L’infamia e l’arroganza antipopolare della borghesia imperialista marcano la fine del 2004!

sabato 1 gennaio 2005.
 

(nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato del 1° gennaio 2005
L’infamia e l’arroganza antipopolare della borghesia imperialista marcano la fine del 2004!
Il testo in formato Open Office

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

 

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01.01.05

 

Comunicato

Alle organizzazioni del Partito, alle FSRS e ai lavoratori avanzati

 

L’infamia e l’arroganza antipopolare della borghesia imperialista marcano la fine del 2004!

 

2005: 60° anniversario della vittoria dei Partigiani sui nazifascisti!

Che il nuovo anno sia un anno di consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano!

 

Che il nuovo anno veda il popolo iracheno cacciare le armate degli imperialisti USA e dei loro satelliti!

 

Il vecchio anno è terminato e il nuovo inizia con una dimostrazione in grande, a livello internazionale e sotto gli occhi di milioni di uomini e donne, del carattere barbarico, arretrato, antipopolare e razzista della borghesia imperialista, delle sue autorità e del suo ordinamento sociale. Un maremoto ha colpito il 26 dicembre le coste dell’Asia, dell’Africa e dell’Australia. Tecnicamente oggi sono disponibili tutti i sistemi di sorveglianza, di controllo, di prevenzione, di preallarme e di evacuazione necessari per impedire che un simile evento naturale, per quanto traumatico, produca una catastrofe umana: morti, feriti, dispersi, traumatizzati. Ma le autorità non hanno messo in opera nulla di tutto questo, salvo che nei paesi più ricchi, sulle piattaforme petrolifere e nelle basi militari, in particolare a Diego Garcia, base militare USA nell’Oceano Indiano. Cosa sono per loro 100.000 morti? All’incirca lo stesso numero delle vittime dell’invasione USA in Iraq. Un numero minimo di fronte alle vittime quotidiane della guerra di sterminio che la borghesia imperialista conduce in ogni angolo del mondo contro le masse popolari e che miete ogni giorno centinaia di migliaia di vittime della fame, della miseria, di malattie curabili, dell’emarginazione dell’ignoranza e dell’abbrutimento. Tecnicamente sono disponibili elicotteri per soccorrere in tempi brevissimi tutti i sinistrati anche negli angoli più difficili da raggiungere via terra e via mare. Sono disponibili cibo, acqua potabile, vestiario, ripari, medicinali, gruppi elettrogeni, materiale e attrezzature d’ogni genere in quantità e qualità adeguate per porre fine nel giro di poche ore alle sofferenze dei sopravvissuti, raccogliere i morti e compiere le operazioni più urgenti di pronto intervento. Le autorità e i caporioni della classe dominante hanno messo in moto tutto questo in quantità ridicolmente insufficiente, con tempi lunghissimi e controvoglia. Trattano il soccorso alle popolazioni colpite, in particolare a quelle povere e di colore, come un disturbo alle loro attività ordinarie, qualcosa che li distoglie dalle loro occupazioni e dalle loro feste. Trattano il soccorso come un’occasione di affari e di investimenti. Ognuno cerca di trarne il massimo profitto in denaro e in potere. Intrighi, trattative e affari anziché soccorsi: queste sono l’occupazione e la preoccupazione principali delle autorità e dei maggiori esponenti della classe dominante. Governi che mobilitano migliaia di uomini ed enormi mezzi di ogni genere per le loro guerre, in particolare il governo USA e WW Bush, il tracotante e pio caporione dei gruppi imperialisti USA, si occupano non di soccorsi, ma di fare affari, di aumentare il loro potere e di continuare le loro feste.

Questo è lo spettacolo che offrono di sé le autorità, la borghesia imperialista e le altre classi reazionarie. Esse creano mille ostacoli alla disponibilità generosa dei volontari e contrastano in mille modi il moto di solidarietà che si leva dalle masse popolari di tutto il mondo.

Questo comportamento barbaro, sprezzante, arrogante, irresponsabile e imbelle mostra bene come la borghesia imperialista dirige ogni aspetto della vita degli uomini e delle donne soggetti al suo ordinamento sociale. Esso suscita, e ancora più susciterà man mano che diventa noto, lo sdegno di milioni di uomini e di donne, della parte più generosa e attiva della popolazione. Ad essi ci rivolgiamo con l’appello a comprendere le cause strutturali di tanta infamia degli esponenti più importanti e più autorevoli della borghesia imperialista, a tirare lezioni pratiche dalla dimostrazione che essi danno del carattere barbarico, arretrato, razzista e antipopolare della classe e dell’ordinamento sociale di cui sono la più alta espressione, a unire le loro forze a quelle della classe operaia e delle masse popolari che lottano per creare un mondo nuovo, a congiungersi col movimento comunista per creare un mondo di solidarietà, avanzato e adeguato alla cultura e alle possibilità di cui attualmente gli uomini dispongono.

