La Voce 8

Al lavoro, per un vero partito comunista!

venerdì 6 luglio 2001.
 

Da un anno a questa parte per quanto riguarda la ricostruzione di un vero partito comunista si è verificato un notevole cambiamento.

Anzitutto vi è stato uno spostamento evidente e importante nel campo delle FSRS. La costituzione del partito comunista è diventata l’obiettivo dichiarato di gran parte delle FSRS. Persino quelle raggruppate nel Coordinamento Comunista oggi lo proclamano: e per capire il percorso che hanno fatto bisogna confrontare le posizioni di oggi con le posizioni del Convegno della CCA di Firenze del 7 febbraio ‘98 ( Rapporti Sociali n. 19). Esse oggi pongono la ricostruzione del partito comunista come obiettivo centrale, alcune addirittura come obiettivo prioritario. Non solo, ma sempre più numerose sono le FSRS che proclamano che i principali compiti di oggi sono l’elaborazione del programma del nuovo partito e della concezione rivoluzionaria che lo deve guidare (vedi Convegno di Torino del 18 e 19 novembre 00 e Assemblea di Firenze del 3 marzo 01 convocati da Nuova Unità e Aginform ): condividere il programma è condizione imprescindibile dell’adesione al partito. Persino la Cellula per la costituzione del PCC in ottobre si è fatta viva con una dichiarazione che “l’obiettivo primario è la costituzione del partito”! Sì, in un certo senso hanno ragione anche i questurini: c’è un compattamento delle FSRS, ma attorno alla ricostruzione del partito non attorno al terrorismo! Certamente alcuni che proclamano la costituzione del partito obiettivo primario non hanno alcuna intenzione di realizzare quello che proclamano. Certamente altri non traducono l’obiettivo di cui sono convinti in un concreto e coerente piano di lavoro per raggiungerlo. Il bassissimo livello di adesione delle FSRS al Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista e alla sua campagna di propaganda durante le ultime elezioni conferma al di là di ogni dubbio queste arretratezze. Le conferma anche la chiara ostilità contro di noi che ancora trasuda dai pori di alcuni esponenti di queste FSRS. Essa si esprime principalmente in una specie di convenzione a considerare non esistenti noi e le nostre ragioni. Cosa che porta alcuni compagni fino al ridicolo di ripetere le nostre tesi con le nostre stesse parole facendo finta di ignorare la fonte. Porta altri a esprimere giudizi sul carattere clandestino del partito di cui in altre circostanze si vergognerebbero. Il più corrente è che il partito comunista non può essere clandestino perché deve essere legato alle masse: come se il PSODR (clandestino) di Lenin o il Partito comunista d’Italia sotto il fascismo (clandestino) non fossero stati legati alle masse. Ma sbagliano quei compagni che non considerano il motivo per cui persino persone che non vogliono realizzare la ricostruzione del partito comunista, la proclamano a gran voce come loro obiettivo. C’è uno spostamento a nostro favore degli stati d’animo e delle coscienze delle FSRS e dei lavoratori avanzati e anche chi è contro, se vuole restare in campo, si deve adeguare. Lo spostamento a nostro favore è confermato anche dall’accanimento della borghesia imperialista nella campagna di intimidazione e di confusione contro di noi. Cito il fatto inconfutabile del suo accanimento sul reato di associazione sovversiva. Ricordo il polverone sollevato in questi mesi, prima e dopo l’attentato fallito del 22 dicembre al Manifesto , sul terrorismo, in contrasto con la mancanza di seri attentati e di seri progressi in campo investigativo.

