Solidarietà con gli organismi e i compagni colpiti dalla repressione: dal Sì Cobas al Movimento No TAV!

   

Comitato Ho Chi Minh

del (nuovo) Partito Comunista Italiano

 Comunicato n. 5

02.01.2020

 

Premessa della redazione del sito del (n)PCI

L’attività del CdP Ho Chi Minh è largamente e meritatamente apprezzata nel Partito. Proprio per questo non possiamo non far notare che nel Comunicato che segue il CdP affronta la questione della difesa dalla repressione padronale e statale, questione di grande importanza in particolare per gli operai, deviando dalla concezione che guida il Partito e crea confusione tra un comitato di Partito in un’azienda e un gruppo più o meno organizzato di operai che in un’azienda o fuori operano clandestinamente per sfuggire alla repressione, crea confusione tra la clandestinità del Partito comunista promotore della guerra popolare rivoluzionaria che il proletariato e le altre classi delle masse popolari conducono contro la borghesia e che sfocia dell’instaurazione del socialismo e la segretezza necessaria a chi promuove lotte rivendicative per tutelare sé e la propria attività dalla repressione del padrone e del suo Stato. Richiamiamo i lettori a riflettere sulla differenza, aiutandosi con la letteratura del Partito in merito. Ovviamente sta invece al Partito affrontare con i compagni del CdP Ho Chi Minh il tema nelle sedi di Partito e promuovere nel Partito una maggiore assimilazione della concezione che deriva dall’esperienza della lotta di classe. La necessità di lottare per una maggiore chiarezza è confermata dal fatto che un travisamento analogo è già comparso anche nel Comunicato n. 12 del CdP Aurora.

 

Agli operai sotto attacco del padrone e dello Stato diciamo "Riunirsi e organizzarsi segretamente!"

Solidarietà con gli organismi e i compagni colpiti dalla repressione: dal Sì Cobas al Movimento No TAV!

Mobilitiamo le masse popolari nella resistenza alla repressione, nella lotta contro la repressione, nella solidarietà verso gli organismi e i singoli colpiti dalla repressione!

La resistenza alla repressione, la lotta contro la repressione e la solidarietà con gli organismi e i singoli colpiti dalla repressione sono componenti indispensabile del movimento per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Il Comitato Ho Chi Minh del nuovo Partito Comunista Italiano esprime pieno appoggio e solidarietà ai 19 operai e alle 2 giovani studentesse colpiti dall’applicazione dell’art. 23 del Decreto Sicurezza a Prato e alla compagna Nicoletta Dosio del Movimento No TAV arrestata la sera del 30 dicembre scorso.

Le multe agli operai di Prato e alle studentesse mostrano che i Decreti Sicurezza del governo Conte 1 sono dichiarazioni di guerra ai lavoratori e a quanti si organizzano per far fronte alla crisi del sistema capitalista, italiani o immigrati che siano. Non dimentichiamoci, infatti, quanto accadde già nel febbraio 2018 quando i pastori sardi rovesciavano il latte in strada per protestare contro il prezzo troppo basso a cui erano costretti a venderlo. A 150 di loro venne notificato un avviso di garanzia per blocco stradale. Oggi operai e studenti sono repressi perché hanno legittimamente manifestato in quanto da mesi non ricevevano lo stipendio. Che gli operai siano italiani o stranieri i Decreti Sicurezza servono solo e soltanto a garantire che le loro proteste siano stroncate dalla repressione dello Stato. Ma per quanto il suo potere sia ancora forte e faccia uso e abuso di multe, manganelli e galere, quello della borghesia è un potere malato: non può impedire che si levi, in tutto il paese, il grido di solidarietà con chi ha osato e osa lottare contro il bisogno e la paura. Quello dei lavoratori di Prato è lo stesso grido dei lavoratori di Hitachi–Rail di Pistoia anch’essi perseguitati perché hanno denunciato le condizioni di sfruttamento dentro la fabbrica (alcuni hanno già cominciato a denunciarle in segretezza, con lettere anonime). E’ lo stesso grido del popolo NO TAV che da trent’anni porta avanti un’eroica resistenza contro un’opera inutile e dannosa che serve solo e soltanto a ingrassare le tasche dei soliti noti, tra i quali brillano gli uomini della ‘ndrangheta e politici delle Larghe Intese collusi con loro, come Roberto Rosso, arrestato pochi giorni fa. E’ lo stesso grido dei tanti giovani e studenti che ogni giorno manifestano in opposizione allo sfruttamento dell’ambiente e per la difesa e l’estensione del diritto allo studio.

L’attività di difesa e di attacco dei lavoratori si svolge oggi in gran parte alla luce del sole, con attività ancora tollerate dalla borghesia. Esse le scoraggia e le ostacola (come si evince da quanto accaduto a Prato o da quanto accade nelle aziende capitaliste, come Hitachi-Rail di Pistoia) ma non osa ancora vietarle apertamente. La classe operaia, quindi, deve sfruttare fino in fondo gli spazi di agibilità politica conquistati con la Resistenza e con le lotte degli anni successivi  e spingere la borghesia a smascherarsi, a restringere tali libertà rivelando i suoi veri interessi. Passo dopo passo la borghesia impedirà sempre più apertamente lo svolgimento legale dell’attività politica, metterà fuori legge e perseguiterà chi persisterà a svolgerle legalmente ed è sicuro che arriverà a tanto: basti vedere i “progressi” che ha già fatto su questa strada di cui i Decreti Sicurezza sono solo l’ultimo esempio. Allo stesso tempo i progressi dell’attività dei comunisti, della classe operaia e delle masse popolari, la loro resistenza organizzata al procedere della crisi e alla guerra di sterminio che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari, susciteranno una controrivoluzione potente alla quale però il partito comunista saprà tenere testa perché si è dato i mezzi per farlo: la clandestinità è uno dei principali.

Il PCd’I nei primi anni venti aveva un apparato clandestino ma non la direzione clandestina. Nel 1926 subì la messa fuori legge; divenne clandestino perché costretto; perdette la sua direzione (Antonio Gramsci); nel luglio e nel settembre del 1943 non approfittò del crollo del fascismo e del vuoto di potere che aveva determinato e lasciò disperdere il grosso dell’esercito costituito da proletari in armi; solo nei mesi successivi costituì le proprie formazioni partigiane costringendo a seguirlo, su questo terreno, tutte le altre forze politiche ma si basò, sostanzialmente, sull’alleanza con queste ultime per un passaggio pacifico dal fascismo ad un nuovo regime borghese.

Ancora prima, il 15 gennaio del 1919, era morta uccisa Rosa Luxemburg (e con lei Karl Liebknecht). Anch’essa, e non solo lei, sottovalutò la necessità che i comunisti hanno di darsi una organizzazione clandestina. Lenin lo dice in modo chiaro nello scritto rivolto a lei e ai suoi compagni che avevano prodotto un documento firmato “Junius”

Il maggior difetto di tutto il marxismo rivoluzionario in Germania è la mancanza di una salda organizzazione clandestina che propugni la sua linea in modo sistematico ed educhi le masse in conformità dei nuovi compiti

(...)

Nell’opuscolo di Junius si sente l’isolato, che non ha compagni nell’organizzazione clandestina, abituata a elaborare fino in fondo le parole d’ordine rivoluzionarie e a educare sistematicamente le masse secondo il loro spirito.

(A proposito dell’opuscolo di Junius, Lenin, ottobre 1916, in www.nuovopci.it/classic/lenin/junius.htm)

 

Lenin illustra in modo magistrale cosa significa la clandestinità per il Partito al suo interno e per il Partito nel suo rapporto con le masse. Oltre a questo e sulla base di questo il Partito con la clandestinità si mette al riparo dalla repressione nel modo migliore possibile.

Da queste esperienze storiche ricaviamo che il partito comunista dev’essere costruito a partire dalla clandestinità e che questa è aspetto strategico prima che tattico. La clandestinità del partito comunista è la condizione migliore per raccogliere, formare, organizzare, dirigere la classe operaia e il resto delle masse popolari a fare la rivoluzione, cioè mobilitarle a compiere un movimento pratico che le condurrà a una guerra civile vittoriosa contro la borghesia imperialista.

Oltre alla clandestinità del Partito è indispensabile che gli operai, i giovani e quanti vengono perseguitati dalle leggi dello Stato si riuniscano e si organizzino anche segretamente. Questo è il solo modo per garantire la continuità della vostra azione ed è il passo attraverso cui elevare la coscienza e la determinazione necessari a condurre la lotta per togliere il potere a chi oggi lo detiene e a costruire il potere nostro!

Agli elementi più avanzati, più generosi, della classe operaia e del resto delle masse popolari che vogliono mettersi alla scuola del Partito, diciamo che possono farlo mettendosi in contatto col centro clandestino del Partito e iniziando a riunirsi per studiare e discutere collettivamente il Manifesto Programma per costituire Comitati di Partito (CdP) nei propri posti di lavoro, nelle scuole, università e in ogni quartiere. Per costituire CdP, infatti, bisogna essere membri di Partito, cioè avviare un percorso per diventarlo ma le regole della segretezza valgono anche per chi, pur non volendo  nell’immediato diventare membro di Partito, vuole organizzarsi nelle condizioni migliori per poter far fronte alla repressione dei padroni e del loro Stato, cioè vuole farlo segretamente. Nel comunicato n. 12 del Comitato di Partito Aurora recentemente diffuso ad ampio raggio per posta elettronica vengono date tutte le indicazioni del caso.

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto. Ma è del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini. Uniamoci a quanti oggi, in ogni angolo del paese, resistono con coraggio ai padroni, ai loro sbirri e ai loro magistrati! Lottiamo per instaurare un nuovo più avanzato ordinamento sociale mobilitando i lavoratori e i giovani più avanzati nella rinascita del movimento comunista e nel consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

Costruire in ogni azienda, scuola, università e quartiere un comitato clandestino del (n)PCI!

Comitato di Partito Ho Chi Minh del (nuovo) Partito Comunista Italiano

Per informazioni vedi il sito del (nuovo) Partito Comunista Italiano in www.nuovopci.it, dove trovi anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP)

Comunica con il CdP Ho Chi Minh al recapito e-mail: cln76@mail.com