La lotta dei comunisti per instaurare paesi socialisti e la collaborazione internazionalista tra essi è in sintesi la lotta per porre fine all’epoca barbarica della storia umana di cui l’ordinamento sociale capitalista è l’ultima espressione e dare inizio all’epoca dell’emancipazione definitiva degli uomini dalla necessità.

Che la catastrofe unisca le masse popolari di tutto il mondo in un rinnovato slancio contro il barbarico ordinamento sociale capitalista e contro la borghesia imperialista e le altre classi e le autorità reazionarie che lo vogliono mantenere in vita ad ogni costo!

 

La celebrazione lungo il 2005 del 60° anniversario della vittoria della Resistenza sui nazifascisti ha una grande importanza politica per il nostro paese. È un’iniziativa che ha effetti pratici, concreti, immediati nella lotta delle masse popolari contro la borghesia in corso in questi giorni e nello stesso tempo ha effetti pratici di lungo periodo. Rafforza ideologicamente e moralmente la lotta delle masse popolari per difendere le conquiste a cui la vittoria della Resistenza ha aperto la strada e che la borghesia imperialista da vent’anni a questa parte fa di tutto per eliminare. Rafforza la lotta delle masse popolari per difendere e allargare i loro diritti, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, per strappare più alti salari, per difendere e rafforzare il ruolo dei contratti nazionali di lavoro, per conservare e allargare i diritti politici e sindacali. Contribuisce alla rinascita del movimento comunista. Mobilita i membri del vecchio movimento comunista che sono rimasti fedeli agli ideali per cui hanno combattuto contro il regime fascista e contro il regime democristiano. Volge a favore del movimento comunista anche la propaganda anticomunista di Berlusconi. Favorisce la lotta per cacciare il governo della banda di fascisti, razzisti, mafiosi, clericali, speculatori e avventurieri che Berlusconi ha raccolto ai suoi ordini e in cui tutta la borghesia imperialista quattro anni fa ha riposto le sue speranze fino ad affidarle il governo del nostro paese. Crea condizioni più favorevoli alle masse popolari nella futura lotta contro la “armata Brancaleone” di Prodi se essa dovesse succedere alla banda Berlusconi nel governare il paese per conto della borghesia imperialista.

Nell’ideologia che dalla fine degli anni ’70 ad oggi ha accompagnato e favorito l’eliminazione delle conquiste delle masse popolari e il ristabilimento, in ogni campo della vita sociale e individuale, di barbarie che il movimento comunista aveva attenuato, limitato o eliminato, si sono combinate la denigrazione della Resistenza e del movimento comunista e la rivalutazione del fascismo e del vecchiume clericale (delle chiese, delle religioni, delle culture esoteriche, dei misteri, dei miti, dei simboli, dell’astrologia, della dipendenza personale, della superiorità personale e razziale, persino dei vecchi ordinamenti sociali pre-borghesi). La destra borghese, il clero, i fascisti, i mafiosi alla Dell’Utri, gli avventurieri alla Berlusconi hanno diretto l’orchestra della restaurazione. La sinistra borghese, i riformisti alla Prodi e i revisionisti alla Violante hanno marciato e marciano al suo seguito. In nome di un’obiettività senza principi, la sinistra borghese alla Bertinotti ha steso il silenzio sugli aspetti principali, di rinnovamento e di progresso, che la Resistenza ha portato e rafforzato tra le masse popolari; ha avvalorato le falsificazioni della propaganda fascista e borghese; ha concentrato l’attenzione sui residui del vecchio mondo che la Resistenza non poteva di colpo far sparire neanche dalle sue fila.

La celebrazione del 60° anniversario della Resistenza deve far conoscere i valori di rinnovamento e di progresso che la Resistenza ha introdotto o rafforzato nel nostro paese (dal voto per le donne al diritto di sciopero), smascherare le concezioni e i valori reazionari che la destra ha ripescato e riproposto, denunciare le scoperte dei Bertinotti di turno (la non-violenza, la consacrazione del monopolio della violenza nelle mani delle autorità della classe dominante, la collaborazione di classe, la dipendenza dalla borghesia, la ristrettezza mentale che impedisce di vedere lo sviluppo dell’umanità oltre l’orizzonte borghese, le concezioni del socialismo utopista riproposte come grandi e originali invenzioni del genio di turno), mostrare il ruolo pratico antipopolare delle idiozie reazionarie che la borghesia ha riproposto, propagandare i valori e le concezioni che hanno guidato i Partigiani: valori e concezioni tanto necessari ed efficaci per la rinascita del movimento comunista e per la riscossa delle masse popolari contro la borghesia imperialista. L’opuscolo del 1995, “Il punto più alto raggiunto dalla classe operaia del nostro paese nella sua lotta per il potere”, è un’eccellente guida per la celebrazione del 60° anniversario della vittoria della Resistenza.

