La Voce 30

03 - Manifesto Programma del (nuovo)Partito comunista italiano

Manchette
sabato 1 novembre 2008.
 

(JPEG)

pagine 316, 20 €
Edizioni Rapporti Sociali, via Tanaro 7 - 20128 Milano
tel/fax 02.26.30.64.54
rapportisociali@libero.it reperibile anche in word e in pdf
sul sito http://lavoce-npci.samizdat.net


Il Manifesto Programma espone la concezione del mondo che guida il (n)PCI, la sua strategia per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, la sua linea generale nella prima fase della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata e il suo metodo di lavoro.

La concezione comunista del mondo ci permette di vedere chiaramente la via d’uscita dal marasma attuale. Chi abbandona la concezione borghese o clericale del mondo e assimila la concezione comunista del mondo, è in grado di comprendere chiaramente la natura dei vari aspetti attuali della società, degli individui e dell’ambiente, la loro origine, le loro connessioni, le loro possibilità di trasformazione. Grazie alla concezione comunista del mondo siamo in grado di definire la strada da seguire per dare un ordine a quello che esiste, per incominciare a trasformare e comporre un mondo superiore all’attuale, servendoci di quanto l’umanità ha fin qui costruito e conquistato.

Sul sito è disponibile anche la versione in lingua inglese del Manifesto Programma . Con esso passa a un livello superiore la campagna che conduciamo nel movimento comunista internazionale per affermare il maoismo come terza superiore tappa del pensiero comunista dopo il marxismo e il leninismo, guida per la seconda ondata della rivoluzione proletaria che instaurerà il socialismo nei paesi imperialisti.

Il MP risponde alle tre domande che poniamo a ogni partito e organizzazione comunista.

1. Nei suoi poco più che 150 anni di vita, il movimento comunista ha già svolto un ruolo determinante nella storia dell’umanità: perché tuttavia non è ancora riuscito a instaurare il socialismo in alcun paese imperialista?

2. Negli ultimi 30 anni la borghesia sta eliminando una dopo l’altra le conquiste di civiltà e di benessere che gli operai e le masse popolari dei paesi imperialisti le avevano strappato durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, estende senza tregua il saccheggio e la guerra nei paesi oppressi e sta devastando il pianeta. La resistenza a questo corso delle cose si diffonde anche tra le masse popolari dei paesi imperialisti. Perché i comunisti hanno molta difficoltà ad assumere la direzione della resistenza e la rinascita del movimento comunista avanza molto lentamente?

3. Perché i primi paesi socialisti costruiti durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, il caso più esemplare è l’Unione Sovietica, dopo un primo periodo di successo e di fioritura, sono prima entrati in una fase di decadenza e poi sono crollati? Quali insegnamenti dà l’esperienza dei primi paesi socialisti?