Contro l’aggressione all’Iraq e la ristrutturazione dell’Alitalia

mercoledì 15 settembre 2004.
 

(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

 

pagina web: www.lavoce.freehomepage.com

e.mail: <lavocedelnpci@yahoo.com>

 

Partecipare all’attuazione del piano in due punti per costituire il partito comunista:

1. elaborare il Manifesto Programma del partito a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria Nazionale dei CARC nel 1998;

2. costituire Comitati di Partito clandestini provvisori che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione che approverà il Manifesto Programma e lo Statuto del Partito ed eleggerà il Comitato Centrale che a sua volta ristrutturerà dall’alto in basso i Comitati di Partito.

 

15. 09. 04

Comunicato

 

La strage di Beslan (Ossezia del Nord-Russia), il sequestro di Simona Pari e di Simona Torretta a Bagdad, il dissesto dell’Alitalia con la cacciata di migliaia di lavoratori, il carovita, il marasma che pervade e inquina ogni campo della vita individuale e sociale non cadono dal cielo! Sono il frutto della restaurazione ad ogni costo del capitalismo negli ex paesi socialisti, della ricolonizzazione dei paesi oppressi, della crisi generale del capitalismo.

Gli avvenimenti internazionali (la ricolonizzazione dei paesi oppressi e la restaurazione ad ogni costo del capitalismo nella ex Unione Sovietica e negli altri paesi socialisti) e gli avvenimenti interni (l’eliminazione delle conquiste che nell’ambito della prima ondata della rivoluzione proletaria le masse popolari dirette dalla classe operaia e dai suoi partiti comunisti hanno strappato alla borghesia) convergono ad aggravare in ogni paese imperialista la disgregazione sociale e la crisi politica e a generalizzare lo stato di guerra nel mondo intero.

Chiunque siano gli esecutori del sequestro, le due cooperatrici italiane Simona Pari e Simona Torretta sono vittime dei gruppi imperialisti americani, del governo Berlusconi e degli altri governi che collaborano all’aggressione dell’Iraq. Il loro sequestro è un frutto dell’aggressione imperialista all’Iraq. Come lo sono gli altri sequestri, anche di lavoratori iracheni e stranieri, gran parte dei quali resta senza nome, così come senza nome restano le vittime dei bombardamenti a tappeto e delle rappresaglie delle truppe USA, sioniste, inglesi, italiane, ecc.

