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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Avviso ai naviganti n. 9
Una grande iniziativa

Cosa insegna a noi e al mondo
la piccola iniziativa del Sindacato Lavoratori in Lotta di Napoli.

14.05.2012

Avviso ai naviganti n. 8
La seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale -
23.03.2012

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Avviso ai naviganti 10

6.12.2012

 

I comunisti e la sinistra borghese

A proposito dell’iniziativa Cambiare si può!

(Scaricate il testo in versione PDF)

Alcuni compagni ci hanno chiesto la nostra opinione rispetto a “questo nuovo progetto politico (http://www.cambiaresipuo.net) in cui pare stiano confluendo associazioni, gruppi sorti per promuovere la formazione di liste civiche, parte del PRC, ecc.”. Ad alcuni abbiamo risposto individualmente, al numero maggiore compatibile con le nostre forze. A tutti, anche a quelli che non hanno osato chiedere la nostra opinione e a quelli a cui la nostra opinione interessa pur non avendo pensato di chiedercela, rispondiamo con questo Avviso ai naviganti 10. In esso esponiamo non solo la nostra opinione, ma anche la linea che seguiamo: infatti da comunisti riteniamo che le interpretazioni che si danno del mondo in cui viviamo sono importanti, ma la questione decisiva è cambiarlo. Al di fuori della lotta per cambiarlo, della lotta per costruire il nostro futuro, le interpretazioni sono discorsi e parole e la validità di ognuna di esse resta questione di fede e di senso comune. Effettivamente, finché il pensiero non è guida per l’azione, ognuno la pensa come vuole, cioè come gli capita e può continuare a pensarla così fin che campa.

 

In maniera non organica abbiamo già parlato del progetto politico di lista elettorale “Cambiare si può!” lanciato pubblicamente il 5 novembre scorso, giusto un mese fa, da tre illustri esponenti della sinistra borghese.

Ed è vero che cambiare si può. Lo diceva anche Obama: We can! Perché hanno usato l’impersonale, anziché adottare Cambiare possiamo! Possiamo cambiare! come loro motto? Conoscendo la vita di Luciano Gallino, Livio Pepino e Marco Revelli si capisce anche perché non hanno osato usare la prima persona plurale.

 

Con l’espressione “sinistra borghese” indichiamo persone e gruppi che sono amareggiati (indignati, offesi, turbati, sconvolti, angosciati, stravolti) dal mondo come è, che vorrebbero un mondo senza le assurdità, le minacce, le catastrofi e le sofferenze che turbano la loro vita che, sembra loro, senza queste potrebbe scorrere serena e persino gradevole, ma vorrebbero anche un mondo senza comunismo (cioè senza proprietà pubblica dei mezzi di produzione dei beni e dei servizi e senza gestione pubblica dell’iniziativa produttiva). Infatti non parlano del movimento comunista, dell’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin, della prima ondata della rivoluzione proletaria che ha costruito i primi paesi socialisti: di tutto questo non parlano e quando ne parlano è per denigrarlo sulla scia del Libro nero del comunismo. I più gentili tra loro dicono che “bisogna fare il bilancio del movimento comunista”, ma non lo fanno mai e ignorano il bilancio che noi comunisti abbiamo ben fatto dei  nostri successi e dell’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, della trasformazione dei primi paesi socialisti e del ritorno più o meno completo di gran parte di essi in senso al sistema imperialista mondiale.

Del passato gli esponenti della sinistra borghese si accontentano di dire che “il welfare è la strada che ha portato alla soluzione delle grandi crisi economiche del secolo scorso”, per il resto lo lasciano avvolto nella foschia dell’oblio o nella nebbia della denigrazione, né li preoccupa il fatto che le crisi economiche si ripetano. Bontà loro, ignorano la Rivoluzione d’Ottobre, la creazione dell’Unione Sovietica, della Repubblica Popolare Cinese, degli altri paesi socialisti, due guerre mondiali, la Resistenza e l’eroica vittoriosa lotta contro il nazismo e il fascismo, la distruzione del vecchio sistema coloniale, Cuba e il Vietnam: bazzecole come se il welfare fosse nato non dalla lotta delle masse popolari partecipi del movimento comunista e dallo sforzo della borghesia imperialista di far fronte all’avanzata del movimento comunista, ma fosse sorto dall’intelligente iniziativa di persone perbene come loro! È imparando dalla realtà a questo modo, che sperano di cambiare la realtà!

Gli esponenti della sinistra borghese vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca, il burro e il ricavato della vendita del burro. È la sofferenza a cui sono condannati come classe, loro che come individui hanno già ora in massa accesso alle attività specificamente umane (nota 2, pag. 250 del Manifesto Programma del (n)PCI).

Bene! La sinistra borghese quindi non accetta il mondo come è, lo vorrebbe cambiare, ma non capisce, non conosce, non accetta la strada che per la natura sua stessa il mondo deve seguire per cambiare. Vuole far crescere un fiore ma non capisce, non conosce, non accetta i procedimenti e le leggi della floricoltura.

Gallino, Pepino e Revelli (sì, proprio quello che per venti anni, fino all’autocritica del 2010, ha vissuto vendendo libri e discorsi sul tema “la classe operaia non c’è più”) hanno lanciato l’appello “Cambiare si può!” per una presenza elettorale alternativa al Partito Democratico di Bersani e di Renzi (con Vendola e Diliberto di rincalzo).

Che riescano a realizzare una presenza elettorale alternativa al Partito Democratico (come lista elettorale e ancor meno come gruppo parlamentare) non è affatto sicuro. Non è escluso, ma non è neanche facile che i promotori si mettano d’accordo. Sulla scienza della realtà prima o poi, “provando e riprovando”, tutti quelli che la applicano nell’azione arrivano a un accordo: se vuoi costruire un ponte, la scienza delle costruzioni che devi applicare non è un’opinione! Ma sulle fantasie, sulle promesse, sulla narrazioni, sui programmi, sulle aspirazioni, sulle piattaforme, sulle affabulazioni e le chiacchiere tutti quelli che fanno politica “a tempo perso” e tutti i perdigiorno che a loro si associano hanno la loro da far valere (come vedete non consideriamo neanche le manovre, i contrasti di interessi, la corruzione, i carrieristi, ecc. che tuttavia inevitabilmente giocheranno il loro ruolo, non fosse che per iniziativa dei vertici della Repubblica Pontificia). Difficile trovare un accordo! Né Gallino, Pepino o Revelli hanno l’audacia di fare una lista personale, padronale alla Grillo che ha turbato i sonni dei vertici della Repubblica Pontificia e aperto la via anche all’iniziativa di Gallino, Pepino e Revelli!

 

Quindi inutile prendere in considerazione l’iniziativa di Gallino, Pepino e Revelli? Stare a vedere? Tutt’altro! Si tratta di una iniziativa ricca di insegnamenti per la lotta di classe e suscettibile di contribuire a spingerla avanti, non meno di quanto lo sia la lista di Beppe Grillo, se noi comunisti facciamo la nostra parte. Tanto più che Landini, Airaudo, de Magistris e altri, forse perfino Cremaschi ed esponenti del sindacalismo di base e del Comitato No Debito, probabilmente vi confluiranno. Il livore di Napolitano & complici contro Antonio Ingroia e dei complici di Riva contro Patrizia Todisco certamente la alimenteranno.

 

 Il successo dell’iniziativa nel mese trascorso dal suo lancio conferma quanto è necessario e universalmente sentito che “cambiare è necessario”: la stessa conferma data anche dalla manifestazione del No Monti Day del 27 ottobre scorso, dalle elezioni siciliane del 28 ottobre scorso e in generale dal successo delle liste di Beppe Grillo e del M5S, dalle iniziative messe in moto dalla FIOM di Landini a partire da Pomigliano 2010 (tutte le volte che sono state iniziative di lotta contro i vertici della Repubblica Pontificia e non espressioni di servilismo verso la destra sindacale di Susanna Camusso, Raffaele Bonanni & C, cioè verso il regime), dalle elezioni amministrative della primavera 2011 e 2012 e dal referendum del giugno 2011.

Il successo dell’iniziativa di Gallino, Pepino e Revelli conferma anche la forza (la capacità di iniziativa efficace) che i gruppi e personaggi democratici della società civile, della sinistra sindacale, delle amministrazioni locali e gli esponenti della sinistra borghese in generale (noi li chiamiamo i tre vivai o i tre serbatoi [di forze per avviare la trasformazione del presente] o anche seconda gamba [rispetto alla prima gamba costituita dalle organizzazioni operaie e popolari] su cui può avviarsi la deviazione del corso presente delle cose nella direzione dell’instaurazione del socialismo) hanno oggi nella società, il ruolo che essi possono svolgere nel movimento della società, per avviare la trasformazione del sistema di relazioni sociali che oggi si è aggrovigliato al punto che strozza l’umanità.

 

Quale risultato avrà l’iniziativa di Gallino, Pepino e Revelli, oramai diventata iniziativa di alcune migliaia di illustri esponenti della sinistra borghese? Cosa possiamo fare noi comunisti della loro iniziativa?

Per sua natura l’attuale sistema di relazioni sociali che strozza l’umanità può essere cambiato solo dalle masse popolari (MP pag. 167) organizzate; nella società borghese le masse popolari riescono a organizzarsi solo attorno alla classe operaia organizzata; la classe operaia (gli operai che producono beni e servizi nelle aziende capitaliste) riesce a organizzarsi solo attorno e per opera dei comunisti organizzati in Partito, che impersonano, elaborano e applicano la concezione comunista del mondo, la dottrina dello sviluppo compiuto dalla specie umana e del suo futuro di cui essa ha in sé i presupposti. Quello che diciamo qui vale come vale quello che dice un insegnante di chimica durante una lezione di chimica. Può infastidire alcuni dei suoi ascoltatori, ma chi vorrà fare un processo chimico (ad esempio produrre acqua di cloro partendo dal sale che trova in natura), di quello che lui dice si dovrà avvalere.

Per le vicende seguite dalla lotta di classe nella seconda parte del secolo scorso, oggi noi comunisti non abbiamo ancora la consistenza adeguata al ruolo che dobbiamo svolgere per instaurare il socialismo, fase inferiore del comunismo. Pochi e ancora male organizzati come siamo, dobbiamo spingere in avanti la lotta di classe giovandoci anche dell’iniziativa della sinistra borghese. Come?

La sinistra borghese si dividerà inevitabilmente in due correnti.

- Una corrente (la destra) che cercherà di vincere le elezioni (non dubita neanche che i vertici della Repubblica Pontificia le terranno) e di partecipare a un governo accetto (anche se non il più gradito) ai vertici della Repubblica Pontificia e alle istituzioni e personaggi della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Si metterà quindi sulla strada già percorsa da Prodi, D’Alema e Bertinotti, ma andrà ancora meno lontano di essi nell’opera servile (cioè al servizio dei vertici della RP e della CI di cui sopra) perché oggi nel mondo, in Europa e in Italia siamo oramai ben oltre il 2006, siamo entrati nella fase acuta e terminale della crisi del capitalismo.

 - Una corrente (la sinistra) che dedicherà il meglio delle sue risorse, dei suoi mezzi e della sua energia a promuovere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari e della classe operaia. Noi comunisti con le nostre attuali deboli (per consistenza numerica e per qualità) forze, dobbiamo mobilitare, sostenere, spingere in avanti, indirizzare, appoggiare questa corrente, usando i mezzi che ci danno il nostro bilancio dell’esperienza del passato, la nostra visione più lungimirante e più avanzata della situazione, la nostra comprensione dei presupposti del futuro che sono in essa, delle contraddizioni che muovono individui, gruppi e classi e delle relazioni che li connettono. Per questo agli esponenti della seconda gamba diciamo: costituire il Comitato di Salvezza Nazionale, creare le tre condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, usare i mezzi di cui già dispongono e il ruolo sociale che già svolgono per fomentare l’ingovernabilità del paese da parte di governi emanazione dei vertici della RP e delle istituzioni della CI, costituire il GBP e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e con esso “entrare in guerra” con la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti (per maggiori dettagli rinviamo al Comunicato CC 39/12, 12 novembre 2012). In questo modo le masse popolari italiane si congiungeranno alle masse popolari degli altri paesi, in primo luogo alle masse popolari degli altri paesi imperialisti che sono alle prese anche loro con la crisi del capitalismo e contribuiranno alla loro mobilitazione nella comune “guerra” contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e in ogni paese contro l’espressione “nazionale” di essa.

Nel corso di questa “guerra” la rinascita del movimento comunista farà il suo corso, si creeranno le condizioni per l’instaurazione del socialismo e quindi le condizioni perché il processo di trasformazione della società umana si sposti ad un livello più alto.

Questa è la nostra analisi e la nostra linea. Analisi generale e linea generale, certo. Cosa deve fare ogni persona o gruppo che vuole contribuire ad essa? Questo lo può e deve ricavare la persona o il gruppo stesso, analizzando la situazione particolare assieme ai compagni che condividono l’analisi generale e la linea generale e unendosi o collegandosi al Partito comunista nel modo migliore di cui è capace.

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].