La scienza delle attività con le quali gli esseri umani fanno la loro storia
intimorisce la direzione aziendale dell’Hitachi Rail Italy di Pistoia

   

La fabbrica più importante di Pistoia è quella che fu fondata più di un secolo fa: si occupava di riparazione di materiale rotabile ferroviario ed era una sede distaccata della San Giorgio di Genova. Fu devastata dai bombardamenti nella Seconda Guerra Mondiale, ma riprese producendo trattori con il nome di Officine Meccaniche Pistoiesi, e diventò poi prima la Breda Ferroviaria, quindi l’Ansaldo Breda, nel 2001. Nel 2015, Ansaldo Breda è stata venduta a Hitachi, compagnia multinazionale con sede in Giappone, che quindi si è messa al comando della azienda di Pistoia, e qui produce treni e altri mezzi per reti metropolitane e tranviarie di diverse città del mondo.

La compagnia Hitachi ha in mano la produzione di merci in un arco molto ampio di settori, esteso a livello internazionale. È una potenza economica rilevante, ricostituitasi dopo che la base produttiva che aveva in Giappone era stata pure essa devastata dai bombardamenti degli imperialisti americani, i quali tuttavia le consentirono ben presto la ripresa, affidandole la produzione di mezzi per la guerra che condussero contro il popolo della Corea, che produsse 2.800.000 vittime e che durò dal 1950 al 1953. Hitachi quindi diede agli imperialisti americani strumenti per continuare il loro sterminio dei popoli dell’Asia, come avevano fatto con le bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki e come avrebbero fatto in seguito in Vietnam.

Nel 2015, quindi, Hitachi si appropria del processo produttivo sviluppato a Pistoia nel corso di più di un secolo. Attorno a questa data inizia l’intervento del Partito dei CARC, che a Pistoia sta sviluppando azione politica di rilievo da parecchi anni, resistendo a molti attacchi in cui le forze della repressione hanno messo in campo (inutilmente) parecchi uomini e risorse ingenti.

Il Partito dei CARC interviene nel contesto generale della lotta di classe a Pistoia come nel resto del paese. È sempre più evidente la crisi politica in corso, perchè la classe dominante non è più in grado di continuare il suo attacco contro la classe operaia e le altre classi delle masse popolari con i governi delle Larghe Intese come ha fatto negli ultimi anni. L’unica soluzione favorevole agli interessi della classe operaia e di tutte le masse popolari è un governo di emergenza, fondato sul protagonismo delle organizzazioni operaie e popolari che si moltiplicano e si coordinano per fare fronte all’avanzare della crisi, e diretto da elementi che di quelle organizzazioni riscuotono la fiducia, elementi che sostengono quelle organizzazioni e che danno forma di legge ai provvedimenti che quelle organizzazioni prendono. È quello che chiamiamo Governo di Blocco Popolare.

Tutto questo è di sicuro una novità, e in effetti questo tipo di governo è un momento del percorso della rivoluzione socialista, cosa che parecchi non capiscono perché per vari motivi è ancora impressa l’idea che questa rivoluzione non è possibile. Due fattori, però spingono a che questa novità si realizzi.

Uno è il fatto che la classe dominante ha come alternativa solo la mobilitazione reazionaria delle masse popolari, cioè l’instaurazione di un regime in cui la sua dittatura e la guerra contro le masse popolari diventano esplicite, un regime analogo a quello fascista, che portò il paese allo sterminio della Seconda Guerra Mondiale, e la classe dominante, la borghesia imperialista, ha paura di farlo. Quando lo fece, nella prima metà del secolo scorso, finì molto male: il rischio della vittoria della classe operaia guidata dal suo partito comunista non fu mai così alto.

Un altro fattore è la fiducia della classe operaia nella propria forza, fattore che è determinante. Con questo fattore la vittoria è certa. È però un fattore da costruire in gran parte. Chi dà alla classe operaia fiducia nella sua forza è il partito comunista. Anzi, la forza della classe operaia, la sua compattezza, la sua capacità di trasformare la società e il mondo, è data dall’unità tra la classe operaia e il suo partito comunista. Compito di noi comunisti quindi è alimentare la fiducia della classe operaia nella propria forza.