L’aggressione lanciata dai gruppi imperialisti USA con la collaborazione della banda Berlusconi e del suo governo, ha riempito l’Iraq non solo di soldati in divisa ma anche di mercenari in civile, di spie, di addetti ai servizi delle truppe d’occupazione, di dipendenti iracheni e stranieri delle ditte appaltatrici al servizio delle truppe d’occupazione e del governo fantoccio che esse hanno installato e mantengono in vita. I civili addetti alla macchina logistica dell’occupazione sono anch’essi un ovvio e necessario bersaglio della resistenza irachena. Che lo sappiano o no, anche tutti gli stranieri che sono in Iraq per altri motivi sono travolti nell’ingranaggio messo in moto dall’aggressione e alimentato dall’occupazione. È criminale il comportamento di tutti i governi e di tutte le autorità che non vietano ai loro cittadini la partecipazione anche da civili all’aggressione, che non li mettono in guardia dai pericoli che corrono, che non evacuano i loro cittadini dall’Iraq come fanno solitamente dalle zone di guerra, li espongono al rischio della vita e poi sfruttano i loro guai e la loro morte per mobilitare le masse dei connazionali contro la resistenza e a favore dell’occupazione e dell’aggressione, per creare entro i loro confini quella “unità nazionale” tra autorità imperialiste e masse popolari di cui tanto hanno bisogno. Questo sporco gioco è talmente corrente tra le autorità imperialiste (quelle della coalizione USA e quelle ufficialmente opposte alla coalizione, come le autorità francesi) che è ragionevole pensare che esse arrivano a promuovere direttamente, a favorire e a far eseguire attacchi contro questi bersagli per cercare grazie ad essi di limitare l’opposizione alla guerra che è maggioritaria in gran parte dei paesi imperialisti e creare entro i loro confini una qualche “unità nazionale” attorno alle autorità dei gruppi imperialisti. La autorità USA, francesi, italiane e di altri paesi giocano sporco nella guerra irachena. Come mai per la vita di questi bersagli in Iraq si preoccupano e si mobilitano con gran chiasso autorità che normalmente per nulla si preoccupano della vita, della salute e del benessere dei loro concittadini all’interno dei loro confini? Avete mai visto Berlusconi, il Papa, Prodi, industriali e cardinali indignarsi con altrettanto clamore e fervore per i licenziati e disoccupati, per i caduti sul lavoro, per le vittime della miseria, per i disoccupati suicidi, per gli immigrati affogati in mare o soffocati nei trasporti, per le vittime della devastazione ambientale? La vita è sacra solo quando fa loro comodo sfruttarne la violazione. È verosimile e coerente con la loro abitudine a praticare la “strategia della tensione” che essi stessi ne organizzino la violazione in circostanze in cui possono attribuirla al “nemico”. Si indignano forse con tanto clamore, hanno forse mai mobilitato le masse su scala così ampia, hanno mai lanciato i loro anatemi per i civili iracheni o palestinesi uccisi ogni giorno dai gruppi imperialisti USA, sionisti e dai loro mercenari inglesi, italiani e di altri paesi? Il governo Berlusconi e il Vaticano hanno costretto i “musulmani moderati” a mobilitarsi contro il sequestro delle due cooperatrici italiane per mobilitare le masse popolari del nostro paese contro i popoli arabi e musulmani, per giustificare la persecuzione degli immigrati, il loro ignobile sfruttamento, le espulsioni preventive di cui Pisanu tanto si vanta. Il sequestro non è dovuto a motivi religiosi, ma a un preciso motivo politico: l’aggressione imperialista e sionista all’Iraq. Hanno forse mai pensato di mobilitare i “cristiani moderati” contro i fondamentalisti cristiani dell’Amministrazione Bush? Per mascherare il conflitto politico essi montano un conflitto religioso!

Contro l’occupazione dell’Iraq da parte dei gruppi imperialisti USA e dei loro servitori e concorrenti è sorta una resistenza sempre più determinata e diffusa. Essa intralcia oramai in modo determinante l’attuazione dei piani di egemonia mondiale dei gruppi imperialisti USA e minaccia l’intero processo di ricolonizzazione dei paesi oppressi che tutti i gruppi imperialisti (USA, europei, giapponesi e altri) praticano per sfuggire alla crisi del loro ordinamento sociale. La resistenza palestinese all’occupazione sionista della Palestina e alla colonizzazione sionista ha trovato un forte alleato nella resistenza irachena. La resistenza irachena e palestinese sono le punte più avanzate della rivoluzione democratica antimperialista dei paesi arabi e musulmani. Inutilmente i portavoce dei gruppi imperialisti si affannano a dichiarare che i partigiani della resistenza sono individui malvagi, barbari, terroristi. Persino le azioni più barbare (gli attacchi indiscriminati di massa, la caccia agli individui, ecc.) che di fronte alle masse popolari del nostro paese essi rimproverano alla resistenza irachena, sono solo la riproduzione su piccola scala di quello che i mercenari della coalizione raccolta da Bush fanno su grande scala ogni giorno contro la popolazione irachena, con le loro rappresaglie contro la popolazione civile, con i loro bombardamenti a tappeto. Basta contare ogni giorno i civili caduti per mano degli occupanti e i civili caduti per mano della resistenza. Anche se talora le forze della resistenza adottano ancora usi e costumi, metodi e mezzi di guerra propri delle forze di polizia e militari imperialiste, dei corpi di spedizione coloniali, della CIA e della FBI in particolare, tutte le forze progressiste del mondo appoggiano o appoggeranno la resistenza irachena nonostante il carattere reazionario di gran parte dei suoi dirigenti attuali. Solo persistendo e rafforzandosi la resistenza irachena troverà dirigenti all’altezza dei loro compiti, capaci di condurre la resistenza a colpire con forza maggiore le forze d’occupazione, di mobilitare le forze progressiste di tutto il mondo a sostegno della causa sacrosanta del popolo iracheno e di occupare il posto che compete alla resistenza irachena nel fronte antimperialista e anticapitalista che si sta formando in tutto il mondo. La causa della resistenza irachena è giusta. Se essa ha ancora aspetti reazionari, questo è dovuto alla debolezza del movimento comunista e all’egemonia morale e intellettuale che di conseguenza la borghesia imperialista esercita ancora su di essa, direttamente o tramite i notabili reazionari locali che essa ha mobilitato e che ancora alimenta. Alla vigilia della prima ondata della rivoluzione proletaria, tra la fine del secolo XIX e l’inizio del secolo XX, quando i gruppi imperialisti saccheggiavano e sfruttavano tutto il mondo, anche allora in molti paesi oppressi la resistenza delle masse popolari alla colonizzazione venne diretta da gruppi reazionari: dai Boxer della Cina ai Mau Mau del Kenia. Anche allora i gruppi imperialisti sfruttarono il carattere reazionario della direzione della resistenza per mobilitare le masse popolari dei paesi imperialisti contro la resistenza dei popoli colonizzati. Il sopravvenire della rivoluzione d’Ottobre, lo sviluppo del movimento comunista, la formazione dei primi paesi socialisti crearono le condizioni favorevoli a che la resistenza alla colonizzazione formasse la direzione di cui aveva bisogno e capace di condurla alla vittoria. Ora la situazione è ben più avanzata e favorevole alle masse popolari che all’inizio del secolo scorso. Nonostante la sconfitta subita dal movimento comunista e le sue difficoltà attuali, il livello della coscienza politica e ideologica delle masse popolari e la loro capacità di lotta sono ben più alti sia nei paesi imperialisti sia nei paesi oppressi. In ogni paese oppresso i notabili reazionari locali sono molto più dipendenti, economicamente e intellettualmente, dagli stessi gruppi imperialisti. La restaurazione a ogni costo del capitalismo nell’ex Unione Sovietica e negli altri paesi già socialisti si scontra con una resistenza crescente, quali che siano le forme che questa per ora assume: dalla guerriglia cecena alle “manifestazioni del lunedì” nella ex Repubblica Democratica Tedesca. L’aggressione e il saccheggio dei gruppi imperialisti (USA, sionisti ed europei) suscitano una tale ondata di eroismo in tanti combattenti e tanti martiri che gli oppressi di tutto il mondo ne sono ammirati e commossi. Un po’ alla volta la guerra di sterminio non dichiarata che i gruppi imperialisti conducono contro le masse popolari in ogni angolo del mondo, grazie agli sforzi eroici di tanti combattenti e all’iniziativa di tanti comunisti si sta trasformando in ogni angolo del mondo in guerra popolare rivoluzionaria che porrà fine al sistema imperialista e creerà un altro mondo, sulla via aperta dai primi paesi socialisti. È la sola via che la resistenza delle masse popolari alla borghesia imperialista può imboccare per vincere.

