Comunicato del Collettivo della CP del CC del (n)PCI - 16 gennaio 2007

Continuiamo e valorizziamo l’opera e la volontà di tutti quelli che
hanno preso posizione contro la persecuzione del (n)PCI

martedì 16 gennaio 2007.
 

(nuovo)Partito comunista italiano
Commissione Provvisoria del Comitato Centrale
Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net
Email: lavocenpci40@yahoo.com
Delegazione: BP3 4, rue Lénine
93451 L’Île St Denis (Francia)

16 gennaio 2007

 

Ai compagni e agli amici

 

Con il nostro comportamento processuale noi continuiamo e valorizziamo l’opera di tutti voi che siete stati solidali con noi. Continuiamo e valorizziamo l’opera e la volontà di tutti quelli che hanno preso posizione contro la persecuzione che con accanimento le Autorità Italiane e, al loro servizio, le Autorità Francesi conducono contro il (nuovo)Partito comunista italiano e la “carovana” di organismi e individui che hanno contribuito alla sua costruzione e che in qualche modo lavorano secondo la linea che esso ha indicato e contribuiscono all’attuazione del suo obiettivo: fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

Infatti con il nostro comportamento processuale e con la particolare divisione dei compiti che attuiamo nella fase processuale noi esercitiamo la massima pressione possibile sulle Autorità Francesi per indurle a rinviare il processo, conformemente a quello che i nostri avvocati hanno già chiesto e che persino l’Ordine degli avvocati ha riconosciuto essere nostro diritto. Noi vogliamo indurre le Autorità Francesi, reduci dall’affaire d’Outreau e da analoghi e meno noti affaires, a rispettare almeno in questo caso le loro leggi. Se processo vi deve essere, esso deve rispettare almeno gli elementari diritti della difesa. Gli imputati devono essere assistiti dai rispettivi avvocati lungo tutto il dibattimento. La corte deve riconoscere agli imputati il diritto di far comparire i testimoni a loro discarico. La Corte deve esaminare in modo esauriente le circostanze che hanno costretto gli imputati a compiere le azioni della cui legalità essa vuole giudicare. Deve compiere in sede dibattimentale l’esame delle circostanze che la Procura Antiterrorismo ha ostinatamente e pervicacemente rifiutato di compiere durante i tre anni e quattro mesi di istruttoria. Quell’esame che il giudice istruttore antiterrorismo, il sig. Gilbert Thiel, ha fraudolentemente rifiutato di compiere durante la lunga, dispendiosa e vuota istruttoria.

Con la nostra condotta noi costringiamo i nostri nemici, che sono anche i nemici delle masse popolari italiane e francesi, a rendere palese il progetto occulto che esse hanno tramato nel chiuso del “Gruppo italo-francese sulle minacce gravi” che esse hanno creato il 3 marzo 2004. Questo “Gruppo” ha raccolto e istituzionalizzato la collaborazione anticomunista, antipopolare e antiimmigrati che le Autorità dei due paesi conducono da anni. Esercitiamo la massima pressione perché le Autorità Francesi e Italiane rinuncino in questo caso particolare e provvisoriamente al loro progetto e nello stesso tempo manteniamo il massimo di libertà d’azione e di iniziativa di cui nella situazione concreta possiamo disporre. Questo corrisponde per noi e per tutti i nostri compagni nel modo migliore al nostro dovere e al nostro impegno di comunisti.

Ringraziamo tutti quelli che ci sono stati solidali e li preghiamo di continuare e di rafforzare la loro solidarietà. Li preghiamo in particolare di partecipare più numerosi possibile alle iniziative che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane si terranno in Francia e in Italia contro l’Ottavo Procedimento Giudiziario che le Autorità Italiane hanno montato contro la “carovana” del (n)PCI, contro il “processo francese” strettamente intrecciato con l’OPG italiano, contro la minaccia di estradizione (mandato di cattura europeo) e di espulsione che le Autorità Francesi fanno gravare sui comunisti italiani e i loro collaboratori. La nostra resistenza alla repressione e la lotta contro la repressione di tutti quelli che sono solidali con noi, limitano la libertà d’azione e l’efficacia dell’opera persecutoria antipopolare delle Autorità della borghesia imperialista. Sono un contributo alla resistenza di tutte le classi sfruttate e di tutti i popoli oppressi. Contribuiscono quindi alla comune lotta contro l’attuale ordinamento sociale o almeno contro le sue espressioni più scandalose e inique.

Il collettivo della Delegazione della Commissione Provvisoria del Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano