Comitati di Partito


 

Comitato di Partito Lenin

Finalmente, era ora!

Salutiamo con gioia e soddisfazione la fondazione, nell’ottobre scorso del (nuovo)Partito comunista italiano. Dopo sei anni trascorsi e un lungo lavoro d’analisi politica e di organizzazione svolto dalla CP (Commissione Preparatoria), siamo lieti ed orgogliosi della consegna, nelle mani della classe operaia e delle masse popolari, dello strumento che all’inizio secolo scorso ha permesso, su grande scala, l’affrancamento della classe operaia dalla borghesia imperialista. Bisogna ripartire da dove il cammino era stato interrotto dai riformisti e revisionisti delle varie carature, che nel periodo da dopo della Resistenza ad oggi hanno fatto prevalere la linea della collaborazione con la borghesia e della corruzione, fino a liquidare il partito sin dalle sue fondamenta. I lavoratori avanzati, ognuno secondo le proprie capacità, dovranno contribuire al rafforzamento e al consolidamento dello strumento necessario per compiere la rivoluzione socialista nel proprio paese. Tale strumento ha un nome e cognome: (nuovo)Partito comunista italiano. La nascita del (n)PCI si colloca nel contesto di una forte accelerazione della seconda crisi generale del capitalismo, nello scontro sempre più duro e feroce tra gruppi e Stati della borghesia imperialista, delle guerre in corso che stanno sconvolgendo tutto il mondo, facendo arretrare culturalmente, economicamente e spiritualmente interi popoli. In Italia il governo della banda Berlusconi-Bossi-Fini non si ferma nella sua politica di rapina e di attacco a tutto campo alle conquiste che la classe operaia e le masse popolari erano riuscite ad ottenere, a prezzo di enormi sacrifici e dure lotte, nel periodo del “capitalismo dal volto umano” nell’arco dei trent’anni dal 1945 al 1975. Nei successivi trent’anni i governi borghesi dei vari colori politici, che si sono succeduti, non hanno risparmiato l’attacco generalizzato delle garanzie dei lavoratori, distruggendo uno dopo l’altro una buona parte dei diritti fondamentali per la classe lavoratrice. Basti ricordare l’attacco allo Statuto dei Lavoratori, ai contratti collettivi di lavoro, all’articolo 18, lo scippo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR). I salari e gli stipendi dei lavoratori non sono adeguati al costo della vita, le pensioni sono sempre più di fame, mentre industriali, politici borghesi e Vaticano si ingrassano sempre di più sulle spalle dei lavoratori. Il Comitato Lenin rivolge l’appello agli operai e lavoratori avanzati delle piccole, medie e grandi aziende, ai giovani a sostenere, collaborare e consolidare, nelle forme e nei modi che ognuno riterrà necessario, il (nuovo)Partito comunista italiano, affinché si estenda e operi a largo raggio fino a fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

21 dicembre 2004