La celebrazione del 60° anniversario della Resistenza deve far conoscere l’opera che la Resistenza, sotto la direzione del primo Partito comunista italiano, avviò ma non portò a compimento: fare dell’Italia un paese socialista. L’opera che il (nuovo)Partito comunista italiano, costituito il 3 ottobre dell’anno che termina, ha assunto come propria bandiera.

 

Per quanto riguarda il consolidamento e il rafforzamento del Partito, si tratta nel prossimo periodo di formare un gruppo di rivoluzionari di professione che padroneggi su grande scala le tecniche dell’attività clandestina, di rafforzare la disciplina comunista dei membri e delle istanze del Partito, di aggregare un più vasto numero di comunisti nei Comitati di Partito, intermedi e di base (a livello d’azienda, di organizzazione di massa, di zona d’abitazione). L’attuazione del “Piano generale di lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano” è il contesto in cui il consolidamento e il rafforzamento del Partito sono possibili e vanno condotti.

Vi sono oggi due tendenze, due stati d’animo, due posizioni che apertamente e direttamente si oppongono al consolidamento e rafforzamento del partito.

Una è la tendenza che rifiuta, nega che il partito comunista deve essere clandestino. L’altra è la tendenza che rifiuta, nega che il partito clandestino deve svolgere un ampio lavoro pubblico di mobilitazione e organizzazione delle masse popolari e di orientamento e direzione della loro attività: nel campo della lotta politica borghese (proteste e manifestazioni politiche, elezioni politiche, regionali e amministrative, lavoro nelle assemblee elettive, ecc.), nel campo della lotta rivendicativa (sindacati, associazioni, ecc.), nel campo dell’aggregazione delle masse popolari (centri sociali, cooperative, associazioni culturali, sportive, musicali, ricreative, ecc.). A chi riflette, è evidente che entrambe queste tendenze sono un effetto e un residuo del periodo in cui i revisionisti moderni hanno diretto, corrotto, prostituito alla borghesia e disgregato il movimento comunista fino a liquidarlo. In altre parole, entrambe sono un effetto e un residuo del predominio dell’influenza della borghesia nelle fila del proletariato. Sono entrambe estranee e contrarie alla concezione marxista, alla concezione comunista della lotta di classe.

La prima tendenza è una diretta prosecuzione di quello che i revisionisti moderni hanno imposto nel movimento comunista: la sottomissione alla borghesia, la rassegnazione al suo potere (la concertazione), la sopravvalutazione della sua forza, la limitazione degli obiettivi dei comunisti a quello che la borghesia più o meno volentieri ammette e che è compatibile con il suo potere. Non a caso, tra quanti negano la necessità del carattere clandestino del partito o tacitamente lo rifiutano (non lo prendono in considerazione, non ne discutono: neanche per negarlo) anche i più “audaci” nel formulare obiettivi favorevoli alle masse popolari si limitano a dire che le autorità costituite della borghesia imperialista dovrebbero fare questo o quello: beninteso, cose che le autorità non si sognano neanche di fare perché sono contrarie agli interessi della borghesia imperialista e a tutto quello a cui la situazione la costringe. L’impossibilità della creazione e dell’attività di organismi clandestini a causa della repressione e della controrivoluzione preventiva, è la “verità” in cui in ultima istanza si rifugiano gli oppositori del carattere clandestino del Partito. Essi nascondono che l’esperienza storica della Resistenza, quella recente e attuale delle OCC (Organizzazioni Comuniste Combattenti) e quella oramai quinquennale dello stesso (n)PCI, per quanto diverse, confermano tutte, da punti di vista e in relazione a circostanze diverse, che la costituzione e l’attività di organismi clandestini sono possibili, nonostante gli sforzi d’ogni genere che la borghesia imperialista compie per impedirli. Far valere nella pratica il ruolo indispensabile dell’avanguardia ai fini della mobilitazione delle masse popolari contro la borghesia, mostrare nella pratica il ruolo importante che l’avanguardia, quando è raccolta e organizzata clandestinamente e separatamente dal resto delle masse popolari, svolge per la loro mobilitazione contro la borghesia: ecco la risposta conclusiva che dobbiamo dare a questa tendenza alla liquidazione, alla conciliazione di classe, alla ristrettezza mentale, alla rassegnazione.

