nella cultura, nelle relazioni interne di ogni paese e nelle relazioni internazionali.

I compiti immediati del movimento di massa (difesa delle conquiste delle masse popolari, ampliamento dei diritti delle masse popolari, sconfitta dei governi imperialisti nelle “guerre preventive” e nelle “spedizioni umanitarie”) possono essere assolti nel modo migliore e su larga scala solo se esiste un solido partito comunista clandestino, per piccolo che esso sia. Solo un partito del genere può far esistere la più ampia partecipazione di ogni lavoratore all’assolvimento dei compiti di questa fase, valorizzare l’opera compiuta da ognuno di essi per piccola che essa sia e con ciò porre la basi del suo ampliamento.

Manchette a pagina 11

Il compito risolutivo, la chiave di ogni progresso in questa fase è il consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano. Ciò significa nell’ordine:

1. costruire un nucleo dirigente professionale che padroneggi e perfezioni i criteri e le tecniche dell’azione clandestina,
2. rafforzare la disciplina interna tra membri e organismi del partito,

3. organizzare i comunisti e gli aspiranti comunisti nel partito: costituire ovunque CdP intermedi e CdP di base.

 

Manchette a pagina 13

Consolidare e rafforzare il partito partendo dal patrimonio scientifico del movimento comunista (la sua ideologia, il marxismo-leninismo-maoismo). Fare uso di esso per conquistare la direzione del movimento operaio le cui organizzazioni oggi sono nelle mani della borghesia (sindacati e organizzazioni culturali e sportive). Approfittare del fatto che per leggi sue proprie la borghesia deve soffocarle, che la massa dei loro aderenti deve staccarsi dalla borghesia e contrapporsi ad essa. In Russia la prima rivoluzione (1905-1906) prese spunto dalle iniziative di organizzazioni sindacali messe in piedi da poliziotti (Zubatov) e da preti (Gapon). Epifani, Pezzotta, Angeletti non saranno da meno. Il successo della rivoluzione dipende dal Partito comunista. I poliziotti e i preti non sono ostacoli insormontabili: il partito comunista può addirittura servirsene.

 

Manchette a pagina 21

8 marzo

Giornata internazionale della donna

 

Compagne, arruolatevi nel nuovo Partito comunista italiano!

Ogni compagna che si mobilita e partecipa al nostro lavoro è una parte della mobilitazione delle donne delle masse popolari per la rinascita del movimento comunista e per la rivoluzione socialista.

La mobilitazione delle donne delle masse popolari nel lavoro di rinascita del movimento comunista è una questione decisiva per la vittoria della rivoluzione socialista.

Il (n)PCI offre a ogni donna comunista la possibilità di dedicare la sua vita alla causa del comunismo, di diventare rivoluzionaria di professione.

 

Manchette a pagina 22

Comunicati e lettere

Sono giunti al Centro molti comunicati emessi da CdP e lettere di singoli compagni, membri di FSRS e lavoratori avanzati. Alcuni esprimono soddisfazione per la costituzione del (nuovo)Partito comunista italiano, altri plaudono al rientro dei compagni Maj e Czeppel al lavoro del Centro del Partito, altri si riferiscono all’attività dei Comitati. I comunicati erano destinati soprattutto alla diffusione locale e comunque ci è impossibile pubblicarli tutti. Pubblichiamo solo alcune lettere e comunicati che per motivi diversi crediamo siano particolarmente utili a tutti i lettori della rivista.

Nicola

 

Manchette a pagina 25

Il programma dei comunisti

“Fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale”

 

Manchette a pagina 35

Contro la banda Berlusconi. Contro il circo Prodi

Né banda Berlusconi, né circo Prodi

·  Quelli che credono di spostare l’attività del governo a favore delle masse popolari se si uniscono al circo Prodi.

·  Quelli che credono di educare le masse se fanno fare al circo Prodi un programma elettorale un po’ più di sinistra, un po’ più progressista, un po’ meno reazionario.

·  Quelli che credono di rinfocolare il contrasto tra il circo Prodi e la banda Berlusconi unendo la loro voce al coro del circo Prodi.

