La Voce 19

15 - La destra nelle nostre fila

giovedì 1 marzo 2007.
 

Secondo fronte

La destra nelle nostre fila

Nel condurre l’attività sul secondo fronte, l’ostacolo interno alle fila dei comunisti è la tendenza ad accodarsi alla borghesia di sinistra o in genere all’opposizione borghese, a perdere o non conquistare compiutamente la nostra indipendenza, a entrare di fatto nell’unità nazionale che si manifesta nella forma della catena di amici (FSRS) degli amici (PRC, PDCI, Verdi, Sinistra DS) degli amici (circo Prodi) della destra borghese (banda Berlusconi), cioè dei portavoce più genuini e moderni degli oppressori delle masse popolari e dei liquidatori delle conquiste.

L’indipendenza del partito comunista dalla borghesia non è solo indipendenza organizzativa. Non sta solo nella volontà di essere indipendenti. Questa volontà, in mancanza di una linea adeguata, prima o poi viene travolta dagli avvenimenti, dalla forza delle cose. L’indipendenza del partito comunista dalla borghesia sta anzitutto nella sua concezione del mondo e in secondo luogo nella sua linea politica e nella clandestinità (indipendenza organizzativa). Il partito, quali che siano le alleanze del momento, per realizzare i suoi compiti politici deve sempre essere autonomo, non dipendere da quello che farà la borghesia, in particolare non dipendere dalla borghesia di sinistra. Deve impostare il suo lavoro in modo da sfruttare quello che farà la borghesia, trarre vantaggio da quello che la borghesia (di destra e di sinistra) farà seguendo i suoi interessi borghesi. In questo modo, sarà la borghesia di sinistra che per fare i suoi interessi dovrà rincorrere il partito comunista, trascinarsi alla nostra coda. Il partito comunista non deve mai impostare il suo lavoro in modo da riuscire a raggiungere i suoi obiettivi solo se la borghesia farà questo o quello. Con una simile impostazione del nostro lavoro, prima o poi perderemmo la nostra autonomia, nonostante la nostra buona volontà.

I comunisti devono avere propri “distaccamenti” in ogni campo nemico, mai andare a portare acqua al campo nemico. Bisogna far dirigere questi “distaccamenti” e le operazioni in campo nemico a compagni sicuramente di sinistra, non a compagni propensi alla linea di destra. Oggi, nel nostro lavoro sul secondo fronte, la destra è costituita da chi desidera o accetta a cuor leggero di entrare nelle liste del circo Prodi o del PRC, di appoggiare esponenti di sinistra del circo Prodi o del PRC. Da chi nella propaganda mette in primo piano la vittoria sulla banda Berlusconi (la sostituzione della banda Berlusconi nel governo del paese) invece di mettere in risalto la rinascita del movimento comunista. Dobbiamo affermare con forza che noi lavoratori eravamo più forti quando avevamo il partito comunista, non quando erano al governo Prodi e i suoi accoliti. La nostra sorte è affidata alla rinascita del movimento comunista e al consolidamento e al rafforzamento del partito comunista, alla costituzione di organizzazioni delle masse popolari. Nel nostro lavoro sul secondo fronte sono di sinistra quelli che accettano di entrare nelle liste del circo Prodi o del PRC, di appoggiare esponenti di sinistra del circo Prodi o del PRC solo come ultima soluzione. Quando le circostanze ci costringono a questa soluzione, allora mettiamo però in opera mille iniziative d’altro genere 1. per alimentare nelle masse popolari la coscienza che il futuro non dipende dal successo del circo Prodi contro la banda Berlusconi (in realtà il centro-sinistra ha fatto e farà una politica non molto diversa per le masse popolari da quella del centro-destra e non combatterà la banda Berlusconi come non l’ha combattuta ma coltivata nel passato: sono due braccia della stessa madre, la borghesia imperialista: il Vaticano e il clero, la Confindustria, la Mafia e gli altri gruppi della criminalità organizzata, i gruppi imperialisti USA ed europei, i sionisti); 2. per promuovere la mobilitazione, l’aggregazione e l’organizzazione delle masse popolari, in primo luogo della classe operaia.

Man mano che questi semplici ma profondi principi saranno acquisiti dai comunisti e dalla sinistra delle FSRS, verranno meno anche le esitazioni e le reticenze che attualmente ci sono nel condurre il nostro lavoro sul secondo fronte. I comunisti e la sinistra delle FSRS non devono perdere occasione, non devono perdere un’assemblea o manifestazione per fare propaganda a favore della presentazione di liste comuniste, di liste comprensive di tutti gli organismi e compagni che sono favorevoli al comunismo, che rivendicano e difendono le conquiste raggiunte dal movimento comunista nei sui circa 150 anni di lotta.

Ovunque vi sono liste che si dichiarano comuniste (anche senza accordo preventivo con il Partito), noi dobbiamo fare campagna elettorale per loro. Ma non perdonare alcun cedimento alla borghesia di sinistra. Non perdere alcuna occasione di andare in ogni assemblea, banchetto, trasmissione o comizio elettorale a sostenere e propagandare la rinascita del movimento comunista come condizione del rafforzamento della posizione dei lavoratori.

I comunisti e la sinistra delle FSRS devono contrapporre alle esitazioni della destra delle FSRS la proclamazione dell’identità comunista: fare dell’Italia un nuovo paese socialista è l’unica via di salvezza per le masse popolari; il movimento comunista è stato ed è l’unica via d’uscita realista dalla barbarie del capitalismo. Uniti nel chiedere il voto per la stessa lista, ma assolutamente indipendenti nella propaganda.

I candidati comunisti devono impegnarsi, nel loro programma elettorale, ad appoggiare senza riserve, con tutte le risorse di cui disporranno, nella loro azione negli organismi elettivi, la mobilitazione delle masse popolari, la loro aggregazione, ecc. e a denunciare e smascherare la politica antipopolare degli organi politici e amministrativi e della pubblica amministrazione della borghesia imperialista. Non devono promettere altro che questo. È un’ingenuità o un imbroglio promettere che si faranno fare agli organi della borghesia imperialista gli interessi delle masse popolari: sarebbe come promettere di far partorire un cavallo a un verme, di ricavare cibo dalla merda. Sarebbe aprire alla borghesia imperialista una linea di credito assolutamente immeritata, che la borghesia non onorerà, perché non può. Solo la mobilitazione delle masse popolari può costringere la borghesia imperialista a fare qualcosa di favorevole alle masse popolari, qualcosa che è contrario ai suoi interessi, “contronatura” per lei: non i membri comunisti o di sinistra degli organismi elettivi.

Tonia N.