La seconda tendenza è la reazione istintiva e ingenua all’azione dei revisionisti moderni. È la reazione di chi butta il bambino assieme all’acqua sporca. È la reazione istintiva e ingenua di chi, di fronte ai revisionisti moderni che si sono impadroniti della direzione delle masse popolari, si rifugia nell’azione di piccoli gruppi autonoma dalla mobilitazione delle masse popolari. Questa tendenza è negativa quanto la prima ai fini del consolidamento e rafforzamento del Partito. La lotta contro questa tendenza deve concretarsi nella partecipazione alle elezioni regionali e amministrative di aprile e nel lancio di un’ampia e lungimirante azione per fare dei sindacati organizzazioni al servizio dei lavoratori, per ridurre l’influenza della borghesia nei sindacati ed espellere dai sindacati i dirigenti ad essa asserviti.

Solo una volta capito il carattere negativo di entrambe le tendenze indicate, una volta capita e fatta propria la necessità sia del partito clandestino sia del suo lavoro pubblico, diventa possibile risolvere il problema di come realizzare l’uno e l’altro; di cosa fare in questa o quella circostanza per costruire l’organizzazione clandestina del Partito e per condurre, promuovere il suo lavoro pubblico; di come combinare l’azione dell’organizzazione clandestina del Partito con l’attività delle organizzazioni pubbliche; di come organizzare l’azione del partito e il lavoro pubblico, in ogni circostanza concreta. Una volta assunta la giusta posizione di principio di fronte alle due tendenze negative, non sarà difficile trovare soluzioni concrete, sulla base della linea generale e della concezione del mondo del Partito. Da esse un po’ alla volta ricaveremo criteri e regole che renderanno più spedito lo sviluppo del Partito.

 

Quanto alla lotta a livello internazionale contro il sistema imperialista, il colpo sonoro che il 21 dicembre a Mosul le forze della Resistenza irachena hanno inferto all’armata d’occupazione USA è di buon auspicio per il nuovo anno. Che simili colpi si moltiplichino fino a costringere gli imperialisti USA e i loro satelliti a lasciare l’Iraq! Che la Resistenza irachena si rafforzi fino a raggiungere le condizioni necessarie per fondare un nuovo Iraq libero e antimperialista! La sconfitta che le forze della Resistenza hanno inflitto agli occupanti è la migliore inaugurazione del secondo periodo della presidenza Bush che le classi e i popoli oppressi potevano sperare: mille di queste feste, mister Bush! Non resta che augurare che altri analoghi avvenimenti salutino il prossimo insediamento del caporione dei gruppi imperialisti USA. Non resta che augurare che alla sconfitta dell’armata del padrino, segua la sconfitta dell’armata del suo valletto italiano, Silvio Berlusconi.

Ovviamente noi con i nostri auguri e i nostri desideri non spostiamo il rapporto di forza sul terreno, a favore della Resistenza irachena. Questo è un compito che è assolto principalmente dalle forze della Resistenza. Ma quello che noi possiamo fare qui e oggi e che faremo con tutte le nostre forze è diffondere tra i lavoratori avanzati e tra le FSRS del nostro paese la comprensione che la sconfitta delle truppe italiane e dell’intero corpo di spedizione guidato dagli imperialisti USA è quanto di meglio può avvenire, è l’evento più favorevole per i lavoratori e le masse popolari del nostro paese (e del resto del mondo, ivi compresi gli USA). Su richiesta del suo padrino USA, che ricatta Berlusconi e gli fa fare quello che vuole, il governo della banda Berlusconi ha inviato un corpo di spedizione italiano contro il popolo iracheno. Questo corpo di spedizione, come già quello inviato dal governo D’Alema contro la Jugoslavia, non è solo un’aperta violazione della Costituzione nata dalla Resistenza che vieta al governo italiano di ricorrere alla guerra. Non è solo una vergogna e un peso economico per il nostro paese, su cui il riarmo (portaerei, navi, aerei, armamento moderno, mercenari) grava sempre più. È anche un danno politico per le masse popolari italiane: è un punto di forza e di raccolta di tutte le forze più reazionarie del nostro paese, dai generali al canagliume fascista. Quanti più colpi la Resistenza irachena infliggerà al corpo di spedizione italiano, quanto più risolutivi questi colpi saranno, tanto meglio sarà per i lavoratori del nostro paese. I lavoratori italiani devono appoggiare la Resistenza irachena non solo per solidarietà con il popolo iracheno, ma anche perché la sconfitta dei gruppi imperialisti USA e dei loro lacché (tra cui si è collocata apertamente la banda Berlusconi e tra cui, con distinguo e contorsioni, si collocano anche il circo Prodi e la sua succursale Bertinotti) è quanto di meglio può avvenire in Iraq per i lavoratori italiani, per spostare in Italia a favore dei lavoratori i rapporti di forza e favorire la rinascita del movimento comunista.