 

I partiti dell’Ulivo e il Partito della Rifondazione Comunista (per lo meno la corrente Bertinotti & C) hanno trovato anche nel sequestro delle due cooperatrici italiane a Bagdad un ulteriore pretesto per portare avanti e cercare di giustificare di fronte ai loro militanti ed elettori la loro convergenza con la banda Berlusconi nell’eliminazione delle conquiste delle masse popolari italiane (liquidazione di posti di lavoro all’Alitalia e in altre aziende, carovita, salari, contratti collettivi nazionali di lavoro, pensioni, liquidazioni-TFR, scuola, assistenza sanitaria, ecc.), le trattative in corso con i gruppi imperialisti USA e sionisti e con la stessa banda Berlusconi per una successione concordata a Berlusconi. Hanno cercato di imbrogliare militanti ed elettori con grandi chiacchiere sul lavoro umanitario svolto dalle due cooperatrici sequestrate in Iraq, sulle loro buone intenzioni e su altre questioni che nulla hanno a che fare con il loro sequestro. Hanno nascosto la cause reali del loro sequestro. Si sono affrettate a proclamare l’unità nazionale contro il terrorismo, ad abbandonare o attenuare anche le dichiarazioni a cui si era comunque già ridotta la loro opposizione di facciata all’aggressione dei gruppi imperialisti USA contro l’Iraq e alla partecipazione militare, economica e politica del governo italiano ad essa. L’Ulivo e la corrente Bertinotti del PRC cercano solo pretesti per giustificare agli occhi di militanti ed elettori la partecipazione all’occupazione dell’Iraq, magari coperta dalla bandiera dell’ONU. Non a caso anche il nuovo presidente USA eletto a novembre, chiunque esso sia, cercherà di arruolare l’ONU e di farle dispiegare la sua bandiera in Iraq a copertura dell’occupazione.

Come cercano pretesti per giustificare la loro adesione all’occupazione dell’Iraq, allo stesso modo l’Ulivo e la corrente Bertinotti del PRC cercano pretesti per giustificare agli occhi di militanti ed elettori la collaborazione nella eliminazione delle conquiste dei lavoratori, per imporre bassi salari, carovita, lavoro precario, cultura reazionaria, limitazione delle libertà politiche e sindacali, diminuire le pensioni, ecc. Per giustificare la caccia agli immigrati, la persecuzione dei comunisti, dei sindacalisti onesti e dei lavoratori avanzati, le misure di polizia preventiva. Lo sporco accordo che stanno facendo a spese dei lavoratori dell’Alitalia illustra bene la loro posizione. Le giustificazioni che cercano di addurre basandosi sul bilancio dell’Alitalia sono fumo negli occhi. Il bilancio dell’Alitalia è il risultato della crisi generale dell’ordinamento capitalista della società, come lo è quello di tutte le imprese. Non si tratta di risanare un’azienda, si tratta di cambiare l’ordinamento sociale. Le singole aziende sono dissestate perché il sistema non funziona più. Oggi si tratta dell’Alitalia. Ieri si trattava delle Poste, delle Ferrovie, delle banche, della FIAT, ecc. Domani si tratterà di qualche altra impresa. A conferma che non è una questione specifica dell’Alitalia. Chi cerca la soluzione del dissesto dell’Alitalia in un ridimensionamento o ristrutturazione dell’Alitalia, sa bene che sta barando. È la via che la borghesia imperialista segue in ogni paese, quale che sia il colore del partito di governo. Il movimento di protesta che da agosto scuote il governo Schröder (socialisti + verdi) in Germania conferma che non esiste una via socialdemocratica di uscita dalla crisi attuale. Le sole vie praticabili, realiste sono la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari per instaurare nuovi paesi socialisti o la mobilitazione reazionaria delle masse popolari per la guerra e l’oppressione degli altri popoli.

Occorre difendere con le unghie e con i denti le conquiste delle masse popolari e approfittare di ogni occasione per strappare miglioramenti delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Non bisogna fermarsi a quello che è accettabile e ragionevole per la borghesia: non esiste alcuna soluzione accettabile per le masse popolari che sia compatibile con l’attuale ordinamento sociale. Ogni passo avanti delle masse popolari aggrava certamente la crisi dell’attuale ordinamento sociale: proprio per questo bisogna cambiare l’ordinamento generale della società. Occorre quindi accumulare le forze necessarie per instaurare un nuovo superiore ordinamento sociale, per costruire nuovi paesi socialisti. L’esperienza quotidiana e il lavoro di propaganda e di organizzazione condotto dai comunisti porteranno giorno dopo giorno una parte crescente dei lavoratori a rendersene conto e a imboccare la via della rivoluzione socialista. La resistenza dei paesi oppressi alla ricolonizzazione aiuta potentemente le classi oppresse dei paesi imperialisti a sviluppare un nuovo movimento rivoluzionario.