·  Gli amici (FSRS di destra e destra delle FSRS) degli amici (PRC, PDCI, Verdi, sinistra DS) degli amici (borghesia di sinistra la cui espressione politica è il circo Prodi) della borghesia di destra (la cui espressione politica più genuina è la banda Berlusconi).

 

A noi è utile che il circo Prodi e la banda Berlusconi litighino. Più litigano, minore è la forza con cui la borghesia imperialista colpisce le masse popolari. Ma perché litigano? A parte i contrasti di interesse economici tra gruppi d’affari su cui noi non abbiamo comunque modo d’agire direttamente, essi litigano perché hanno opinioni divergenti su quello che occorre fare per far ingoiare alle masse popolari il “programma comune” della borghesia imperialista. Quanto più le masse popolari si mobilitano in proteste, scioperi, dimostrazioni, ribellioni, tanto più le due coalizioni litigano ognuna per imporre la sua medicina. È quindi chiaro cosa dobbiamo fare per ridurre il seguito popolare della banda Berlusconi e isolarla e contemporaneamente tirare il circo Prodi più a sinistra: trasformare il malessere delle masse popolari in mobilitazione delle masse popolari. Quindi organizzazione autonoma (partito comunista), programma e obiettivi rivoluzionari, agitazione e propaganda, nessuna concessione alla compatibilità e alla concertazione. Quanto più ci ergeremo come centro indipendente dalla borghesia e indistruttibile da essa, come centro che elabora e diffonde le aspirazioni delle masse popolari, che organizza e valorizza ogni mobilitazione delle masse popolari, che approfitta di ogni evento e circostanza per mobilitare e organizzare, tanto più i due campioni della borghesia imperialista litigheranno tra loro.

 

Manchette a pagina 39

Il “programma comune” della borghesia imperialista

Quello su cui il circo Prodi e la banda Berlusconi concordano e gareggiano a chi è più bravo a realizzarlo

Eliminare le conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia durante la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale e conquistare un posto di primo piano negli affari mondiali, nella spartizione internazionale del profitto estorto ai lavoratori e ai popoli oppressi, nel saccheggio dei paesi oppressi e degli ex paesi socialisti”

 

Manchette a pagina 42

Nuovi comunicati della CP

(si possono trovare sul sito web: lavoce.freehomepage.com)

 

Comunicato 1° novembre 2004

Dichiarazione di fondazione del (nuovo)PCI

Comunicato del 9 dicembre 2004

I compagni Maj e Czeppel riprendono il loro poso nelle attività centrali del Partito

Comunicato del 21 dicembre 2004

La rivoluzione avanza suscitando una controrivoluzione potente

Comunicato del 1° gennaio 2005

L’infamia e l’arroganza antipopolare della borghesia imperialista marcano la fine del 2004! - 2005: 60° anniversario della vittoria dei Partigiani sui nazifascisti!- Che il nuovo anno sia un anno di consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano! - Che il nuovo anno veda il popolo iracheno cacciare le armate degli imperialisti USA e dei loro satelliti!

Messaggio del 21 gennaio 2005

Messaggio di G. Maj a nome della CP per la celebrazione dell’84° anniversario della fondazione del primo PCI

Comunicato del 24 febbraio 2005

La linea Bertinotti: subordinati alla borghesia e rassegnati di cedimento in cedimento

 

Manchette a pagina 44

Subordinati alla borghesia e rassegnati di cedimento in cedimento

La linea Bertinotti è accettazione con rassegnazione del “programma comune” della borghesia imperialista e contrattazione della misura, dei tempi e dei modi di attuazione. È la negazione dell’indipendenza della classe operaia dalla borghesia, è la classe operaia ridotta a “variabile dipendente dall’andamento degli affari della borghesia”, a “variabile dipendente dalle truffe, dalla corruzione e dagli intrighi” dei borghesi e del Vaticano, a “variabile dipendente dai bilanci aziendali”: ma i bilanci aziendali sono in dissesto perché l’intera società borghese è in dissesto, non va più.

Con la linea Bertinotti la classe operaia rinuncia a prendere la direzione del resto delle masse popolari per instaurare il socialismo, non ha un suo progetto di società.

Su questa base, per quanto un partito si dichiari comunista, non è che una succursale della borghesia imperialista. Un partito comunista esiste come partito indipendente dalla borghesia solo se lotta per una società alternativa alla società borghese, per instaurare il socialismo.

La linea Bertinotti è l’espressione in politica della linea della collaborazione di classe (il sogno di tutti gli opportunisti), cioè della soggezione dei lavoratori ai padroni.

È la linea che porta da cedimento a cedimento, dal meno peggio al peggio. Bertinotti sull’Iraq è già passato da “ritiro delle truppe” alla “programmazione del ritiro delle truppe”. Sulla Palestina è già alla fiducia in Sharon e nei sionisti: un movimento razzista e bigotto, la variante ebrea del fascismo con il suo insediamento coloniale. Sulle conquiste, dimenticate le 35 ore, è già quasi approdato al “Grande Accordo” con Montezemolo lanciato da Epifani, Pezzotta e Angeletti dal Filaforum di Assago il 15 febbraio.

 

 

Manchette a pagina 46

La linea Bertinotti

 

Per costringere la borghesia a licenziare Berlusconi, la classe operaia e le masse popolari devono toglierle ogni speranza che Berlusconi riesca a realizzare il “programma comune” nella misura, nei tempi e nei modi che promette. Per ottenere questo risultato, ci vuole la mobilitazione più ampia e più forte possibile contro il “programma comune”. La sintesi dell’opposizione al “programma comune” è “fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale”. L’indipendenza della mobilitazione della classe operaia dalla borghesia imperialista sta nell’opposizione al “programma comune”, nell’avere un suo progetto di società, nell’esistenza di un vero partito comunista.

Cosa rappresentano in questo contesto Bertinotti e affini (PDCI, Verdi, sinistra DS)?

La loro linea è: “Non vale la pena opporci al “programma comune” della borghesia imperialista. Quello che si può fare è contrattare la misura, i temi e i modi della sua attuazione”.

Questa linea è cioè:

1. assoggettamento al “programma comune” della borghesia imperialista. Non concepiscono e comunque rifiutano l’obiettivo dell’eliminazione della borghesia imperialista, della creazione di un altro mondo, dell’instaurazione del socialismo;

2. contrattazione della misura, dei tempi e dei modi dell’attuazione del “programma comune”.

Certamente il futuro governo sarà ancora un governo della borghesia imperialista e avrà come suo programma il “programma comune”. Ma esso avrà tanta più difficoltà a realizzarlo quanto più la mobilitazione delle masse popolari è radicalmente opposta al “programma comune” della borghesia imperialista e quanto più è vasta: cioè quanto più è progredita la rinascita del movimento comunista: il Partito comunista, le FSRS, l’orientamento comunista dei lavoratori avanzati.

Quanto più questa nostra linea prevale su quella di Bertinotti,

1. tanto più è probabile che la borghesia imperialista licenzi la banda Berlusconi. La borghesia ci ha provato nel 2001 a Napoli e a Genova e ha concluso che non esistono ancora le condizioni per una prova di forza con le masse popolari. Dovendo comunque accettare misura, tempi e modi diversi da quelli promessi da Berlusconi, mantenerlo al governo è per la borghesia imperialista più un danno che un vantaggio;

2. tanto più la borghesia imperialista dovrà moderarsi e ingoiare amaro sulla misura, i tempi e i modi di attuazione del suo “programma comune” e mettere a tacere i fautori oltranzisti della prova di forza e della forzatura, della mobilitazione reazionaria delle masse popolari;

3. tanto maggiore sarà l’autonomia della mobilitazione delle masse popolari dalla borghesia imperialista e quindi tanto migliori le condizioni per resistere al futuro governo, costringerlo a misure, tempi e modi meno gravosi per le masse popolari, avanzare verso l’unica realista via d’uscita dalla barbarie capitalista e dalla putrefazione della società borghese: “fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale”.