 Di questo parla il Manifesto programma del (nuovo)Partito comunista italiano, libro dove il Partito fa la sintesi della scienza necessaria per portare al successo la costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese, e che è materia di studio nelle varie scuole che il Partito dei CARC ha condotto in più città d’Italia, e che oggi conduce a Napoli e a Massa. Questo libro pone in premessa queste parole:

 

La borghesia ha approfittato del periodo di decadenza che il movimento comunista cosciente e organizzato ha attraversato nella seconda metà del secolo scorso. È riuscita a uccidere in molti lavoratori la fiducia di essere capaci di conoscere la verità e la fiducia di essere capaci di cambiare il mondo, di costruire un mondo a misura dei loro bisogni, delle loro migliori aspirazioni e dei loro sentimenti. Ma non è riuscita a ucciderla in tutti. Noi comunisti siamo vivi, milioni di lavoratori conservano quella fiducia. E gli altri, quelli in cui quella fiducia è morta, hanno bisogno che il nostro contagio la rianimi, perché è l’unico modo in cui possono uscire dal marasma e dall’incubo in cui la borghesia li ha cacciati e ogni giorno di più li affonda.

 

Effettivamente entro le classi proletarie ed entro la stessa classe operaia la fiducia di avere la forza di cambiare il mondo è molto bassa, rispetto ai tempi in cui il movimento comunista era forte, quando sbaragliò i nazifascisti da Stalingrado a Berlino, quando cacciò gli imperialisti giapponesi e i nazionalisti dalla Cina e giunse a governare i paesi di un terzo della popolazione mondiale, in un territorio che in Europa aveva confine nel fiume Elba, e in Asia nelle coste dell’Oceano pacifico, Inoltre la nostra concezione è stata infangata da elementi che si sono spacciati per comunisti, tra i quali capofila è stato Giorgio Napolitano. Per questo oggi per noi è difficile riprendere la via tracciata dai comunisti che ci hanno preceduto, perchè per molti versi dobbiamo partire dall’inizio e dobbiamo meritare di nuovo la fiducia della classe operaia e delle altre classi del proletariato e del resto delle masse popolari.

L’arretramento del movimento comunista è stato grande, ma è stato grande perchè grandissimo è stato il suo sviluppo: nella storia dell’umanità non si era mai vista una rivoluzione delle relazioni sociali avanzare così rapidamente, e nell’arco di un solo secolo, dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento, estendere il proprio governo diretto su un terzo del pianeta e dei suoi abitanti. Dobbiamo fare attenzione a non giudicare la realtà solo in base alle apparenze, a quello che vediamo oggi, e a quello che la borghesia imperialista ci fa vedere, tentando di alimentare la sfiducia della classe operaia con ogni mezzo possibile. Bisogna invece che noi, e gli operai per primi, cominciamo a guardare le cose dall’alto, e vedere il corso della storia con una ampiezza che solo la classe operaia può avere, a vederlo con la scienza che la classe operaia meglio di ogni altro può imparare.

Dobbiamo studiare, insegnare e imparare la storia, e riconquistare fiducia. Gli operai di Pistoia e di tutta la Toscana, e non solo loro, conoscono Dante Alighieri, grande poeta della loro terra, che disse: “Conviensi adunque essere prudente, cioè savio: e a ciò essere si richiede buona memoria delle vedute cose, e buona conoscenza delle presenti, e buona provvedenza delle future”. I compagni del Partito dei CARC a Pistoia sono in linea con queste parole pronunciate parecchi secoli fa, e infatti hanno propagandato un ciclo di letture di libri che parlano della storia della classe operaia del nostro paese, utili a capire il presente e a prevedere il futuro, cioè a costruirlo.1 Con questo strumento sicuramente si coltiva entro la classe operaia una fiducia nuova.

Contemporaneamente e immediatamente il fatto che gli operai comincino a coltivare idee e sentimenti con il metodo che il partito comunista mette a loro disposizione incute timore alla classe borghese. Questo, considerando le cose senza riflettere, sembra strano: i padroni di Hitachi sono molto forti, o almeno mostrano di esserlo, mentre la classe operaia è debole, o pare tale, perciò per quale ragione costoro dovrebbero avere paura degli operai?

Questi padroni già a settembre scorso si erano occupati di quello che fanno gli operai quando non sono in fabbrica. Han no licenziato operai dell’indotto perché erano stati accusati di avere dato una lezione a un fascista locale. Ora sono tornati alla carica mettendo i bastoni tra le ruote al corso di letture propagandato dal Partito dei CARC. Perché si curano di quello che fanno gli operai quando sono fuori dalla fabbrica? Cosa c’è che li preoccupa?