 

Consolidare e rafforzare il (nuovo)Partito comunista italiano!

Realizzare il Piano generale di lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano!

Costituire in ogni azienda, zona d’abitazione, organizzazione di massa un comitato clandestino del (nuovo)Partito comunista italiano!

Propagandare l’esperienza del movimento comunista internazionale e italiano, dei paesi socialisti e della Resistenza!

Promuovere tra le masse popolari italiane la solidarietà con la Resistenza irachena, con la lotta del popolo palestinese contro la colonizzazione sionista, con le guerre popolari rivoluzionarie che si sviluppano in Nepal, nelle Filippine, in India, in Perù e altrove!

 

La Linea Generale del (nuovo)Partito comunista italiano

Unirsi strettamente e senza riserve alla resistenza che le masse popolari oppongono ed opporranno al procedere della crisi generale del capitalismo; comprendere ed applicare le leggi secondo cui questa resistenza si sviluppa; appoggiarla, promuoverla, organizzarla e far prevalere in essa la direzione della classe operaia fino a trasformarla così in lotta per il socialismo, adottando la linea di massa come metodo principale di lavoro e di direzione.

 

Piano generale di lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano

Compito del (nuovo)Partito comunista italiano è guidare la classe operaia a fare dell’Italia un nuovo paese socialista attuando le Dieci Misure Immediate (DMI) e a dirigere, a partire da questo risultato, il resto delle masse popolari nella transizione dal capitalismo al comunismo. Il (n)PCI svolge questo compito contribuendo così alla rivoluzione proletaria mondiale.

Nel prossimo futuro il partito svolgerà la sua attività contemporaneamente su quattro fronti.

- Primo fronte: la resistenza del partito alla repressione. Il partito deve mettersi in condizioni, quali che siano gli sforzi della borghesia per distruggerlo o limitarne l’attività, di continuare ad esistere, a moltiplicare il numero e migliorare la qualità delle sue organizzazioni e della loro attività; di unire le masse, mobilitarle e organizzarle; di costruire, consolidare e rafforzare organizzazioni di massa; di prendere la direzione, con le proprie organizzazioni e tramite la linea di massa, delle organizzazioni di massa già esistenti, in particolare degli attuali sindacati di regime, facendo principalmente leva sugli interessi e le aspirazioni della massa dei loro membri. Il partito deve mettersi in condizione, quali che siano gli sforzi della borghesia per distruggerlo o limitarne l’attività, di continuare a raccogliere l’esperienza, le idee e gli stati d’animo delle masse, elaborarle con crescente maestria alla luce del marxismo-leninismo-maoismo e tradurle in linee, parole d’ordine, direttive, metodi che porta alle masse affinché li assimilino e li attuino; di continuare a svolgere la più larga attività di orientamento, organizzazione e direzione delle masse popolari.

- Secondo fronte: la mobilitazione delle masse popolari a intervenire nella lotta politica borghese, con l’obiettivo principale di favorire l’accumulazione di forze rivoluzionarie e in secondo luogo con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari ed estendere i loro diritti, di acuire e sfruttare le contraddizioni tra i gruppi e le forze della borghesia imperialista.

- Terzo fronte: la mobilitazione delle masse popolari nelle lotte rivendicative, nella difesa senza riserve delle conquiste strappate alla borghesia nell’ambito della prima ondata della rivoluzione proletaria, nelle lotte per l’ampliamento dei diritti e per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Il principale principio guida del lavoro su questo fronte è “fare di ogni lotta una scuola di comunismo”.

- Quarto fronte: la mobilitazione delle masse popolari a costruire gli strumenti e gli organismi autonomi dalla borghesia (case del popolo, centri sociali, cooperative, circoli culturali, casse di mutuo soccorso, associazioni sportive e ricreative, ecc.) utili per soddisfare direttamente, senza dipendere dal mercato della borghesia imperialista e dalla sua amministrazione pubblica, i propri bisogni e ad estendere la propria partecipazione al godimento e allo sviluppo del patrimonio culturale della società. Il principale principio guida del lavoro su questo fronte è “fare di ogni iniziativa una scuola di comunismo”.