 

Un altro mondo è possibile! È quello di cui la Comune di Parigi prima e i primi paesi socialisti poi hanno indicato la strada!

 

Avanzare nella ricostruzione del partito comunista per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Solo la ricostruzione del vero partito comunista avvia la soluzione della crisi e del marasma in cui il capitalismo ci ha gettato. La ricostruzione di un vero partito comunista è il primo necessario passo verso la costruzione di un nuovo mondo!

 

Sostenere la lotta della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari contro l’eliminazione delle conquiste! Sostenere ogni lotta per aumentare i salari, creare nuovi posti di lavoro, diminuire i ritmi e gli orari di lavoro, migliorare le condizione di igiene e sicurezza sul posto di lavoro!

 

Lottare per una istruzione pubblica e progressista, che non si limiti a insegnare un mestiere, ma dia a ogni giovane una cultura universale e una formazione politecnica!

 

Promuovere e sostenere le lotte delle donne contro la discriminazione, contro la pornografia e contro l’oscurantismo clericale del Vaticano! Promuovere e sostenere le lotte degli immigrati contro la discriminazione razziale e nazionale, l’esclusione dalla società e la repressione! Difendere le pensioni e le liquidazioni (TFR) dagli speculatori dei fondi pensione! Difendere e far valere il diritto universale alla migliore assistenza sanitaria consentita dall’attuale livello della scienza e della tecnica!

 

Fare di ogni lotta difensiva e rivendicativa una scuola di comunismo!

 

Solidarietà con tutti i rivoluzionari e i proletari prigionieri della borghesia imperialista!

 

Sostenere la resistenza delle masse popolari della Palestina, dell’Iraq e dell’Afganistan, degli altri paesi oppressi contro l’occupazione, fino alla vittoria sugli occupanti e sui sionisti!

 

Sostenere la rivoluzione democratica antimperialista delle masse popolari arabe e musulmane!

 

Sostenere la guerra popolare rivoluzionaria in corso in Perù, Nepal, India, Filippine, Turchia!

 

Abbattere il governo Berlusconi e la sua banda di razzisti, fascisti, mafiosi, clericali, speculatori, avventurieri a cui la borghesia imperialista ha affidato il governo del paese e a cui i governi del centro-sinistra (Dini, Prodi, D’Alema, Amato) hanno aperto la strada!

 

No alla continuazione della politica di Berlusconi per mano di Prodi, Rutelli, Casini, Follini, Fazio, Fassino, Cossuta o Bertinotti!

 

Promuovere e appoggiare ogni movimento e forma di sostegno alla resistenza delle masse popolari irachene e palestinesi all’occupazione delle truppe americane, sioniste e alleate! Prevenire ogni forma di adesione all’aggressione imperialista che il PRC, il PDCI e i Verdi probabilmente metteranno in campo sotto la bandiera dell’ONU!

 

No alla concertazione! No alla collaborazione di Epifani, Pezzotta e Angeletti con Montezemolo e Billé! I sindacati sono dei lavoratori! Spetta ai lavoratori decidere la linea dei sindacati e scegliere i loro dirigenti! Basta con l’espulsione dei lavoratori comunisti dai sindacati!

 

Classi e popoli oppressi, donne delle masse popolari, uniamoci nella lotta contro la borghesia imperialista!

 

W la rinascita del movimento comunista!

 

Diffondere la parola d’ordine: Fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Costituire comitati clandestini del (nuovo)Partito comunista italiano in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa!