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Comunicato rapido n. 1 - 13 gennaio 2019

  

L’arresto di Cesare Battisti e la lotta di classe in corso in Italia

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L’arresto di Cesare Battisti in Bolivia e la sua eventuale estradizione hanno dato e daranno luogo all’espressione dell’anticomunismo che anima gli esponenti e i portavoce della borghesia imperialista, responsabile dello stato in cui si trovano le masse popolari italiane e del resto del mondo e del dissesto ecologico del pianeta e timorosa della rinascita del movimento comunista. Sarà una gara, da Silvio Berlusconi a Laura Boldrini, passando per Matteo Renzi. Si distingue in questo come già in altri casi analoghi Matteo Salvini: lo sciacallo che specula sulle calamità e di fronte al marasma in cui la borghesia e il clero ci hanno condotto, come tutto rimedio propone (vedi Legge Sicurezza) di ridurre l’Italia allo stato degli USA: “a ogni uomo un’arma per sparare per primo”. Sempre più apertamente egli si propone come capo della mobilitazione reazionaria delle masse popolari italiane.

  

Cesare Battisti è stato esponente di Proletari Armati per il Comunismo, una delle numerose Organizzazioni Comuniste Combattenti sorte in Italia e in altri paesi imperialisti nel corso della lotta di classe tra il proletariato e la borghesia imperialista svoltasi negli anni ’70. Le OCC hanno impersonato il tentativo generoso di arrestare l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) che la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre in Russia aveva sollevato in tutto il mondo e quindi di impedire che la borghesia imperialista riprendesse in mano la direzione del mondo. Il tentativo è fallito e la borghesia imperialista ha ripreso le redini della società: i risultati dei suoi quarant’anni di direzione (dal 1976 a oggi) ognuno li constata giorno dopo giorno.

I motivi del fallimento delle OCC sono insegnamenti preziosi per chi lotta oggi contro il catastrofico corso delle cose che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti impongono al nostro paese e a tutto il mondo. Questa lotta e l’instaurazione del socialismo sono la ragion d’essere e il programma del (nuovo) Partito Comunista Italiano. Noi abbiamo tratto dal fallimento delle OCC gli insegnamenti utili a condurre con successo la lotta che esse non potevano vincere perché la concezione del mondo che le guidava non era il marxismo-leninismo-maoismo. Gli insegnamenti che ne abbiamo tratto sono esposti nel nostro Manifesto Programma (2008) e sostanzialmente collimano con quelli esposti nell’opuscolo Cristoforo Colombo ossia di come convinti di navigare verso le Indie approdammo in America (1988) di Pippo Assan.

  

Quelli che giustificano l’accanimento contro Cesare Battisti in nome della legalità e dell’accusa di reati di sangue, coprono l’uso a senso unico che lo Stato borghese fa della legalità e l’impunità che assicura perfino ai peggiori criminali della classe dominante.

Quelli che si limitano a deprecare il triste presente e piagnucolano sul corso delle cose, di fatto rafforzano lo sforzo della borghesia imperialista di far credere che non c’è una via d’uscita, che non c’è alternativa. Non hanno un ruolo molto diverso da quelli che si uniscono alla borghesia a maledire il movimento comunista che, avvalendosi della scienza scoperta da Marx ed Engels, sotto la guida di Lenin, di Stalin e di Mao per più decenni (1917-1976) ha mostrato agli oppressi e agli sfruttati di tutto il mondo la via della liberazione e del progresso. I revisionisti moderni, da Kruscev a Togliatti a Berlinguer, sono riusciti a prendere la direzione del movimento comunista e portarlo alla dissoluzione per limiti del movimento comunista cosciente e organizzato nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe. Oggi quei limiti li abbiamo capiti e questo ci permette di lottare con successo. Il futuro dell’umanità   è l’instaurazione del socialismo e la transizione al comunismo.

  

A tutti gli elementi avanzati della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari, ivi compresi i prigionieri politici che sono ancora oggi rinchiusi nelle carceri della Repubblica Pontificia, noi lanciamo l’appello a raggiungere le file del Partito e degli organismi che sulla sua linea lottano per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Ognuno può dare da subito un contributo alla rivoluzione socialista. Il primo paese che romperà le catene del sistema imperialista mondiale mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi.

Il compagno Ulisse, segretario generale del CC del nuovo Partito Comunista Italiano.