Il partito e le FSRS

Marzo 1999.
 

Il partito sarà un fattore di sviluppo del movimento già oggi in corso

Cosa comporterà per le varie FSRS la costituzione delle prime organizzazioni del partito comunista?

Riteniamo che per dare risposta a questa domanda, e più in generale ai fini dei compiti di questa fase, vadano distinti due gruppi di FSRS:

1. quelle che svolgono principalmente o unicamente un lavoro legale,

2. quelle che svolgono principalmente o unicamente un lavoro segreto.

3. Conclusioni

Note

2.

L’aspetto positivo delle FSRS che svolgono principalmente o unicamente un lavoro segreto è la comprensione del carattere antagonista della lotta tra borghesia imperialista e masse popolari e della necessità di compiere all’interno della società borghese il lavoro di accumulo delle forze rivoluzionarie, di non rimandare questo lavoro a una data e ad avvenimenti indeterminati. La loro esistenza e la loro persistenza nascono dal carattere oggettivo, necessario di questo lavoro: la sua necessità è inscritta nella esperienza della classe operaia, del proletariato e delle masse popolari e quindi genera inevitabilmente e continuamente persone e organismi che cercano di attuarlo.

Il loro aspetto negativo è l’idea di poter svolgere questo lavoro separati dalle masse, senza fare appello alle masse, senza che le masse, conoscendo i loro programmi e le loro linee, li possano riconoscere come propri e verificare nella pratica e conoscendo la loro esistenza possano concorrere a sostenerla e ad alimentarla. Quanto alle società segrete che hanno “bracci legali”, esse cercano di far fronte con il braccio legale agli aspetti negativi che abbiamo indicato, ma in realtà col “braccio legale” portano alle masse solo una parte dei loro programmi e delle loro linee che da sola, monca della parte che mantengono nascosta alle masse, non può essere accettata dalle masse perché presenta tutti gli errori e i limiti del lavoro delle FSRS legali senza presentarne tutti gli aspetti positivi.

La costituzione delle prime organizzazioni del nuovo partito comunista offre a queste FSRS la possibilità di mettere la loro preziosa esperienza di lavoro clandestino e il loro lavoro al servizio dell’attuazione della linea generale del partito comunista: “Unirsi strettamente e senza riserve alla resistenza che le masse popolari oppongono e opporranno al progredire della crisi, comprendere e applicare le leggi secondo cui questa resistenza si sviluppa, appoggiarla, promuoverla, organizzarla e far prevalere in essa la direzione della classe operaia fino a trasformarla in lotta per il socialismo, adottando come metodo principale di lavoro e di direzione la linea di massa”.

Offre quindi la possibilità di uscire dalla parzialità e dalla relativa sterilità del lavoro della società segreta e di conferire alla costruzione del partito quanto è adatto al partito e di contribuire col resto oggi a creare le condizioni della ricostruzione e domani ad appoggiare il lavoro del partito.

3. Conclusioni

È probabile che qualche membro delle FSRS, quando leggerà queste righe, alzerà le spalle con insofferenza: “Il solito predicare quello che devono fare gli altri!”. Vorremmo richiamare la sua attenzione sul fatto che non stiamo esponendo i nostri desideri. Salvo errori che la pratica metterà in luce, stiamo esponendo i desideri, le aspirazioni, le tensioni che l’esperienza quotidiana e diffusa genera nei suoi compagni, in quelli che gli stanno vicini. Qualcosa che si esprimerà nella sua stessa organizzazione, o come volontà di fare cose nuove o come stanchezza a fare cose che non corrispondono alle spinte della pratica, come disamore di quello che fino a ieri era amato. Se quello che noi diciamo dello stato generale delle cose corrisponde al vero, noi abbiamo alleati in ogni FSRS, come abbiamo alleati in ogni reparto della classe operaia, del proletariato, delle masse popolari. L’esperienza quotidiana è la migliore, la più capillare, la meno resistibile e la meno “espellibile” (e anche la meno “arrestabile”) propagandista delle nostre idee, se sono giuste. Una propagandista che da sola non basta, perché non è propositiva, non è anche una proposta organizzativa: crea e alimenta un bisogno, ma non offre il modo di saziarlo, non indica la strada. Ma la nostra esistenza, la nostra propaganda, la nostra attività offriranno questa strada e questa proposta organizzativa. Per questo è giusto, non nel senso morale del termine ma nel senso materialista dialettico, aver incominciato, nonostante la pochezza delle nostre forze. È la scintilla che darà fuoco alla prateria: col suo tempo, con metodo, man mano che imparerà a brillare bene, ma darà fuoco perché la prateria c’è e la borghesia imperialista, il procedere della crisi del suo sistema, di per sé la rendono sempre più secca, più disponibile a prendere fuoco.