In secondo luogo la campagna elettorale condotta, in risposta all’appello della CP, dai CARC e da alcune altre FSRS sotto l’insegna del Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista (FPrpc), ha dato modo di constatare l’adesione che la ricostruzione del partito comunista incontra tra lavoratori avanzati e altri esponenti delle masse popolari (casalinghe, studenti, pensionati). I compagni imbevuti di mentalità parlamentarista ed elettoralista (e lo sono anche alcuni individui che non partecipano alle campagne elettorali, non vanno a votare o addirittura fanno campagna per l’astensione) hanno storto il naso e anche fatto dell’ironia perché il FPrpc ha raccolto poco più di 2.500 firme (in quattro grandi circoscrizioni elettorali che messe assieme facevano circa 12 milioni di elettori) e di conseguenza non ha presentato la propria lista in nessuna circoscrizione. Aginform si distingue nel coro. Ma fin dall’inizio avevamo detto che il nostro vero obiettivo non erano le firme e i voti: sarebbero solo stati indici importanti di quanti lavoratori avanzati sono già oggi disponibili a lavorare con noi e della nostra capacità di unirli e mobilitarli. L’obiettivo era raccogliere i lavoratori avanzati già disponibili a collaborare alla ricostruzione del partito, oggi isolati tra loro e dispersi tra le masse e quindi in sostanza incapaci di un’azione politica e creare tra le masse popolari un terreno più favorevole alla ricostruzione del partito comunista. Ogni compagno che ha partecipato alla campagna o che l’ha almeno seguita da vicino ha potuto constatare che quei lavoratori esistono, che l’appello alla ricostruzione del partito comunista trova riscontro, che il terreno è migliorato, nonostante le poche firme. Ogni compagno che ha partecipato alla campagna ha potuto constatare questo e molti frutti verranno raccolti ora e nei prossimi mesi. E ciò nonostante le resistenze con cui è stata condotta la campagna: i ritardi per cui in sostanza si è dedicato alla raccolta di firme poco più di un mese sui sei disponibili; pochi compagni si sono impegnati nella raccolta e con riserve (senza prendere permessi, ferie, aspettative); timidi l’appello a pensionati, casalinghe, studenti, artisti, ecc. e la richiesta di sottoscrizioni; tutto sommato scarsa la creatività nella propaganda. I risultati ottenuti nonostante questo, hanno però creato una convinzione dove mancava e l’hanno rafforzata dove già c’era. Oggi molti dei compagni che hanno partecipato dicono che, se fossero partiti per tempo e si fossero impegnati a fondo, sarebbero riusciti a raccogliere le firme necessarie. Cioè dicono che la risposta all’appello per la ricostruzione del partito comunista è relativamente diffusa e certamente ora si impegneranno con più convinzione di prima a raccoglierla e ad organizzarla. A ciò si aggiunga la risposta favorevole e l’interesse suscitati dalle Dieci misure immediate . Chi non è elettoralista e parlamentarista è soddisfatto di aver fatto campagna elettorale e si rammarica solo di non averla fatta meglio. Ma non è mai troppo tardi! Si possono lanciare altre iniziative per raccogliere i lavoratori già oggi disponibili a lavorare per ricostruire il partito e per creare tra le masse popolari un terreno più favorevole alla ricostruzione del partito: noi non siamo elettoralisti! Non ci svegliamo solo quando c’è da fare campagna elettorale!

In terzo luogo, un altro segnale importantissimo, da verificare e confermare. Contro l’arroganza e la prepotenza dei padroni, dei loro spioni e degli agenti dello Stato in alcune aziende si formano gruppi di lavoratori che conducono “con discrezione”, cioè clandestinamente, il lavoro di sensibilizzazione, denuncia e mobilitazione fra i loro compagni di lavoro, su questioni rivendicative. È un segnale importante. Confermerebbe che alcuni operai e proletari sono più avanti delle forze soggettive che proclamano che “l’Italia è un paese democratico”, dove “tutto si può fare alla luce del sole”.

Tutto bene dunque? In realtà abbiamo ancora molta strada da fare! Rafforzare la struttura politica e l’apparato clandestini è la condizione imprescindibile per raccogliere e impiegare proficuamente, anche nell’attività pubblica e in organizzazioni palesi, le forze che gli avvenimenti dimostrano disponibili. La borghesia ha portato al potere Berlusconi, che cercherà di attuare con più arroganza e ingordigia e più velocemente il programma che già il centro-sinistra stava attuando. Ricordiamo che è stato il centro-sinistra a introdurre nel lessico politico italiano l’espressione “rottamare i lavoratori anziani”. Ma vedere che il centro-sinistra ha concluso la sua opera portando al governo Tremaglia e Fini, gli esponenti dichiarati della Mafia in combutta aperta con i prelati del Vaticano e tutti gli altri campioni del marciume e della criminalità da cui la borghesia imperialista oggi si fa rappresentare, non potrà che rendere più facile per noi raccogliere solidarietà e collaborazioni e reclutare. Ex partigiani, ex membri del vecchio PCI, lavoratori, casalinghe, pensionati e giovani saranno nei prossimi mesi più disponibili verso di noi di quanto non lo fossero prima.

Al lavoro, quindi, compagni, per superare il primo traguardo sulla via della rivoluzione socialista: la costituzione di un vero partito comunista!