Il caso è il seguente: dopo il volantinaggio di mercoledì 21 marzo, dove il Partito dei CARC faceva pubblicità al ciclo di letture operaie che nello specifico parlava dello sciopero del 1917 alla FIAT di Torino, la direzione aziendale dello stabilimento pistoiese di Hitachi Rail Italy ha fatto pressione sul presidente del Circolo Aziendale Breda, dove l'iniziativa avrebbe dovuto tenersi, per farla disdire. La direzione dell’azienda non vuole che nel Circolo si leggano i libri che raccontano della storia della classe operaia del nostro paese. Non vuole che gli operai conoscano la loro storia, che è colonna portante della scienza, che è strumento chiave per imparare a pensare, per iniziare a vedere la realtà in modo trasparente oltre l’oscurantismo e l’immondizia di questo regime, per vedere le vie d’uscita che ci sono, per diventare partecipi del governo dell’economia, della politica e della società della collettività nazionale e padroni della nostra vita. Tanto poco lo vuole, che scende in campo appena viene a sapere che qualcuno solo propone di leggere un libro insieme, come fosse una scintilla che può dare fuoco alla prateria.

Perché una azienda così grande si mobilita per impedire un ciclo di letture organizzato da una piccola casa editrice, propagandato da due o tre compagni e compagne? La ragione sta nel fatto che i padroni dell’Hitachi temono gli operai quando fanno azioni politiche, e anche di più quando studiano la scienza, scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia, scienza che il movimento comunista elabora, che è fondamento delle rivoluzioni socialiste che ci sono state e di quelle che ci saranno. In quelle attività politiche e culturali loro vedono la forza che la classe operaia ancora non sa di avere, una forza che la classe operaia comincia a capire di avere quando vede che i padroni ne hanno paura. “Capire” significa avere una scienza, “forza” significa non solo ciò che ci consente di vincere contro i padroni nelle lotte in fabbrica, o magari sul piano politico, imponendo uno Statuto dei Lavoratori, abolendo il Job’s Act di Renzi, ma cambiando la società, costruendo la rivoluzione socialista. Di tutto questo i padroni hanno paura.

Questo è sintetizzato nella parola d’ordine del (nuovo)Partito comunista italiano:

 

Appropriarsi della scienza della attività con le quali gli esseri umani fanno la loro storia, applicarla nella lotta di classe per rafforzare la lotta del proletariato fino a instaurare il socialismo!

 

Questa parola d’ordine è nel Comunicato del Comitato Centrale del (nuovo)PCI, del 14 aprile 2018, e qui sta un principio, un inizio della riscossa della classe operaia, delle altre classi proletarie e delle altre classi delle masse popolari. È la riscossa che comincia andando nelle piazze e nelle strade per un governo che comincia a fare gli interessi delle masse popolari, abolendo Jobs Act e legge Fornero, sostenendo la lotta dei lavoratori della FCA, dell’Embraco, della ex Lucchini, della Rational, contro la costituzione di un altro governo gradito alla NATO, alla Unione Europea e alla Banca Centrale Europea, al club di ricchi e potenti finanzieri, banchieri e industriali che devastano e dominano il nostro paese e il mondo, un governo gradito al Vaticano, che da più di mezzo secolo si affanna a gestire il potere dietro le quinte, ma con difficoltà tanto maggiori quanto più avanza la crisi economica, politica e culturale e quanto maggiore è l’elaborazione, l’appropriazione e l’applicazione della scienza di cui il (nuovo)PCI parla. È la scienza che serve alle masse popolari, quella per cui ogni azienda produce buone merci e buoni servizi e funziona in condizioni sane per i lavoratori e per tutta la popolazione, ed è tutt’altra cosa dalla scienza dei capitalisti, che deve servire a far fare loro profitti e ad aumentare il loro capitale.

La scienza che serve alle masse popolari, quella di cui stiamo parlando, è stata fondata da Carlo Marx, di cui il prossimo 5 maggio ricorre il Bicentenario della nascita. In questi due secoli questa scienza ha fatto grandi progressi, e oggi arriva al punto da definire la linea efficace per fare la rivoluzione socialista nel nostro paese, e così realizzare il sogno dei tanti  che ci hanno preceduto e che hanno lottato per questo scopo.

 

Azioni come quella della direzione aziendale di Hitachi Rail Italy sono un segno che siamo nella strada giusta. A guardare la bassezza e il marciume della politica che la borghesia imperialista conduce è difficile intravedere, come dice il (nuovo)PCI nel suo Comunicato n. 5 del 14 aprile 2018,2 che siamo all’inizio di una nuova era, quella in cui la classe operaia con il suo partito comunista costruisce una società senza classi, eppure i padroni di Hitachi temono che ci riusciamo. E ci riusciremo, infatti, con un governo delle masse popolari organizzate, quello di cui abbiamo bisogno, così come abbiamo bisogno di informazione e formazione, di scienza e coscienza, di mezzi di comunicazione e di scuole e università dirette dalle masse popolari organizzate.

