Indice degli scritti di A. Gramsci scritti di A. Gramsci


[CRONACHE DE “L’ORDINE NUOVO”] *

da La costruzione del Partito comunista, Einaudi 1974, pagg. 161-162

 

L’“Ordine Nuovo” riprende le sue pubblicazioni nello stesso formato e con gli stessi intendimenti con cui iniziò a stamparsi a Torino il 1° maggio 1919. La sua attività di settimanale negli anni 1919-20 e di quotidiano negli anni 1921-22 non è stata senza lasciar larghe e profonde tracce nella storia della classe operaia italiana e specialmente nel proletariato torinese, che lo aiutò in modo più diretto coi suoi sacrifici e che più da vicino ne seguì la propaganda e ne attuò le direttive. La situazione sembra molto cambiata da quegli anni; essa, in verità, è più cambiata alla superficie che nella sostanza. I problemi da risolvere sono rimasti gli stessi, quantunque divenuti più difficili e complicati.

Allora si trattava di formare il partito indipendente della classe operaia rivoluzionaria nello stesso tempo in cui urgeva la necessità di organizzare le grandi masse in movimento per renderle capaci di rovesciare il dominio della borghesia e di costituire un nuovo Stato, la dittatura del proletariato e delle masse lavoratrici delle campagne.

Negli anni 1919-20 l’“Ordine Nuovo” vedeva i due problemi strettamente legati tra loro: indirizzando le masse verso la rivoluzione, portando alla rottura coi riformisti e con gli opportunisti nei consigli di fabbrica e nei sindacati professionali, vivificando la vita del Partito socialista con le discussioni dei problemi più propriamente proletari, nelle quali pertanto i semplici operai avevano il sopravvento sugli avvocati e sui demagoghi del riformismo e del massimalismo, l’“Ordine Nuovo” tendeva a suscitare anche il nuovo partito della rivoluzione come un bisogno impellente della situazione in corso.

Ma le nostre forze erano troppo esigue per un lavoro così poderoso. Occorre anche confessare che qualche volta ci mancò il coraggio delle supreme risoluzioni. Attaccati da ogni parte come arrivisti e carrieristi, non sapemmo sdegnare la meschinità delle accuse: eravamo troppo giovani e conservavamo ancora troppa ingenuità politica e troppa fierezza formale. Così non osammo fin dal 1919 creare una frazione che avesse ramificazioni in tutto il paese; così nel 1920 non osammo organizzare un centro urbano e regionale dei consigli di fabbrica che si rivolgesse, come organizzazione della totalità dei lavoratori piemontesi, alla classe operaia e contadina italiana al di sopra e, occorrendo, contro le direttive della Confederazione generale del lavoro e del Partito socialista.

Oggi la situazione è cambiata: il partito indipendente del proletariato rivoluzionario esiste ed ha svolto un immenso lavoro dal Congresso di Livorno ad oggi, bagnando ogni città ed ogni villaggio col sangue dei suoi militanti più fedeli e devoti. Altre lotte, in altre forme da quelle del 1919-20, si presentano dinanzi alla classe operaia che, se pare dispersa e disorganizzata, conserva tuttavia una potenza che forse è ancor più grande di quella che aveva in quegli anni, se viene considerata dal punto di vista dell’educazione politica, della chiarezza delle idee, della maggiore esperienza storica.

L’ “Ordine Nuovo”, riprende le sue battaglie per approfondire questa educazione, per organizzare e rendere più vivente questa esperienza. Riprende, salutando i compagni caduti, in tutta Italia, salutando la memoria dei caduti torinesi del dicembre 1922, i compagni Ferrero e Berruti, che furono tra i suoi più caldi amici e sostenitori dei primi, difficili tempi.

(Non firmato, “L’Ordine Nuovo”, marzo 1924, s. III, 1, n. 1).

 

* Sulla preparazione e la pubblicazione dell’“Ordine Nuovo”, terza serie, cfr. la lettera del 6 dicembre 1923 che Gramsci indirizzò da Vienna all’Esecutivo del Partito comunista, in Carteggio 1923 (“Rinascita”, 22 gennaio 1966, pp. 22-23) e la lettera del 10 gennaio 1924 al professore Zino Zini, già collaboratore dell’“Ordine Nuovo” settimanale (“Rinascita”, 25 aprile 1964, XXI, n. 17, p. 32). Cfr. anche L’Ordine Nuovo, 1924-1925, III serie, scheda a cura di A. Leonetti, in “Quaderno 7” del Centro studi Piero Gobetti, Torino 1964, pp. 21-39.