Se noi seguiamo la strada giusta, gli operai verranno con noi perché non ne potranno fare a meno, come alternativa avranno solo l’oppressione della borghesia imperialista. Le masse seguiranno la direzione della classe operaia se questa direzione le porta fuori dal marasma della crisi, perché non avranno altra via.

Noi cresceremo gradualmente e per salti. Non nutriamo illusioni in un successo rapido né condividiamo le concezioni movimentiste che portano ad aspettare cambiamenti radicali o salti di qualità come la ricostituzione del partito comunista, la conquista del potere, ecc. da movimenti come le rivolte delle città USA, le lotte del novembre ‘94 in Italia, quelle del dicembre ‘95 in Francia, ecc. Il nostro compito è accumulare l’esperienza e l’organizzazione necessarie a guidare alla vittoria il movimento delle masse. Tutta l’esperienza della rivoluzione proletaria dal suo inizio con la prima crisi generale del capitalismo (1910-1945) a oggi mostra chiaramente che il collo di bottiglia della rivoluzione proletaria è la limitata capacità dei comunisti di guidare e valorizzare quello che c’è. È la grande scoperta illustrata da Lenin nel Che fare? (1902) e confermata da tutte le vicende successive. Occorre un organismo (il partito e il sistema delle relazioni facente capo ad esso) che accumuli sistematicamente e impersoni l’esperienza in questo campo, che favorisca e orienti lo sviluppo multiforme delle attività e degli organismi e raccolga tutto questo nel fronte delle classi rivoluzionarie e nelle forze armate della rivoluzione socialista.

Noi avanzeremo in modo tale da essere capaci di condurre alla vittoria il movimento delle masse che ci sarà. Il problema non è crescere rapidamente, abbassare i nostri compiti e ridurre il nostro ruolo allo stesso livello di tutto quello che si muove e ingrossarci in qualsiasi modo. Crescere è importante, ma è il secondo criterio. Il primo è crescere in modo da creare le condizioni della vittoria. Il secondo è avere un sistema valido di raccolta e di valorizzazione di tutto quello che c’è. Primo: avere una strategia; secondo: avere una tattica. Bisogna crescere non come un sistema orizzontale che si allarga, ma come un sistema piramidale che si innalza a orizzonti più ampi e allarga la propria base mettendo radici sempre più profonde e ramificate.

Il partito comunista è condizionato dalla classe operaia e dalle masse come un contadino è condizionato dalla sua terra. Egli deve “lavorare la sua terra” con metodo e mezzi migliori seguendo il processo di maturazione e facendo fronte agli eventi, fino a ottenere il raccolto. Occorre essere pazienti e operosi.

NOTE

1. La resistenza delle masse popolari al procedere della crisi del sistema capitalista e l’azione delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista, 1992, Edizioni Rapporti Sociali, pag. 159.

Nonostante le sconfitte subite dal movimento comunista a partire dagli anni ‘50 e la sconfitta e il disfacimento delle Brigate Rosse all’inizio degli anni ‘80, nonostante la mancanza di un partito comunista e nonostante la forsennata campagna di denigrazione del movimento comunista condotta dalla borghesia in tutte le salse, in Italia circa 4 milioni di adulti votano PRC. Basta questo a confermare che il movimento comunista ha forti radici nella coscienza delle masse popolari del nostro paese.

2. Per il bilancio della lotta per la ricostruzione del partito comunista rinviamo a CARC, F. Engels/10, 100, 1000 CARC per la ricostruzione del partito comunista, 1995, Edizioni Rapporti Sociali, pagg. 22-26.

3. L’analisi delle classi della società italiana è data nel Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano, pubblicato dalla SN dei CARC, 1998, Edizioni Rapporti Sociali, pagg. 91-93.

4. Al riguardo vedere lo scritto Le sei discriminanti e i quattro problemi, in Rapporti Sociali n. 19, agosto 1998.

5. Al riguardo vedere lo scritto Problemi della ricostruzione del partito comunista, in Rapporti Sociali n. 21, febbraio 1999.

6. Lenin, Abbozzo di tesi, 7.1.1917, in Opere complete, vol. 23.

7. Giova tuttavia ricordare che ciò è vero con molti limiti. Schedature, intimidazioni, ricatti sono diventati un’arma di gestione del personale anche nelle migliori società del Nord, a incominciare dalla FIAT. Non soltanto la vecchia mafia è andata a scuola da Agnelli e si è trasformata in una società multinazionale d’affari come Vito Ciancimino avrebbe ben spiegato al capitano dei CC De Donno (Corsera, 11 febbraio 1999, pag. 12), ma nello storico incontro Nord-Sud propiziato dal regime DC anche Agnelli ha imparato molto sull’impiego dei metodi terroristici dei mafiosi nella moderna società imperialista.