Ai compagni e alle compagne del Partito dei CARC di Pistoia diamo la nostra solidarietà: “La strada che avete preso è giusta, e ogni difficoltà sarà superata!” Agli operai e alle operaie della città di Pistoia e del resto del paese diciamo quello che disse Gramsci: “Istruitevi, perchè abbiamo bisogno di tutta la nostra intelligenza! Agitatevi, perchè abbiamo bisogno di tutto il nostro entusiasmo! Organizzatevi, perchè abbiamo bisogno di tutta la nostra forza!” A tutti gli esponenti avanzati delle masse popolari di Pistoia e del resto del paese diciamo: “Sostenete le letture operaie! Portate risorse a chi studia, fondi, sedi, libri, memorie, mezzi informatici e tutto quanto per fare nuove scuole, basi di una nuova società!”

 

A ogni individuo che per una qualche ragione vuole cambiare il mondo, vuole porre fine anche solo a questo o quell’aspetto del catastrofico corso delle cose che la borghesia e il clero impongono all’umanità, noi portiamo l’appello a diventare comunista, ad arruolarsi nel Partito, a iscriversi alla scuola teorica e pratica del Partito.

La prima attività per farlo è studiare il Manifesto Programma3 del Partito e i Comunicati del suo Comitato Centrale. Il Partito dei CARC, partito fratello del (nuovo)PCI, offre la possibilità di studiare questo libro collettivamente, con gli strumenti di formazione più avanzati. Conduce oggi un corso sul libro a Massa, dove gli operai sono in lotta per la riapertura della Rational, fabbrica chiusa lo scorso anno dai padroni per intenti speculativi, e contro i licenziamenti nell’indotto alla Nuovo Pignone, e un corso a Napoli, dove avanza la mobilitazione delle masse popolari e si costituiscono organizzazioni popolari che sono d’esempio, come quella contro la chiusura dell’ospedale S. Gennario alla Sanità e come il cantiere 167 di Scampia. Ai partecipanti a questi corsi il segretario del Comitato Centrale del Partito ha inviato i suoi saluti. Dice:

 

Non lasciatevi ingannare dalle apparenze. La borghesia e il suo clero sembrano forti, ma sono marci. Anche Mussolini, anche Hitler sembravano invincibili. Ma dove sono finiti? Erano dalla parte dei capitalisti, cercavano di imporre l’ordine dei capitalisti e sono finiti nella spazzatura della storia. Le masse popolari sono la vera forza, quella che decide del futuro. Anche qui non lasciatevi ingannare dalle apparenze. La scienza è andare oltre le apparenze, spesso contro le apparenze. All’apparenza le masse popolari sono poco attive, costituite da individui in gran parte ignoranti, succubi della borghesia e del clero, fatte di individui per lo più tesi ognuno a soddisfare i propri bisogni animali. A questo li spingono con ogni mezzo la borghesia e il clero, da secoli. Ma nelle masse popolari esistono tesori di intelligenza e di eroismo. Questi tesori emergono man mano che nelle masse popolari si fa valere una direzione giusta. Molti sono già oggi gli individui che si danno da fare, che si dedicano con passione e altruismo alla causa. Ma l’esperienza ha dimostrato che non basta dedicarsi con coscienza e buona volontà: ci vuole anche scienza. Non basta voler curare un ammalato, essere disposti a lavorare senza risparmio di sforzi e di fatiche. Bisogna anche conoscere il mestiere, impararlo.

  

La prima attività è quindi studiare per imparare il mestiere.

La seconda attività è stabilire un contatto clandestino con il Centro del Partito. Lo si può fare senza essere individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell’Ordine usando il sistema TOR, con questo aprire una casella mail e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con il sistema PGP e con la chiave pubblica del Partito. Le istruzioni sono in in http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html. Le caselle del Partito sono lavocenpci40@yahoo.com e delegazionecpnpci@yahoo.it.

La terza attività è imparare a funzionare e a operare clandestinamente, grazie alla guida che si ottiene dalla relazione stabilita con il Partito.

La quarta è promuovere la costituzione di organizzazioni operaie in ogni azienda capitalista e di organizzazioni popolari in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione addetta a fornire servizi pubblici, in ogni zona d’abitazione.

 

Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!

Osare vincere ! Il nostro futuro lo costruiamo noi!

 

Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

Aprile 2018